Ventiventi

Ed eccoci dunque all’inizio della terza decade del ventunesimo secolo del secondo millenio. Il duemilaventi in lettere, il 2020 in cifre, che molti hanno deciso di chiamarlo confidenzialmente ventiventi. Fa un certo effetto pensare che il “lontano” 2001 dell’Odissea nello spazio che pareva così lontano quando uscì il film (correva l’anno 1968), ha compiuto già l’età in cui gli umani si lasciano dietro le spalle le superiori per approdare all’università o fare l’ingresso nel mondo del lavoro! Ma questo è. Fa un certo effetto anche ricordare che ben venti anni ci separano da quel 31 12 1999 quando il millenium bag doveva provocare disastri informatici inenarrabili, ma in realtà e per fortuna non avvenne! Bisestile, il duemilaventi, oramai appellabile anche ventiventi è venuto alla luce poche ore fa. Molti lo hanno salutato a casa, molti nelle piazze, altri in discoteca, altri tra cui io a teatro. E anche dal palco veniva in qualche modo un messaggio sull’inesorabile scansione temporale. Ho visto infatti “Canto di Natale” o “A Christmas Carol”  che dir si voglia tratto dal romanzo di Charle Dickens e rappresentato dalla  Compagnia dell’Alba. Ebenezer Scrooge era interpretato Roberto Ciufoli (ex Premiata Ditta). Chi ha letto il libro o visto il film ben sa che tre spiriti compaiono in scena, lo spirito del Natale Passato, quello del Natale Presente, quello del Natale futuro…

Per ora buon anno a tutti e appena posso aggiungerò dell’altro…

E pensare che proprio oggi, il primo dell’anno mi ero riproposto di postare un articolo su una vecchia costruzione in via Lorenzo Il Magnifico! Beh avevo scelto anche un bel titolo, ma oramai quell’articolo è destinato a rimanere ancora allo stato di bozza, titolo compreso.

Il Principe di Sansevero

 

Raimondo de Sangro. Il Principe di Sansevero

 

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Contestualizzazione, limiti e preambolo, ossia la genesi di questo testo.

Il Principe di cui qui si parla è Raimondo de Sangro, settimo Principe di Sansevero.

Talora le cose vengono da molto lontano. Ci sono dei momenti nella vita di ognuno scopre, o riscopre, qualcosa fino ad allora sconosciuto o scordato. Pensieri si affollano nella mente, contenuti talora isolati, talora ricorsivi. Letture, ricerche, interessi, curiosità, persone, luoghi, memorie…  Poi anche citazioni apprese in occasione di presentazioni letterarie o cordiali chiacchierate con storici dell’arte… Vale anche  per ricordare come  è che sono arrivato, tanti anni fa, al desiderio di approfondire la storia di Raimondo di Sangro e del “Cristo velato”. Una sorta di flex point. Il desiderio di scrivere per conoscere, per raccontare ad altri, ma anche, forse soprattutto,  per pensare. Oltre a ciò sarà preso in considerazione  l’eventuale inserimento di disegni, figure, schemi, tabelle, elenchi e quant’altro utili alla stesura e alla lettura. Come sempre saranno auspicabili e anche graditi suggerimenti e consigli da parte di chi leggerà questo testo.  E’ inoltre mia intenzione organizzare  qualche evento, ad esempio un seminario o altra iniziativa (in presenza o anche da remoto in modalità on line) sul tema.

Forse fu così che ebbe inizio.  Fu molti anni fa, probabilmente in Luglio, o comunque in un mese caldo dell’ormai lontano  2008, piacevolmente chiacchierando con un prelato, originario delle mie parti. Ci incontrammo proprio nel borgo dove entrambi siamo nati, dove avevamo vissuto in tenera età, da dove ci eravamo allontanati – cosa che accadeva in tante famiglie – per andare a vivere altrove, e dove eravamo quel giorno tornati. Parlammo di molti argomenti legati tra loro non necessariamente da un filo strettamente logico, ma da associazioni di idee, le più varie. Parlammo tra l’altro di sogni, di conclave, e più in genere di sogni a tema ecclesiastico-religioso; questa discussione prese le mosse proprio dal fatto che una persona ci avevano raccontato di aver sognato consessi di prelati e porporati. Passando da un argomento all’altro si giunse a parlare di San Severino Abate, poi da  San Severino Abate a San Severo, indi  alla Cappella di San Severo e a quindi Raimondo De Sangro. Conversando evidenziammo curiosamente che nella parola Sangro  SANG, è anche la parte iniziale della locuzione SAN Gennaro e anche della parola SANGue, correlata al Santo. Di lì a poco, pochissimi giorni dopo, per una coincidenza davvero singolare, scoprii occasionalmente una libreria di testi usati, una di quelle librerie che sembrano uscite da un romanzo, e manco a dirlo mi trovai di fronte ad un libro sull’argomento che naturalmente subito acquistai (e su libri e librerie ci sarà da dire!). Fu una scoperta e fu l’inizio di un interessante percorso di lettura e rilettura, di ricerca, di approfondimento.

Una importante ricorrenza. piace ed è doveroso citare l’anno 2021, anno significativo in quanto importante anniversario. Sono state promosse manifestazioni culturali ed iniziative editoriali  per i 250 anni dalla scomparsa del Principe avvenuta nel 1771. Si veda in proposito  in questo stesso blog l’articolo “2021 quattro anniversari” dove ne è stata data menzione e dove eventuali ulteriori notizie in futuro saranno aggiunte.

