Anticipazione di libro “a sorpresa”. Una proposta.

“… dopo venti o trent’anni si scopre che ciò che veramente conta è rimasto nel paesello natio.” (C.G.Jung, lettera a Herbert Read 17.10.1948. In C. G. Jung, Lettere, Vol 2 p.117).

Felice, anche nella prigionia della città, chi riesce a conservare per tutta la vita la chiave di questa casa di campagna, per rifugiarvisi ogni tanto, e ritrovarci in fedele attesa le care immagini del suo segreto, non intorbidato dal tempo!” (Sono parole di Piero Calamandrei, citate da Franco Antonicelli nell’Introduzione al Libro di Calamandrei”La Casa di Campagna”, La Nuova Italia, 1965, p. XI)

Anticipazione di libro “a sorpresa”

Ci sono momenti in cui ti passano davanti ricordi più vari e paiono alternarsi a disparate immaginazioni a creare caleidoscopi fantastici. Luoghi familiari e luoghi lontani, persone significative e persone magari conosciute occasionalmente, esperienze, avvenimenti importanti o piccoli eventi del quotidiano, motivi musicali, strade di campagna e vie cittadine, botteghe e supermercati, e così via….

Questi itinerari del pensiero talora prendono il via in situazioni semplici, ordinarie, come quelle in cui si aspetta qualcuno o qualcosa e siamo appunto assorti. Viene in mente ad esempio la situazione di quando al telefono il centralino (oramai proprio il centralino e non più il centralinista) mette attesa di parlare con “l’iinterno desiderato” e la voce di Armstrong propone “What a Wonderful World” accompagna (e forse promuove) l’attività di cui sopra. Peraltro un’attesa siffatta diventa anche più piacevole!

E a volte potrebbe venire l’idea di non disperdere quel materiale di ricordi e fantasie e, con apposita regia e riformulazione, trasformarlo in un libro. In modo creativo.

Come tutti i libri anche quello a cui si fa riferimento avrebbe bisogno un Protagonista, a cui dare nome e attribuire caratteristiche per ora, così come andrebbe trovato un titolo accattivante e non scontato.

Un esempio.

La trama semplificata (ma nota a chi conosce il progetto).
Il protagonista è un protagonista sui generis. Talora parla di sè, talora di altri. Dá frequentemente, diventando voce narrante, spazio a vari “coprotagonisti”, che gli scrivono, gli telefonano, gli raccontano, e trasformare i ricordi di tali battute, di tali telefonate, di tali lettere, in altrettante tessere di un mosaico (in parte) fantastico.

Il Protagonista di questa storia nasce in un piccolo paese chiamato Orodiopoli. Un luogo tranquillo, con case di pietra e alcune strade ancora sterrate. All’età dieci anni, si trasferisce a Tolomeide Pispica, un luogo che lascia un’impronta significativa. Tolomeide Pispica è diversa da Orodiopoli: più grande, più rumorosa, ma con un fascino tutto suo. Il Nostro trascorre lì la sua infanzia, camminando tra le sue strade affollate. A sedici anni, si trasferisce nella ancor più grande Terra Perosa. Inizialmente vive nella zona di Nordesticavia, un quartiere moderno e pieno di vita. Dopo qualche tempo, si trasferisce a Novilnova, una zona più tranquilla e riservata. Durante il suo tempo a Terra Perosa, ha l’opportunità di ritornare a Orodiopoli e rivedere la sua vecchia casa. Ritrova un luogo magnifico, pieno di ricordi, di storia e di bellezza. E per Lui anche molto di più. Nella casa dove aveva vissuto tanti anni fa ritrova pezzi della sua adolescenza, oggetti reali, ricordi. Ogni oggetto, ogni stanza, sembrava raccontare una storia, una storia che Egli sentiva di conoscere. Questi ricordi, queste storie, lo ispirano e inizia a scrivere un libro. Un libro che racconta la sua vita, i suoi luoghi, le sue esperienze. Un libro che, nelle intenzioni sue avrebbe dovuto incitare o almeno suggerire al lettore di fare altrettanto. E così, la storia continua. E una cosa è certa: ovunque vada, il nostro personaggio porterà sempre con sé i ricordi di Orodiopoli. E continuerà a raccontare le sue storie, e a scrivere forse un altro libro.

Ma è solo un esempio. Forse.