Appunti Donatelliani a margine di un anno difficile. Dalla perdita della Giuse alla perdita della sede. E che non si perda anche la speranza. Che fare?

Appunti Donatelliani a margine di un anno difficile. Dalla perdita della Giuse alla perdita della sede. E che non si perda anche la speranza. Che fare?

Contents. Appunti Donatelliani a margine di un anno difficile – Dalla perdita della Giuse alla perdita della sede –  E che non si perda anche la speranza –  Che fare? 

Addio a Giuse Benignetti

Alla fine di Agosto di questo 2023, che é stato un anno davvero poco felice per il Gruppo rimasto senza sede, si é andata ad aggiungere una gravissima perdita. Si è spenta Giuse Benignetti, una colonna fondante del Gruppo Donatello. Qui solo un cenno: il Gruppo ricorderà e commemorerà  adeguatamente Giuse. Ricordo sinteticamente alcuni dati. Giuse ha vissuto l’arte “a tempo pieno”. Inizió giovanissima l’attività di giornalista, è stata critica d’arte, organizzatrice di eventi, collezionista ed esperta di collezionismo (non solo di quadri), scopritrice di talenti (qualità questa che forse non le è stata apprezzata come meritava) e molto altro ancora. Giuse ha militato a lungo nel Gruppo Donatello, storico sodalizio artistico-culturale fiorentino, e agli inizi degli anni ’70 ha contribuito in modo determinante  a farlo rinascere dopo un periodo di rallentamento delle attività. Nel Gruppo Giuse ha  ha ricoperto tutte le cariche fino a quella recentissima di Presidentessa Onoraria. Pressoché sempre presente nel Consiglio Direttivo è stata consigliera, membro della commissione probiviri, sindaco revisore, coordinatrice della segreteria, talent scout. Giuse è sempre stata presente rappresentando un autentico punto di riferimento e collegamento tra i Soci, tra il Gruppo e le istituzioni, e naturalmente tra il Gruppo e la stampa.

Nel 2019 a Giuse è stata consegnata da parte dei Soci del Gruppo Donatello  un importante riconoscimento: la Pisanelliana in onore alla sua lunga militanza e insostituibile attività.

Molteplici le già ricordate attività di Giuse nel mondo dell’arte; accanto alla attività di giornalista autrice di articoli, recensioni, presentazioni, curatrice di cataloghi, si affiancano altre attività come la presenza in giurie di concorsi, le presentazioni di mostre e di libri.

Già nel 1951, troviamo articoli di Giuse sulla stampa cittadina, articoli che annunciano e/o fanno resoconto di iniziative culturali fiorentine (e non solo), in particolare conferenze e mostre di pittura. Difficile pensare al Gruppo Donatello senza di Lei. 

Cambiamo argomento, ma fino a un certo punto!

Delusi, amareggiati, ma determinati

Emozioni Donatelliane attraverso le frasi e le immagini del catalogo 2023. Il primo catalogo del “Donatello fuori sede”, dopo aver dovuto abbandonare i locali di Via degli Artisti dove il Gruppo Donatello svolgeva la propria attività da oltre settanta anni.

Cosa troviamo in questo catalogo? C’é davvero, come recita una frase fatta, “di tutto e di più”.  Delusione, speranza, pessimismo, ottimismo, interrogativi, certezze, citazioni, metafore, attesa, solidarietà, slogan… c’è – e non è cosa da poco – il ricordo di un precedente sfratto che si concluse poi positivamente… c’è la ricchezza, l’essenza, la forza, il senso di appartenenza di tanti Artisti che non mollano e non molleranno mai! 

In questo catalogo dunque il vissuto dei Donatelliani durante la fase di passaggio (ma si può davvero parlare di passaggio da avere una sede ad essere “On The road”? 

Il tutto attraverso 48 vignette, che forse, anzi di sicuro (volutamente “di sicuro” e non “sicuramente”) sono anche molto di più di vignette. Prendo a riferimento, o forse a pretesto, le cinque fasi del lutto di Kübler-Ross: rifiuto, rabbia, negoziazione, depressione, accettazione.

In rassegna.