Immagini “primordiali” e immaginario collettivo. Quando  passiamo in rassegna i nostri ricordi di racconti o di cose vissute o anche semplicemente lette,  visualizziamo  personaggi, volti, scene di vita, e quant’altro. Possiamo – semplificando molto – forse distinguerle in  immagini “principali, prevalenti” e immagini “secondarie, marginali”, che riemergono, immagini che magari avevamo dimenticato, ma che poi secondarie non si rivelano e non lo sono per nulla (ma questo, pur interessante, è un altro discorso! Magari da fare a parte; anzi sicuramente da fare!). Nel contesto dell’argomento di cui si parla, sicuramente due  immagini sono  quelle più immediate, quelle che emergono dalla memoria, quelle che si impongono all’attenzione: la figura del Principe, che fu un singolare geniale ed eclettico personaggio, la straordinari scultura del Cristo velato, voluta e commissionata dallo stesso Raimondo de Sangro,  nella Cappella Sansevero che è un capolavoro destinato all’eternità.

Una storia affascinante. Ogni biografia, ogni storia di vita, ha una propria singolarità e complessità; quella del Principe è particolarmente densa di avvenimenti e di fascino. Come ogni storia è  anche questa fatta di date, eventi e personaggi, e ne è particolarmente ricca. Non è semplice trovare un punto di partenza, come talora si dice uno starting point, il fascino a mio avviso sta soprattutto  nel cogliere la complessità, costituita dalle unità, dalle  tessere, dalle molte maglie, che compongono una straordinaria rete; in altre parole cogliere l’atmosfera. Infatti cogliere l’atmosfera di un evento, di un luogo, di un periodo è una straordinaria esperienza che la lettura può far vivere. Tale esperienza  potrebbe forse esser definita come “vivere la lettura”. Dopo una prima stesura verrà anche il tempo della rilettura, anzi delle riletture periodiche, e della correzione di involontari seppur inevitabili errori, poi vi saranno ulteriori interventi, ulteriori letture, e così via, fino   fino ad arrivare ad un testo soddisfacente. Impresa non semplice, ma anche  sfida interessante.

Un aspetto da tenere presente durante la stesura sarà quello di curare attentamente le fonti bibliografiche, aspetto che meriterebbe  un apposito spazio, forse un paragrafo, o forse anche un capitolo. Utilissima anche la ricerca di vecchi documenti in quelle  biblioteche che conservano testi molto antichi. Sono poi presenti monografie spesso a diffusione locale, di nicchia, e a tiratura limitata; importante cercarle, ma soprattutto riuscire a trovarle. Del resto già molti studiosi e da molto tempo si sono dedicati alla ricerca di tale documentazione, che in parte –  alcuni storici lo testimoniano – è purtroppo andata persa. Parimenti col passare del tempo si assiste ad un sempre magiore interesse, evidenziato anche da  nuove pubblicazioni. Altresì sono stati prodotti numerosi documentari, nonché messe in scena rappresentazioni teatrali. Recentemente sono comparsi anche vari eBook sull’argomento. Utile sarà poi approntare schemi e tabelle da inserire nel testo.

Siamo di fronte ad un personaggio e alla sua umana vicenda in cui storia e leggenda tendono ad avvicinarsi (non sono pochi gli articoli o i capitoli di libri in cui la storia e leggenda coesistono in un’alternanza-complementarietà talora davvero inestricabili! E’ così possibile trovare le parole storia e vita unite alle parole leggenda, segreti, misteri). Vale qui pertanto, come del resto sempre dovrebbe essere, adottare la linea della estrema prudenza, che passa per la già ricordata attenta ricerca e scelta delle fonti, per un’attenta lettura, per un approfondito studio.  Sempre soffermarsi a riflettere. Poi c’è da  individuare  un metodo di narrazione. Partire dalla biografia per arrivare alle opere, invenzioni e scoperte? Più di un elemento lo suggerirebbero: la sete di conoscenza, il talento, la curiosità di Raimondo de Sangro. Partire dalla Cappella di Sansevero e risalire alla storia della famiglia de Sangro? Oppure avere una scrittura totalmente libera ricca di rimandi a testi e citazioni? La seconda ipotesi appare interessante, tuttavia verrà deciso in corso d’opera; e forse non potrebbe essere diversamente. Da sottolineare che, data la vastità del tema, questo altro non potrà essere inevitabilmente che un punto di partenza, e magari uno stimolo per incuriosire lo scrivente e il lettore e suggerir loro ulteriori letture di approfondimento (alcune qui proposte in bibliografia).

Pur con una certa libertà di scrittura sarà  seguito per quanto possibile il criterio espositivo  cronologico; verranno poi aggiunti eventuali richiami, approfondimenti, integrazioni. Si tenterà di cogliere particolari aspetti quali il clima sociale e le atmosfere dell’epoca, il carattere dei personaggi.

Da Torremaggiore a Napoli. Se, rispetto alla storia del casato de Sangro dobbiamo individuare “dove tutto ebbe inizio“, la risposta è Torremaggiore, in provincia di Foggia, per secoli feudo dei de Sangro. Il castello diventerà proprietà dei di Sangro nel sedicesimo secolo, ma risale ad assai prima, al 1093. La famiglia ha molti possedimenti in Puglia; è nei primi anni del 1500 che si trasferisce a Napoli. Nella discendenza del casato sono presenti anche dei Papi. Per la genealogia della famiglia de Sangro si consiglia l’ottimo testo di Piedimonte (p.13 e seguenti).

