Appunti Donatelliani a margine di un anno difficile. Dalla perdita della Giuse alla perdita della sede. E che non si perda anche la speranza. Che fare?

Appunti Donatelliani a margine di un anno difficile. Dalla perdita della Giuse alla perdita della sede. E che non si perda anche la speranza. Che fare?

Contents. Appunti Donatelliani a margine di un anno difficile – Dalla perdita della Giuse alla perdita della sede –  E che non si perda anche la speranza –  Che fare? 

Addio a Giuse Benignetti

Alla fine di Agosto di questo 2023, che é stato un anno davvero poco felice per il Gruppo rimasto senza sede, si é andata ad aggiungere una gravissima perdita. Si è spenta Giuse Benignetti, una colonna fondante del Gruppo Donatello. Qui solo un cenno: il Gruppo ricorderà e commemorerà  adeguatamente Giuse. Ricordo sinteticamente alcuni dati. Giuse ha vissuto l’arte “a tempo pieno”. Inizió giovanissima l’attività di giornalista, è stata critica d’arte, organizzatrice di eventi, collezionista ed esperta di collezionismo (non solo di quadri), scopritrice di talenti (qualità questa che forse non le è stata apprezzata come meritava) e molto altro ancora. Giuse ha militato a lungo nel Gruppo Donatello, storico sodalizio artistico-culturale fiorentino, e agli inizi degli anni ’70 ha contribuito in modo determinante  a farlo rinascere dopo un periodo di rallentamento delle attività. Nel Gruppo Giuse ha  ha ricoperto tutte le cariche fino a quella recentissima di Presidentessa Onoraria. Pressoché sempre presente nel Consiglio Direttivo è stata consigliera, membro della commissione probiviri, sindaco revisore, coordinatrice della segreteria, talent scout. Giuse è sempre stata presente rappresentando un autentico punto di riferimento e collegamento tra i Soci, tra il Gruppo e le istituzioni, e naturalmente tra il Gruppo e la stampa.

Nel 2019 a Giuse è stata consegnata da parte dei Soci del Gruppo Donatello  un importante riconoscimento: la Pisanelliana in onore alla sua lunga militanza e insostituibile attività.

Molteplici le già ricordate attività di Giuse nel mondo dell’arte; accanto alla attività di giornalista autrice di articoli, recensioni, presentazioni, curatrice di cataloghi, si affiancano altre attività come la presenza in giurie di concorsi, le presentazioni di mostre e di libri.

Già nel 1951, troviamo articoli di Giuse sulla stampa cittadina, articoli che annunciano e/o fanno resoconto di iniziative culturali fiorentine (e non solo), in particolare conferenze e mostre di pittura. Difficile pensare al Gruppo Donatello senza di Lei. 

Cambiamo argomento, ma fino a un certo punto!

Delusi, amareggiati, ma determinati

Emozioni Donatelliane attraverso le frasi e le immagini del catalogo 2023. Il primo catalogo del “Donatello fuori sede”, dopo aver dovuto abbandonare i locali di Via degli Artisti dove il Gruppo Donatello svolgeva la propria attività da oltre settanta anni.

Cosa troviamo in questo catalogo? C’é davvero, come recita una frase fatta, “di tutto e di più”.  Delusione, speranza, pessimismo, ottimismo, interrogativi, certezze, citazioni, metafore, attesa, solidarietà, slogan… c’è – e non è cosa da poco – il ricordo di un precedente sfratto che si concluse poi positivamente… c’è la ricchezza, l’essenza, la forza, il senso di appartenenza di tanti Artisti che non mollano e non molleranno mai! 

In questo catalogo dunque il vissuto dei Donatelliani durante la fase di passaggio (ma si può davvero parlare di passaggio da avere una sede ad essere “On The road”? 

Il tutto attraverso 48 vignette, che forse, anzi di sicuro (volutamente “di sicuro” e non “sicuramente”) sono anche molto di più di vignette. Prendo a riferimento, o forse a pretesto, le cinque fasi del lutto di Kübler-Ross: rifiuto, rabbia, negoziazione, depressione, accettazione.

In rassegna.

La negazione non si mostrò strada praticabile, ovviamente! Esisteva una proprietà che rivoleva legittimamente l’immobile. La rabbia, di cui i Donatelliani tutti hanno rivendicato il diritto di esercitarla e lo hanno fatto a pieni polmoni non ha salvato la sede, però ha  generato una gara di solidarietà, forse di proporzioni superiori alle aspettative,  che pur non risolvendo il problema, lo ha fatto conoscere, e ha fatto conoscere meglio anche la storia e la realtà del Gruppo Donatello. Sono giunte persino richieste di adesione!

In quei giorni di Gennaio 2023 enivano a mente le cose più strane, i ricordi più reconditi. Come una frase di Conand Doyle, tratta non come verrebbe spontaneo pensare da un racconto di Sherlock Holmes, ma dall’altrettanto interessante testo anche se forse meno famoso “Il mondo perduto”: “Ci è successa una cosa spaventosa. Chi poteva prevederlo? Non vedo come i nostri guai possano finire. Forse siamo condannati a passare il resto della vita in questo strano luogo inaccessibile. Sono ancora talmente confuso, che non riesco a riflettere lucidamente sulla situazione attuale o sulle possibilità future. Alla mia mente sconvolta la prima sembra terribile, mentre il futuro mi appare nero come la notte”. 

In quel Gennaio 2023, che rimarrà nella memoria come il mese dello sgombero o meglio del “grande sgombero”, mentre tutti o quasi tutti i Donatelliani raccoglievano le cose da portar via, incartavano, impacchettavano, stilavano elenchi, riempivano le bauliere delle proprie auto per dirigersi verso depositi generosamente offerti. In quel gennaio ognuno aveva qualche ricordo da esternare, il più delle volte con le emozioni più varie: rabbia, dispiacere, malinconia. Molti lo hanno tradotto in un’immagine, quella pubblicata sul Catalogo. 

Venivano a mente in quei giorni, tanto per citarne due,  Bruno e la Mippia (i coniugi Bruno Catarzi e Mippia Fucini), venivano a mente quanti, e tanti davvero, avevano calpestato il suolo del Donatello da Mario Moschi in avanti… Il Gruppo nasce proprio nei locali che inizialmente erano proprio lo studio di Moschi… Tanti, troppi, generazioni di maestri, di allievi, di allievi diventati maestri… settantaquattro anni sono tanti. 

Molti i ricordi di oggetti tangibili e speriamo che vengano conservati a lungo. Il murales in piazza Vasari allestito da Enrico Bandelli e Giuseppe Capineri dedicato a Mario Moschi, il murales di via Luna opera di diciotto Donatelliani inaugurato nel 1995 e che oggi avrebbe bisogno di un restauro. E poi andando su oggetti del quotidiano, la trentina di sedie pieghevoli accatastate in parte nello stanzino e in parte in bagno, che alla bisogna trasformavano una delle due stanze in mini auditorium per l’assemblea annuale dei soci, per presentazioni di libri, per conferenze, persino per pieces teatrali. Un divanetto ad angolo donato da un donatelliano appoggiato all’angolo di destra entrando divenuto la sede della infaticabile Giuse. Ancora vengono a mente le varie vite delle due grandi stanze, deputate ovviamente alle mostre, ma anche abbiamo visto, ad altre attività culturali e di tanto in tanto anche ricreativo gastronomico (leggi cene in galleria).

C’è poi  il  “fuori sede” quando l’espressione significava semplicemente “in trasferta”, “ospiti di” e non, come adesso “fuori sede” in quanto la sede non c’è  più. E qui i ricordi sono davvero tanti. In primis le mostre in piazza ogni anno che Dio ha messo in terra; tradizione fermata solo dal Covid e neanche del tutto (pannelli giganti sostituirono i quadri), collettive in varie sedi: dal poligono di tiro alle Cascine, alla mostra con tanto di asta benefica anche questa in area cascine, a Palazzo Medici Riccardi, al Parco Pazzagli, all’ex tempore in Piazza Vasari e chissà quante altre… Ognuna di queste esperienze meriterebbe una trattazione, ma ciò presupporrebbe la stesura di un ben più ampio testo.

Dando un’occhiata all’elenco dei Soci é facile notare che molti sono affiliati da oltre venti anni! Ciò da una parte testimonia la non bassissima età media, dall’altra il tenace e duraturo attaccamento all’Associazione, ovvero il forte senso di appartenenza. Nei ricordi di alcuni Donatelliani descritte anche esperienze sensoriali legati a lunga militanza da far considerare la sede una specie di seconda casa di cui si conosce tutto: persino gli odori, i suoni, i colori! (Viene a mente “Dans une ténébreuse et profonde unité, Vaste comme la nuit et comme la clarté, Les parfums, les couleurs et les sons se répondent” da Charles Baudelaire, Les Fleurs du mal).

Esaminando attentamente il catalogo, possono essere fatte alcune osservazioni. Intanto hanno partecipato alla mostra sociale e quindi anche alla formazione del catalogo ben quarantotto Donatelliani, ognuno con un’opera del proprio repertorio e inoltre con l’opera dedicata al catalogo (in taluni casi le due opere coincidevano). Per il catalogo era stata infatti data una indicazione: quella di collocare entro uno spazio preventivamente assegnato un’opera libera dedicata alla recente crisi provocata dalla mancanza di sede. Le immagini raccolte sono state dunque 48 eseguite anzi create da da altrettanti Donatelliani. Il compito assegnato (che per certi versi ricorda “Il tema proposto” del concorso di fantasia grafica “Questo l’ho fatto io” della settimana enigmistica) è stato variamente interpretato. Ben trentasette hanno inserito nello spazio riservato loro un testo corredato di immagine o se si preterisce un’immagine corredata da testo. Si intende qui per immagine sia un’opera originale, sia una fotografia, sia  un disegno, sia un selfie schizzo. Un numero limitato, per la precisione sette partecipanti hanno riempito lo spazio con il solo testo. Sono stati quattro coloro che hanno realizzato quanto richiesto proponendo solamente un’immagine.

E qui c’è davvero da sbizzarrirsi. Le figure, che abbiamo visto poter essere disegni o foto originali ovvero di repertorio – abbiamo visto – sono state veramente molte e ben assortite.

Bello il fumetto che Sandra ha inserito in una creatura di Liechtenstein, la famosa “Crying Girl” del 1963, a cui fa dire “Che triste futuro ci aspetta senza una nuova sede!!!!” Richiamandosi alla pop art e al suo immediato e semplice linguaggio, mutuato dalla pubblicità e dallo spettacolo, il contributo di Sandra  appare piacevole ed efficace.

Allegoricamente, e forse con una punta di polemica, Giampaolo ha fatto una citazione illustre inserendo accanto al proprio messaggio “il sonno della ragione genera mostri” titolo di un’opera del grande Goya. Un richiamo alla fantasia che se abbandonata dalla ragione genera mostri, mentre se unita alla ragione può generare meraviglie come ad esempio quelle artistiche. E allora che fantasia e ragione ci aiutino!

Interessante e coerente con la propria produzione e con la propria cultura la copertina di LP dei Beatles “HELP” proposta da Adriano. Nella copertina  i quattro Beatles sono in posizione di segnalazione attraverso la disposizione degli arti, a formare la parola  HELP, anche se secondo altra versione la parola sarebbe diversa. Tornando a noi le quattro parole che Adriano mette in bocca a George, John, Paul e Ringo sono decise e inequivocabili: “Non ci lasciate soli!”

Abbiamo poi un  ricordo ancora ben vivo proposto da Enrico: il ricordo della rappresentazione teatrale proposta in piazza, scritta e anche interpretata da Luana, quando nel 2010 ci fu un allarme-sfratto simile a quello attuale, ma in quel caso la situazione fu risolta con un aggiustamento della quota d’affitto accettata dalla proprietà. 

La fantasia non è mancata a vari Donatelliani che hanno prodotto opere originali per lo più schizzi e disegni dai titoli assai significativi: il labirinto di ANTONIETTA, il tendone di Angelo, la barchetta di Ugo, l’attesa di Anna, e quasi un neologismo la “migrarte” di Eliana. 

E ancora “su con la vita” incoraggia Marco, la richiesta di una profezia alla maga di Giancarlo1, la sala di attesa di Giancarlo2, Alaska con tanto di pinguini di Anna Maria, il cavaliere di Filippo, il peregrinare di Luisa, L’interrogativo “cosa dite, ce la faremo?”  di Gianni. 

Per il citazionismo va… citata Barbara che ha ben accostato due frasi di due grandi: William Hodding Carter II e Confucio.

In altri casi la fotografia fa la parte del leone; Renato propone una foto di gruppo del Gruppo (scusate il bisticcio) ove ha inserito il cartiglio in pietra con il motto “ONORATE L’ARTE CHE È VITA DELLA VITA” posto nella vicina Piazza Savonarola sopra al portone del Museo Rinaldo Carnielo.

Quattro Donatelliani sul palcoscenico del teatro Affratellamento durante “Il grande sgombero” proposti da Roberto; e “Il grande sgombero” diventa il titolo di una rappresentazione teatrale immaginaria e i quattro Donatelliani (naturalmente in rappresentanza di tutto il Gruppo) sono gli attori (e forse il Presidente anche regista!) di una commedia speriamo a lieto fine!

Inciso. Un filo ininterrotto lega il teatro al Donatello. infondo un articolo come questo serve anche a ricordare momenti significativi. L’ultima esperienza teatrale ospitata al Donatello risale davvero a pochissimo tempo fa. Si tratta di una rappresentazione liberamente rivisitata della Mandragola di Machiavelli realizzata dalla compagnia di Lucia Bruni e del marito Federico Napoli e talmente recente che durante la rappresentazione noi del consiglio non potremmo seguirla in quanto impegnati nella stanza attigua in una riunione per cercare di evitare l’imminente sfratto. Notoriamente fu inutile come i fatti successivi testimoniano. Il teatro e il Donatello hanno visto negli anni ben altre esperienze. Prima va a tutti va menzionata Luana Lapi autrice di diverse commedie rappresentate sia all’interno della sede del gruppo, sia in piazza Donatello in occasione dell’annuale mostra sociale. 

Altra foto proposta da Giovanni accompagnata da un disegno è intitolata gli irriducibili; é un’immagine fortemente simbolica: si tratta di un fotomontaggio in cui i volti degli storici fondatori dell’astrattismo classico sono  sostituiti da quelli degli irriducibili ovvero cinque Donatelliani. Anche Luana propone una foto accompagnata da un testo è la foto del gruppo con scritto sopra a caratteri cubitali “Chiuso”; é che il Donatello abbia chiuso, ahimè non ci sono dubbi, speriamo che quel chiuso che appare così perentorio  possa essere accompagnato da un avverbio come “temporaneamente”!

Altro inciso (in realtà una divagazione) sulla fotografia e sul teatro. Correva l’anno 2009 o giù di lì e, in occasione di una collettiva sul futurismo furono scattate alcune foto intitolate “Abbey Donatello Road”. Quattro Donatelliani capitanati da Luana attraversavano le strisce pedonali davanti al Donatello alla maniera di John, Paul, George e Ringo ovvero i Beatles, fotografati da altri Donatelliani. Fu una performance nata spontaneamente. Va ricordato che Luana e altri attori erano stati protagonisti di una piece sul Futurismo in sede. Bei ricordi!

Molto carino il gioco di parole proposto da Paolo1 che giocando con le parole pirandellianamente tramuta i “Sei personaggi in cerca d’autore” in “80 Donatelliani in cerca di sede”; 

Patrizia propone un’immagine del grande sgombero con pacchi e suppellettili ammassati alle pareti prima che la sede venga lasciata. E anche qui corre il pensiero con associazioni apparentemente improbabili, ma a una seconda lettura con qualche elemento non proprio estraneo:

E la gente intorno a me / Come un gufo vuole guardare / Ma di strano cosa c’è / Questa casa ha visto amore / Oggi vede un uomo che muore / Oggi vede un uomo che muore /

Sono parole della canzone “Vendo casa” di Mogol Battisti

Non proprio analogie ma richiami. La gente intorno a noi, al Gruppo, in minima parte ha gufato. Al contrario molta, la maggior parte ha solidarizzato, ci é stata vicina, ci ha aiutato nello sgombero. Più ahimè aderenti le righe successive, il Donatello ha visto tante, ma tante pagine di Arte e quindi di Amore per l’Arte. Parimenti c’è del vero nel vedere qualcosa che muore. La perdita della sede è indubbiamente una perdita di identità e per quanto si possa sperare in un nuova sede, inevitabilmente “Niente sarà come prima

E veniamo ai disegni e altro creati ad hoc: “uniti si vince” dicono alcune figure stilizzate proposte da Guido. È anche il titolo di un film, che per sottotitolo aveva “Il sapore della vittoria” speriamo che sia di buon auspicio.