La negazione non si mostrò strada praticabile, ovviamente! Esisteva una proprietà che rivoleva legittimamente l’immobile. La rabbia, di cui i Donatelliani tutti hanno rivendicato il diritto di esercitarla e lo hanno fatto a pieni polmoni non ha salvato la sede, però ha  generato una gara di solidarietà, forse di proporzioni superiori alle aspettative,  che pur non risolvendo il problema, lo ha fatto conoscere, e ha fatto conoscere meglio anche la storia e la realtà del Gruppo Donatello. Sono giunte persino richieste di adesione!

In quei giorni di Gennaio 2023 enivano a mente le cose più strane, i ricordi più reconditi. Come una frase di Conand Doyle, tratta non come verrebbe spontaneo pensare da un racconto di Sherlock Holmes, ma dall’altrettanto interessante testo anche se forse meno famoso “Il mondo perduto”: “Ci è successa una cosa spaventosa. Chi poteva prevederlo? Non vedo come i nostri guai possano finire. Forse siamo condannati a passare il resto della vita in questo strano luogo inaccessibile. Sono ancora talmente confuso, che non riesco a riflettere lucidamente sulla situazione attuale o sulle possibilità future. Alla mia mente sconvolta la prima sembra terribile, mentre il futuro mi appare nero come la notte”. 

In quel Gennaio 2023, che rimarrà nella memoria come il mese dello sgombero o meglio del “grande sgombero”, mentre tutti o quasi tutti i Donatelliani raccoglievano le cose da portar via, incartavano, impacchettavano, stilavano elenchi, riempivano le bauliere delle proprie auto per dirigersi verso depositi generosamente offerti. In quel gennaio ognuno aveva qualche ricordo da esternare, il più delle volte con le emozioni più varie: rabbia, dispiacere, malinconia. Molti lo hanno tradotto in un’immagine, quella pubblicata sul Catalogo. 

Venivano a mente in quei giorni, tanto per citarne due,  Bruno e la Mippia (i coniugi Bruno Catarzi e Mippia Fucini), venivano a mente quanti, e tanti davvero, avevano calpestato il suolo del Donatello da Mario Moschi in avanti… Il Gruppo nasce proprio nei locali che inizialmente erano proprio lo studio di Moschi… Tanti, troppi, generazioni di maestri, di allievi, di allievi diventati maestri… settantaquattro anni sono tanti. 

Molti i ricordi di oggetti tangibili e speriamo che vengano conservati a lungo. Il murales in piazza Vasari allestito da Enrico Bandelli e Giuseppe Capineri dedicato a Mario Moschi, il murales di via Luna opera di diciotto Donatelliani inaugurato nel 1995 e che oggi avrebbe bisogno di un restauro. E poi andando su oggetti del quotidiano, la trentina di sedie pieghevoli accatastate in parte nello stanzino e in parte in bagno, che alla bisogna trasformavano una delle due stanze in mini auditorium per l’assemblea annuale dei soci, per presentazioni di libri, per conferenze, persino per pieces teatrali. Un divanetto ad angolo donato da un donatelliano appoggiato all’angolo di destra entrando divenuto la sede della infaticabile Giuse. Ancora vengono a mente le varie vite delle due grandi stanze, deputate ovviamente alle mostre, ma anche abbiamo visto, ad altre attività culturali e di tanto in tanto anche ricreativo gastronomico (leggi cene in galleria).

C’è poi  il  “fuori sede” quando l’espressione significava semplicemente “in trasferta”, “ospiti di” e non, come adesso “fuori sede” in quanto la sede non c’è  più. E qui i ricordi sono davvero tanti. In primis le mostre in piazza ogni anno che Dio ha messo in terra; tradizione fermata solo dal Covid e neanche del tutto (pannelli giganti sostituirono i quadri), collettive in varie sedi: dal poligono di tiro alle Cascine, alla mostra con tanto di asta benefica anche questa in area cascine, a Palazzo Medici Riccardi, al Parco Pazzagli, all’ex tempore in Piazza Vasari e chissà quante altre… Ognuna di queste esperienze meriterebbe una trattazione, ma ciò presupporrebbe la stesura di un ben più ampio testo.

Dando un’occhiata all’elenco dei Soci é facile notare che molti sono affiliati da oltre venti anni! Ciò da una parte testimonia la non bassissima età media, dall’altra il tenace e duraturo attaccamento all’Associazione, ovvero il forte senso di appartenenza. Nei ricordi di alcuni Donatelliani descritte anche esperienze sensoriali legati a lunga militanza da far considerare la sede una specie di seconda casa di cui si conosce tutto: persino gli odori, i suoni, i colori! (Viene a mente “Dans une ténébreuse et profonde unité, Vaste comme la nuit et comme la clarté, Les parfums, les couleurs et les sons se répondent” da Charles Baudelaire, Les Fleurs du mal).