A Torremaggiore è presente una lapide sulla facciata della Chiesa di S. Anna o del Rosario: 

CAPPELLA DI SANT’ANNA / EDIFICATA NEL 1701 / DAI DE’ SANGRO E DONATA  / ALL’ARCICONFRATERNITA / DEL SANTO ROSARIO / IL 30 MAGGIO 1756 DAL PRINCIPE / RAIMONDO DE’ SANGRO

Il tempo. La Napoli di Raimondo de Sangro è in larga parte la Napoli di Carlo di Borbone, Il cui regno data dal 1734, anno in cui entra in Napoli da Porta Capuana il 10 Maggio, al 1759, anno in cui con il nome di Carlo III diverrà Re di Spagna. Una Napoli ricca di arte, cultura, di importanti e notevoli personaggi.

 Cenni biografici di Raimondo de Sangro. Raimondo de Sangro nacque a Torremaggiore – feudo di Capitanata – il 30 Gennaio 1710; sua madre morí il 26 Dicembre 1710 quindi senza che Raimondo potesse praticamente conoscerla (un fatto questo che probabilmente lo influenzerà durante la sua esistenza e probabilmente lo accosterà agli studi sulla vita e sulla morte), ebbe un’infanzia travagliata, venendo a mancare presto anche la guida paterna, dato che il padre Antonio  per motivi giudiziari dovette riparare in più di una città e anche all’estero, a Vienna e in Portogallo (rientrerà a Roma dalla Spagna, dopo essersi fatto sacerdote, nel 1730).  Alla cura di Raimondo pensarono i nonni paterni già dal 1711; essi furono Paolo e Geronima Loffredo, dei principi di Cardito (i nonni materni furono invece Aurora Sanseverini e Nicola Gaetani dell’Aquila). Nonostante tutto ciò Raimondo eccelse da subito negli studi presso il collegio romano dei Gesuiti a partire dal 1720  per una decina di anni dove ebbe insegnanti come padre Carlo Spinola (fratello del cardinale Giorgio Spinola) e Domenico Quarteironi (talora indicato anche Domenico Quarteroni o Quartarone). Raimondo fu scrittore (ed anche stampatore-editore di se stesso), militare (compì studi di tattica e di strategia, partecipò distinguendosi alla battaglia di Velletri),  Gran Maestro della Massoneria, inventore, studioso di molte discipline. Nel 1726 acquisì i feudi in eredità, ma gravati da debiti. Nel 1730, terminati gli studi dai Gesuiti, lasciò Roma, per vivere Napoli e recarsi presso i propri possedimenti in Puglia. Nel dicembre del 1735, a Torremaggiore, sposò la cugina Carlotta Gaetani (la madre del Principe era anch’essa Gaetani) giunta a Napoli dall’Olanda per il matrimonio. A partire da novembre 1735 ebbero inizio importanti e solenni preparativi per il matrimonio. Vico (1668–1744) scrisse un sonetto intitolato “Alta stirpe d’eroi” e Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736) musicò un preludio su testo di Giuseppe Antonio Macrì. Il Nostro fu ammesso il 30 Marzo 1743 alla prestigiosa Accademia della Crusca nata a Firenze presso la quale adotterà il motto “Esercitar mi sole” e il nome di Esercitato. Raimondo di Sagro fu iscritto anche all’Accademia dei Ravvivati di Roma e alla Sacra Accademia di Firenze. Parte significativa della notorietà di Raimondo de Sangro è legata a quel capolavoro che è la  Cappella di Sansevero che il Principe fece restaurare a partire dal 1744 con notevole impegno economico. La straordinaria intensa e operosa esistenza di Raimondo di Sangro si conclude nel proprio palazzo a Napoli  il 22 Marzo 1771.

Invenzioni e scoperte. Straordinaria la ecletticità di Raimondo de Sangro: inventore, sperimentatore,  militare, studioso, che fa di lui  un personaggio singolare. La sua figura subito rimanda a letture, racconti, ricordi, a suoi scritti (sull’arte militare, sulle sue invenzioni e anche su molte altre tematiche vuoi scientifiche, vuoi umanistiche), alle invenzioni come le macchine anatomiche (forse queste più sperimentazioni che invenzioni), armi da fuoco,  palco girevole, studi su macchine complesse e carrozze (tra queste la carrozza anfibia), fuochi artificiali, tecniche pittoriche e altro ancora. Di Sangro si occupò anche di farmacopea, botanica, chimica. Ogni storia è fatta di avvenimenti, date, persone. Accanto alla storia maggiore, principale e fondamentale del Principe, vi sono poi tante altre storie minori, tanti aneddoti. Una tra le tante curiosità riguarda la Sansevieria (talora indicata anche come Sanseveria), una pianta  appartenente alla famiglia Gigliacee,  il cui nome deve anch’essa a Raimondo di Sangro; peraltro non è l’unico caso in cui il nome del Principe è accostato a elementi del quotidiano.

Le invenzioni e le scoperte di Raimondo de Sangro  potrebbero occupare un libro intero (e infatti so dell’esistenza di qualche  libro siffatto); furono davvero molte e nei campi più disparati; è verosimile che ne esistano altre di cui non è giunta testimonianza. Rimandando inevitabilmente alla bibliografia per approfondimento, qui ne vengono schematicamente tratteggiate soltanto alcune.