“2023 Un po’ … Al buio … ne usciremo … più forti? … un po’ abbandonati … e … in cerca di casa …” é il testo che accompagna il disegno di Patrizia1; frasi apparentemente slegate, ma a ben vedere singole unità di un progetto complessivo di rinascita e di continuità.

Con una punta di di speranza ma anche di malinconia Rolando propone  un disegno con la dizione significativa “Alla ricerca dello spazio perduto”; curiosamente questo “spazio perduto” è sequenziale al “tempo perduto” durante la pandemia. Coincidenze!

di nuovo Giovanni che abbiamo visto ha proposto una foto accompagnata dalla frase “Gliela faremo”; la forza della sintesi e dell’imediatezza del linguaggio !

Giocando sulla metafora dello sfratto Giusy propone un paguro fuoriuscito dal suo guscio abituale e in attesa di rientrarci, o almeno di trovarne un altro!

Roberto 2 molto succintamente accompagna il proprio disegno da un “Cerco casa”; alludendo chiaramente ad una situazione venutasi a creare inaccettabile 

Silvia correda una sua opera con un messaggio perentorio è davvero sintetico: una grossa scritta “NO”; un “No” che è verosimilmente rivolto alle cose negative e sottintende un “Si” ad andare avanti.

Ancora giocando sulle parole con una sorta di crittografia, Valerio sottolinea come “Non si batte un chiodo” sia nel senso che siamo per la strada sia nel senso che non si può materialmente appendere un’opera al muro; 

Fiorenzo sottolinea la condizione della mancanza di sede con “Sotto le stelle ci siamo ora noi invece si vorrebbe / un tetto sulla testa” rispondendo ad un Benigni che, citando Dante, le stelle è al fine uscito a rivederle.

Paolo2  propone una scalinata percorsa da un Donatelliano che vede all’orizzonte una parola: “SPES”; la speranza é l’ultima a morire, speriamo in una penultima o comunque più prossima soluzione positiva!

Elisabetta propone un ricordo ed anche una piccola poesia sul tema. Elisabetta parla di ricordo di tempi felici vissuti con entusiasmo e di nostalgia per tali tempi. Ma non credo che voglia dire che è tutto finito per sempre. Penso invece che siano parole “scaramantiche” per un nuovo inizio! E mi piace anche citare la  poesia scritta dal suo consorte: “Siam del gruppo Donatello / ogni artista ci è fratello./ Col pennello e lo scalpello Siamo i maghi di ogni bello!”

Ultimo, ma non ultimo, Domenico propone una figura che ricorda un guerriero e forse anche una divinità. In ogni caso è una figura che suggerisce  fierezza, dinamismo, coraggio, e che proiettata forse verso un futuro di speranza e di vittoria. C’è n’è bisogno!

Riassunto dei testi che trasmettono dei pensieri, delle citazioni, delle riflessioni. Riproposte qui, svincolate dalle immagini. Riproposte in sequenza come si potrebbero ascoltare in una piazza dove tante voci si accavallano. Frasi urlate, sussurrate, sottintese, ironiche, drammatiche, autobiografiche, citate da altri. Speranzose, ottimistiche, preoccupate, sconsolate, progettuali, rinunciatarie… Flash, ricordo, proteste, denunce, brevi racconti… Discorsi diretti, metafore, interiezioni, richieste di ascolto e di aiuto, imprecazioni… Memoria, nostalgia, assenza …

“CHE TRISTE FUTURO CI ASPETTA SENZA ‘UNA NUOVA SEDE!!” – Così si recitava nel 2009… ed oggi come andrà a finire? – Conoscere è un bisogno. Non è vero che la nostra esistenza è priva di valore e che noi passeremo invano. E una ricerca che non accomuna solo scienziati e filosofi. Anche il monaco sperduto nel deserto era in cerca delle stesse risposte, sempre per altre vie: scoprire il disegno che da bellezza a tutto, che per lui si chiamava Dio. Non è una vita umana quella di chi non si chiede che cosa sia nato a fare. Conoscere, per Aristotele e Dante, voleva dire contemplare Dio, ma questo significava anche l’allusione del peccato: il desiderio di conoscere che prende il sopravvento sulle preoccupazioni etiche. Quella dignitas dell’uomo come ‘titolo’ della sua padronanza dell’essere. Ecco la verità del serpente: una conoscenza divina, nessun fondamento possibile per il bene e il male. È la sfida dei nostri giorni. Perché conoscere è co-nascere. – REMANDO CON FORZA INSIEME VERSO UNA SEDE –  L’ARTE È PER L’UMANITÀ Un BISOGNO PRIMORDIALE, ESSEnZIALE. L’ARTE. E’ LA NOSTRA UMANITÀ D’INCONTRO lO STESSO NOSTRO PASSATO INCANCELLABILE – “Gruppo Donatello ” ha perduto la sua abituale sede espositiva ma i Donatelliani continuano a lavorare in attesa di migliore e più importante sede. La speranza è l’ultima a morire e fa bene all’animo. – Dimmi maga, che cosa vedi? Ce la danno o non ce la danno – ..saputo dello sfratto sono rimasto senza parole, al tempo stesso mi è apparsa una colonna portante presa a spallate per abbatterLa… il donatello e la sua arte non ne risentiranno… – QUANTO SARA’ LUNGA L’ATTESA? – Alaska. Decisamente di siamo spinti troppo “fuori sede”I! – NON E IL cammino per Santiago ma il nostro percorso di speranza per trovare una sede e riunire il Gruppo Donatello ormai sfrattato. Non ci arrendiamo! La perseveranza é l’unica cosa che ci porterà alla realizzazione del nostro obiettivo –  Sono qui che attendo. Che lunga attesa. Calma e sangue freddo come il mio. – IL DONATELLO

fuori sede: “MIGRARTE”. – Filippo alla ricerca della sede perduta – Non ci lasciate soli – Uniti si vince! – Teatro dell’ “Affratellamento”, Gennaio 2023 Un momento della rappresentazione “Il arande sgombero”. – Il mio percorso artistico degli anni 2022-2023 è stato molto molto difficile. Facendo parte della Fondazione Amalia Ciardi Duprè, abbiamo visto sottrarci, per motivi economici, la nostra sede, il bellissimo Museo voluto da Amalia ed affidato a noi. Altrettanto è successo al Gruppo Donatello nella storica sede di via degli Artisti, Sono comunque riuscita, con la Fondazione, a ritrovare una piccolissima sede dove posso continuare la mia scuola di scultura. Altrettanto vedo fra i soci del Gruppo Donatello che continuano il loro percorso. Per noi artisti l’arte è il futuro che alimenta il nostro spirito, che ci fa sopravvivere nei momenti più difficili. Leggiamo la vita in tutta la sua pienezza e realtà e cerchiamo di trasformarla in immagini concrete. Nessuno riuscirà a fermarci in questo meraviglioso cammino. – Il Donatello 2023, un po’ al buio, ma usciremo più forti, un po’ abbandonati, in cerca di casa.- dopo tanto pellegrinare guardate cosa ci propongono!… Ma si potrà esporre anche dentro? – alla ricerca dello spazio perduto. dove?- gliela faremo! – “Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma o la capacita che la nostra mento ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di se e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri (…) Cosicché essere colto, essere filosofo lo può chiunque voglia.” (A. GRAMSCI). – sembra un posto accogliente… … Ecco la mia nuova casa! Ci riuscirà anche il Donatello? – Cerco casa, Gruppo Donatello Firenze (per ora) – Gruppo Donatello: raccontare i miei pensieri di oggi. Sono affascinata dai cavalli. La loro forza, la loro grazia, la loro bellezza, la pura gioia espressa attraverso il loro movimento mi fa capire che come loro, si galoppa con i polmoni, si continua con il cuore e si vince con la perseveranza. E così ecco un gruppo di cavalli in una foresta nebbiosa in viaggio verso una foresta incantata. Uno di loro si sofferma a guardare indietro. forse verso un luogo sicuro e rassicurante. | suoi compagni proseguono, c’è nebbia…” Ma potremmo trovare anche il sole. Andiamo ancora avanti “ Da uno sguardo verso il passato per trovare la forza che aiuta ad affrontare il presente Creare e resistere e resistere e creare – Perché l’arte, come la vita non è fatta solo di bellezza, ma anche di drammi, di ferite profonde e di problemi mai risolti, l’arte parla della vita perché a farla sono gli artisti, come me, come noi, come tutta questa gente che incrocio lungo la vita. (C Vanoni). – Dalle macerie Si riparte …  … speriamo! – “ogni inizio proviene dalla fine di un’altro inizio” Lucius Annaeus Seneca – IL GRUPPO DONATELLO IN MEZZO ALLA STRADA. VERGOGNA! – “Passa un giorno, passa l’altro Mai non torna il prode Anselmo, Perché egli era molto scaltro Andò in guerra e mise l’elmo. Mise l’elmo sulla testa Per non farsi troppo mal E parti la lancia in resta A cavallo d’un caval.. ….già… ma lui  “si mise l’elmo..” e “… le brache avea d’acciar.” E noi? – Qualunque altro posto, fosse anche Palazzo Vecchio, non avrà mai più l’odore del nostro “Donatello?, Via degli ARtisti 2r, Un odore di deceNni vissuTI e ancora presenti, di legno e di polvere, di colori e di carta, di fiori passiti dopo l’inaugurazione. Il vecchio portone di legno, ridipinto PER ANNI  strato su strato, ha chiuso per sempre, dietro il suo malinconico celestino, le store di artisti amici. A chi non lo ha impedito, la lingua sberleffo di Albert Einstein. – Frammenti (di uno sgombero) 2023 – IL DONATELLO FUORI SEDE Che dite, riusciremo a trovare un tetto ?.. – SU CON LA VITA! – …e pensare che avevo già preparato tutto (per la mostra, naturalmente)… – Il Gruppo Donatello. Sei Ottantatre personaggi cerca di autore sede – VI SONO DUE COSE CHE POSSIAMO LASCIARE AI NOSTRI FIGLI: LE NOSTRE RADICI E GRANDI ALI PER VOLARE. PURTROPPO SONO PIU’ GLI UOMINI CHE COSTRUISCONO MURI CHE QUELLI CHE COSTRUISCONO PONTI – Oh Ugo! Allora ‘sta sede? O Gianni, e un si batte un chiodo! Nooooo! E noi allora come si fa a attaccati?! – E quindi uscimmo a riveder le stelle – Sotto le stelle ci siamo ora… noi invece si vorrebbe un tetto sulla testa – Voglio ricordare i bei tempi in cui avevamo un posto nostro per fare le mostre e ritrovarci insieme, scambiarci libri e piccole cose, con questa poesiola buffa ideata da mio marito e che esprime bene il mio entusiasmo e ora la mia nostalgia per il gruppo… Siam del gruppo Donatello, ogni artista ci è fratello. Col pennello e lo scalpello  Siamo i maghi di ogni bello!

Dunque che fare?

Inevitabilmente, almeno in parte, mi ripeterò. Seguendo un’altra chiave di lettura delle immagini del catalogo di cui sopra, passo in rassegna emozioni, propositi, sensazioni, progetti (che alla fine assomigliano ai propositi), semplici riflessioni. Si accavallano e si confondono memoria, nostalgia, assenza e forse, anzi sicuramente, altro.

Le cose da fare non sono poi molte. O si trova un’altra sede, o si sta senza sede, o si chiude bottega! È tuttavia innegabile, tutti lo sappiamo anche se non lo diciamo, che anche ove trovassimo una nuova, difficilmente potremo scordare la sede di via degli Artisti. Troppe mostre, troppe persone, troppi ricordi, troppo di tutto, rimarranno a lungo nella mente di ogni Donatelliano.

Vengono a mente parole come ripresa, rinascita, rifondazione, e simili, ma forse c’è n’é un’altra che in qualche modo è sovraordinata ed è la parola “continuità”.  Speriamo che questo clima di provvisorietà legato alla mancanza di sede non scoraggi i Soci e non favorisca l’abbandono. Sarebbe una sconfitta dell’Associazione e sopratutto della sua storia oramai ultrasettantennale. Un timore non del tutto immotivato, anche se fortunatamente prevale nettamente un senso di appartenenza e di affetto da parte dei Donatelliani.

Privacy da una parte e scaramanzia dall’altra suggeriscono di non fare ipotesi e tanto meno film! 

Grazie di cuore, anche per la pazienza, a chi è arrivato a leggere fin qui!

Riferimenti e bibliografia

Per comodità si ricordano due precedenti note sul tema

http://robertodellalena.altervista.org/un-catalogo-anomalo-ovvero-un-idea-geniale/ 

http://robertodellalena.altervista.org/rogito/ 

Doyle Arthur Conan: Il mondo perduto, Newton Compton, 1993, p. 93

La Mostra in Piazza 2021

“Mostra in Piazza 2021”.

Dopo  un anno di sosta imprevista e imprevedibile, ritorna la “Mostra in Piazza 2021” degli artisti del Gruppo Donatello.

Inaugurata Lunedì 31 Maggio 2021 alle 17,00  in piazza Donatello

Una mostra importante non solo per la sua lunga tradizione, ma anche perché quest’anno è giunta alla sua cinquantesima edizione.

Nonostante le difficili circostanze la manifestazione ha avuto luogo, pur nella sobrietà e nel rispetto delle leggi vigenti in emergenza pandemica che impongono protezione con mascherina e distanziamento.

La mostra di quest’anno si è presentata in modalità diversa e innovativa. Infatti in  piazza Donatello al posto delle tradizionali opere presentate sui cavalletti, sono stati esposti cinque grossi pannelli su cui sono riprodotte opere dei Donatelliani accompagnate da testimonianze dei medesimi. Alcuni pannelli, riproducenti opere legate alla pandemia, erano stati già esposti precedentemente al Quartiere 5, nel cortile antistante  Villa Arrivabene.  In piazza le opere sono state naturalmente più numerose. Non è escluso (anzi è auspicabile) peraltro che i pannelli attualmente in piazza, possano essere ulteriormente trasferiti in altra sede, magari con l’aggiunta di ulteriori lavori.

Notevole come sempre il  senso di appartenenza e partecipazione che i Soci hanno dimostrato aderendo in gran numero all’iniziativa.

