Primo giorno d’estate (titolo provvisorio pur celebrativo)

Eccezion fatta per le feste comandate e le ricorrenze importanti personali, sociali, lavorative, il primo giorno delle varie stagioni appare importante per molte persone. E dopo tre settimane di giugno, invero spesso piovose e cupe da parer poco di giugno, ecco ritornare il ventuno, il primo giorno d’estate.
Non raramente tale data, così come quelle che segnano l’inizio di inverno, autunno, primavera (memorabile “Il primo giorno di primavera”, canzone del 1969 scritta da Lavezzi-Minellono-Mogol e cantata dai Dik-Dik, in questo blog anche altrove citato, forse anche più di una volta) sono scelte per iniziare qualcos’altro oltre naturalmente la stagione! Per inciso – e qui vengo incontro alla libertà in odor di licenza a discapito della ordinata progettualità e della corretta progressione espositiva – la locuzione “fare la stagione” significava andare a lavorare in estate in qualche località vacanziera. Parimenti – c’entra poco ma mi va di dirlo – alle stesse latitudini l’espressione “fare il maiale” non era riferito a libertinaggio o similia, bensì andare intorno alla porchetta e ai salumi a rimpinzarsi, anche meglio se accompagnato da buon vino rosso.

Certe volte si sceglie, ci piace far coincidere una data importante per noi con una data importante per molti, magari per tutti. E’ un modo per connettere due eventi, in qualche modo potenziandoli entrambi, forse creando loro una nuova ricorrenza, forse una nuova nascita di qualcosa.
Nel primo giorno di estate mi vengono in mente cose che con l’estate c’entrano poco, come quello di riprendere una vecchia idea progettuale risalente al 2005 e dintorni. Ho individuato anche certi interlocutori privilegiati. Chissà?!
La memoria è libera, e va dove le pare! Ecco presentarsi il ricordo confuso di statue di Aristide Maillol dedicate a simboli, virtù, e, mi pare anche a stagioni, appunto. E ancora il ricordo di un’estate sarteanese di tanti anni fa, degli anni ’60, per la via di Radicofani. Chissà che anche quella volta non fosse stato proprio un ventun giugno! Una triade: Estate, Sarteano e la strada di Radicofani non possono non far venire in mente cene rituali che ogni tanto (praticamente ogni agosto) si ripetono; sotto il naso affettati e piatti prelibati, davanti a noi bottiglie di ottimo vino bianco ivi compreso quello di mosto. In lontananza, maestoso e illuminato il Castello! (Il correttore, una volta si sarebbe detto il proto, mia aveva fatto fare un errore umoristico: “illuminato il Castello” era diventato “illimitato cartello”!)
Viene in mente ancora – stavolta a proposito – l’estate di tanti anni fa, quando i cinema all’aperto (gioco di parole dell’epoca era che il cinema all’aperto era l’unico cinema aperto!) erano una delle maggiori attrazioni per i pochi rimasti in città. Scontato anche troppo notare come i cinema all’aperto sono oramai una rarità, mentre coloro che restano in città non sono più una rarità.

(Testo provvisorio)

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