  • Palco girevole (descritto talvolta come palco pieghevole) Fu una delle primissime invenzioni del Principe, creata da giovanissimo, non ancora ventenne,  studente dai Gesuiti a Roma.  Fu presentata nel 1729, in occasione dei festeggiamenti per la nascita del figlio di  Carlo VI. Raimondo  forse ispirato dagli studi su Leonardo da Vinci, creò un palco in grado di ripiegarsi su se stesso e quindi occupare pochissimo spazio. Il progetto di Raimondo  de Sangro fu scelto dal celebre ingegnere Nicola Michetti. (v. anche Piedimonte p. 29; Valori pos. 1552/5216 ed. digitale).
  • Orologio a carillons,  talora indicato anche come “cariglione” posto su un ponte costruito nel 1613, che collegava il palazzo di famiglia alla adiacente cappella. Purtroppo andato perduto alla fine dell’Ottocento, precisamente nel 1889, a causa del crollo di un’ala dell’edificio.
  • Archibugio (1739) un’arma che risultava essere, rispetto ai modelli in uso,  innovativa, in quanto ben più leggera, più maneggevole, più efficace, e con una minor quantità di polvere da sparo necessaria. Realizzata per Di Sangro da Matteo Algaria, l’arma fu donata a Carlo di Borbone.
  • Cera senza api. Ottenuta per estrazione da erbe e fiori e trattata chimicamente, tale da  diventare molto simile alla cera tradizionale prodotta naturalmente dalle api.
  • Seta vegetativa (1752) Una stoffa leggera e di particolare pregio; ottenuta dalla filatura di una pianta, l’Apocino. Probabilmente non fu l’unico esperimento del Principe nel tessile.
  • Giochi pirotecnici. Descritti in vari testi e riviste. Secondo alcuni studiosi  il Principe stesso avrebbe avuto intenzione di scrivere anche un libro sull’argomento, o che addirittura lo abbia scritto e non sia pervenuto (come probabilmente è avvenuto per altri scritti).
  • Macchinari complessi e innovativi come  la Macchina idraulica per irrigare (1739), la Carrozza anfibia talora descritta anche come “Carrozza marittima” (progettata dal Principe prima del 1770), che suscitò l’attenzione della Gazzetta di Napoli (Cit. in Masucci e Spruit, p. 282). A proposito della carrozza suddetta, si trattava di una struttura lignea che dava l’illusione di essere trainata da cavalli (che altro non erano che sagome di sughero), ma in realtà era manovrata da pedali nascosti, che, se osservata dalla riva dava l’effetto di solcare le onde. Un disegno di Francesco Celebrano, inciso  da Giuseppe Aloja rese celebre l’invenzione. 
  • Quadri cosiddetti “di lana”, con particolari effetti ottici. Testimonianza dell’ attenzione verso particolari materiali e studio dei colori.
  • Marmi artificiali. Presenti all’interno dellaCappella, non solo nei pavimenti, ma anche nelle pareti, ottenuti da lastre metalliche opportunamente trattate con una soluzione creata dal Principe.
  • Gemme artificiali. Prodotte similmente  ai marmi nella fornace di cui Raimondo De Sangro disponeva.
  • Stoffe impermeabili (1748) Una, ma non la sola esperienza del Principe legata agli interessi per la chimica. Tali stoffe risultavano per l’epoca prodotti assai innovativi.
  • Lume “eterno”, ovvero una fiamma in grado di rimanere accesa per lunghissimo tempo  (studi di chimica fatti a partire dal 1752 circa, e un libro pubblicato da Raimondo de Sangro) e Macchine anatomiche ovvero due “plastici” a dimensione reale di un uomo e una donna con scheletro, organi e albero vascolare e nervi a vista; meriterebbero e meriteranno un discorso approfondito. Ancora una volta ricordo che il presente altro non può ambire che ad essere un punto di partenza per ulteriore approfondimento. E’ peraltro possibile che altre invenzioni siano state messe in essere da Raimondo De Sangro e non ne sia giunta nota.
  • Sistema di desalinizzazione dell’acqua marina. (Signorelli, citato in Masucci, Spruit, p 265)

Il Palazzo, la Piazza, la Chiesa. Una lunga storia ricca anche di leggende. 

La Piazza è San Domenico Maggiore con l’omonima basilica e i bellissimi palazzi come, ad esempio, quello dei Petrucci. A breve distanza dalla piazza molte chiese, molte croci, conventi.

Molti eventi avvenuti nel corso dei secoli sono legati al luogo. Avvenuti anche in periodi relativamente più “recenti”. Anche fatti di cruenti. In una notte di ottobre 1590 (sul giorno esatto trovato in realtà indicazioni diverse) avvenne un fatto di sangue destinato mantenersi molto a lungo nella memoria.  Carlo Gesualdo, principe di Venosa uccise la moglie Maria d’Avalos e l’amante Fabrizio Carafa.

Il palazzo risale al 1506, commissionato dal principe Giovanni de Sangro duca di Vietri e ampliato nel 1546 e modificato anche successivamente, nel 1590, e poi ancora, come nel 1688 dopo un terremoto.

Nel 1730 iniziarono lavori nel palazzo Sansevero in vista del matrimonio di Raimondo con Carlotta Gaetani (che sarà celebrato nel 1735 dopo un fidanzamento stipulato per procura nel 1732). Ma, già accennato, la storia del palazzo più antica, molto più antica, ben anteriore all’epoca in cui Raimondo di Sangro ne entrava ed usciva in carrozza. Molte sono le descrizioni, ben dettagliata quella presente in un capitolo dedicato nel testo di Antonio Emanuele Piedimonte. Nel 1735 il palazzo fu ristrutturato a seguito di danni causati da un terremoto occorso alcuni anni prima.

