Castello ideale?

Castello ideale?*

“… dopo venti o trent’anni si scopre che ciò che veramente conta è rimasto nel paesello natio.” (C.G.Jung, lettera a Herbert Read 17.10.1948. In C. G. Jung, Lettere, Vol 2 p.117).

A proposito di castelli, di mostre e di mostre sui castelli.

Non sempre i titoli rendono del tutto  giustizia a ciò di cui si parla in un testo. Forse vale anche per il dipinto in questione, dipinto datato, essendo stato realizzato nel 1974, quarantacinque anni fa e a cui è stato dato il titolo “Castello ideale“. Ideale richiama astrazione, fantasia, contrapposizione alla realtà. Nel quadro, anche se non troppo realisticamente  è percepibile la  sagoma di un castello; non è pertanto possibile ascrivere il dipinto a pieno titolo alla figurazione, ma del resto nemmeno all’astrazione pura.

Due furono i motivi che spinsero me, all’epoca ventiduenne, a creare quel quadro: il castello di Sarteano e una frase “Accomandia serener tersete” (e tale espressione poteva e forse doveva essere il titolo!).

In un vecchio appunto  manoscritto casualmente reperito (vergato con inchiostro stilografico su pagina di  vecchio quaderno databile attorno al periodo 1930 -1940) si parla di questa scritta, Accomandia serener tersete” riferendola ad una frase scolpita su un’antica pietra posta, secondo l’estensore, vicino a Sarteano, mio paese natio. Purtroppo questa pietra io non l’ho mai vista, e purtroppo non l’ha mai vista nessun altro tra le mie conoscenze; ma qualcuno ha riferito di averne sentito parlare.

Al di là del fatto se tale epigrafe sia esistita o meno (peraltro la scritta potrebbe essere stata anche copiata male) non è mai stato chiarito il significato della frase.  Da parte di persone ritenute ferrate in materia di storia locale a cui sono stati richiesti lumi, è stata prospettata l’ipotesi che potesse trattarsi della testimonianza di una sorta dichiarazione di protettorato (accomandia potrebbe stare per “accomandigia”, ovvero una sorta di contratto con cui signoria si metteva sotto protezione di un’altra signoria). Non .è stato possibile nemmeno attibuire un qualche significato alle  altre parole  “serener”  e “tersete”.

Nonostante ciò  la frase mi colpì, mi è rimasta impressa e mi è sempre piaciuta!

Anche se a tale iscrizione, a onor del vero,  mai è stata attribuita troppa importanza in mancanza di datazione, di possibile attribuzione e persino di autenticità, per me resta una bella frase, una frase che ha un bel suono, una frase che rimanda a memorie antichissime, e dunque anche ai castelli.

*Nota a margine della Mostra Collettiva CASTELLI IN ARTE Pittura, scultura, fotografia. Opere degli Artisti del Gruppo Donatello e dei Soci dell’ ISTITUTO ITALIANO CASTELLI SEZ. TOSCANA, inaugurata 11 Maggio 2019 al Gruppo Donatello

 

A proposito di un evento denominato “Mostra in piazza”

La Mostra in Piazza (altrimenti detta Mostra all’aperto) e la Mostra di Natale (altrimenti detta Mostra Sociale) sono due imperativi categorici, due manifestazioni “obbligatorie” per i soci del Gruppo Donatello, due scadenze che tuttavia i soci vivono non come obbligo, ma come l’attesa di un gioioso appuntamento in cui si porta qualcosa di nuovo della propria produzione e anche, o forse soprattutto, ci si ritrova.

La Mostra in Piazza o Mostra all’aperto che dir si voglia, per volontà del nuovo Consiglio direttivo del fiorentino gruppo Donatello, di cui al momento detiene la presidenza il professore Ugo Barlozzetti rinnoverà anche quest’anno la tradizione della storica “Mostra all’aperto”, che si svolgerà appunto in piazza Donatello (Piazzale per i perfezionisti cultori della toponomastica!) nei giorni 13-14 e 15 Giugno 2019.

E’ forse una scelta di campo: quasi mai la mostra è iniziata di Sabato o Domenica; stavolta finisce di Sabato invece finisce; quasi sempre come stavolta ha avuto inizio, corso e fine nei giorni infrasettimanali.