Partecipanti: Sandra Ajello: “Non numeri” (penna biro su cartoncino cm 25 × 35); “Angelo della porta accanto” (Scultura gres bianco, h cm 36); “Il burattinaio” (terracotta patinata h. cm 46, 2020). – Enrico Bandelli: Il naso di Pinocchio; “Pioggia”; “Nel nuovo parco C.R.O. per i bambini”– Ugo Barlozzetti: “Plastico di 45mq della battaglia di Lutzen (1632) realizzato nel 2013 alla Pinacoteca Statale di Siena”; “Plastico, con 13000 figure, della battaglia di Gavinana (1530) per il museo omonimo”. – Giampaolo Beltrame: “Omaggio a Caravaggio in tempo di quarantena” (cm 50 x 60); “Omaggio a Raffaello in tempo di quarantena” (cm 50 x 60); “Coronavirus N.1 : La paura” (olio su tela cm 60 x 50); “Coronavirus N.2: La speranza” (olio su tela cm 50 x 60) – Giuse Benignetti : “Il Fiorino” (Articolo); “Giuse vista da Nino Tirinnanzi” (Disegno); “Giuse vista da Bruno Chiarini” (Disegno); “Giuse vista da Anna Mercati” (Medaglia). – Igina Biriaco: “Nel buio si cerca la luce” – Lorenzo Bonamassa: “Bambina con Copricapo Eroico”, (Acrilico su tela e stoffa, cm 70 x 50, 2020) “Bambina con poncho blu” (Tecnica mista su polimaterico, cm100 x 70, 2020). – Antonietta Borgioli “Per strada” (Olio su tela cm 60 x 60); “L’Arno a Ponte Vecchio” (olio su tela cm 50 x 70); Giancarlo Borgioli “Monastero di Astino – pomeriggio” (Fotografia); “Uno sguardo all’interno” (Fotografia) – Anna Maria Calamandrei Santi: “Ritrovare il silenzio”; “Covid or not?..” (Matita su carta, cm 100 x 70) – Giuseppina Cappello: “Pensieri in un momento di buio” (Acrilici, cm 40 x 50) – Anna Cecchetti: ”Coronavirus’ che ci attanaglia…” (Marmo statuario con filo rame conduttore di energia, 10 x 3 cm); “Zonarossa” – Filippo Cianfanelli: “Thatcheria mirabilis” (Scultura in terra refrattaria nera con finiture a smalto, altezza cm 35 ); Riflessi sull’Arno (Olio su tavola cm 35 x 50) – Lelia Ciuffi: “Il grande albero” (Acrilico su tela, cm 30 x 40); “Vegetazione”; (Acrilico su tela, cm 35 x 50);  “Soffitta” (Acrilico su tela, cm 35 x 45);– Daniel Craighead: “Bassorilievo 1″ (ceramica Raku, cm 20 x 20 ); “Bassorilievo 2” (ceramica Raku, cm 20 x 20 ) – Adriano Danti: “Vade retro satana-19” (Acquerello cm 20 x 30); Battaglia in corsia (Acquerello 20 x 30); “L’intruso” – Guido Del Fungo: “Prometeo modella l’uomo” – Roberto Della Lena: “Arrivo della primavera in salotto” (Penna a sfera su Moleskine); “Insolito arrivo di primavera” (Penna a sfera su Moleskine) – Mimma Di Stefano: “Vicini nella sofferenza” (scultura in terracotta patinata cm 54 x 40 h 35); “Madonna della misericordia”(Terracotta altorilievo cm 50 x 80) –– Patrizia Gabellini: “Solitudine” (Punta secca su Tetra Pak) – Luisa Garassino: “Foto in tempo di quarantena” – Rolando Giovannini: “Senza titolo 1” (Tecnica mista, cm 100 x 80); “Senza titolo 2” (Tecnica mista, cm 100 x 80); “Senza titolo 3” (Tecnica mista, cm 100 x 80) – Giovanni Giusti: “Intrusione”; “Face to face tra finestre… Covid-19” – Alessandro Goggioli: “Plein air” (Acrilico su tela cm 35 x 50); “Vespa, gatto e cardellino” (acrilico su tela cm.50 x 70) – Paola Imposimato: “Presenze” (Olio su tela 50 x 70) – Luana Lapi: “Trasformazione alchemica del Coronavirus” (Olio su tela, cm 80 x 80).  – Fiorella Macchioni: “Il dolore ed il riso” (acquerello cm 25 x 36) – Anna Maria Maremmi: “Semaforo rosso” (Olio su cartone, cm 50 x 35); “Effetto natura-fuoco” (Olio su tela doppia, cm 50 x 50); “In Prima Linea” (olio su carta cm 29 x 21); “Isolamento” (Olio su tela cm 70 x 50) – Moravio Martini: “Virussedio”.  – Manuela Masi: “Il ritratto nel 2020″ (Pastello cm 30 x 40). – Anna Mercati: “Aspettando il Giorno” (Acquaforte su zinco, cm 15 x x 20) – Lea Monetti: ”Narciso” (Scultura in terra cruda, h cm 87, l cm 63) – Umberto Muti: “I figli di Niobe” – Giusi Naletto: “Lunanuova” (cm 37 x 29); “Ali” (cm 37 x 29); D’aprés Di Venere 1 (Ripresa in stoffa di acquerello del Maestro Giorgio Di Venere); D’aprés Di Venere 2 (Ripresa in stoffa di acquerello del Maestro Giorgio Di Venere) – Angelo Nostro: “Se continui a mangiare la mela, la mela ti mangerà” (Olio su tela, cm 105 x 121); “Metamorfosi”, (Olio su tela, cm 40 x 40); “Mandala + e Mandala -“ (Olio su tela, cm 77 X 77) – Gianni Oliveti: “Ai tempi del CV” (Collage) – Marco Orsucci: “L’attesa 1” (Scultura); “L’attesa 2” (Scultura) – Marcello Paoli: Pandemia; Danza erotica; Bagnanti future; Abbracci protetti; Approcci ai tempi del Coronavirus.Beppe Piano: “DaVID-CoVID19#01”; “DaVID-CoVID19#02″; “DaVID-COVID19#03″; “DaVID-CoVID19#04″; “DaVID-CoVID19#05″ (Serie di 5 opere. Digital Art, Artificial Intelligence, Neural Networks; cm 60 x 60 e cm 60 x 40, Fine Art Print, Digigraphie. Copia 1:1, 2020) – Cinzia Pistolesi: “Fuori dal virus” – Lando Rosselli: “Visione dal coronavirus” (Fotografia); “Cittadelle” (Fotografia) – Nicola Signorini: “Ogni sera” (Fotografia) – Mauro Salvadori: “La battaglia” (Acrilico su tela cm 50 x 70) – Barbara Santoro: “La peste del 1348… …ma poi ci fu l’umanesimo ed il rinascimento!!!!” (Articolo) – Anchise Tempestini: “Senza titolo” (Fotografia); Anchise Tempestini presente anche con un’opera di Mippia Fucini Catarzi della propria collezione: “Caricatura di De Chirico” (carboncino mm 155 × 125) – Fiorenzo Toniutti: “Alla luna di Giacomo Leopardi” (Pennarello china su carta, cm 30 x 40); “L’infinito di Giacomo Leopardi” (pennarello china su carta, cm 30 x 40).  – Paolo Vannini: “Rossella che se ne frega del CV” (Acrilico su carta rossa Fabriano cm 50 x 35, Marzo 2020); “Veduta sullo zoo” (Acrilico su carta verde Fabriano, cm 50 x 35); “Cibo per il corpo …e per la mente” (Acrilico su tela cm 50 x 70); “Il muro del rimpianto, ovvero quattro in uno” (Acrilico su tela cm 70 x 50). – Elisabetta Weber: “Il ciliegio fiorito” (Fotografia); “Da dietro le sbarre” (Fotografia); “La gita al faro del Mani (Olio su tela, 35 x 50)”. 

Per ulteriori notizie, testi, commenti  sulle opere fin qui descritte vedi “Il Donatello in quarantena

Alle precedenti vanno ad aggiungersi, a completare la mostra in piazza,  le opere dei seguenti Artisti:

Francesco Bandini: “Dagli appunti di viaggio sulla via della seta” (acquerello e china, cm 24 x 18) –  Angiolo Benedetti: “Capo Bianco” (Olio su tavoletta, cm 20 x 30); “Tulipani” (Olio su tavoletta, cm 28 x 30); “Beccaccia” (Olio su tavoletta, cm 20 x 30) – Elisabetta Collini: “Ritratto di Anna”;  Volto di bimba. –  Lelia Ciuffi: “Il grande albero”; “Vegetazione”; “La soffitta”. – Monica Giarré: “Omaggio a Isadora Duncan”; “La Madama Butterfly”. –   Leonardo Goggioli: “Sculture alpine”; “Ricordi del Brenta” – Roberto Loreto: “Ponte Vecchio III”  (Acrilico su tela, cm.60 x 80); “Tramonto in città”  (Acrilico su tela, cm. 80 x 60) –  Carlo Maltese: “Violence et indifference” ( Installazione, part.,  polistirolo, legno, sabbia, Barbie, materiali vari, colore acrilico, cm. 200 x 83 x 90); “Vanitas” (Assemblaggio” legno, tacco di scarpa da donna, indumenti intimi, foto, souvenir, colore acrilico, cm. 15 x 10 x 8 ). –  Patrizia Pandolfini: “Nudo” (Terra cotta, cm 35 x 20 x 15);  “Tempo di rinascita” (Olio su tela, cm 70 x 90)-  Rinascimento Punk: “After Quarantine”; “Ama il diverso sempre”.   –  Renato Piazzini: “Visione utopica” (Elaborazione file digitale). – Sergio Rinaldelli: “Giardino barocco” (2020, olio su tavola, cm 100 x 80.); “Giardino barocco n°2” (2020, olio su tavola, cm 100 x 80.). – Romano Sestito: “Toro” (castagno riciclato da tini per il vino); “Cervo volpe” (legno d’ulivo) –  Giuliano Tacconi: “La vallata” (Commesso fiorentino in pietre dure); “Paesaggio lacustre” (Commesso fiorentino in pietre dure); “Panorama” (commesso fiorentino in pietre dure)

Appunto per “Finestre che si affacciano sui muri”

…quelle intuizioni ed emozioni oscure e inspiegabili, che conferiscono una determinata qualità impalpabile e magica a certi luoghi, a certi aspetti della natura, a certe opere d’arte e anche a certe idee e persone

(Da C.G. Jung, “L’inconscio” (1918). In Jung. La psicologia dell’inconscio, Newton Compton Editori, Roma, 2006)

Qualche parola sul tema “Finestre che si affacciano sui muri“. Frase che potrebbe giustamente rimandare ad immagini catastali ed edilizie. In realtà un progetto vecchissimo e mai attuato (se non parzialmente e solo in rete) di allestimento di una mostra fotografica personale o  collettiva di immagini fotografiche, appunto, di finestre aperte in parte o del tutto su un affaccio “non tradizionale”, il muro. Gli affacci più comunemente proposti mostrano piazze, panorami, prati, strade di borghi antichi, ma assai meno frequentemente muri. Mi decido dopo tanto tempo a prendere in considerazione questa iniziativa espositiva. Sono andato a cercare tra i miei appunti se trovavo (o meglio ritrovavo perché sapevo di averlo) qualcosa sulle finestre in questione. E non solo ho trovato qualcosa, ma ho ritrovato testi forse degni di pubblicazione!

Ho trovato un appunto del 1988:

In ospedale è presente una finestra che si apre su un muro, molto simile alla finestra che si apriva sul muro nella casa di Sarteano (coincidenza fortemente evocativa) dove ho vissuto i primi anni (grossomodo dal ’52 al ’62). Va precisato che  il muro è un muro di pietra non intonacato. 

E in effetti è proprio così. Il muro che si vedeva da una finestra del nosocomio fiorentino riproponeva, rievocava proprio quello della mia prima casa, quella dove ho vissuto fino all’età di dieci anni e che ancora possiedo, ma che a seguito di lavori di restauro eseguiti negli anni ’60 ha assai modificato l’immagine di allora. All’epoca non esistevano i cellulari, e le fotocamenre (al tempo chiamate rigorosamente macchine fotografiche) venivano usate in occasioni di matrimoni, cresime, comunioni ed altre ricorrenze, ma non certo per fotografare muri visibili dalle finestre!

La curiosità è rimasta tale per tanti anni, di tanto in tanto risvegliata da occasionali vedute di finestre e muri in relazione reciproca come finora descritto. Nel tempo ho avuto occasione di scattare qualche foto, chiedendomi se al di là dell’aspetto compositivo, le immagini avessero una sorta di potere evocativo, oltre quello della memoria. Non mi sono dato una risposta definitiva. Certo è che le finestre che si affacciano sui muri un loro fascino lo hanno. Troppo facilmente si potrebbe dire che il muro rappresenti un diaframma tra l’osservatore e la fantasia (Cosa c’è oltre il muro? A suo tempo Maurizio Costanzo proponeva regolarmente alla fine dell’intervista la domanda ” Chi c’è dietro l’angolo?”).

Ho fotografato muri dove la finestra fa semplicemente da cornice (e ciò potrebbe proporre uleriori riflessioni) e altre dove personaggi “minori”, come sipiti, ringhiere, tende, si affiancano ai protagonisti finestra e muro, a realizzare più elaborate composizioni.

Ma sono solo all’inizio…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[Continua!

Nel frattempo chiederò pareri ad amici che sono ottimi fotografi, gradendo naturalmente pareri da chiunque abbia l’occasione di leggere il presente breve, preliminare e non definitivo scritto]

Appendice (Risposte ricevute a partire dall’8 Agosto 2019)

Credo proprio che la mostra su “”Finestre che si affacciano sui muri” possa concretizzarsi. Molto sinceramente l’interesse suscitato e le risposte ricevute hanno superato le mie aspettative! Dopo aver inviato il messaggio via ai Donatelliani presenti su Whatsapp (e sono solo una parte di Donatelliani!) , le risposte non si sono fatte attendere! Eccole:
Cercherò. .cose che sicuramente ho sul tema..e poi vediamo..può diventare una cosa molto interessante (Giovanni)
– Ottimo Roberto allora ci penso… (Elisabetta dopo aver chiarito che “non solo fotografia”)
– Ho un lavoro incisione con finestra Ciao Roberto (Anna Maria)
– Ciao Roberto.Ho un lavoro già pronto sul tema.Fammi sapere.Buone vacanze a tutti! (Cinzia)
– Per la scultura potrei avere qualcosa (Mimma)
– Caro Roberto trovo la tua proposta molto intrigante sul piano creativo. Anni fa, quando operavo con la fotografia, ho sporadicamente trattato l’argomento unitamente all’altro, che ugualmente mi affascina, quello delle porte simulate e dissimulare. Sono disponibile a collaborare con te per la buona riuscita della futura mostra. Un saluto (Beppe)
– Per quanto riguarda l’iniziativa di Roberto penso di potere partecipare ma sarò più precisa dopo avere letto il link. Auguri di buone vacanze a tutti (Igina)
– Buongiorno e buone vacanze a tutti !!!! la proposta di Roberto mi interessa, di sicuro sono disponibile , non sarà una foto , ma sarà in tema ! (Sandra)
– “oltre la finestra” a dispetto di tutto…..NASCO (Angelo, accompagnato da un’immagine)
Anche se piccola (Guido, riferendosi ad un’immagine)
– Caro Roberto, parteciperò sicuramente alla mostra sulle finestre (Igina)
– Ciao Roberto! Parteciperò alla mostra sulle finestre, ho dei lavori sul tema. Buone vacanze a tutti! (Anna1)
– Parteciperò anch’io al progetto della “Finestra” (Anna2)

CARISSIMI, Come sapete non sono né pittrice né fotografa ma avrei ugualmente da raccontare la storia di una famosa finestra su un muro…SARO’ACCETTATA? Fatemi sapere un buon inizio d’anno a tutti gli amici del GRUPPO DONATELLO. (Barbara)

– In fase avanzata, vicinissimi alla realizzazione della mostra, un simpatico scambio di vedute (non dico idee ma VEDUTE dato il contesto!) tra Moravio Martini che scrive a tutti  e Gianni Oliveti che gli risponde:

Moravio: Sto cercando le finestre che NON si aprono sui muri. Risulta che che se c’è
una finestra c’è un muro e viceversa; Avete trovato una finestra che non si
apre sul muro? Bravi!. Moravio

Gianni: Ciao Moravio, beh, non hai torto, leggendo il “si aprono” in un senso hai pienamente ragione, ma si aprono è usato ajnche in altra accezione: le finestre più ambite, infatti, “si aprono” su un bel paesaggio, ma ci sono anche quelle meno fortunate che hanno davanti un muro, si aprono su una corte angusta, come in tanti “loculi” cittadini… era
questo il senso che intendeva Roberto quando ha lanciato l’idea: si aprono nel senso del “si affacciano”. Ma la doppia lettura ha dato più libertà e forse ha reso la mostra più varia… Un cordiale saluto, a sabato, Gianni

segue ulteriore e approfondito dibattito che inserirò a breve!

Immagini preliminari giunte in allegato whatsapp:

di seguito un contributo di Antonietta Borgioli:

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito un contributo di tredici immagini di Annamaria Maremmi:

 

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito scambio di messaggi tra me e Annamaria Maremmi

[17:03, 9/1/2020] Annamaria Maremmi: Salve Roberto, ti scrivo direttamente e non sul Gruppo, dato che non volevo interrompere la bella catena di messaggi alla Giuse . Riguarda il tuo programma sulle finestre.
Ho seguito da subito questa intrigante proposta, apprezzando la tua presentazione, i riferimenti ed i commenti, seguendo spesso il il tuo blog, via via nel crescendo dei contributi di tanti di noi. E poiché sin dall’ inizio mi ha interessato, mi auguro si possa giungere a vederla realizzata. A questo proposito sono a chiederti un chiarimento: mi è parso sin dalle tue prime parole che il fulcro fosse la rappresentazione di uno sguardo su un qualcosa che impedisse la visione, ma allo stesso tempo invitasse a porsi un interrogativo, una suggestione, immaginando un “oltre” . Successivamente, nel visionare le foto pubblicate (mie comprese) ho visto progetti e foto che rappresentavano muri o pareti con finestre.
Mi domando allora quale può essere la visione corretta, in quanto l’una è l’opposto dell’altra: in una siamo in un interno con una finestra aperta che guarda fuori,un muro o altro; nell’altra siamo all’esterno a guardare una finestra su un muro, una facciata…

[19:20, 9/1/2020] Roberto Della Lena: Giuste osservazioni! La mia idea originale era quella di limitare il soggetto a finestre che, appunto, si affacciano sui muri. Confesso che non pensavo di suscitare tanto interesse, ma visto che le risposte e i contributi non sono mancati, non ho voluto scoraggiare (e quindi indebolire l’iniziativa) coloro che non si erano rigidamente attenuti al tema. Quindi la mia idea rimane tale e le finestre con affaccio sui muri avranno un ruolo protagonista, ma non voglio escludere nessuno, magari proponendo le opere in più sezioni e magari lavorando sul titolo, o meglio su un sottotitolo, perché “finestre che,si affacciano sui muri” mi piace troppo! Pensa anche oggi Beppe Piano mi ha mandato un messaggio (che ho inserito) e  Cinzia Pistolesi ha inviato altre immagini! Andrà fatto un lavoro di pianificazione e organizzazione. Ho preparato un testo che leggerò durante la presentazione che in qualche modo potrà rispondere anche alle domande che hai posto. E’ chiaro che il tema del “più e dell’oltre” nascosti dal muro ha un rilievo notevole. Mi fa piacere che l’iniziativa ti interessi. E come dicono gli americani “we can do that.” E ce la faremo!