Nel Gennaio 2010 è stata apposta una lapide; di seguito il testo integrale:

IN QUESTO PALAZZO VISSE, OPERO’, MORI’ RAIMONDO DE SANGRO VII PRINCIPE DI SAN SEVERO (1710-1771)
LETTERATO, MECENATE, INVENTORE
NELLA NAPOLI DEI PRIMI LUMI
INGEGNO STRAORDINARIO
CELEBRE INDAGATORE DEI PIÙ RECONDITI MISTERI
DELLA NATURA
IL COMUNE DI NAPOLI E IL COMITATO PER LE CELEBRAZIONI
DEL TRICENTENARIO DELLA NASCITA DI RAIMONDO DI SANGRO
POSERO IL 30 GENNAIO 2010

La meravigliosa Cappella; sintetica rassegna delle opere. Ed eccoci alla Cappella di Sansevero, Non è solo un capolavoro, uno scrigno ricolmo di tesori: sculture, affreschi, scritte, simboli. E’ anche un capolavoro di armonia dove i singoli elementi, le singole opere partecipano alla totalità, all’insieme, in un reciproco potenziamento. E’ una conservazione di memorie storiche, attraverso immagini affrescate e statue della dinastia del Principe e di figure religiose notevoli. E’ anche un’atmosfera ricca di emozioni difficili da descrivere (viene a mente la sindrome di Stendhal!). Proprio questo aspetto è quello che vorrei cogliere, ed è l’aspetto più affascinante, ma proprio questo aspetto è difficile da descrivere! Interessantissime le storie delle singole opere, del loro significato, degli artisti che le realizzarono. Accanto alla storia non poche leggende sono legate a questo luogo.

La Cappella di Sansevero (talora indicata anche San Severo). Struttura esistente da molto tempo, quindi già ricca di propria  storia, fu restaurata da Raimondo de Sangro a partire dall’anno 1744, è strettamente collegata a quella dell’omonimo palazzo e rimanda naturalmente alla biografia di Raimondo de Sangro, alla sua discendenza, alla commissione di opere a Giuseppe Sammartino (Napoli 1720 – 1793) e ad altri scultori; a un certo momento c’è una sorta di “Ricomposizione a memoria” (e su questo varrà la pena mostrare, più avanti,  una immagine del 1986,  pur relativa a tutt’altro argomento, ma intitolata proprio così), alla storia dell’edificio, alla storia della Cappella di Sansevero. Nasce l’esigenza di ordinare cronologicamente e tematicamente date, eventi, persone e personaggi (e ancora una volta viene a mente il concetto di riformulazione). Una rete mirabile, insomma, prendendo a prestito l’espressione dall’anatomia, e, curiosamente, rete (quella scolpita in una statua) e proprio l’anatomia (quella delle macchine del Principe) si ritrovano.

Ben descritto nella “BREVE NOTA DI QUEL CHE SI VEDE IN CASA DEL PRINCIPE DI SANSEVERO D. RAIMONDO DI SANGRO NELLA CITTÀ DI NAPOLI”  del 1767 (un testo pur datato,  molto bello, breve, sintetico, ma importante e davvero utilissimo) il complesso sistema di arcate, mausolei e pilastri ognuno dei quali dedicato ad un membro della famiglia e alla propria relativa consorte.

La Cappella racchiude al suo interno il “Cristo velato” scolpito da Giuseppe Sanmartino, 1753; della mirabile opera esiste un bozzetto in creta eseguito dallo scultore  Antonio Corradini (tuttora oggi conservato), cui era stata commissionata l’opera,  ma che non poté eseguire poiché morì  nel 1752). Presenti poi altre meraviglie scultoree e pittoriche. Di seguito un elenco delle altre statue presenti in Cappella (Fonte: il sito del Museo Cappella Sansevero)

Il sito WEB, molto curato, suddivide schematicamente la descrizione della cappella in vari temi: Altare Maggiore, Volta Pavimento Labirintico, Tomba di Raimondo Di Sangro, Dipinti, Cavea sotterranea, Sacrestia. Di ognuno di questi ci sarebbe da dire moltissimo. Qui, necessariamente solo brevi accenni. Numerose lapidi accompagnano le statue; le scritte scolpite sono molto interessanti, e saranno oggetto di trattazione e approfondimento.

Tomba di Raimondo Di Sangro (eseguita da Francesco Maria Russo).  L’opera, disegnata da Russo quando il Principe era ancora in vita,  è arricchita da simboli scolpiti, dal ritratto del Principe, da una lapide esplicativa.

Cristo velato. Senza retorica, pensando inevitabilmente alla Sindrome di Stendhal,  ilCristo velato è un’opera straordinaria e suggestiva, come al mondo poche o forse nessuna esistono. Nelle intenzioni di Raimondo, la statua doveva essere scolpita da Antonio Corradini, (lo stesso che aveva fatto Pudicizia Velata). Corradini aveva iniziato i lavori nel 1750, ma scomparve nel 1752, lasciando però un bozzetto in terracotta del Cristo, ancor oggi conservato al Museo. Così l’incarico per la realizzazione del Cristo velato fu passato a  un giovane artista napoletano, Giuseppe Sanmartino. Doveva  realizzare una statua marmorea a grandezza naturale, rappresentante  Gesù Cristo morto, coperto da un velo che lasciasse trasparire il sottostante corpo martoriato dal supplizio subito. E’ straordinario come l’effetto desiderato dal committente e magistralmente eseguito dallo scultore, creandolo da un unico blocco di marmo,  sia stato pienamente raggiunto, provocando nello spettatore che nel vedere le membra martoriate, le vene, i segni della sofferenza attraverso il velo, resti vivamente impressionato ed emozionato. Tale velatura è stata oggetto anche di leggende, non ultima quella che la riteneva possibile risultato degli studi del Di Sangro sui processi alchemici. E’ una tra le più visitate ed apprezzate opere scultoree presenti in Italia.