Più che mai quest’anno è nell’aria il desiderio di riattivare, riattualizzare, far rivivere l’atmosfera, il significato e lo scopo con cui la Mostra (ma Mostra e basta, per quanto con la emme maiuscola è riduttivo!) era nata nel 1948. Fondamentali artefici all’epoca furono gli artisti Mario Moschi, Delio Granchi, Bruno Catarzi ed Eduardo Gordigiani.

Tale spirito, tale clima si evince dalla lettura delle pagine del volume “IL QUARTIERE DEGLI ARTISTI” curato dalla storica dell’arte Vittoria Corti :

“Mettere le opere in piazza fu appunto, un espediente per invogliare i passanti a guardarle, incuriosirli, educarli e trarne diletto. Si combinò, per l’occasione, anche una gara ciclistica, con premi offerti dai commercianti della zona. Insomma si volle (e si riuscì ) dare alla manifestazione il movimento, l’affollamento, il chiasso festoso di una sagra paesana.”

Le parole della Corti testimoniano il rapporto tra arte e sport che in per un certo tempo si è affievolito, ma che in tempi più recenti si è rivitalizzato grazie soprattutto ad Enrico Bandelli. con il mondo della maratona (molti artisti hanno realizzato magliette), con il mondo della bicicletta (murales del 2013)

E di tempo ne è passato, e ogni anno ecco anche il prezioso CATALOGO MOSTRA per il quale non ringrazieremo mai abbastanza Gianni Oliveti. Siamo prossimi ai 70 anni! E’ ANCORA DISPONIBILE IL VOLUME “GRUPPO DONATELLO SESSANT’ANNI DI STORIA” tratto dalle tante testimonianze giornalistiche sulle “mostre in piazza” con rare foto di artisti, personaggi e autorità politiche dell’epoca. Parimenti non finiremo di ringraziare Francesco Bandini per un altro volume indispensabile per conoscere la storia del Gruppo Donatello (Francesco Bandini (a cura di): Artisti in Piazza. Cronache e storia del Gruppo Donatello, Alinea ed., 1983, Firenze).

Notevole per quantità e qualità l’attività culturale dell’anno 2018 del Gruppo Donatello. Si sono svolti ben 38 eventi (sei più dell’anno precedente). Tenendo conto della pausa estiva (luglio, agosto e una parte di settembre), si sono svolte mediamente 4 iniziative per ogni mese. L’attività espositiva ha visto protagoniste svariate discipline: pittura, scultura, grafica, fotografia, collage.

Sono state allestite 17 mostre; 6 personali e 11 collettive. Va precisato che molte collettive vedevano protagonisti un massimo quattro espositori, da essere pertanto considerabili piccole personali. Sono stati inoltre presentati 7 libri.

Tornando a noi, ai nostri giorni al futuro imminente della manifestazione, ecco ciò che si svolgerà a Firenze in piazza Donatello nei tre giorni:

Esposizione delle opere (ottanta artisti tra pittori, scultori, grafica, fotografia), tre conferenze serali a cura di Barlozzetti che parlerà in sequenza dei “Bronzi di Riace” (giovedi),  Alcune considerazioni su pellicole proiettate a le“Cene al Cine”: Turner, Lautrec, Fur (Diane Arbus) (Venerdi);  “Donatello e il suo tempo” (Sabato)

Non si può che concludere sottolineando i due punti di forza della mostra:

  • Sempre uguale, quindi regolarità, continuità, ricorrenza tradizione
  • sempre diversa quindi approfondimento, novità, nuove opere, talora nuove tecniche e nuove facce

E con un auspicio che è praticamente una certezza: ritrovarsi ancora qui di giugno, i piazza, per tanti anni ancora