[19:28, 9/1/2020] Annamaria Maremmi: Sei sempre straordinario! Hai idee che sprizzano come fulmine e coinvolgono emotivamente. Hai contagiato tutti. Mi farebbe piacere che pubblicassi anche qualche parola su quello che ho pensato io, anche se convegno che sia giusto apprezzare qualsiasi forma di interessamento individuale
Ok, i hope we can do that👍

Di seguito un contributo di Nicola Signorini:

 

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito un contributo di Giovanni Giusti, due immagini:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Contributo di sei immagini e testo di Beppe Piano:

Ciao Roberto. In ferimento al tuo progetto “Finestre che guardano i muri” ti invio un mio contributo visivo che consta non di una ma di ben 5 foto. Con ciò non ho voluto ingolfare la chat del Gruppo Donatello ma mi è stato necessario per meglio precisare la sequenza che mi ha condotto al risultato finale. La foto originale è stata ripresa alle 15,30 di oggi da una delle finestre del mio appartamento. Sono stato incuriosito dal gioco grafico che il sole determinava, a quell’ora e con quella condizione di luce, sul muro di fronte alla mia finestra. Le foto successive sono solo il risultato del successivo trattamento di boosterizzazione e di Hue Saturation. Solo l’ultima ha ricevuto un trattamento creativo con A.I. ma senza alcuna alterazione dell’originale.

Ancora un gradito messaggio (9-1-2020) di Beppe:

Caro Roberto ho letto con molta attenzione i post sul tuo blog. Ottima l’ introduzione critica e la documentazione sulla probabile e auspicabile mostra “Finestre che guardano i muri” nelle sue varie declinazioni. Il materiale al momento disponibile è di ottima qualità e testimonia la pluralità e modalità di operare propria degli artisti donatelliani. Ti rinnovo i miei complimenti per la lodevole iniziativa, cogliendo l’occasione per augurarti un “ventiventi” generoso sotto tutti gli aspetti.

 

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito un contributo di Daria Orlandini:

 

 

 

 

 

 

 

 

di seguito un contributo di Anna Cecchetti:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito un contributo di Guido Del Fungo “La finestra sul cortile”:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito: elaborazione  digitale dal titolo: ICONICUS IN CERCA DI LIBERTA’ di A-M-Nostro:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito un contributo di Cinzia Pistolesi

Di seguito un contributo di Renato Piazzini:

 

 

 

 

 

 

 

Di seguto un contributo di Guido Del Fungo

 

 

E a mostra già realizzata e allestita i contributi continuano. Eccone uno di Beppe Piano:
[21:44, 9/2/2020] Beppe Piano: Ciao Roberto. Ho letto con molto piacere il tuo blog e alcune osservazioni dei donatelliani le trovo argute oltre che stimolanti. Moravio per esempio ci ricorda, da bravo architetto, che dove ci sono finestre ci sono anche i muri. A dirla così può sembrare un assioma, le finestre si aprono sempre nei muri, la finestra senza muro è un ottimo soggetto per i tanti epigoni di Dalì, ma ci sono finestre murate e ci sono muri senza finestre. Le “finestre che guardano i muri” ,questo era il titolo originale, sono un’altra cosa. Il titolo rimanda allo sguardo occluso o limitato, al superamento del limite, al desiderio di modificare la realtà. Non tutti hanno rispettato questa  indicazione, io per primo. Il titolo del mio lavoro “W &W” sta per “Windows and Walls” dove i due elementi, dal punto di vista del linguaggio visivo, sono posti sullo stesso piano, senza contrapposizioni dialettiche. Ho apprezzato molto il messaggio di Carlo Maltese, anche se in esso intravedo il pericolo dell’intimismo, della romanticheria, dietro l’angolo. Allo stesso Carlo auguro che completi al più presto la sua installazione, densa di significato e dalla grande capacità evocativa. Chiedo venia per la lunghezza del messaggio. (BP)

Castello ideale?

Castello ideale?*

“… dopo venti o trent’anni si scopre che ciò che veramente conta è rimasto nel paesello natio.” (C.G.Jung, lettera a Herbert Read 17.10.1948. In C. G. Jung, Lettere, Vol 2 p.117).

A proposito di castelli, di mostre e di mostre sui castelli.

Non sempre i titoli rendono del tutto  giustizia a ciò di cui si parla in un testo. Forse vale anche per il dipinto in questione, dipinto datato, essendo stato realizzato nel 1974, quarantacinque anni fa e a cui è stato dato il titolo “Castello ideale“. Ideale richiama astrazione, fantasia, contrapposizione alla realtà. Nel quadro, anche se non troppo realisticamente  è percepibile la  sagoma di un castello; non è pertanto possibile ascrivere il dipinto a pieno titolo alla figurazione, ma del resto nemmeno all’astrazione pura.

Due furono i motivi che spinsero me, all’epoca ventiduenne, a creare quel quadro: il castello di Sarteano e una frase “Accomandia serener tersete” (e tale espressione poteva e forse doveva essere il titolo!).

In un vecchio appunto  manoscritto casualmente reperito (vergato con inchiostro stilografico su pagina di  vecchio quaderno databile attorno al periodo 1930 -1940) si parla di questa scritta, Accomandia serener tersete” riferendola ad una frase scolpita su un’antica pietra posta, secondo l’estensore, vicino a Sarteano, mio paese natio. Purtroppo questa pietra io non l’ho mai vista, e purtroppo non l’ha mai vista nessun altro tra le mie conoscenze; ma qualcuno ha riferito di averne sentito parlare.

Al di là del fatto se tale epigrafe sia esistita o meno (peraltro la scritta potrebbe essere stata anche copiata male) non è mai stato chiarito il significato della frase.  Da parte di persone ritenute ferrate in materia di storia locale a cui sono stati richiesti lumi, è stata prospettata l’ipotesi che potesse trattarsi della testimonianza di una sorta dichiarazione di protettorato (accomandia potrebbe stare per “accomandigia”, ovvero una sorta di contratto con cui signoria si metteva sotto protezione di un’altra signoria). Non .è stato possibile nemmeno attibuire un qualche significato alle  altre parole  “serener”  e “tersete”.

Nonostante ciò  la frase mi colpì, mi è rimasta impressa e mi è sempre piaciuta!

Anche se a tale iscrizione, a onor del vero,  mai è stata attribuita troppa importanza in mancanza di datazione, di possibile attribuzione e persino di autenticità, per me resta una bella frase, una frase che ha un bel suono, una frase che rimanda a memorie antichissime, e dunque anche ai castelli.

*Nota a margine della Mostra Collettiva CASTELLI IN ARTE Pittura, scultura, fotografia. Opere degli Artisti del Gruppo Donatello e dei Soci dell’ ISTITUTO ITALIANO CASTELLI SEZ. TOSCANA, inaugurata 11 Maggio 2019 al Gruppo Donatello

 

A proposito di un evento denominato “Mostra in piazza”

La Mostra in Piazza (altrimenti detta Mostra all’aperto) e la Mostra di Natale (altrimenti detta Mostra Sociale) sono due imperativi categorici, due manifestazioni “obbligatorie” per i soci del Gruppo Donatello, due scadenze che tuttavia i soci vivono non come obbligo, ma come l’attesa di un gioioso appuntamento in cui si porta qualcosa di nuovo della propria produzione e anche, o forse soprattutto, ci si ritrova.

La Mostra in Piazza o Mostra all’aperto che dir si voglia, per volontà del nuovo Consiglio direttivo del fiorentino gruppo Donatello, di cui al momento detiene la presidenza il professore Ugo Barlozzetti rinnoverà anche quest’anno la tradizione della storica “Mostra all’aperto”, che si svolgerà appunto in piazza Donatello (Piazzale per i perfezionisti cultori della toponomastica!) nei giorni 13-14 e 15 Giugno 2019.

E’ forse una scelta di campo: quasi mai la mostra è iniziata di Sabato o Domenica; stavolta finisce di Sabato invece finisce; quasi sempre come stavolta ha avuto inizio, corso e fine nei giorni infrasettimanali.

Più che mai quest’anno è nell’aria il desiderio di riattivare, riattualizzare, far rivivere l’atmosfera, il significato e lo scopo con cui la Mostra (ma Mostra e basta, per quanto con la emme maiuscola è riduttivo!) era nata nel 1948. Fondamentali artefici all’epoca furono gli artisti Mario Moschi, Delio Granchi, Bruno Catarzi ed Eduardo Gordigiani.

Tale spirito, tale clima si evince dalla lettura delle pagine del volume “IL QUARTIERE DEGLI ARTISTI” curato dalla storica dell’arte Vittoria Corti :

“Mettere le opere in piazza fu appunto, un espediente per invogliare i passanti a guardarle, incuriosirli, educarli e trarne diletto. Si combinò, per l’occasione, anche una gara ciclistica, con premi offerti dai commercianti della zona. Insomma si volle (e si riuscì ) dare alla manifestazione il movimento, l’affollamento, il chiasso festoso di una sagra paesana.”

Le parole della Corti testimoniano il rapporto tra arte e sport che in per un certo tempo si è affievolito, ma che in tempi più recenti si è rivitalizzato grazie soprattutto ad Enrico Bandelli. con il mondo della maratona (molti artisti hanno realizzato magliette), con il mondo della bicicletta (murales del 2013)

E di tempo ne è passato, e ogni anno ecco anche il prezioso CATALOGO MOSTRA per il quale non ringrazieremo mai abbastanza Gianni Oliveti. Siamo prossimi ai 70 anni! E’ ANCORA DISPONIBILE IL VOLUME “GRUPPO DONATELLO SESSANT’ANNI DI STORIA” tratto dalle tante testimonianze giornalistiche sulle “mostre in piazza” con rare foto di artisti, personaggi e autorità politiche dell’epoca. Parimenti non finiremo di ringraziare Francesco Bandini per un altro volume indispensabile per conoscere la storia del Gruppo Donatello (Francesco Bandini (a cura di): Artisti in Piazza. Cronache e storia del Gruppo Donatello, Alinea ed., 1983, Firenze).

Notevole per quantità e qualità l’attività culturale dell’anno 2018 del Gruppo Donatello. Si sono svolti ben 38 eventi (sei più dell’anno precedente). Tenendo conto della pausa estiva (luglio, agosto e una parte di settembre), si sono svolte mediamente 4 iniziative per ogni mese. L’attività espositiva ha visto protagoniste svariate discipline: pittura, scultura, grafica, fotografia, collage.

Sono state allestite 17 mostre; 6 personali e 11 collettive. Va precisato che molte collettive vedevano protagonisti un massimo quattro espositori, da essere pertanto considerabili piccole personali. Sono stati inoltre presentati 7 libri.

Tornando a noi, ai nostri giorni al futuro imminente della manifestazione, ecco ciò che si svolgerà a Firenze in piazza Donatello nei tre giorni:

Esposizione delle opere (ottanta artisti tra pittori, scultori, grafica, fotografia), tre conferenze serali a cura di Barlozzetti che parlerà in sequenza dei “Bronzi di Riace” (giovedi),  Alcune considerazioni su pellicole proiettate a le“Cene al Cine”: Turner, Lautrec, Fur (Diane Arbus) (Venerdi);  “Donatello e il suo tempo” (Sabato)

Non si può che concludere sottolineando i due punti di forza della mostra:

  • Sempre uguale, quindi regolarità, continuità, ricorrenza tradizione
  • sempre diversa quindi approfondimento, novità, nuove opere, talora nuove tecniche e nuove facce

E con un auspicio che è praticamente una certezza: ritrovarsi ancora qui di giugno, i piazza, per tanti anni ancora

Non è certo poca cosa!
Mostra in Piazza
Sempre uguale la mostra in Piazza
Puntuale, affollata, assolata, colorata
Sempre diversa la mostra in Piazza
Molte immagini, molti dipinti, molte persone
Anche nuove immagini, nuovi dipinti, nuove persone
Affezionati, frequentatori, passanti occasionali, cultori, curiosi, parenti, amici, pittori, giornalisti, critici, collezionisti. Altri, altri ancora. Tanti
Anche quest'anno, come ogni anno, nel mese di giugno
Quest'anno, come oramai da tanti anni, nel giugno duemilaundici
si ripete e si rinnova l'evento, piacevole e aspettato evento
il tredici giugno duemiladiciannove si apre la mostra in Piazza
il quattordici giugno duemilaundici continua la mostra in Piazza
il quindici giugno duemilaundici si chiude la mostra in Piazza
Vediamo tante cose, tanti quadri, tanta gente, anche sculture e anche volti familiari e nuovi
Dura tre giorni, tre lunghi interi giorno da mane a sera
Ci portiamo nel ricordo volti, inquadrature, dettagli, discorsi, tinte forti, mezze tinte, tratti fini, tratti forti, soggetti più svariati a due e a tre  dimensioni
Ci vedremo ancora l'anno prossimo
a Firenze, a Giugno, in Piazza Donatello

“Oh che bel castello! al Donatello al Donatello!”

Saluto ai partecipanti alla Mostra Collettiva CASTELLI IN ARTE Pittura, scultura, fotografia. Opere degli Artisti del Gruppo Donatello e dei Soci dell’ ISTITUTO ITALIANO CASTELLI SEZ. TOSCANA, inaugurata 11 Maggio 2019 al Gruppo Donatello

Questa mostra assomiglia davvero ad un libro: Le mille e una Italia di Giovanni Arpino. Nel libro si narra di un viaggio fantastico; il  protagonista è un ragazzo,  Riccio Tamarrano che dalla Sicilia attraversa l’Italia (non solo spazialmente ma anche temporalmente avanti e indietro nel tempo, incontrando persone vissute in diverse epoche, anche lontane) per raggiungere il lontano padre emigrante minatore.

Qui non c’è Riccio; al suo posto c’è il visitatore, visitatore di castelli e di mostra ad un tempo, che lungo le pareti del Donatello può anch’egli vagare da cartello a castello, da rocca a rocca, da maniero a maniero, incontrando personaggi più o meno celebri, condividendo suggestioni ed emozioni.

Il viaggio è lungo, di tela in tela ci ritroviamo ad Acquabella, ad Arcidosso, a Fosdinovo, a Monteriggioni, due volte a Poppi. Poi ancora a Quarate (il nome non inganni, non è nell’oltrepo pavese, ma nel comune della vicina Bagno a Ripoli), a Romena (Comune di Pratovecchio). Una capatina in città a Santa Maria del Fiore e alla Fortezza da Basso, di nuovo nel Senese a Staggia, ancora nell’aretino, zona che appare preferita dagli artisti, a Subbiano e Valenzano.

Si fanno incontri, nobili figure e semplici persone; gente famosa o sconosciuta. Ecco apparire il Conte Cattani, poi una semplice guardia del castello; eccoci di fronte al casato Malaspina. Ultima, ma come si dice ai congressi, non ultima tra un castello e l’altro anche Pia de’ Tolomei in quel di Gavorrano.

Tutti i castelli sono liberamente riprodotti; dipinti, disegnati, fotografati, financo scolpiti. E sono fedeli all’originale, oppure inventati, o anche sognati, talora idealizzati, accompagnati dal mistero o dal chiaro di luna. E la creazione è recente fatta appositamente per l’evento, ovvero datata, o ancora coeva alla gioventù dell’artista e talora alla sua infanzia (l’arco temporale  1958 al 2019 dice tutto!)