Volta. Meraviglioso pettacolo alzando gli occhi in alto. E’ la volta affrescata da Francesco Maria Russo (1749). Ai lati dell’affresco sono rappresentati i Santi protettori della famiglia e i Cardinali della famiglia. Il mirabile affresco è noto come “Gloria del Paradiso” o anche come “Paradiso dei di Sangro”.

Statue delle virtù:

Amor Divino Un giovane con lo sguardo rivolto al cielo, dedicata a Giovanna di San Lucido, moglie di Giovan Francesco di Sangro V Principe di Sansevero scomparso nel 1698 (in passato è stata scolpita erroneamente altra data). Attribuita a Francesco Celebrano, eseguita attorno al 1756. Celebrano iniziò a collaborare col principe a partire dal 1752 (.v. p 252, in Masucci, Spruit, 2020)

Decoro, eseguita da Antonio Corradini (1751-52). Dedicata a Isabella della Tolfa e Laudomia Milano, che furono le due mogli di Giovan Francesco de Sangro terzo Principe di Sansevero. Nella composizione un giovanetto è appoggiato ad una colonna, sopra cui è la testa di un leone, ove è scolpita la frase “Sic floret decoro decus” (così la bellezza rifulge per decoro).

Disinganno Scultura commissionata a Queirolo (scultore arrivato a Napoli nel 1752 chiamato da da Raimondo di Sangro; Queirolo lavorò alla realizzazione delle statue della cappella per sette anni circa ed ebbe un compenso di oltre ottomila ducati). La statua rappresenta uomo che si libera da una rete con l’aiuto di un amorino; è dedicata ad Antonio, il padre di Raimondo, che dopo una vita tumultuosa fu costretto a riparare all’estero per tornare solo in tarda età in patria ritirandosi in un istituto religioso. Antonio di Sangro scomparse nel 1757 all’età di settantadue anni. Nel monumento a lui dedicato  presente una lapide esplicativa scritta in latino.

Dominio di se stessi (1767), Ideata da Queirolo, ma eseguita da Francesco Celebrano, in ricordo e in onore di Geronima Loffredo, nonna paterna di Raimondo. Il tema del dominio è rappresentato da un guerriero che tiene alla catena un leone.

Educazione In onore di Girolama Caracciolo e Clarice Carafa, che furono  le due mogli del secondo principe di Sansevero  Paolo di Sangro. Rappresenta una donna che parla a un fanciullo. Nel monumento è la scritta scolpita «Educatio et disciplina mores faciunt». Presente una lapide che recita:  HIERONYMAE CARACCIOLO / ANTONI CASTRIFRANCI PIVRIVMQVE FEVDORVM DOMINI /  ET LVCRETIAE CARACCIOLO FILIAE / PAVLI DE SANGRO PRINCIPIS SANCTI SEVERI / TRITAVI MERENTISSIMI / PRIMIS NVPTIIS CONIVGI / MATRI PIAE SAPIENTI FELICI / ET / CLARICI CARAFAE / ANTONI PRINCIPIS STILIANI / ET HIPPOLYTAE CONSAGAE FILIAE / CONIVGI NVPTIIS ALTERIS / MATRI ET IPSI OPTIMAE / SED VNO OPTIMO NATO VIX DVODENNI / FATIS IMPROBIS EHEV SVRREPTO MISERAE / IN EDVCANDIS LIBERIS AMBABVS SOLLERTISSIMIS / RAYMVNDVS DE SANGRO / PRINCEPS SANCTI SEVERI P. /  A MDCCLIII

Liberalità (dedicata a Giulia Gaetani d’Aragona, moglie di Paolo di Sangro quarto principe di Sansevero), Opera di Francesco Queirolo.

Pudicizia velata, (1752) dedicata a Cecilia Gaetani dell’Aquila d’Aragona (1691- 26 Dicembre 1710),  madre di Raimondo de Sangro; il Principe l’amò sempre nonostante non l’avesse praticamente conosciuta. La Pudicizia Velata fu opera di Corradini. Accompagnata da lapide, volutamente scolpita spezzata su cui poggia una mano, a significare la prematura scomparsa.

Sincerità, dedicata alla moglie Carlotta Caetani, statua realizzata con la stessa Carlotta in vita. Fu realizzata da Francesco Queirolo tra il 1754 e il 1755

Soavità del Giogo Coniugale, dedicato alla nuora Gaetana Mirelli, sposa di Vincenzo e figlia di Giuseppe Maria Mirelli. Il monumento noto precedentemente come “Benevolenza coniugale” fu portato a termine dallo scultore Paolo Persico nel 1768. (V. Masucci , Spruit, 2020, p. 269)

Zelo della Religione. Eseguita da Francesco Queirolo, 1754-55. Dedicata ad Adriana Carafa della Spina, moglie di Giovan Francesco di Sangro primo principe di Sansevero.

Statue dedicate ai membri della famiglia Di Sangro e a Santi. Eseguite da diversi scultori, ognuna con una propria storia.

Monumento a Cecco Di Sangro, nipote del primo principe di Sansevero (realizzato da Francesco Celebrano, 1766). Raffigurato mentre esce dal sarcofago sguainando la spada. Secondo alcuni ispirata ad un episodio secondo cui Cecco durante le fasi di si fece rinchiudere in una bara per poi uscirne notte tempo e sorprendere i  nemici. Presente una lapide con una lunga scritta scolpita.

