Ancora cambiamenti e mutamenti (stavolta in testi di canzoni)

E’ la pioggia che va e ritorna il sereno“; in questi versi della canzone “È la pioggia che va” c’è proprio una sorta di coronamento di un obiettivo, tanto è che sono preceduti da altre significative parole: “Il mondo ormai sta cambiando e cambierà di più“, parole che inneggiano non solo al cambiamento, ma anche alla sua ineluttabilità e alla crescita del fenomeno. Una chiave di lettura indubbiamente ottimistica e positiva, che sottintende che il cambiamento non solo avviene, ma avviene nella giusta direzione (mai sarà troppo poco ripetuto che “cambiamento” senza connotazione alcuna, non è necessariamente “cambiamento in positivo”) . Le parole italiane, va detto, sono di Mogol; ignoro se per quanto libera, si tratti di una traduzione del testo inglese di Bob Lind, o se sia tutt’altro.

Un cambiamento, epocale, diverso, è quello che propone Guccini in “Noi non ci saremo“, titolo che in qualche modo tarpa la felicita di una resurrezione, resurrezione dopo un cataclisma atomico:
E dai boschi e dal mare ritorna la vita e ancora la terra sarà popolata, fra notti e giorni il sole farà le mille stagioni e ancora il mondo percorrerà gli spazi di sempre per mille secoli almeno ma noi non ci saremo.”
In questo caso i cambiamenti, di senso opposto, sono due: quello dalla “normalità” alla catastrofe e quello, invece tratteggiato di speranza di un ritorno alla vita (non a caso mi è venuta di getto la parola resurrezione).

[continua]