C’era una volta… recita il titolo di un quadro e lo recita anche un incipit universale. C’era una volta… Cosa c’era? Un re? No, c’era un Castello! Un castello, sì! “Oh che bel castello!”  Recita un altro titolo di un altro quadro, Un titolo che ci riporta all’infanzia. Ci viene da continuare “Dirondiro Dirondello“; anzi no “Oh che bel castello! al Donatello al Donatello!

A complemento di informazione ecco il link ove è possibile vedere il  catalogo della mostra:

Catalogo on line della mostra

Un ringraziamento particolare ad Anna Maria Calamandrei Santi e ad Andrea Martini che lo hanno realizzato. Un ringraziamento a tutti i soci dell’Istituto Castelli e del Gruppo Donatello che, formando un team deciso, coeso e motivato, hanno permesso la realizzazione di questo straordinario evento.

RDL

 

Gruppo Donatello – Attività 2018

Notevole per quantità e qualità l’attività culturale dell’anno 2018 del Gruppo Donatello. Si sono svolti ben 38 eventi (sei più dell’anno precedente). Tenendo conto della pausa estiva (luglio, agosto e una parte di settembre), si sono svolte mediamente 4 iniziative per ogni mese. L’attività espositiva ha visto protagoniste svariate discipline: pittura, scultura, grafica, fotografia, collage.

Sono state allestite 17 mostre; 6 personali e 11 collettive. Va precisato che molte collettive vedevano protagonisti un massimo quattro espositori, da essere pertanto considerabili piccole personali. Sono stati inoltre presentati 7 libri.

12 Gennaio 2018 Conferenza su Ottone Rosai Relatore Corrado Marsan. Una fine e un inizio. Primo evento del 2018 di un ciclo di incontri, voluti da Ugo Barlozzetti e dallo stesso Marsan, dedicati a figure significative del mondo della pittura.

13 Gennaio Inaugurazione della Mostra Collettiva “Seiartistisei“. Opere di Giampaolo Beltrame, Daniel Craighead, Luana Lapi, Roberto Mc Clintock, Gianni Oliveti, Elisabetta Weber. Per questa collettiva allestita con premura per motivi contingenti, gli artisti hanno recuperato vecchi lavori, lavori “inconsueti”, lavori tematici occasionalmente preparati, esperienze uniche, ovvero, come Oliveti ben tratteggia nell’invito: “tutto quanto animato dall’essere artisti, sempre pronti a mettersi in gioco con semplicità, anche quando si tratta di supportare le necessità del nostro Gruppo. E il risultato? Sarà ottimo, senza alcun dubbio!” Ed è stato proprio come Gianni ha pronosticato!

27 Gennaio Inaugurazione della Mostra “Il profumo dei miei fiori“. Opere di Wilma Mangani. L’artista ha una lunga militanza alle spalle e numerose esperienze espositive in molte sedi qualificate. Presso il Gruppo Donatello ha festeggiato nel 2013, con una mostra antologica, i sessanta anni di attività, nel 2016 ha proposto una seconda personale, “Viaggio interiore”, e quest’anno appunto, presenta  il tema floreale.

2 Febbraio Conferenza su Vinicio Berti. Relatori: Ugo Barlozzetti e Corrado Marsan. L’opera del grande Vinicio e dell’astrattismo classico, movimento di cui fu cofondatore con Gualtiero Nativi, Bruno Brunetti, Alvaro Monnini e Mario Nuti. L’incontro prosegue il ciclo di conferenze iniziato il 12 gennaio, dedicate a figure significative del mondo della pittura.

10 Febbraio Inaugurazione Mostra Collettiva al femminile “Noi tre“. Opere di Antonietta Borgioli, Patrizia Gabellini, Annamaria Maremmi. Scrive Gianni Oliveti “Ognun per sè, arte per tutti!” Non si può che dagli ragione: abbiamo infatti tre stili diversi di altrettante artiste, non legate da alcuna tematica espositiva, nè dalla tecnica; ma legate soltanto da bravura, amicizia e forte senso di appartenenza al Gruppo: non c’è che dire, un ottimo mixer!

15 Febbraio Conferenza di Corrado Marsan su Gianni Vagnetti (1897-1956), pittore fiorentino di notevole spessore, vissuto nella nostra vicina piazza Donatello e padre di Vieri Vagnetti (1936 – 1994), nostro socio negli anni ‘80 e ‘90.

24 Febbraio Inaugurazione Mostra Collettiva “Per diverse visioni“. Opere di Sandra Ajello, Fiorella Macchioni, Cinzia Pistolesi. Ancora tre artiste, ancora un ottimo risultato. Ovvero le differenze come valore aggiunto; scultura, pittura, figurazione, astrazione. Non per ripetersi, ma siamo ancora di fronte ad un ottimo mixer!

10 Marzo Inaugurazione mostra “Contrappunto“. Opere di Giuseppina Cappello e Leonardo Goggioli. Il titolo mantiene fede a quanto Giuseppina e Leonardo presentano due melodie diverse e indipendenti ma ben “contrappuntate”: irruenta e forte di colore la prima, modulata e con toni forti ma suadenti la seconda..

15 Marzo e 22 marzo ancora due importanti conferenze su Primo Conti e su Lucio Venna. Promotori e relatori ancora una volta Marsan Barlozzetti.

24 Marzo Premio Donatello alla carriera al Maestro Franco Zeffirelli in occasione del 70° anniversario del Gruppo Donatello. La manifestazione si è tenuta presso il Museo Zeffirelli, Piazza San Firenze 5, a Firenze, dove è stata consegnata una speciale Pisanelliana, modellata a grandezza naturale da Gianni Oliveti con un ritratto del Maestro in età giovanile. Nella bella serata anche un altro tributo al maestro Franco Zeffirelli: la consegna di un ritratto eseguito da Anna Cecchetti.

25 Marzo Inaugurazione mostra “Epos Elegia e Mito“. Opere di Marco Orsucci e Paolo Pesciullesi. Sculture del primo abilmente coniugate con le pitture del secondo. Orsucci “…restaura le funzioni dei significanti, riuscendo soprattutto a privilegiare con con misura autenticamente classica e nello stesso tempo contemporanea” (Barlozzetti). In Pesciullesi “… si avverte il fascino di un mondo che scaturisce  dalla singolare visione di un surrealismo rielaborato, ridefinito attraverso la sensibilità dell’artista” (Mistrangelo).

7 Aprile Inaugurazione mostra “Forma e colore” Sculture di Mimma Di Stefano e pitture di Giovanna Ferrara. Ottimo accostamento di due modi sensibili di intendere la rappresentazione della realtà nelle sue varie espressioni: figura umana, natura morta, paesaggio.

12 e 19 Aprile Continua ancora il ciclo di conferenze curate da   Ugo Barlozzetti  e  Corrado Marsan con due incontri dedicati rispettivamente a Giovanni Colacicchi e a Ugo Capocchini due maestri importanti, verso la cui memoria la nostra città  non ha mostrato adeguata sensibilità.

21 Aprile Inaugurazione mostra “Ricordiamoli”. Opere di cinque soci recentemente scomparsi, ma che vivono nel nostro affettuoso ricordo: Aldo Andreoli, Sandra Batoni, Enzo Faraoni, Enzo Pazzagli, Edda Tanara. Sono stati grandi artisti e soprattutto nostri amici.

26 Aprile Nella più bell’arte. Incontro con lo scrittore Marco Vichi, noto ben oltre la realtà toscana. Confidenze tra l’arte e la vita. L’autore ha parlato a lungo del suo ultimo libro “Nel più bel sogno” e più in generale della genesi della sua opera e della creazione dei suoi personaggi, primo tra tutti il commissario Bordelli, protagonista di tante avventure.

3 Maggio Conferenza. Barlozzetti Marsan parlano del grande artista Silvio Loffredo (1920 – 2013) scomparso cinque anni or sono ma sempre vivo nel ricordo e nella stima di molti di noi che gli sono stati amici.

5 Maggio Inaugurazione mostra personale di Alessandro Goggioli “storie A punti“. Bella mostra di opere recenti -attentamente condotte “per punti”- del fiesolano Alessandro Goggioli. Ben inquadra Ugo Barlozzetti i lavori di Alessandro:  “…le opere acquisiscono una ironia costruttiva, avviano a una riflessione sul passarsi di testimone dell’esistere tra le generazioni e invitano a saper vedere, nella quotidianità degli eventi che mutano la storia

17 e 24 Maggio Continua il ciclo di conferenze dedicate rispettivamente ad Alberto Moretti e a Fiamma Vigo due indimenticabili personalità nell’ambito dell’astrattismo e delle avanguardie in genere a Firenze.

6 Giugno- 12 Giugno Inaugurazione mostra all’aperto 2018. Inaugurazione della XLVIII MOSTRA di PITTURA – SCULTURA – GRAFICA – FOTOGRAFIA degli Artisti del Gruppo Donatello in Piazza Donatello. Il tradizionale appuntamento è stato arricchito da numerosi altri eventi. Il 6 giugno, con la presenza di varie autorità cittadine, è stata ufficialmente inaugurata la XLVIII Mostra all’aperto, e in galleria, contemporaneamente, si sono potute ammirare le opere presentate al Concorso fotografico Silfi – Donatello “Firenze Smart City: una città che cambia tra sviluppo e sostenibilità”. La giornata di apertura è stata arricchita anche da  un drink offerto dalle case vinicole Guicciardini e Frescobaldi e dal Panificio La Spiga. Altre manifestazioni satelliti alla mostra sono state la presentazione del libro di Lorenzo Borghini “Diario di un viaggiatore sentimentale” (con intervento  del prof. Ugo Barlozzetti accompagnato da letture dell’attore Alessandro Calonaci). – e quella del libro di Nicola Coccia “Carlo Levi, dal confino alla Liberazione di Firenze”. Dal 12 Giugno la Mostra fotografica si è spostata a Villa Arrivabene – sede del Q2 – in Piazza Alberti, dove il Presidente del quartiere Michele Pierguidi ha aperto la mostra fotografica delle opere partecipanti al concorso Silfi-Donatello a cui è seguita la premiazione dei vincitori e un drink offerto dal ristorante Il Pesce Rosso

 15 Settembre. Inaugurazione della mostra fotografica “Graffi d’autunno” Opere di Fabio Canali. Fotografo, quarantenne. Lui stesso pone l’accento su passione fotografica ed età anagrafica nella breve scheda con cui si auto-presenta nella locandina che annuncia la sua personale. Fabio ama, e lo dimostra, la luce,  quella che filtra tra i rami degli alberi colti in controluce, così come quella apprezzabile quasi come trasparenza su petali e pianticelle e altri elementi della natura. Talora l’intervento in “postproduzione” obbliga a percepire una sorta di movimento, di vitalità, di energia. Fabio non eccede mai comunque nell’elaborazione dell’immagine; sa fermarsi al momento giusto.

26 Settembre Assemblea annuale dei soci

 

 

 

 

 

29 Settembre Inaugurazione Mostra “A onor del vero“. Opere di Francesco Beccastrini e Paolo Vannini. L’onor del vero non par qui sinonimo di “Se la vogliamo dire tutta“, ma piuttosto la maniera di onorare con stili e tecniche diversa appunto il vero; volti dal vero, paesaggi dal vero, interni dal vero. Interventi di Ugo Barlozzetti e Giuse Benignetti.

13 Ottobre Inaugurazione mostra  “Ritorno all’ordine” opere di Marcello Paoli. Interventi di Ugo Barlozzetti e Roberto Della Lena.  L’artista stesso dichiara come questa mostra scaturisca da un’esigenza profonda di “ordine” che gli si è “manifestata”, verrebbe da dire con Hillman, “con la forza di un’annunciazione”.

27 Ottobre Inaugurazione mostra “I collage”. Opere di Armando Mannini. Ottimo scenografo e collagista, Armando presenta bei lavori tratti dalla sua lunga esperienza teatrale, come si legge nell’invito: “… proprio la scenografia divenne la sua passione e pian piano dal Piccolo Teatro di Firenze si trovò a girare in tutta Italia con le varie compagnie (…) forse da questo mondo dove tutto è finzione è nato il suo amore per l’elaborazione delle immagini fotografiche, che cominciò a ritagliare, frammentare e ricomporre fino a creare qualcosa di nuovo, di magico, di onirico” (F. Cianfanelli)

7 Novembre Presentazione del libro di Fabrizio Borghini e Luca Giannelli “Il primo cinema non si scorda mai“, una piacevole rassegna di cinematografi e “cinemini” parrocchiali di una volta, piacevolmente ricordati da una folta schiera di personalità fiorentine.

10 Novembre Inaugurazione mostra “Ad occhi chiusi“. Opere di Enrico Bandelli. Non solo una mostra, ma  un’esperienza multisensoriale grazie alle opere realizzate da Enrico in modo da permetterne la fruibilità da dei disabili visivi.  La mostra realizzata con la collaborazione dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti di Firenze L’abilità di Bandelli  è ulteriormente sottolineata dal sapiente utilizzo di materiale  recuperato nelle spiagge toscane con cui Enrico ha creato una serie di Pinocchi.

24 Novembre.  Inaugurazione mostra “Elogio della diversità” Opere di Giampaolo Beltrame, Cinzia Pistolesi, Anna Mercati. Tre differenti modi di rappresentazione artistica. La raffinata tecnica di  Giampaolo Beltrame, qui o più che altre volte declinata in composizioni fitte di personaggi che popolano o hanno popolato eventi significativi della nostra storia; le composizioni informali di Cinzia Pistolesi, giocate essenzialmente sul colore, sui contrasti, talora sulla sottolineatura materica a trasmettere vibranti emozioni;  la grafica e la scultura di Anna Mercati ci mostrano ancora una volta la straordinaria abilità e l’armonia sia sulla carta impressa dalle sue incisioni, sia quando muovendosi nelle tre dimensioni realizza bei soggetti in  terracotta e ceramica.

28 Novembre  Presentazione del libro di Oriano Bertoloni “L’alba del priore” (Edizioni Medicea)

9 Dicembre Presepe d’Artista 2018. Anche quest’anno nel giardino antistante Villa Arrivabene, sede del Quartiere 2, inaugurato un Presepe i cui personaggi (storici e non) sono opera dei Donatelliani. “Un” presepe, perché come ogni anno, sempre a cura degli Artisti del Gruppo, si affiancherà a questo anche un altro presepe che il giorno 22 sarà allestito a Villa Fagan.

13 Dicembre Giornata di Donatello. Al mattino convegno sul tema: “Donatello e il suo tempo” nel Saloncino Paolo Poli del Teatro della Pergola. Interventi di Ugo Barlozzetti (Presidente del Gruppo Donatello), di Antonio Natali (Storico dell’Arte e Premio Donatelo 2018), e di Francesco Bandini (Architetto, Archeologo Biblico e past President del Gruppo Donatello).
Nel pomeriggio la tradizionale Deposizione delle Ghirlande sulla tomba di Donatello; al termine della cerimonia il baritono Rolando Panerai (Premio Donatello dello scorso anno 2017) canta l’Ave Maria  Franz Schubert. A seguire, presso il Caffè Storico Gilli viene attribuito il Premio Donatello 2018 al prof. Antonio Natali con consegna della Pisanelliana modellata a grandezza reale dallo scultore Marco Orsucci

15 Dicembre Inaugurazione mostra “Deja vu“. Mostra di Pittura, scultura e Fotografia. Opere di Giuliana e Nicola Signorini.  I quadri di Giuliana Signorini e le fotografie di Nicola, ancora una volta insieme, la terza,  vengono proposti in questa “Déjà vu”, dopo “Ieri e oggi” del 2017 e “4 + 1” del 2016. La trilogia, iniziata con una celebrazione dei quattro elementi acqua, aria, terra e fuoco insieme all’elemento umano, il quinto, e continuata con “ieri e oggi”, autentico percorso e ricerca delle radici, fino a “Deja vu” in cui la collaborazione-sintesi diviene sempre più approfondita e alta. Purtroppo il destino, privandoci di Giuliana solo due mesi dopo la mostra, non ci consentirà apprezzare l’ulteriore evolversi di questa diade artistica, ma quanto ella ha seminato verrà raccolto da Nicola e il ricordo di lei e dei suoi “vortici” resterà in noi che l’abbiamo per tanti anni apprezzata, come artista e come insostituibile amica.

19 Dicembre. Presentazione del libro “Firenze e Gerusalemme, speranze di pace nel tempo presente“, di Francesco Bandini. Il libro racchiude articoli e saggi di archeologia biblica, antropologia ed etica pubblicati fra il 2009 e il 2018.