Monumento a Giovan Francesco Di Sangro, Quinto Principe di Sansevero

Monumento a Giovan Francesco Di Sangro, Primo Principe di Sansevero dal 1587

Monumento a Giovan Francesco Di Sangro, Terzo Principe di Sansevero  (Attribuito da alcuni a Antonio Corradini, 1752; da altri invece a Celebrano).  Visse dal 1587 al1627. Successivamente (nel 1752) Raimondo di Sangro  fece erigere monumento in sua memoria; presente una lapide: JOHANNI FRANCISCO PAULI F. SANGRIO / DUCI TURRIS MAJORIS / QUI PATRIS EXEMPLUM SEQUUTUS / MILITAVIT STRENUE FELICITER / DONEC IN AFRICA AD PUGNAM ALARACICAM / IN QUA CUM LECTISSIMA NOBILIUM MANU / DE SUO STIPENDIA FACIEBAT / NACTUS MORBUM INSANABILEM / OBIIT IX. KAL. JUN. A. MDCXXVII / RAYMUNDUS SANGRIUS S.SEVERI PRINCEPS / ATAVO SUO INCOMPARABILI P.A.D.MDCCLII. 

Monumento a Paolo Di Sangro, Secondo Principe di Sansevero

Monumento a Paolo Di Sangro, Quarto Principe di Sansevero

Monumento a Paolo Di Sangro, Sesto Principe di Sansevero (1659-1726)

Monumento ad Alessandro Di Sangro, figlio del primo principe di Sansevero Giovan Francesco di Sangro e Patriarca di Alessandria. Il patriarca di Alessandria fu anche arcivescovo di Benevento.

Santa Rosalia Legata al culto della famiglia, come Sant’Odorisio. Il nome Rosalia fu imposto ad una figlia (nata il 4 Luglio 1748) del Principe in onore della Santa.

Sant’Oderisio talvolta indicato anche come Sant’Odorisio. Antenato dei Di Sangro, morto in santità nell’Abbazia di Montecassino intorno all’anno mille (Valori pos. 1447/5216 ed. digitale). Raimondo di Sangro firmò  nel 1756 l’iscrizione apposta al monumento a Sant’Odorisio; nello stesso anno firmò anche l’iscrizione ad altri monumenti da lui commissionati.  

Ognuna delle opere brevemente descritte meriterebbe un’autonoma trattazione relativa alla storia e significato; qui come già detto, presenti solo brevi indicazioni. É particolarità che alcune statue sono dedicate e rappresentano persone viventi al momento della realizzazione. Molte delle statue sono corredate da lapidi e scritte esplicative in latino.

Scritti del Principe, scritti sul Principe. Molti Illustri autori hanno scritto su Raimondo de Sangro a partire, tanto per ricordarne alcuni,  da Benedetto Croce (“Storie e leggende napoletane“, 1919), a Giuseppe Galasso (“I mille volti della nuova e vecchia Napoli“, 1987), ad Antonio Genovesi (1713 –  1769; Genovesi fondò una scuola privata di filosofia nel 1739), a Gennaro Aspreno Galante (“Guida Sacra della città di Napoli” 1872). Raimondo de Sangro fu anche stampatore-editore, a partire dal 1750 circa, pubblicando presso una propria stamperia sue e altrui opere; tale stamperia, per l’epoca, rappresentava una tecnologia innovativa straordinaria.

Alcuni tra gli scritti del Principe:  “Esercizj militari per l’infanteria” indicato talvolta come “Pratica più agevole e più utile di esercizi militari per l’Infanteria” (1747) “Lettera Apologetica” (Titolo completo: Lettera Apologetica dell’Esercitato Accademico della Crusca contenente la Difesa del libro intitolato Lettere d’una Peruana per rispetto alla supposizione de’ Quipu scritta alla Duchessa di S**** e dalla medesima fatta pubblicare in Napoli MDCCL), oggetto di non pochi travagli, e pubblicata con avveniristica e rivoluzionaria copertina colorata. il libro fu però condannato e inserito nell’indice dei libri proibiti nel 1752, con conferma nel 1754 nonostante una supplica scritta dal Principe  nel frattempo, “Supplica  Umiliata Alla Santita’ Di Benedetto XIV” (1753),  “Dissertation sur une lampe antique trouvée à Munich en l’année 1753” (Titolo completo: Di Sangro, Raimondo. Dissertation sur une lampe antique Trouvée à Munich en l’année 1753. Ecrite par M.r le Prince de S.t Severe Pour servir de suite à la première partie de ses Lettres à M.r l’Abbé Nollet à Paris, sur une découverte qu’il a faite dans la Chimie avec l’explication Phisique de ses circonstances. A Naples MDCCLVL , chez Morelli,

E così, temporaneamente, termina questo scritto, che come già ribadito altrove, è solo uno starting point, un punto di partenza. Sono previsti e auspicabili  ulteriori periodici regolari ampliamenti e aggiornamenti. Il  lettore interessato potrà naturalmente giovarsi per approfondimento della bibliografia.

Bibliografia e sitografia (qui limitata soltanto a quella posseduta e a quella consultata on line)

30 GENNAIO 1710 – 30 GENNAIO 2023 : 313 ANNI FA NASCEVA A TORREMAGGIORE RAIMONDO DE SANGRO, IL PRINCIPE GENIALE Documento WEB visto e letto 03/11/2023

 

Anonimo: Breve nota di quel che si vede in casa del Principe di Sansevero D, Raimondo di Sangro nella città di Napoli nell’anno 1767. Colonnese ed, Napoli 2016

 

Alle origini del blu: il pigmento d’oltremare creato dal Principe di Sansevero. Una ricerca dell’università “Aldo Moro” attribuisce a Raimondo di Sangro, la prima sintesi del blu d’oltremare, che si ottiene in natura dai costosi lapislazzuli. Documento WEB visto e letto 7 Marzo 2024

 