Esaminando attentamente il catalogo, possono essere fatte alcune osservazioni. Intanto hanno partecipato alla mostra sociale e quindi anche alla formazione del catalogo ben quarantotto Donatelliani, ognuno con un’opera del proprio repertorio e inoltre con l’opera dedicata al catalogo (in taluni casi le due opere coincidevano). Per il catalogo era stata infatti data una indicazione: quella di collocare entro uno spazio preventivamente assegnato un’opera libera dedicata alla recente crisi provocata dalla mancanza di sede. Le immagini raccolte sono state dunque 48 eseguite anzi create da da altrettanti Donatelliani. Il compito assegnato (che per certi versi ricorda “Il tema proposto” del concorso di fantasia grafica “Questo l’ho fatto io” della settimana enigmistica) è stato variamente interpretato. Ben trentasette hanno inserito nello spazio riservato loro un testo corredato di immagine o se si preterisce un’immagine corredata da testo. Si intende qui per immagine sia un’opera originale, sia una fotografia, sia  un disegno, sia un selfie schizzo. Un numero limitato, per la precisione sette partecipanti hanno riempito lo spazio con il solo testo. Sono stati quattro coloro che hanno realizzato quanto richiesto proponendo solamente un’immagine.

E qui c’è davvero da sbizzarrirsi. Le figure, che abbiamo visto poter essere disegni o foto originali ovvero di repertorio – abbiamo visto – sono state veramente molte e ben assortite.

Bello il fumetto che Sandra ha inserito in una creatura di Liechtenstein, la famosa “Crying Girl” del 1963, a cui fa dire “Che triste futuro ci aspetta senza una nuova sede!!!!” Richiamandosi alla pop art e al suo immediato e semplice linguaggio, mutuato dalla pubblicità e dallo spettacolo, il contributo di Sandra  appare piacevole ed efficace.

Allegoricamente, e forse con una punta di polemica, Giampaolo ha fatto una citazione illustre inserendo accanto al proprio messaggio “il sonno della ragione genera mostri” titolo di un’opera del grande Goya. Un richiamo alla fantasia che se abbandonata dalla ragione genera mostri, mentre se unita alla ragione può generare meraviglie come ad esempio quelle artistiche. E allora che fantasia e ragione ci aiutino!

Interessante e coerente con la propria produzione e con la propria cultura la copertina di LP dei Beatles “HELP” proposta da Adriano. Nella copertina  i quattro Beatles sono in posizione di segnalazione attraverso la disposizione degli arti, a formare la parola  HELP, anche se secondo altra versione la parola sarebbe diversa. Tornando a noi le quattro parole che Adriano mette in bocca a George, John, Paul e Ringo sono decise e inequivocabili: “Non ci lasciate soli!”

Abbiamo poi un  ricordo ancora ben vivo proposto da Enrico: il ricordo della rappresentazione teatrale proposta in piazza, scritta e anche interpretata da Luana, quando nel 2010 ci fu un allarme-sfratto simile a quello attuale, ma in quel caso la situazione fu risolta con un aggiustamento della quota d’affitto accettata dalla proprietà. 

La fantasia non è mancata a vari Donatelliani che hanno prodotto opere originali per lo più schizzi e disegni dai titoli assai significativi: il labirinto di ANTONIETTA, il tendone di Angelo, la barchetta di Ugo, l’attesa di Anna, e quasi un neologismo la “migrarte” di Eliana. 

E ancora “su con la vita” incoraggia Marco, la richiesta di una profezia alla maga di Giancarlo1, la sala di attesa di Giancarlo2, Alaska con tanto di pinguini di Anna Maria, il cavaliere di Filippo, il peregrinare di Luisa, L’interrogativo “cosa dite, ce la faremo?”  di Gianni. 

Per il citazionismo va… citata Barbara che ha ben accostato due frasi di due grandi: William Hodding Carter II e Confucio.