22 Dicembre Presepe d’Autore 4. Presepe alla Banca Cambiano. Per il quarto anno consecutivo gli Artisti del Gruppo Donatello hanno allestito un Presepe anche a Villa Fagan, in viale Gramsci. Questo presepe ha una peculiare caratteristica; accanto ai personaggi tradizionali sono presenti oltre trenta sagome in legno e dipinte, raffiguranti  imprenditori, commercianti della zona, personaggi sportivi e altri personaggi noti in città (ogni anno se ne aggiunge qualcuna nuova). Come consuetudine anche quest’anno è stato pubblicato  a cura di Gianni Oliveti, il catalogo “Presepe d’Autore 4” che va ad aggiungersi ai precedenti. Il Presepe è rimasto aperto al pubblico fino al 6 gennaio.

Lo scaffale. Libri interessanti, ricevuti, acquistati, letti o da leggere

Lo scaffale. Libri interessanti, ricevuti, acquistati (e anche ritrovati), letti o da leggere. Editi tra il 1852 e il 2021: acquisiti tra il 2012 e il 2022.

Questo testo  è “In continua evoluzione”. Le opere qui segnalate sono destinate ad essere lette (o rilette) e recensite. Quando la recensione è stata scritta, accanto al titolo viene inserito il link relativo. I commenti brevi che compaiono qui sono da considerare come preliminari e interlocutori, destinati ad essere sostituiti da testi più completi ed esaurienti.

#PerchéSì Laboratorio di idee per comunicare il valore dei vaccini. I Edizione 2018. Carocci Editore.  Anche on line qui.

AA. VV.: COVID. Il futuro della Toscana dopo il contagio. Libro Supplemento al La Repubblica del 25 Luglio 2020. Numerosi interessanti contributi di giornalisti ed esperti di vari settori della cultura.

Adami Rook Patrizia: Il calcolo del desiderio. Per una teoria della comprensione del sogno. Bulzoni 1984.

Allamani Allaman: Dipendere. La parola per strada edizioni, Firenze 2019 (Terza edizione). [Contenuti: Presentazione – Premessa – Dipendere – Siamo tutti dipendenti? – Desiderio di difendere – Solitudine e invocazione – La tossicodipendenza – L’illusione dell’autosufficienza e la coazione a ripetere – Un desiderio di smettere – Una bianca luce – Alcolisti anonimi e le altre associazioni dei dodici passi – La lettera di Carl Jung a Bill – Testimonianze –  Una sbarra dinanzi il camion (Luciano) – I figli e l’angelo del Signore (Renato) –  Freud, Jung e Alcolisti Anonimi (Umberto) – La preghiera della serenità (Marta) –  L’Io e il Potere Superiore (Claudio) – Dalla droga libero solo oggi (Fausto) – Non ho mai avuto un rapporto equilibrato col cibo (Silvia) –  Dio come posso concepirlo (Carlo) – Se vinco sto male se perdo sto male (Raul) – La famiglia del dipendente (Roberto) – Sono dipendente dalle relazioni (Bruno) – Un Dio d’amore (Alessandro)] Un bel testo di Allaman, da sempre sul fronte delle dipendenze con particolare riferimento, naturalmente, all’alcol. L’Autore è stato per lungo tempo direttore del centro alcologico fiorentino mette a disposizione del lettore la sua esperienza illustrando la problematica, la storia recente e anche quella più datata, lo stato dell’arte. Il volume consente altresì di conoscere gli  Alcolisti anonimi di Firenze anche attraverso testimonianze dei diretti interessati.

Allamani Allaman: Quarantacinque lugli fa: una storia della nascita di Alcolisti Anonimi. Toscana Medica 7/2019 pagg. 20-21.  Versione on line [Nel luglio 1974 a Firenze sono stati presentati per la prima volta in Italia Alcolisti Anonimi, grazie alla passione di uno scrittore e del suo amico messicano, e la comprensione di alcuni medici del tempo. Si ricorda qui la nascita di quegli eventi che fanno parte della risposta che la società italiana e i professionisti iniziarono a dare all’emergere in quegli anni dei fenomeni della dipendenza. Parole chiave: Alcolisti Anonimi, alcolismo, psichiatria, dipendenza alcolica, gruppo dei 12 passi]

Alvaro Corrado:  Il nostro tempo e la speranza.  Bompiani 1952
Amunni Gianni, Gatti Walter: De cancer. Storie, esperienze e riflessioni per una lettura nuova e consapevole di un «brutto male».  Caissa Italia Editore, Cesena, 2021.

Arzani Paolo, Dei Metella, Allamani Allaman, Corotti Arianna, Guerra Lucia, Bersanini Ernesta: In terra straniera. La parola per strada edizioni, Firenze 2018

Bacarelli Patrizia: Fonti di Luce. Ed. Tip. Bandino, Bagno a Ripoli, 2016. Catalogo comprendente numerosissime opere dell’Artista Patrizia Bacarelli, arricchito da testi critici di Eleonora D’Aquino e dell’Abate di San Miniato al Monte, Bernardo Francesco Gianni. Presente anche una biografia dell’Artista curata da Fabrizio Borghini.

BANDELLI & OLIVETI LE CASSANDRE MOLESTE ovvero poetiche premonizioni sul mondo che muore nei lavori di due artisti Toscani fra il 1969 e il 1985 (Catalogo della Mostra)  Firenze 23 marzo – 11 maggio 2019 (Le Murate 23/3 – 7/4; Villa arrivabene 9/4 – 23/4; Villa Bandini 27/4 -11/5)

Bandini Francesco. ARTE E ANIMA. Riflessioni sul senso della nostra esistenza, nella vita e nell’arte. In corso di stanpa su Atti del Convegno “L’Arte e l’Anima”,  13 dicembre 2019, Firenze, Saloncino Paolo Poli del Teatro della Pergola.  Alcune frasi del testo. “Quali sono gli obiettivi della nostra vita? Proviamo dunque a riflettere su questo cercare di scoprire qual è il senso della nostra esistenza, nella vita e nell’arte” […] Le differenze di pensiero che anche quest’oggi potrebbero essere formulate e il confronto tra le risposte, potranno costantemente alimentare in noi nuovi pensieri e porsi, forse in maniera più obiettiva davanti alle circostanze della vita. […] “…tre pulsioni inconsce: ARTE, FEDE, CIVISMO, non abbracciabili nel loro assoluto e quindi, di volta in volta burocratizzate nel tempo e nello spazio: parliamo dunque in primis dell’Arte, nelle sue varie correnti artistiche la Fede burocratizzata nelle varie religioni, il Civismo burocratizzato anch’esso nei vari Codici”  […]   “Cercare è il nostro destino”  […]   “Ecco: l’immagine che io formo dell’arte, quella di una catena formata da tanti anelli artigianalmente costruita saldandosi con il succedersi delle generazioni”  […]  “L’artista è così curioso, cosi bramoso di estendere la propria anima che a volte i confini diventano indistinti e può sopraggiungere un esaurimento nervoso. In un certo senso dobbiamo aver timore del sacro ma come quello che Tommaso d’Aquino chiamava «casto timore» un timore reverenziale, un termine dunque che non è paura, che ci paralizza o che ci riduce al non agire, ma un timore che invita ad espanderci, a crescere e a fidarsi”  […]   

Barbanera Gianfranco: Aiutare il sole a sorgere ancora. Interprofessionalità. Anno XIII – n. 85 Giugno 2003, pag. 7. Documento on line (visto e letto 17 Settembre 2021)

Barlozzetti Ugo: Leonardo e i suoi fratelli. Storia & storie di Toscana, Anno 7 n. 40, Gennaio-Febbraio 2019, pagg. 6-9

Barlozzetti Ugo: Cosimo I. E qui comando io. Storia & storie di Toscana, Anno 7 n. 41, Marzo-Aprile 2019, pagg. 8-12

Benucci Pierpaolo: Il Mugnone e i torrenti tombati di Firenze. Sarnus, Firenze, 2021

Bertocchi Simona: I pasticci di Leonardo. Giovane Holden Edizioni, 2019. Interessante storia che si dipana su due piani, due tempi diversi: il rinascimento e i nostri giorni. Convivono nel romanzo di Simona, percché di romanzo si tratta, la storia e la fantasia, il passato rigoroso rispetto a nomi, luoghi, date, e il presente frutto della creatività di Simona. Colpisce come le due parti si integrino, alimentando la curiosità del lettore con il continuo viaggio nel tempo alternando la narrazione dei fatti del quattrocento con  quelli del  quotidiano, poi di nuovo con le vicende del quattrocento e così via. I pasticci (non necessariamente doci, anche salati) sono il filo conduttore; ogni pasticcio da luogo e nome ad un capitolo, ma non si pensi a semplici questioni di alimentazione, cucina e ricette! Quanto lega vivande prelibate di quel tempo lontano ad un moderno laboratorio di pasticceria è il reperimento di un documento leonardiano. Accanto a racconti documentari non mancano emozioni e persino un pizzico di  suspense  (e non souspence!). [continua]

Borghini Fabrizio: Incontri con l’arte… e non solo. 30 anni di televisione. Ediz. Masso delle Fate, Signa, 2017.

Borghini Fabrizio,  (a cura di): C’era una volta un rione a Firenze. Ediz. Masso delle Fate, Signa, 2021. Contibuti di: Acidini Cristina, Acuti Franco, Agostini Susanna, Ariani Roberto, Artusi Luciano, Augier Alessandro, Azzurri Riccardo, Bandelli Enrico, Bandini Francesco, Barbieri Maurizio, Barlozzetti Ugo, Biagi Andrea, Boccalini Stefano, Bogani, Bompanì Giorgio, Bonuccelli Baglione Anna Maria., Borghini Fabrizio, Borselli Massimo, Brancale Michele, Bresci Erika, Bustric (Sergio Bini), Cafaggi Andrea, Calistri Andrea, Carabba Fabrizio, Carapelli Riccardo, Carlotti Paolo, Ceccanti Marco, Ceccuti Cosimo, Chiostri Jacopo, Ciabani Roberto, Ciali Marino, Cianfanelli Filippo, Ciulli Roberto, Comparini Andrea, Conti Carlo, Conti Gianni, Conticini Nada, Corsi Stefano, Da Roit Andrea, De Concilio Luigi, Del Fante Luigi, Di Gennaro Antonio, Faldi Franco, Fibbi Fabrizio, Fiesoli Alessandro, Frassanito Pietro, Frazzi Antonio, Fricelli Giuseppe, Gheri Elena, Giani Eugenio, Gioia Corrado, Giusti Giovanni, Goretti Fernando, Grifoni Stefano, Gurrieri Francesco, Iacopini Gampiero, Ieri Enrico, Jaksetich Maurizio, Lapucci Carlo, Lazzerini Marcello, Magherini Guido, Malesci Franco, Mannelli Luigi, Mannelli Massimo, Martelli Calvelli, Martini Moravio, Masini Marco, Mazzoni Orlando, Migneco Bruno, Misuri Andrea, Moneti Paolo, Morandi Silvano, Morozzi Daniela, Naldini Maurizio, Napoli Federico, Nappini Andrea, Nelli Massirno, Nencioni Enrico, Nincheri Gianni, Orlandini Paolo, Pallanti Giovanni, Panizza Alberto, Paolicchi Alfredo, Piani Ermanno, Pieri Alberto, Poggiali Roberto, Poli Paolo, Quercioii Franco, Ranfagni Valerio, Ruffilli Massimo, Sandrelli Massimo, Senatori Luciano, SMS Rifredi (anonimo), Sodi Milvio, Spinelli Enrico, Tamburri Roberto, Tempestini Anchise, Torrini Cinzia TH, Torsoli Lauretta, Trecci Alfonso, Vallesi Paolo, Vannini Paolo, Vannucci Piero, Vannuccì Vanni, Vichi Marco, Vignozzi Piero, Zoi Enrico,

Borghini Fabrizio, Giannelli Luca (a cura di): Il primo cinema non si scorda mai.  Scramasax, Firenze, 2018. Ampio volume riccamente illustrato che attraverso i racconti di oltre cento autori, permette al lettore di conoscere la storia dei cinematografi fiorentini. E attraverso la storia di cinema – elemento non secondario del libro –  si ripercorre anche la storia dei vari quartieri della città, delle abitudini di vita,  dei loro mutamento nel tempo. Del resto il sottotitolo parla chiaro, annuncia e mantiene una promessa: “Trecento sale cinematografiche fiorentine raccontate da centoventisette personaggi“. Si può rilevare che ai centoventisette personaggi che parlano nel libro della propria esperienza personale con il cinema, ad ogni pubblica presentazione del libro (ne sono state svolte molte, io ho partecipato ad un paio) vanno ad aggiungersi altri personaggi/spettatori, che in occasione della presentazione stessa propongono anch’essi qualche personale ricordo o aggiungono dettagli a quanto pubblicato. D’altronde un libro come questo non può non sollecitare il lettore appassionato nel leggere la storia dei cinema a Firenze,  a ripercorrere con le sale di proiezione fiorentine,  la propria storia personale.  Probabilmente ciò permetterebbe (permetterà?) una nuova edizione!

Braibanti Paride, Zunino Anna (a cura di): LO SGUARDO DI IGEA. Soggetti, contesti e azioni di psicologia della salute.  (Contributi di Mario Bertini, Paride Braibanti, Laura Carlozzo, Silvia Cito, Vera De Agostini, Daniela De Berardinis, Francesca Focardi, Maria Pia Gagliardi, Lucia Lazzarini, Ivo Lizzola, Mario Magnelli, Paola Mamone, Silvia Mazzoleni, Nicola Paulesu, Enrico Petrangeli, Enrica Pizzi, Silvia Roggeri, Anna Zunino). Franco Angeli, 2005, Milano

Camagni Giuseppe: “Una vita per altre vite”. Ed. Tassinari, Firenze, 2017. Vedi Presentazione del libro di Giuseppe Camagni “Una vita per altre vite” svoltasi Mercoledì 29 Novembre 2017

Camarlinghi Franco, Mancini Marcello, Fabbri Stefano, Mazza Massimo T., Tozzi Leonardo: Lo SHOCK di FIRENZE: La Vera Pandemia di una Città e 4 “vaccini” + 1 per affrontarla. Florence Press, 2021

Ceragioli ElideIldegarda e il mistero dell’arciere. Robin Edizioni, Torino, 2018. Un testo che fin dall’inizio, prima di entrare nel merito della storia colpisce favorevolmente per l’attenzione al lettore, attenzione che l’Autrice concretizza con l’introduzione di una scheda storica e di una preliminare descrizione dei personaggi. Il libro si sviluppa in tre sezioni per un complessivo numero di sedici capitoli: “”Il mistero del lupo mannaro”, “L’arciere  maledetto”, “Misericordia verità giustizia e pace”. l libro è molto avvincente; l’incipit non è del tipo “C’era una volta”, bensì di un momento assai drammatico, quello in cui il giovane Mateus è  vittima di percosse di un padre violento. Proprio nell’incontro con Mateus, che cerca aiuto in convento, Ildegarda si presenta a lui e ai lettori: “Io sono Ildegarda e questa è sorella Anna…”. Da lì in avanti l’avvincente storia piena di mutamenti e colpi di scena, rancori, misteri svelati e altro ancora. Le intuizioni di Ildegarda, la non facilissima convivenza tra la sua comunità religiosa e quella dei “dirimpettai” Benedettini, l’evoluzione e il cambiamento di personaggi e situazioni, sempre sostanziate in episodi descritti con grandissima capacità tali da rendere immagine la lettura, fanno di questo testo un romanzo storico, ma anche un thriller, e a mio avviso anche un saggio sulla vita, i costumi, il pensiero dell’epoca. Fra l’altro così come è relativamente “facile” tratteggiare luoghi e personaggi, ben più complesso è far vivere il clima, le emozioni, le suggestioni di un tempo così lontano (si pensi a come è talora difficoltoso riferire esaurientemente a persone più giovani di noi fatti di soli trenta o quarant’anni fa!)
Fin qui solo un modestissimo appunto; in una prossima più ampia descrizione, oltre a tratteggiare alcuni passi significativi, verrà descritta anche la felice,  inaspettata occasione che mi ha fatto conoscere questo testo, e verranno descritte anche  curiose coincidenze legate a tale scoperta.

Ceretelli Paolo: Magri gatti. Collana di Poesia “Le Pleiadi” Edizioni Lucio Pugliese, Firenze, 2009. Raccolta di poesie di Paolo Ceretelli, prefazione di Roberto Della Lena, Presentazione di Lucia Pugliese, diseni di Mirko Ganucci.

