Firenze via Baracca. Qualche ricordo

Talora una frase sentita occasionalmente resta in mente nel tempo e fa da innesco a ricordi ad essa collegati.

“Autostrada Baracca” per indicare la fiorentina “Via Francesco Baracca”. Espressione tutto sommato più affettuosa che ingiuriosa.  Cominciai a sentirla  a metà degli anni ’60 quando con la famiglia mi trasferii a Firenze. Ma questo con l’autostrada quella vera, la Fiirenze-Mare che pure è vicinissima,  c’entra poco. L’espressione stava significare che via Baracca era una via di grosse dimensioni ed ad intenso traffico; le persone più anziane avevano ben colto il fenomeno col passare degli anni, avendo assistito non solo all’aumento del traffico veicolare, ma avendo conosciuto e visto e poi sparire le verghe del filobus (e pensare che tanti anni dopo, con la tramvia, sarebbero ricomparse le verghe nella vicina via di Novoli!).

A me poco più che quindicenne tuttavia la metafora “Via Baracca-Autostrada” non sorprendeva più di tanto, dato che precedentemente avevo vissuto in strade assai meno “autostrade”:  a Siena in via Pietro Formichi, una via a fondo cieco, e a Sarteano in vicolo del Bell’occhio dove si circola solo a piedi.

“Autostrada Baracca” dunque. Mi è rimasta per molto tempo un’espressione raccolta in strada davanti a qualche negozio “Se ora la mettono a senso unico la diventa una pista per le corse“.

Tornando a via Baracca e andando indietro al 1965 ricordo una cosa che oggi sembra perfino  impossibile: accanto al palazzo dove vivevo, palazzo da poco costruito, grossomodo all’altezza del ponte della ferrovia,  c’era un podere dove si poteva andare a comprare le uova! “Un podere in via Baracca all’altezza dipponte della ferrovia? Ma che se’ siuro?” Me lo son sentito ripetere più volte persino da fiorentini DOC (che evidentemente vivevano in altri quartieri!).

Qualche anno dopo sparì il podere e sorsero ancora nuovi palazzi. Quello che era il civico numero 199 di Via Baracca, divenne via Don Lorenzo Perosi. Via Perosi, a questo punto diventata traversa di via Baracca, era una sorta di cellula autosufficiente. C’era quasi tutto: un negozio di alimentari, una macelleria, un bar, un barbiere (Otello, che all’epoca stava aperto anche la domenica mattina), una parrucchiera (Edy), un elettricista, una lavanderia (Carlino e famiglia), una merceria, un garage-officina meccanica che affittava posti auto, riparava automobili e motorini; presenti ben due alberghi; era peraltro presente anche l’ambulatorio di un medico di famiglia. In altre parole in un periodo in cui a Firenze c’erano pochi supermercati (ricordo  solo quello di via Milanesi) avere i negozi sotto casa era una gran comodità. Di lì a pochi anni, attorno al 1968, le cose sarebbero cambiate e non poco, sarebbe nato infatti un nuovo supermarket Esselunga a poche centinaia di metri di distanza, proprio in via Francesco Baracca all’altezza di via Flavio Torello Baracchini. Poi tale Supermarket sarebbe stato soppresso per far posto ad uno ancora più grande, sempre della catena Esselunga, molto vicino, in via di Novoli.
Ma eravamo rimasti a via Don Lorenzo Perosi; la nascita di questa via fu  anche l’occasione per andare a studiare la biografia di Don Lorenzo Perosi (1872-1956);  scoprendo che il religioso era stato anche un valente musicista, compositore e direttore di coro.