In altri casi la fotografia fa la parte del leone; Renato propone una foto di gruppo del Gruppo (scusate il bisticcio) ove ha inserito il cartiglio in pietra con il motto “ONORATE L’ARTE CHE È VITA DELLA VITA” posto nella vicina Piazza Savonarola sopra al portone del Museo Rinaldo Carnielo.

Quattro Donatelliani sul palcoscenico del teatro Affratellamento durante “Il grande sgombero” proposti da Roberto; e “Il grande sgombero” diventa il titolo di una rappresentazione teatrale immaginaria e i quattro Donatelliani (naturalmente in rappresentanza di tutto il Gruppo) sono gli attori (e forse il Presidente anche regista!) di una commedia speriamo a lieto fine!

Inciso. Un filo ininterrotto lega il teatro al Donatello. infondo un articolo come questo serve anche a ricordare momenti significativi. L’ultima esperienza teatrale ospitata al Donatello risale davvero a pochissimo tempo fa. Si tratta di una rappresentazione liberamente rivisitata della Mandragola di Machiavelli realizzata dalla compagnia di Lucia Bruni e del marito Federico Napoli e talmente recente che durante la rappresentazione noi del consiglio non potremmo seguirla in quanto impegnati nella stanza attigua in una riunione per cercare di evitare l’imminente sfratto. Notoriamente fu inutile come i fatti successivi testimoniano. Il teatro e il Donatello hanno visto negli anni ben altre esperienze. Prima va a tutti va menzionata Luana Lapi autrice di diverse commedie rappresentate sia all’interno della sede del gruppo, sia in piazza Donatello in occasione dell’annuale mostra sociale. 

Altra foto proposta da Giovanni accompagnata da un disegno è intitolata gli irriducibili; é un’immagine fortemente simbolica: si tratta di un fotomontaggio in cui i volti degli storici fondatori dell’astrattismo classico sono  sostituiti da quelli degli irriducibili ovvero cinque Donatelliani. Anche Luana propone una foto accompagnata da un testo è la foto del gruppo con scritto sopra a caratteri cubitali “Chiuso”; é che il Donatello abbia chiuso, ahimè non ci sono dubbi, speriamo che quel chiuso che appare così perentorio  possa essere accompagnato da un avverbio come “temporaneamente”!

Altro inciso (in realtà una divagazione) sulla fotografia e sul teatro. Correva l’anno 2009 o giù di lì e, in occasione di una collettiva sul futurismo furono scattate alcune foto intitolate “Abbey Donatello Road”. Quattro Donatelliani capitanati da Luana attraversavano le strisce pedonali davanti al Donatello alla maniera di John, Paul, George e Ringo ovvero i Beatles, fotografati da altri Donatelliani. Fu una performance nata spontaneamente. Va ricordato che Luana e altri attori erano stati protagonisti di una piece sul Futurismo in sede. Bei ricordi!

Molto carino il gioco di parole proposto da Paolo1 che giocando con le parole pirandellianamente tramuta i “Sei personaggi in cerca d’autore” in “80 Donatelliani in cerca di sede”; 

Patrizia propone un’immagine del grande sgombero con pacchi e suppellettili ammassati alle pareti prima che la sede venga lasciata. E anche qui corre il pensiero con associazioni apparentemente improbabili, ma a una seconda lettura con qualche elemento non proprio estraneo:

E la gente intorno a me / Come un gufo vuole guardare / Ma di strano cosa c’è / Questa casa ha visto amore / Oggi vede un uomo che muore / Oggi vede un uomo che muore /

Sono parole della canzone “Vendo casa” di Mogol Battisti

Non proprio analogie ma richiami. La gente intorno a noi, al Gruppo, in minima parte ha gufato. Al contrario molta, la maggior parte ha solidarizzato, ci é stata vicina, ci ha aiutato nello sgombero. Più ahimè aderenti le righe successive, il Donatello ha visto tante, ma tante pagine di Arte e quindi di Amore per l’Arte. Parimenti c’è del vero nel vedere qualcosa che muore. La perdita della sede è indubbiamente una perdita di identità e per quanto si possa sperare in un nuova sede, inevitabilmente “Niente sarà come prima

E veniamo ai disegni e altro creati ad hoc: “uniti si vince” dicono alcune figure stilizzate proposte da Guido. È anche il titolo di un film, che per sottotitolo aveva “Il sapore della vittoria” speriamo che sia di buon auspicio.