Chiantini Bruno: Santa Petronilla eventi storici e vicende dalle origini alla Parrocchia dei nostri giorni, Roccastrada,  Il mio amico, stampa, 1995

Chiostri Jacopo: Volevo il Pulitzer. IlViandante 2024

Contini Donatella: L’impronta. Mauro Pagliai Editore, Firenze, 2014.

de Martino Maurizio: Pediatria, Edises, Napoli, 2012. Importante trattato; trentasei capitoli che coprono tutti gli aspetti pediatrici: la medicina internistica, la specialistica, aspetti chirurgici, aspetti medico-legali. Il prof. Maurizio de Martino è ordinario di pediatria a Firenze. Prefazione del prof. Alberto Vierucci.  Contenuti, vedi Argomenti di pediatria (Indice del testo del prof. Maurizio de Martino)

Del Fungo Guido: Ardui dettagli. Firenze 2019 (Ristampa). Genere autobiografico; interessante raccolta di periodi ed esperienze di vita e di professione non necessariamente esposte in ordine cronologico, invitando il lettore a stabilire e ricostruire nessi spaziali e temporali. Vedi in questo blog “I dettagli (ardui) di Guido”

Del Fungo Guido: Per le scale. Men’arte, Firenze 2016 (a cura di Giovanna Fozzer con un saggio di Alberto Severi). Vedi recensione qui

Della Lena Roberto: Gualtiero Sbardelli. Poeta e commediografo tra Roma e la Toscana. La Toscana Nuova, Gennaio 2022, pag. 48

Di Sangro Raimondo: Il Lume Eterno a cura di Gian Carlo Lacerenza. Un’opera rarissima del Principe di San Severo. Bastogi Editrice Italiana, 1999.

Dizionario corografico-universale dell’Italia sistematicamente suddiviso secondo l’attuale partizione politica dogni singolo stato Italiano compilato da parecchi dotti Italiani. Volume terzo – Parte I. Toscana. Fascicolo ventesimo. Milano, Stabilimento Civelli e C. 1852. Alle pagg. 1251-1254 la voce Sarteano o Sartiano.

Ferretti Giovanna: Francesco Antonini. La vita e le intuizioni di un geriatra. Mauro Pagliai Editore, 2014

Foundation of the work of C. G. Jung, Ulrich Hoerni, Thomas Fischer, Bettina Kaufmann (A cura di): L’arte di C.G. Jung. Bollati Boringhieri, 2019 [Contenuti, Indice. PREFAZIONE (Daniel Niehus), 7 – IMMAGINI DALL’ INCONSCIO. INTRODUZIONE ALL’ OPERA VISIVA DI C.G. JUNG (Ulrich Hoerni), 9 – L’opera visiva diviene visibile,10 – Raggruppamento tematico e cronologico delle opere visive di Jung, 12 – La maestria di Jung, 13 – L’approccio di Jung alle immagini, 13 – Jung e le arti visive, 15  – L’ARTE DI C.G. JUNG – C.G. JUNG E L’ ARTE MODERNA (Thomas Fischer e Bettina Kaufmann, 19 – LA CONCEZIONE JUNGHIANA DEL COLORE NEL CONTESTO DELL’ ARTE MODERNA (Medea Hoch),  33 – Sugli aspetti psicologici del colore, 33 – Cielo e terra, 37 – L’arte medievale come fonte di ispirazione per la pittura simbolica di Jung, 38 – Identificazione dei colori nell’alchimia, 43 – I dipinti meditativi di Jung in riferimento alla modernità dadaista, 47 – GALLERIA DI IMMAGINI CON COMMENTO, 51 – 1. Castelli, città, scene di battaglia, 52 – 2. Paesaggi, 66 – 3. Parigi e dintorni, 81 – 4. Marine, 88 – 5. La casa di Küsnacht, 92 – 6. Immagini interiori e il Libro rosso, 100 – 7. Anima, 105 – 8. Systema mundi totius, 109 – 9. Mandala, 119 – 10. Fanes, 121 – 11. Visioni sferiche, 129 – 12. Stelle, 136 – 13. I Cabiri e il serpente alato, 139 – 14. Filemone, 141 – 15. Atmavictu e altre stele, 146 – 16. Serpenti, 152 – 17. La Pietra di Bollingen, 158 – 18. Lapidi, 164  – PRESENTIMENTI DEL SÉ. GLI ABBOZZI DEI MANDALA PER IL LIBRO ROSSO (Diane Finiello Zervas), 175 – Jung e i mandala: introduzione, 175 – Le origini del simbolismo junghiano del mandala: 1913-21, 178 – Gli abbozzi di mandala: formazione e trasformazione, 182 – Sviluppi successivi, 206 – MATERIA E METODO NEL LIBRO ROSSO. UN PRIMO BILANCIO DELLA RICERCA (Jill Mellick), 213 – Materiali, strumenti e supporti, 213 – Copista, rubricatore, illustratore, miniatore, 216 – Campi musivi, 220 – Trasparenza e opacità, 222 – Prospettiva e dimensionalità, 223  – C.G. JUNG COLLEZIONISTA (Thomas Fischer), 229 –  UNA SELEZIONE DI INIZIALI MINIATE DEL LIBRO ROSSO (Ulrich Hoerni), 241 – Carl Gustav Jung: vita e opere, 255 – Sigle e abbreviazioni, 259 – Bibliografia essenziale, 261 – Gli autori, 265, – Indice analitico, 267]

Fossati Silvia (a cura di): Libro d’Artista in tour 2019, Studio Giambo, 2019. [Contenuti: Presentazione del progetto p.9; LIBRO DʼARTISTA 14° ANNO 11; Il libro, lʼarte, la passione, la cultura p.12; IL “LIBRO DʼARTISTA” a CARRARA p.14 – Ilario Luperini Libro dʼartista 2019 p.17 – Presentazione degli artisti p.23 – Catalogo delle opere degli artisti p.59 – Accademia di belle arti di Carrara 129; Libro dʼartista in tour 2019 p.130 – Accademia di belle arti di Bologna p.141; Produrre un libro p.142 – Liceo artistico Marco Polo di Cecina p.145; presentazione del progetto p.146 – Vivere lʼarte a 360 gradi p.147 – Istituto Einaudi Ceccherelli di Piombino p.151; Presentazione del progetto 152 – Ccuola dellʼinfanzia Cancelli di Reggello p.155; presentazione del progetto p.156 – Doppio senso; Italo Calvino, bibliografia ragionata dʼartista p.158.]  Anche on line qui.

Galimberti Umberto: Ci direbbe ancora “Ascoltate il vostro daimon”. Robinson, supplemento a La Repubblica 16 10 2021

Galati Fabio (a cura di): Toscana segreta. Viaggio in quindici racconti. GEDI, 2021, Torino

Gianni Padre Bernardo: Percorsi Luziani, Metteliana, 2019. [Contenuti: PAOLA BAIONI, MARCO MARCHI: Mario Luzi da Papa Francesco – Pietro Paolo Tarasco: A Padre Bernardo Gianni. “Non lasciare deserti i miei giardini” – MARIO LUZI: Rimani dove sei, ti prego – STEFANO VERDINO: Su Rimani dove sei, ti prego – Documento della donazione di 38 tavole autografe; La Bibbia di Venturino Venturi – PADRE BERNARDO GIANNI: Nugae quaresimali – PADRE BERNARDO GIANNI: «La città dagli ardenti desideri» – Appendice]

Gustarelli Andrea: IL POEMA SACRO. RIASSUNTI E SCHEMI PER LO STUDIO DELLA DIVINA COMMEDIA – PARTE PRIMA – L’INFERNO. EDIZIONE ACCRESCIUTA DI UNA RASSEGNA SINTETICA DI LUOGHI EPISODICI. CARLO SIGNORELLI EDITORE, MILANO, 1954. Trattasi di un prezioso ausilio allo studio della Divina Commedia. Quanto viene detto per il primo volume dedicato all’inferno, con poche variazioni, vale sostanzialmente anche per gli altri due relativi a purgatorio e paradiso. Viene qui riportato  l’intero testo presente in copertina compresa la precisazione circa l’arricchimento rispetto a precedenti edizioni (Si noti che i tre volumi sono editi in sequenza nel 1954, 1955 e 1956, evidentemente secondo un progetto di portarne a temine uno per anno, e sono tuttora un utilissimo presidio, vuoi per lo studio, vuoi per riportare alla mente quanto studiato in tempi passati). Un’opera davvero straordinaria, difficile catalogarla o peggio liquidarla come “Riassunto”. Piuttosto è ascrivibile alla categoria dei piccoli tesori che a volte ritroviamo nei nostri scaffali. Uno strumento utilissimo, da tenere (e chissà quanti lo hanno tenuto) accanto al libro originale per lo studio del poema sacro; un capolavoro di sintesi e completezza ad un tempo. Ad ogni canto sono dedicate due facciate di pagine adiacenti. Per ogni canto vengono proposti nella facciata di sinistra: un Sommario estremamente sintetico; un riassunto ben dettagliato, il luogo e la data, le allegorie, le cose notevoli. Nella adiacente facciata si possono leggere i custodi dei dannati; i personaggi incontrati e quelli ricordati, e i luoghi ricordati. Una ampia colonna poi è dedicata alla “Lingua di Dante”, ovvero la spiegazione del testo con particolare riferimento a quelli di più difficile comprensione per lo studioso novello. A complemento dell’opera sono poi presenti anche varie tavole illustrate con notevole cura grafica.

Gustarelli Andrea: IL POEMA SACRO. RIASSUNTI E SCHEMI PER LO STUDIO DELLA DIVINA COMMEDIA – PARTE SECONDA- IL PURGATORIO. EDIZIONE ACCRESCIUTA DI UNA RASSEGNA SINTETICA DI LUOGHI EPISODICI. CARLO SIGNORELLI EDITORE, MILANO, 1955

Gustarelli Andrea: IL POEMA SACRO. RIASSUNTI E SCHEMI PER LO STUDIO DELLA DIVINA COMMEDIA – PARTE TERZA – IL PARADISO. EDIZIONE ACCRESCIUTA DI UNA RASSEGNA SINTETICA DI LUOGHI EPISODICI. CARLO SIGNORELLI EDITORE, MILANO, 1956

Hillman James, Ronchey Silvia: L’immaginazione al potere. Robinson, supplemento a La Repubblica 16 10 2021

Liccardo Giovanni: Napoli sotterranea. Storia, arte, segreti, leggende, curiosità. Newton Compton, Roma, 2000

Liniardi Vittorio: “Farea anima”. Il mantra di un eretico. Robinson, supplemento a La Repubblica 16 10 2021

Lista Lino:  Raimondo di Sangro. Il Principe dei veli di pietra. Bastogi Editrice italiana, 2005.

Lo Presti Alessandro: Un universo piccolo piccolo. Edizioni Helicon, 2017.  Vedi qui.

Lo Presti Alessandro: Destinazione felicità. Edizioni Helicon, 2018.

Macchioni Fiorella “Il profumo dell’ombra”.  Florence Art Edizioni 2014. Ed eccoci a parlare di un libro, un romanzo scritto da Fiorella Macchioni, persona eclettica che ha scritto molto, ha pubblicato altri libri, non solo in prosa, ma anche in poesia. Fiorella è anche eccellente pittrice. Un libro interessante, un libro non facile, un libro che – e in questo caso non è un difetto ma un pregio – chiede al lettore molta attenzione.
La naturale quotidianità dei personaggi, spesso calati in ordinarie storie di famiglia, di lavoro e di vacanza e d’altro, si sposano con acrobatiche digressioni dal reale all’immaginato/immaginario. E forse questo è un leitmotiv di tutto il racconto, che va a terminare, in maniera inaspettata, con un epistolario.
Non un epistolario vero e proprio; una raccolta di lettere e si sa come le lettere raccolte, stavolta reperite, vanno a sostituire (anche se in modo incompleto) una biografia, una storia, un esistenza. Dal testo originale: “L’ombra, per essere, esige solo un sottile bagliore. Ha un carattere ritroso, ma inventa singolari strade con la complicità di lanterne, candele e fiaccole; al sole l’ombra si schiaccia nera in terra, ma da minimi pertugi eccola nascere in sfumati duplicati sovrapposti. Cela i sogni, i segreti, le attese, le novelle adornate di seduzione; infiocchetta ali tenebrose e vola scortando la certezza che ti apre alla luce.”

Magnoni Vincenzo: La quarta età, 2014 (Eip)

Maioli Nicoletta (a cura di): Incontri visite viaggi. Le attività culturali del 2015. Isttituto Italiano dei Castelli ONLUS. Sezione Toscana. [Contenuti: Introduzione; Trento e i castelli del territorio circostante 27-30 Aprile 2015; Visita a Pistoia 8 Ottobre 2015; Visita in Casentini 14 Novembre 2015; Visitein città; Le conferenze; Notizie dai soci]

Manetti Renzo: San Miniato al Monte 1018-1207. Simboli e mistero di un’architettura sacra. Mauro Pagliai Editore, 2018.

Mari Mauro (Maris): Vita… Vita. Turri, Ed. Scadicci, 2018. Prefazione di Gabriella Gentilini.  Vedi testo qui

Marliani Andtrea, Bini Fiorella (Direzione scientifica):  Manuale di Tricologia  – Anatomia, Fisiologia, Patologia, Diagnosi, Terapia Medica e Chirurgica del Follicolo Pilifero.  Edizioni MAV, Firenze, 2021. Il cuoio capelluto, come la cute, comunica con il sistema nervoso, con il sistema endocrino, immunitario, gastroenterico e rappresenta il teatro su cui si manifestano i segni di molte malattie internistiche: pertanto il medico tricologo deve avere buone conoscenze di clinica, endocrinologia, immunologia, ma anche di psicologia. La pelle e i capelli sono in contatto con la mente con cui embriologicamente sono nati, e nel corso di molte malattie psichiatriche i capelli sono vittime dello strato di stress o oggetto di tricotillomania e dismorfofobia. Al giorno d’oggi, i progressi della ricerca scientifica sulla fisiologia del capello e sulla patogenesi di molte delle affezioni tricologiche più frequenti, insieme alla messa a punto di terapie efficaci, hanno fatto sì che il Medico ed in particolare il Dermatologo, superando i vecchi pregiudizi e le perplessità, recuperasse un ruolo centrale in questo settore. È con immensa soddisfazione che diamo il benvenuto a quest’Opera, corale e multispecialistica, fortemente voluta dalla Società Italiana di Tricologia. Quest’Opera si rivela sin dalle prime pagine un testo aggiornatissimo sulla anatomia, fisiologia e istopatologia dell’unità pilifera; tratta le patologie del cuoio capelluto da un punto di vista clinico e diagnostico, affrontando passo dopo passo la visita tricologica e i test ambulatoriali e di laboratorio indispensabili alla diagnosi. Quest’Opera, infine, offre una trattazione completa e innovativa della terapia tricologica medica (farmacologica, galenica, con sostanze naturali) e chirurgica (autotrapianto con tecnica FUT e FUE), comprese le metodiche iniettive e i trattamenti fisici con sorgenti di luce. Il Manuale è rivolto ai professionisti (dermatologi, chirurghi della calvizie, medici tricologi, operatori dell’Estetica), ai centri e alle scuole del settore. Sia il neofita che l’esperto troveranno un pratico strumento di consultazione e approfondimento, curato da protagonisti nel campo della tricologia e della chirurgia tricologica, riconosciuti a livello internazionale. //Piano dell’opera. Prefazione – Capitolo 1: Introduzione alla Tricologia- Capitolo 2: Anatomia, fisiologia, metabolismo del capello – Capitolo 3: La diagnostica tricologica  – Capitolo 4: Alterazioni del fusto – Capitolo 5: Alterazioni infiammatorie e parassitarie – Capitolo 6: Alopecie non cicatriziali – Capitolo 7: L’alopecia androgenetica – Capitolo 8: Le alopecie cicatriziali – Capitolo 9: Nutrizione e capelli  – Capitolo 10: Psiche e capelli – Capitolo 11: La terapia medica in tricologia – Capitolo 12: La terapia chirurgica in tricologia  – Capitolo  13: Trattamenti estetici.