Non è certo poca cosa!
Mostra in Piazza
Sempre uguale la mostra in Piazza
Puntuale, affollata, assolata, colorata
Sempre diversa la mostra in Piazza
Molte immagini, molti dipinti, molte persone
Anche nuove immagini, nuovi dipinti, nuove persone
Affezionati, frequentatori, passanti occasionali, cultori, curiosi, parenti, amici, pittori, giornalisti, critici, collezionisti. Altri, altri ancora. Tanti
Anche quest'anno, come ogni anno, nel mese di giugno
Quest'anno, come oramai da tanti anni, nel giugno duemilaundici
si ripete e si rinnova l'evento, piacevole e aspettato evento
il tredici giugno duemiladiciannove si apre la mostra in Piazza
il quattordici giugno duemilaundici continua la mostra in Piazza
il quindici giugno duemilaundici si chiude la mostra in Piazza
Vediamo tante cose, tanti quadri, tanta gente, anche sculture e anche volti familiari e nuovi
Dura tre giorni, tre lunghi interi giorno da mane a sera
Ci portiamo nel ricordo volti, inquadrature, dettagli, discorsi, tinte forti, mezze tinte, tratti fini, tratti forti, soggetti più svariati a due e a tre  dimensioni
Ci vedremo ancora l'anno prossimo
a Firenze, a Giugno, in Piazza Donatello

“Oh che bel castello! al Donatello al Donatello!”

Saluto ai partecipanti alla Mostra Collettiva CASTELLI IN ARTE Pittura, scultura, fotografia. Opere degli Artisti del Gruppo Donatello e dei Soci dell’ ISTITUTO ITALIANO CASTELLI SEZ. TOSCANA, inaugurata 11 Maggio 2019 al Gruppo Donatello

Questa mostra assomiglia davvero ad un libro: Le mille e una Italia di Giovanni Arpino. Nel libro si narra di un viaggio fantastico; il  protagonista è un ragazzo,  Riccio Tamarrano che dalla Sicilia attraversa l’Italia (non solo spazialmente ma anche temporalmente avanti e indietro nel tempo, incontrando persone vissute in diverse epoche, anche lontane) per raggiungere il lontano padre emigrante minatore.

Qui non c’è Riccio; al suo posto c’è il visitatore, visitatore di castelli e di mostra ad un tempo, che lungo le pareti del Donatello può anch’egli vagare da cartello a castello, da rocca a rocca, da maniero a maniero, incontrando personaggi più o meno celebri, condividendo suggestioni ed emozioni.

Il viaggio è lungo, di tela in tela ci ritroviamo ad Acquabella, ad Arcidosso, a Fosdinovo, a Monteriggioni, due volte a Poppi. Poi ancora a Quarate (il nome non inganni, non è nell’oltrepo pavese, ma nel comune della vicina Bagno a Ripoli), a Romena (Comune di Pratovecchio). Una capatina in città a Santa Maria del Fiore e alla Fortezza da Basso, di nuovo nel Senese a Staggia, ancora nell’aretino, zona che appare preferita dagli artisti, a Subbiano e Valenzano.

Si fanno incontri, nobili figure e semplici persone; gente famosa o sconosciuta. Ecco apparire il Conte Cattani, poi una semplice guardia del castello; eccoci di fronte al casato Malaspina. Ultima, ma come si dice ai congressi, non ultima tra un castello e l’altro anche Pia de’ Tolomei in quel di Gavorrano.

Tutti i castelli sono liberamente riprodotti; dipinti, disegnati, fotografati, financo scolpiti. E sono fedeli all’originale, oppure inventati, o anche sognati, talora idealizzati, accompagnati dal mistero o dal chiaro di luna. E la creazione è recente fatta appositamente per l’evento, ovvero datata, o ancora coeva alla gioventù dell’artista e talora alla sua infanzia (l’arco temporale  1958 al 2019 dice tutto!)

C’era una volta… recita il titolo di un quadro e lo recita anche un incipit universale. C’era una volta… Cosa c’era? Un re? No, c’era un Castello! Un castello, sì! “Oh che bel castello!”  Recita un altro titolo di un altro quadro, Un titolo che ci riporta all’infanzia. Ci viene da continuare “Dirondiro Dirondello“; anzi no “Oh che bel castello! al Donatello al Donatello!

A complemento di informazione ecco il link ove è possibile vedere il  catalogo della mostra:

Catalogo on line della mostra

Un ringraziamento particolare ad Anna Maria Calamandrei Santi e ad Andrea Martini che lo hanno realizzato. Un ringraziamento a tutti i soci dell’Istituto Castelli e del Gruppo Donatello che, formando un team deciso, coeso e motivato, hanno permesso la realizzazione di questo straordinario evento.

RDL