Via Baracca rappresentava (e rappresenta) l’asse tra la periferia nord Peretola (bivio tra via Pratese e via Pistoiese) e Piazza Puccini alla quale si giunge oltrepassando il Ponte alle Mosse sotto il quale scorre il Mugnone.
Qualcosa a proposito del Ponte alle Mosse, o forse più propriamente Ponte di San Donato e oggi dalla toponomastica istituzionale intitolato a Enzo Ferrari.  Il ponte rappresenta il passaggio da Via Baracca a Piazza Puccini; dopo la piazza inizia via Ponte alle Mosse. Solo al mio arrivo a Firenze scoprii dove si trovava questa Via del Ponte alle Mosse, che fino ad allora avevo letto solo nella targhetta metallica apposta sulle  macchinette in cui dopo aver inserito la moneta, si faceva fare un giro all’apposita chiavetta e dallo sportellino in basso usciva la pallina di  chewing-gum (oggi descritti come distributori di palline di chewingum del passato, ovvero oggetto vintage). Curioso che il Ponte sia stato intitolato a Enzo Ferrari; pare che una certa analogia con le corse (non quelle di Formula 1!), dato che con il nome “Le mosse” si intendesse il punto da cui partivano i corridori di una gara che si svolgeva in un passato lontano: il Palio dei Barberi, corso da cavalli senza fantino, che partivano appunto dal Ponte alle Mosse, avendo come punto di arrivo, attraversando le strade del centro, l’odierno arco di San Pierino. La manifestazione venne interrotta nel 1858 e non fu più ripresa.

Attraversandolo nel tempo migliaia di volte ho assistito a molti cambiamenti; per esempio alla modificazione progressiva di un tabernacolo posto proprio sul Ponte alle Mosse, più volte danneggiato e più volte restaurato. Ho visto anche nascere e scomparire case, insegne, negozi e quant’altro. Tanto per dirne una la Lela Bambole scomparsa oramai da tanti anni.
Via Baracca è stata negli anni a doppio senso di marcia a senso unico, a senso unico con corsia preferenziale per gli autobus (in tempi passati, già detto, in via Baracca correva il filobus sulle rotaie).

Gli autobus  che prendevo spesso per andare in centro erano il 29 il 30 e il 35; tutti e tre facevano capolinea a Piazza Stazione davanti al Bar Deanna, autentico punto di riferimento per fissare appuntamenti nell’era in cui i cellulari erano di là da venire.
Caratteristica di via Baracca era la passerella di attraversamento a livello del Barco che ora non c’è più. Fu sostituita da un passaggio pedonale si semaforico, sicuramente più moderno, ma meno fascinoso della passerella sopraelevata.

Impressionante il confronto tra foto attuali di via Baracca e foto di una cinquantina di anni fa viste sui social o in casa di amici…
Il rapporto della strada con i passanti ricorda quello della “distanza tra le case e le cose” citato da Riccardo Sforzi.
Come non ricordare ancora il “silenzio assordante”, contrapposto al rumore del traffico abituale, di Via Baracca nelle domeniche di austerità del 1973, e ahimè ripropostosi, per motivi assai differenti,  nel più recente lock down 2020.

Alluvione 1966. Il 4 novembre l’acqua arrivò anche in Via Baracca, e neppure tanto bassa. Ricordo un lago d’acqua in cui “galleggiavano” auto danneggiate, l’allagamento degli ingressi dei palazzi e dei negozi;  ricordo in quei giorni  le fondamenta del costruendo hotel Nord Florence

Ci sarebbe da dire ancora tanto su Via Baracca, di ristoranti, di cinematografi (Aldebaran e Puccini, anche se il secondo non è proprio in via Baracca), di esercizi commerciali vari nati o variamente modificatisi nel tempo o scomparsi, di palestre e di quant’altro,… e ne dirò quanto prima.

Aggiungo in data 2 Giugno 2021. Rilevo con grande piacere che questo articolo ha avuto un certo consenso. Ho ricevuto diversi messaggi. Grazie a tutti. Un ringraziamento particolare a Redo e Simeone, che mi hanno segnalato imprecisioni e fornito altre notizie. Ho cercato di inserirle e li ringrazio ancora.

Letture e riferimenti bibliografici

Corsa dei Barberi Documento WEB visto e letto 2 Giugno 2021

Perosi, Lorenzo Documento WEB visto e letto 2 Giugno 2021

Quando a Firenze si correva il Palio, Teccani on line Documento WEB visto e letto 2 Giugno 2021

Sforzi R.: La distanza tra le case le Cose (Rubrica “Scenografia urbana”) Etruria Medica Vol IV (1989), n. 2, pag. 121-123

(Continua)