Marliani Andrea: Stress, Pelle, Capelli, Disturbi Mentali e Psicofarmaci: impariamo ad usarli in Dermatologia e Tricologia. Giornale Italiano di Tricologia, anno 21 – n° 39 – Luglio 2017, numero speciale monografico. anche on line

Martini Barbara:  Donne nascoste. Ritratti di vite in bianco e nero. Infinito Edizioni. L’opera di Barbara Martini è un compendio di storie al femminile, donne di varie età e di mondi diversi, colte talora dall’ambito delle amicizie, dall’ambiente del lavoro da altre  e varie occasioni che la vita offre all’Autrice come a noi tutti. Le storie sono ventidue, una per ogni figura femminile. L’Autrice, in sede di presentazione, ha sottolineato che ventidue è un numero che per lei ha valore affettivo e simbolico (nota molto ma molto a parte di chi sta scrivendo: la somma delle cifre che compongono 22 è 4, e questo rimanderebbe a “Quaternità”, concetto noto ad altri componenti della famiglia Martini. Ma questa è un’altra storia). Rimandando ad una piacevole lettura anticipo che i personaggi sono descritti con grande accuratezza e in modo fortemente coinvolgente (facendo commuovere anche persone abituate a confrontarsi col pubblico!). Una delle storie, probabilmente una delle più commoventi, racconta la storia di una madre coraggio che si confronta con una difficile quotidianità: quella di un figlio tetraplegico. Esperienze che mettono a dura prova, ma Barbara ci spiega come questa madre (che io chiamerei madre coraggio, ma che probabilmente non accetterebbe questa definizione) non si chiuda nel pietismo, ma anzi trovi forza, energia, amore, dando una grandissima lezione. Altra figura femminile, che ci  rimane subito simpatica è quella di una curiosa e atipica cartomante, che esercita l’attività nel retrobottega della birreria dove lavora. La madre la rimprovera dicendole che vende illusioni ai poveri malcapitati, e lei di rimando fa notare che forse la gente ha bisogno anche di illusioni, in fondo, con questa affermazione, ponendo un colossale interrogativo. V’è ancora da aggiungere che questo libro è stato trasposto teatralmente; dalle ventidue protagoniste ne sono state scelte sette; ma per una seconda edizione ne sono state previste già nove. E la storia continua! Ci sarà da parlare ancora molto di Barbara, della sua opera, e anche della sua famiglia ricca di artisti, architetti, pittori, danzatori, attori. Ma anche questa è un’altra storia

Martini Moravio: “L’uomo Dante” (La pergamena, l’inchiostro, la scrittura, la politica). Inedita (2018). Presentazione al Gruppo Donatello in data 17 aprile 2019. Una bella serata, accompagnata da una altrettanto bella esposizione di Moravio, che ci ha accompagnato nella Firenze dell’epoca di Dante, quando gli abitanti erano meno di cinquantamila, quando l’inchiostro e la carta non erano proprio alla portata di tutti, quando Cupolone e Campanile di Giotto non c’erano ancora. Moravio Martini , attraverso l’esame di molte fonti documentarie ha raccolto una serie di notizie sulle vicende umane del Sommo Poeta nei vari momenti della vita in Firenze e nei luoghi dove da esule ha vissuto. Da sottolineare che nella sua relazione, oltre a riferire quanto pubblicato, Moravio ha aggiunto molte altre notizie; e ciò conferma il grande, lungo e attento lavoro di ricerca di fonti di dati e, probabilmente, l’annuncio di una ulteriore accresciuta edizione.

Martini Moravio: George Gershwin. Appunti sulla vita e le opere del musicista.  Inedita (2016).

Martini Moravio: La tomba di Donatello.  Inedita (2019).

Martini Moravio: The rhapsody in blue. Conversazione musicale sulla vita e le opere di George Gershwin.  Inedita

Massaro Donato: Alone nel paese delle conchiglie,  Edizioni MASSO DELLE FATE EDIZIONI, Signa, 2015). Vedi “A proposito di Alone” in occasione della presentazione del libro dell’aprile 2016

Massaro Donato: Due o tre cose che so di di Dante. Masso delle Fate, 2012.

Massaro Donato: Una Commedia che riguarda tutti. Sopra i Versi di Dante I-INFERNO. Masso delle Fate, 2017. Donato Massaro è profondo conoscitore della Divina Commedia e dell’opera di Dante tutta. C’è ben poco da aggiungere ai contenuti, esposti in maniera così puntuale, così precisa, così comprensibile (qualità tutt’altro che scontata!) anche a chi, come me, non è un esperto né un filologo dantesco! Lo fa agevolmente in ragione della sua profonda conoscenza del poema, lo rende piacevole con paragoni e metafore raccolte dalla quotidianità, dall’attualità. Interessante la modalità espositiva, che naturalmente altra non potrebbe essere che quella dell’originale; tuttavia Donato segue una sua strada. Ogni capitolo inizia con versi danteschi, quelli più significativi del canto, seguiti da un riassunto-commento dell’Autore, seguiti ancora da alcuni versi di Donato stesso. Oltre al valore intrinseco dell’opera è presente un messaggio: scoprire o riscoprire il Poema di Dante, che tutti apprezzano, ma che inevitabilmente, tranne coloro che hanno seguito un percorso umanistico di studi e/o di professione, rimane confinato ai ricordi liceali.

Massaro Donato: Una Commedia che riguarda tutti. Sopra i Versi di Dante II-PURGATORIO. Masso delle Fate, 2018.

Micheli Giuseppe, Canini Augusto, Sbardelli Gualtiero:  Voci di Roma. Versi.  Roma, Tip. Gherghi, 1911.

Morganti Carlo: Dalle peripezie belliche di ragazzo alle imprudenze di oltre cortina.  TAF, Firenze, 2022

Musio Gavino: L’europeizzazione del linguaggio comune in Italia. L’impiego del termine cultura come disposizione mentale. Storia, antropologia e scienze del linguaggio, Volume 6, fascicolo 1-2, 1991, pagg. 31-61. contents: I. L’acculturazione linguistica – II. I neologismi culturali – III. Le situazioni linguistiche: un esempio di analisi – Cultura e linguaggio comune

Naldini Maurizio (a cura di): La Nazione 1859-2019. Poligrafici Editoriale Spa, Bologna, 2019.

Nesi Edoardo: Storia della mia gente. Bompiani, 2011.

Norcia Fabio: La salute azzurra. Tecniche di alimentazione curativa a base di pesce. Editoriale Olimpia, Firenze 1998.

Nostro Angelo Massimo: Primo segno. Piume d’Icaro. Edizione limitata. Opera che non può definirsi sic et simpliciter “Libro”, ma molto di più. Angelo propone al lettore -lettore particolarmente fortunato essendo  tra i pochi destinatari di una edizione limitata – opere pittoriche e poesie accompagnantesi le une alle altre, rendendo praticamente impossibile una primogenitura  o un primato della parola sul tratto o viceversa, creando invece una sintesi, un’armonia, una complementarietà. Il lavoro di Angelo ci rimanda idealmente ad altre opere importanti in cui l’Autore dei testi è anche illustratore; solo pochi hanno entrambe le doti.

Oliveti Gianni: L’antica chiesa fiorentina dei Santi Gervasio e Protasio e il suo territorio. Edizioni Messagerie Toscane, 2008.

Paul-Stengel Camilla, Abba Vito, Giannattasio Francesco (a cura di): Di segno in disegno. Viaggio nel laboratorio di Karl Stengel. Ediz. italiana e inglese. Testi di Cristina Acidini, Andrea Granchi. Polistampa 2024

Salvadori Guidi Daniela (a cura di): Guida alla scoperta delle opere d’arte del ‘900 a Firenze, Ed Leo S, Olschki,  1996, Firenze. Opera notevole che offre al lettore una ricca serie di schede relative ad opere presenti in città.  reperibili lungo le strade fiorentine. Monumenti, targhe, opere che arricchiscono le facciate di istituzioni e parchi, residenze famose e quant’altro. opera decisamente unica nel suo genere. la presentazione delle opere segue la tradizionale divisione della città in quartieri. La ricerca è poi facilitata da un dettagliato elenco delle vie e degli artisti.

Santa Rosa da Viterbo. Testimonianze di grazie ricevute nel tempo presente. Testi di Maurizio Pinna. Libreria Editrice Vaticana, 2008

Santi Carlo, Volpe Francesco (a cura di): Oltre 2019. Annuario dello sport paralimpico. Comitato Italiano Paralimpico. Digitialab, Roma, 2019.

Savage Sam: Firmino. Einaudi 2007

Sbardelli Gualtiero: Core de “Callarelli” (Versi romaneschi), Edito a cura dell’Associazione fra gli ex alunni di Tata Giovanni,1930, Roma

Sbardelli Gualtiero: La Sora Lalla ha fatto bucia: brillantissima Commedia romanesca in due atti. Chiusi, Tip. Gentilini, 1932.

Sbardelli Gualtiero: Sorrisi e lacrime. Poesie romanesche e italiane. Roma, 1923

Sedda Filippo: Il prodigio dell’ordinario. La santità quotidiana di Rosa da Viterbo. Edizioni Frate Indovino, Perugia, 2018.  Contenuti. INDICE – // Il prodigio dell’ordinario. La santità quotidiana di Rosa da Viterbo// – 7 Prologo – 13 Silenzio – 27 Accettazione – 37 Esodo – 47 Esilio – 55 Passaggio – 65 Posterità – 65 Segni – 68 Dalla processione civica del 1512.. – 70 ..alla Macchina di Santa Rosa – 74 Un roseto di santità – 80 La Processione del cuore e il Corteo storico – 85 Attualità – 89 Epilogo – 92 Bibliografia essenziale – // Un percorso del cuore e della mente sulle orme di Rosa // – 100 Premessa – 101 Rosa, donna in ascolto: la visitazione – 104 Rosa, donna sofferente: dalle ferite della vita alle feritoie della grazia – 106 Rosa, donna consegnata: veste l’abito della penitenza – 108 Rosa, donna minacciata: il coraggio dell’integrità – 111 Rosa, donna donata: l’Amore più grande – 114 Rosa, donna di misericordia: le parole di “Vita” – 116 Rosa, donna affidata: l’esilio – 119 Rosa, donna riconciliata: il rifiuto – 121 Rosa, donna fatta Chiesa: un corpo incorrotto – // 124 Lettura dell’icona di santa Rosa da Viterbo//

Sereni Umberto (a cura di): Poeti in Toscana duemiladiciotto. Masso delle fate ed., Signa, 2018. Raccolta di liriche di oltre trenta autori. Tutte le poesie sono corredate di puntuale scheda biografica dell’Autore.

Severi Alberto: Arte sentimentale. Edizioni Il Grandevetro, Santa Croce sull’Arno, 2001. L’Autore presenta e illustra il gruppo artistico “Arte sentimentale”, nato a Firenze il 4 ottobre 2000, poi passa in rassegna opere e biografia dei cinque fondatori: Guido Del Fungo, Umberto Falchini, Amedeo Lanci, Luciano Scarpante, Gunther Wolf.

Watzlawick Paul, Beavin J. H. ,Jackson D.D. : Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi. Astrolabio, Roma 1971.

[Testo non definitivo, o forse meglio definibile come “In continua evoluzione”. Le opere qui segnalate sono destinate ad essere recensite. Quando la recensione è stata scritta, accanto al titolo viene inserito il link relativo. I commenti brevi che compaiono qui sono da considerare come preliminari e interlocutori, destinati ad essere sostituiti da testi più completi ed esaurienti].

Seiartistisei (seranmessidaccordopell’acquamaunlosapevano)

SEIARTISTISEI

Faccio mio il testo di Gianni Oliveti, pubblicato sulla locandina che annuncia la mostra collettiva “Seiartistisei”. Faccio mio un sottotitolo e avrò modo di spiegar perché. Ecco il testo di Gianni

SEI ARTISTI SEI è nata in fretta – per riempire un vuoto creatosi nel calendario mostre – mettendo insieme durante l’ultima inaugurazione sei amici che si sono dichiarati disponibili con altrettanti scampoli di mostra: cose vecchie (come le mie) esperienze diverse (come le foto di Craighead), lavori recenti (Weber), foto a tema (Mc Clintock), o a sorpresa (non so ancora di preciso cosa porteranno Beltrame e Lapi), tutto quanto animato dall’essere artisti, sempre pronti a mettersi in gioco con semplicità, anche quando si tratta di supportare le necessità del nostro Gruppo.
E il risultato? Sarà ottimo, senza alcun dubbio!…
Gianni Oliveti

“Sei artisti sei” nella titolistica di tradizione e anche d’annata non può non rimandare a “Settevoltesette”, film di successo del 1969 dove però non si parlava di arte ma di un colpo perfetto ovvero stampare milioni di sterline usando i macchinari della zecca di stato (non ricordo se fu perpetrato o se qualcosa andò storto).
Il sei qui usato è invece il numero di Artisti espositori, espositori forse inaspettatamente, imprevedibilmente, ma compiutamente e brillantemente. Sei, peraltro, è anche leggibile come voce del verbo essere e forse quel sei, se lo leggiamo con un punto esclamativo richiama non tanto un presente indicativo, quanto un imperativo del verbo essere! Appunto con il punto esclamativo! Quanto annunciato e quanto presentato a sorpresa lo abbiamo visto sabato scorso, il 13 gennaio 2018, in via degli Artisti. Aveva ragione il buon Gianni, la profezia si è avveratata. Una bella mostra. Tutto si percepiva fuorché l’improvvisazione o, come più gergalmente si dice, l’arraffazzonamento (secondo taluni raffazzonamento, secondo i più neologismo pressoché sconosciuto).
Una mostra che forse ha svolto un tema “a sua insaputa”: l’acqua.
L’elemento acqua è proposto da Luana Lapi con l’Arno, il fiume di tutti noi fiorentini, che – dato l’enorme flusso turistico e non solo turistico – è anche il fiume degli italiani tutti, e di tanti stranieri che accorrono ogni giorno dell’anno.
Anche Elisabetta Weber, a cui sono cari i temi della natura, porge un tributo all’acqua, a quella del mare a lei tanto caro, un mare toscano. Elisabetta che sa far parlare i colori con grande maestria regala qui – tra le altre opere – un mare con “tutti i colori del blu”.
Il tema proposto da Daniel Craighead è apparentemente “meno acquatico”, ma, appunto, solo apparentemente. Ci offre immagini un po’ totemiche di tronchi d’albero ammassati in terra a formare spontanee sculture o archetipali capanni; manco a dirlo i tronchi stanno sulla spiaggia, appunto accanto allo specchio marino. Suggestive le immagini fotografiche di Roberto McClintock che propongono effetti innovativi sull’intramontabile b/n; McClintock espone bellissime immagini del figlioletto, ma non si esime – quasi una premonizione – di inserire anche lui il dovuto tributo: si riconoscono un acquario e uno specchio lacustre con canna da pesca!
Confesso che non ho trovato, se non in tracce, acqua nei dipinti di Giampaolo Beltrame; tra scenari terribili popolati da gente impaurita dalle catastrofi, e anche tra personaggi che offrono speranza e umana solidarietà, tuttavia l’elemento acqua pur assente nella figurazione è suggerita, quindi presente, dalle immagini: vigili del fuoco, desertificazioni, violenza degli elementi.
Ultimo ma non ultimo Gianni Oliveti, che ha estrapolato dalla sua immensa produzione, pittorica e grafica, una serie di opere, la maggior parte delle quali – riecco l’acqua – popolata da pesci, che rimandano al tema generale della natura e dell’ecologia, ma anche a racconti scritti sempre da Gianni.

Doveroso dire che la mostra ha avuto grande successo, tanto pubblico, tanta partecipazione. La promessa di partenza “Sarà un successo” è stata mantenuta.

PS C’è stata anche un’altra analogia tra acqua e mostra, ma di questa ne parlerò prossimamente dopo averne parlato con gli artisti.

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[Testo non definitivo, da correggere, e da corredare con figure]

Con occhi diversi

Viene alla mente, per analogia, la frase simile “con gli occhi dell’altro”. Si allude qui invece alla mostra di Leggieri, Poneti e Stolfi, inaugurata il 28 ottobre 2017 al Gruppo Donatello. Tre artiste, tre tecniche, una buona coesistenza, quasi un’amalgama agli occhi, questi anche diversi, dei fruitori spettatori.
La figurazione è presente in tutte e tre le artiste. Una figurazione diversificata e diversamente declinata. L’elemento naturalistico, la figura umana, i simboli. Frutta, volti, locomotive, sorrisi, fogliame, muri senza tempo. Grafica, pittura “tradizionale”, pittura materica.
Par di cogliere – è una mia personale considerazione – una sorta di amore per le cose di tutti i giorni, semplici, pur collegate ineluttabilmente (ricordate i famosi fili interrotti di rosselliana memoria?) ai sogni, ai silenzi, all’immersione in un’atmosfera che pare fare da cornice o da ulteriore cornice alle opere.

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[testo non definitivo]