Dove eravate….

Se a qualsiasi persona che nel 1966 era a Firenze chiedete dove era il 4 novembre, riceverete risposta certa. Sono date indelebili, date che entrano a far parte del patrimonio di ricordi, delle pietre miliari. Le risposte saranno le più varie; siamo rimasti in casa 3 giorni, eravamo fuori Firenze e abbiamo appreso dalla televisione; da noi l’acqua non è arrivata ma che spavento e così via.
La memoria di decennio in decennio è passata attraverso un novembre 1976 con i fiorentini affacciati al fiume quasi a dire “Arno, non ci riprovare”, al novembre 1986 con copione simile, ma forse attenuato e così, dai dai siamo arrivati alle nozze d’oro, al mezzo secolo, a cinquant’anni da quel fatidico 4 novembre 1966.
E’ quindi naturale che la memoria, sempre viva, si sia particolarmente accesa nel 2016 e che uomini, istituzioni, associazioni abbiano ritenuto importante ricordare quei giorni.
Molti sono già all’opera. Tra loro due amici: Filippo e Fiorenzo. Più esattamente sono Filippo Cianfanelli Fiorenzo Toniutti, e una loro imminente Mostra che si intitola appunto “Omaggio a Firenze a 50 anni dall’alluvione”, sarà inaugurata al Gruppo Donatello di Firenze. I due Artisti ricoederanno l’alluvione attraveso una cartella appositamente preparata (Cianfanelli) e attraverso il ritratto di Piero Bargellini all’epoca sindaco di Firenze (Toniutti).
Curiosamente, così come successe all’avvicinarsi dell’anno 2000, all’avvicinarsi del cinquantesimo i ricordi si riaccendono, e parlandone, altri due amici mi hanno reso partecipe di loro testimonianze, per l’appunto due Roberti, per la precisione una Roberta e un Roberto. Entrambi sono brillanti scrittori e autori di molte opere; il testo di Roberta Degl’Innocenti, compreso nell’antologia “Come un piccolo sogno” è il diario di Chiara, il diario delle due giornate fatidiche: il 4 e il 5 novembre. In calce verrà precisato che Chiara altri non è che l’Autrice, e forse il lettore lo arguisce fin dalle prime righe dove la prima riga non è un titolo, è una mirabile sintesi: “4 Novembre, il giorno che ferisce” seguiiti da quelli che sono i pensieri e l’immaginazione di una poco più che bambina di fronte allo stupore, alla sorpresa all’incredulità di fronte all’inaspettata tragedia. Chiara/Roberta riporta quanto provato, visto e ascoltato (e sono vedute e suoni davvero nuovi!) concludendo con una frase che anticipa, annuncia in qualche modo la futura Scrittrice/Poetessa: “Chiara, assorta in un pensiero troppo grande, sbirci la treccia chiusa nel cassetto. Prendi piano la penna nella mano e sulla pagina bianca nascono parole”
Diverso il testo di Roberto Lasciarrea che arriva ai giorno nostri (in realtà a cinquant’anni fa!) ripercorrendo con cura le alluvioni a partire dal 28 Ottobre 1177, quando l’Arno ruppe la seconda pila del Ponte Vecchio, per ricordare poi il secolo più “ricco” di alluvioni, il 1550 in cui se ne verificarono ben dieci, per arrivare appunto al 1966 e al ricordo della radiocronaca (unico “medium” a disposizione) di Giannini divenuta un ricordo/simbolo. Piacevole e documentatissima sintesi e documento piuttosto raro in quanto molto è stato detto sul 1966, molto meno probabilmente sulla storia dell’alluvione.

Quanto fin qui scritto è solo un piccolissimo appunto, ma la mostra di Filippo e Fiorenzo è da vedere e i testi originali di Roberta e Roberto da leggere attentamente

[Continua, testo non definitivo]

Riferimenti bibliografici
“Firenze e il suo fiume: una lunga storia d’amore e paura” di Roberto Lasciarrea (in San Sebastiano, Periodico della Misericordia di Firenze, Anno 68° n. 266 Gennaio-Febbraio-Marzo 2016, pag. 22), anche on line
http://www.misericordia.firenze.it/upload/immagini/San_Sebastiano_n_266_38396_102.pdf

Roberta Degl’Innocenti, “Chiara (4 Novembre 1966”, in R. Degl’Innocenti, Come un piccolo sogno, ed.Masso delle Fate 2015, pag. 17