“2023 Un po’ … Al buio … ne usciremo … più forti? … un po’ abbandonati … e … in cerca di casa …” é il testo che accompagna il disegno di Patrizia1; frasi apparentemente slegate, ma a ben vedere singole unità di un progetto complessivo di rinascita e di continuità.

Con una punta di di speranza ma anche di malinconia Rolando propone  un disegno con la dizione significativa “Alla ricerca dello spazio perduto”; curiosamente questo “spazio perduto” è sequenziale al “tempo perduto” durante la pandemia. Coincidenze!

di nuovo Giovanni che abbiamo visto ha proposto una foto accompagnata dalla frase “Gliela faremo”; la forza della sintesi e dell’imediatezza del linguaggio !

Giocando sulla metafora dello sfratto Giusy propone un paguro fuoriuscito dal suo guscio abituale e in attesa di rientrarci, o almeno di trovarne un altro!

Roberto 2 molto succintamente accompagna il proprio disegno da un “Cerco casa”; alludendo chiaramente ad una situazione venutasi a creare inaccettabile 

Silvia correda una sua opera con un messaggio perentorio è davvero sintetico: una grossa scritta “NO”; un “No” che è verosimilmente rivolto alle cose negative e sottintende un “Si” ad andare avanti.

Ancora giocando sulle parole con una sorta di crittografia, Valerio sottolinea come “Non si batte un chiodo” sia nel senso che siamo per la strada sia nel senso che non si può materialmente appendere un’opera al muro; 

Fiorenzo sottolinea la condizione della mancanza di sede con “Sotto le stelle ci siamo ora noi invece si vorrebbe / un tetto sulla testa” rispondendo ad un Benigni che, citando Dante, le stelle è al fine uscito a rivederle.

Paolo2  propone una scalinata percorsa da un Donatelliano che vede all’orizzonte una parola: “SPES”; la speranza é l’ultima a morire, speriamo in una penultima o comunque più prossima soluzione positiva!

Elisabetta propone un ricordo ed anche una piccola poesia sul tema. Elisabetta parla di ricordo di tempi felici vissuti con entusiasmo e di nostalgia per tali tempi. Ma non credo che voglia dire che è tutto finito per sempre. Penso invece che siano parole “scaramantiche” per un nuovo inizio! E mi piace anche citare la  poesia scritta dal suo consorte: “Siam del gruppo Donatello / ogni artista ci è fratello./ Col pennello e lo scalpello Siamo i maghi di ogni bello!”

Ultimo, ma non ultimo, Domenico propone una figura che ricorda un guerriero e forse anche una divinità. In ogni caso è una figura che suggerisce  fierezza, dinamismo, coraggio, e che proiettata forse verso un futuro di speranza e di vittoria. C’è n’è bisogno!

Riassunto dei testi che trasmettono dei pensieri, delle citazioni, delle riflessioni. Riproposte qui, svincolate dalle immagini. Riproposte in sequenza come si potrebbero ascoltare in una piazza dove tante voci si accavallano. Frasi urlate, sussurrate, sottintese, ironiche, drammatiche, autobiografiche, citate da altri. Speranzose, ottimistiche, preoccupate, sconsolate, progettuali, rinunciatarie… Flash, ricordo, proteste, denunce, brevi racconti… Discorsi diretti, metafore, interiezioni, richieste di ascolto e di aiuto, imprecazioni… Memoria, nostalgia, assenza …