Amadesi Paola: Il Principe Alchimista, Edizioni Moderna, 2013, Ravenna

Arecco Davide: Nel mondo del Principe di San Severo (1710-1761)Documento WEB Visto e letto 19 Novembre 2021 

Capecelatro Giuliano: Un sole nel labirinto. Storia e leggenda di Raimondo de Sangro, principe di Sansevero, Il Saggiatore, Napoli, 2010

Raimondo di Sangro (a cura di Gian Carlo Lacerenza, trad. di Elita Serrao dal francese), Il lume eterno (da Dissertation sur un Lampe antique trouvé à Munich en l’année 1753. Ecrite par M.r le Prince de St. Severe pour servir de fluite a la prémière partie de ses Lettres à M.r l’Abbé Nollet à Paris)

Genovesi Eleonora: ARTE, ARTE E ANCORA ARTE. A SPASSO NELL’ARTE: L’ALCHIMIA DELLA CAPPELLA SANSEVERO DI SANGRO ED IL CRISTO VELATO. https://www.francocardini.it/minima-cardiniana-394-5/ Documento WEB Visto e letto 6 Ottobre 2022

Grandiosa apertura per Armonie d’Arte Festival. Pubblico in estasi per il “Raimondo” di Toni Servillo. Documento WEB Visto e letto 24 Luglio 2022

https://www.napolike.it/turismo/place/cristo-velato-napoli/

Il pensiero velato, l’arte di Sansevero nello show di Diana, la Repubblica.it > 2021 > 07 > 10 > (Documento WEB, visto e letto 2 Settembre 2021)

Il Cristo Velato e Matilde Serao, storia di un capolavoro  (Documento web visto e letto 20 Giugno 2023)

 

L’ultima notte del Principe di Sansevero al Pozzo e il Pendolo Teatro (Documento web visto e 7 Dicembre  2023)

Le meraviglie del Principe: la straordinaria vita del Sansevero tra mito e realtà   Documento web Visto e letto 4 3 2022

Liccardo Giovanni: Napoli sotterranea. Storia, arte, segreti, leggende, curiosità. Newton Compton, Roma, 2000

Lista Lino:  Raimondo di Sangro. Il Principe dei veli di pietra. Bastogi Editrice italiana, 2005

Lo Monaco Annalisa: Le misteriose Macchine Anatomiche e la Leggenda Nera del Principe di Sansevero Documento WEB Visto e letto 29 Luglio 2022

Luise F.: CARLOTTA GAETANI PRINCIPESSA DI SAN SEVERO E LE SUE FIGLIE documento web https://www.iris.unina.it/handle/11588/683764 

Masucci Fabrizio, Spruit Leemn (a cura di): Raimondo di Sangro. Cronaca di vita e opere. Alos edizioni, Napoli, 2020.

NAPOLI MISTERIOSA: IL PRINCIPE E LA CAPPELLA DI SANSEVERO Documento WEB Visto e letto 29 Settembre 2021 

Nappi Eduardo: LA FAMIGLIA, IL PALAZZO E LA CAPPELLA DEI PRINCIPI DI SANSEVERO Dai documenti dell’Archivio Storico del Banco di Napoli. Revue internazionale d’Histoire de Banque, 1975


O’ PRINCIPE, COMMEDIA IN DUE ATTI DEDICATA AL PRINCIPE RAIMONDO DE SANGRO IL 21 MAGGIO 2022 ALLE ORE 20.30 PRESSO IL SAGRATO DELLA CHIESA MADRE SAN NICOLA DI TORREMAGGIORE Documento web visto e letto 25 Luglio 2022 

Palazzo di Sangro: ristrutturazione come sinonimo di purificazione Documento WEB, visto e letto 6 Agosto 2021

Piedimonte Antonio Emanuele: Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero. La vita, le invenzioni, le opere, i libri, la Cappella, le leggende, i misteri., Edizioni Intramoenia, Napoli, 2012

Valori Giancarlo Elia: Raimondo di Sangro. Il principe di San Severo e la magia dell’Illuminismo, Futura (Perugia)  2018

Raimondo di Sangro. Il Principe di San Severo. Documento WEB Visto e letto 21 Luglio 2022

 

Sito del Museo Cappella Sansevero

Sammartino, Giuseppe  in Enciclopedia Treccani on line (visto e letto 16 2 2020)

Le citazioni on line, come da rituale uso, sono accompagnate dall’indirizzo telematico e dalla data in cui sono state viste e lette.

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Nota editoriale – Lavori in corso. Il presente articolo, come del resto alcuni  altri presenti in questo blog  (in realtà assai pochi), è da considerare non definitivo, suscettibile di ritocchi, aggiunte,  aggiornamenti, alla luce di nuove risorse bibliografiche (in definitiva un costante “work in progress” o se si preferisce in nostra lingua “progetto in continua evoluzione”). Abitualmente, ma non necessariamente,  questo tipo di articoli rappresenta una versione on line ridotta di altra pubblicazione. E’ possibile inoltre che l’edizione on line contenga un numero inferiore o superiore (comunque diverso) di illustrazioni rispetto a quella cartacea o ad altra pubblicazione on line.

Testo non definitivo e in continua e progressiva evoluzione.  (Continua)

**** Notizia redazionale / aggiornamento periodico. Per migliorare e arricchire alcuni articoli come il presente sono in preparazione 16 tavole illustrative (lavori iniziati a partire dal 25 Agosto 2023 circa e ancora in corso) ed anche altro materiale (schemi e/o tabelle e/o altro) a complemento di questo articolo e di altri (pochissimi) articoli simili 😊 presenti in questo blog. Il progetto ha avuto rallentamenti, ma continuerà in un prossimo futuro. ****

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(continua prossimamente)