“CHE TRISTE FUTURO CI ASPETTA SENZA ‘UNA NUOVA SEDE!!” – Così si recitava nel 2009… ed oggi come andrà a finire? – Conoscere è un bisogno. Non è vero che la nostra esistenza è priva di valore e che noi passeremo invano. E una ricerca che non accomuna solo scienziati e filosofi. Anche il monaco sperduto nel deserto era in cerca delle stesse risposte, sempre per altre vie: scoprire il disegno che da bellezza a tutto, che per lui si chiamava Dio. Non è una vita umana quella di chi non si chiede che cosa sia nato a fare. Conoscere, per Aristotele e Dante, voleva dire contemplare Dio, ma questo significava anche l’allusione del peccato: il desiderio di conoscere che prende il sopravvento sulle preoccupazioni etiche. Quella dignitas dell’uomo come ‘titolo’ della sua padronanza dell’essere. Ecco la verità del serpente: una conoscenza divina, nessun fondamento possibile per il bene e il male. È la sfida dei nostri giorni. Perché conoscere è co-nascere. – REMANDO CON FORZA INSIEME VERSO UNA SEDE –  L’ARTE È PER L’UMANITÀ Un BISOGNO PRIMORDIALE, ESSEnZIALE. L’ARTE. E’ LA NOSTRA UMANITÀ D’INCONTRO lO STESSO NOSTRO PASSATO INCANCELLABILE – “Gruppo Donatello ” ha perduto la sua abituale sede espositiva ma i Donatelliani continuano a lavorare in attesa di migliore e più importante sede. La speranza è l’ultima a morire e fa bene all’animo. – Dimmi maga, che cosa vedi? Ce la danno o non ce la danno – ..saputo dello sfratto sono rimasto senza parole, al tempo stesso mi è apparsa una colonna portante presa a spallate per abbatterLa… il donatello e la sua arte non ne risentiranno… – QUANTO SARA’ LUNGA L’ATTESA? – Alaska. Decisamente di siamo spinti troppo “fuori sede”I! – NON E IL cammino per Santiago ma il nostro percorso di speranza per trovare una sede e riunire il Gruppo Donatello ormai sfrattato. Non ci arrendiamo! La perseveranza é l’unica cosa che ci porterà alla realizzazione del nostro obiettivo –  Sono qui che attendo. Che lunga attesa. Calma e sangue freddo come il mio. – IL DONATELLO

fuori sede: “MIGRARTE”. – Filippo alla ricerca della sede perduta – Non ci lasciate soli – Uniti si vince! – Teatro dell’ “Affratellamento”, Gennaio 2023 Un momento della rappresentazione “Il arande sgombero”. – Il mio percorso artistico degli anni 2022-2023 è stato molto molto difficile. Facendo parte della Fondazione Amalia Ciardi Duprè, abbiamo visto sottrarci, per motivi economici, la nostra sede, il bellissimo Museo voluto da Amalia ed affidato a noi. Altrettanto è successo al Gruppo Donatello nella storica sede di via degli Artisti, Sono comunque riuscita, con la Fondazione, a ritrovare una piccolissima sede dove posso continuare la mia scuola di scultura. Altrettanto vedo fra i soci del Gruppo Donatello che continuano il loro percorso. Per noi artisti l’arte è il futuro che alimenta il nostro spirito, che ci fa sopravvivere nei momenti più difficili. Leggiamo la vita in tutta la sua pienezza e realtà e cerchiamo di trasformarla in immagini concrete. Nessuno riuscirà a fermarci in questo meraviglioso cammino. – Il Donatello 2023, un po’ al buio, ma usciremo più forti, un po’ abbandonati, in cerca di casa.- dopo tanto pellegrinare guardate cosa ci propongono!… Ma si potrà esporre anche dentro? – alla ricerca dello spazio perduto. dove?- gliela faremo! – “Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma o la capacita che la nostra mento ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di se e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri (…) Cosicché essere colto, essere filosofo lo può chiunque voglia.” (A. GRAMSCI). – sembra un posto accogliente… … Ecco la mia nuova casa! Ci riuscirà anche il Donatello? – Cerco casa, Gruppo Donatello Firenze (per ora) – Gruppo Donatello: raccontare i miei pensieri di oggi. Sono affascinata dai cavalli. La loro forza, la loro grazia, la loro bellezza, la pura gioia espressa attraverso il loro movimento mi fa capire che come loro, si galoppa con i polmoni, si continua con il cuore e si vince con la perseveranza. E così ecco un gruppo di cavalli in una foresta nebbiosa in viaggio verso una foresta incantata. Uno di loro si sofferma a guardare indietro. forse verso un luogo sicuro e rassicurante. | suoi compagni proseguono, c’è nebbia…” Ma potremmo trovare anche il sole. Andiamo ancora avanti “ Da uno sguardo verso il passato per trovare la forza che aiuta ad affrontare il presente Creare e resistere e resistere e creare – Perché l’arte, come la vita non è fatta solo di bellezza, ma anche di drammi, di ferite profonde e di problemi mai risolti, l’arte parla della vita perché a farla sono gli artisti, come me, come noi, come tutta questa gente che incrocio lungo la vita. (C Vanoni). – Dalle macerie Si riparte …  … speriamo! – “ogni inizio proviene dalla fine di un’altro inizio” Lucius Annaeus Seneca – IL GRUPPO DONATELLO IN MEZZO ALLA STRADA. VERGOGNA! – “Passa un giorno, passa l’altro Mai non torna il prode Anselmo, Perché egli era molto scaltro Andò in guerra e mise l’elmo. Mise l’elmo sulla testa Per non farsi troppo mal E parti la lancia in resta A cavallo d’un caval.. ….già… ma lui  “si mise l’elmo..” e “… le brache avea d’acciar.” E noi? – Qualunque altro posto, fosse anche Palazzo Vecchio, non avrà mai più l’odore del nostro “Donatello?, Via degli ARtisti 2r, Un odore di deceNni vissuTI e ancora presenti, di legno e di polvere, di colori e di carta, di fiori passiti dopo l’inaugurazione. Il vecchio portone di legno, ridipinto PER ANNI  strato su strato, ha chiuso per sempre, dietro il suo malinconico celestino, le store di artisti amici. A chi non lo ha impedito, la lingua sberleffo di Albert Einstein. – Frammenti (di uno sgombero) 2023 – IL DONATELLO FUORI SEDE Che dite, riusciremo a trovare un tetto ?.. – SU CON LA VITA! – …e pensare che avevo già preparato tutto (per la mostra, naturalmente)… – Il Gruppo Donatello. Sei Ottantatre personaggi cerca di autore sede – VI SONO DUE COSE CHE POSSIAMO LASCIARE AI NOSTRI FIGLI: LE NOSTRE RADICI E GRANDI ALI PER VOLARE. PURTROPPO SONO PIU’ GLI UOMINI CHE COSTRUISCONO MURI CHE QUELLI CHE COSTRUISCONO PONTI – Oh Ugo! Allora ‘sta sede? O Gianni, e un si batte un chiodo! Nooooo! E noi allora come si fa a attaccati?! – E quindi uscimmo a riveder le stelle – Sotto le stelle ci siamo ora… noi invece si vorrebbe un tetto sulla testa – Voglio ricordare i bei tempi in cui avevamo un posto nostro per fare le mostre e ritrovarci insieme, scambiarci libri e piccole cose, con questa poesiola buffa ideata da mio marito e che esprime bene il mio entusiasmo e ora la mia nostalgia per il gruppo… Siam del gruppo Donatello, ogni artista ci è fratello. Col pennello e lo scalpello  Siamo i maghi di ogni bello!

Dunque che fare?

Inevitabilmente, almeno in parte, mi ripeterò. Seguendo un’altra chiave di lettura delle immagini del catalogo di cui sopra, passo in rassegna emozioni, propositi, sensazioni, progetti (che alla fine assomigliano ai propositi), semplici riflessioni. Si accavallano e si confondono memoria, nostalgia, assenza e forse, anzi sicuramente, altro.

Le cose da fare non sono poi molte. O si trova un’altra sede, o si sta senza sede, o si chiude bottega! È tuttavia innegabile, tutti lo sappiamo anche se non lo diciamo, che anche ove trovassimo una nuova, difficilmente potremo scordare la sede di via degli Artisti. Troppe mostre, troppe persone, troppi ricordi, troppo di tutto, rimarranno a lungo nella mente di ogni Donatelliano.

Vengono a mente parole come ripresa, rinascita, rifondazione, e simili, ma forse c’è n’é un’altra che in qualche modo è sovraordinata ed è la parola “continuità”.  Speriamo che questo clima di provvisorietà legato alla mancanza di sede non scoraggi i Soci e non favorisca l’abbandono. Sarebbe una sconfitta dell’Associazione e sopratutto della sua storia oramai ultrasettantennale. Un timore non del tutto immotivato, anche se fortunatamente prevale nettamente un senso di appartenenza e di affetto da parte dei Donatelliani.

Privacy da una parte e scaramanzia dall’altra suggeriscono di non fare ipotesi e tanto meno film! 

Grazie di cuore, anche per la pazienza, a chi è arrivato a leggere fin qui!

Riferimenti e bibliografia

Per comodità si ricordano due precedenti note sul tema

http://robertodellalena.altervista.org/un-catalogo-anomalo-ovvero-un-idea-geniale/ 

http://robertodellalena.altervista.org/rogito/ 

Doyle Arthur Conan: Il mondo perduto, Newton Compton, 1993, p. 93