Sulla difficoltà del curatore di volumi.

 

 

Sulla difficoltà del curatore di volumi.
Curare è meglio che trascurare – si dice a proposito di salute – e prevenire è meglio che curare. Ma la cura del libro (nota anche come curatela) è altro, anche se in qualche modo il curatore è chiamato a gestire una salute pur diversa, ma in fondo sempre una sorta salute (Ricordasi che la salute non è (solo) “assenza di malattia”, ma “stato di benessere…” ovvero equilibrio, armonia, appunto benessere).
La curatela dunque è principalmente l’accurata scelte di Autori da mettere insieme, mettendo in conto che il grande escluso può è pre saltar fuori (quasi sempre salta fuori). Il curatore è chiamato poi al compito della stesura delle note a pie’ di pagina, che, si sa, spesso fanno la differenza nei confronti di testi privi di note. Differenza in termine di chiarezza e completezza in primis, ma anche di eleganza.
Si comprenderà che si allude a una precisa tipologia editoriale, quella delle raccolte di racconti o di poesie, antologie, strenne, zibaldoni e simili.
Generalmente tali pubblicazioni sono tematiche o, comunque composte da singole unità legate tra loro da un qualche filo logico a formare un tutto che abbia un senso.
Talora il curatore è anche un creativo e leader autorevole da farsi scrivere pezzi su commissione e su un dato tema, operazione questa più facile o comunque più frequente nelle arti figurative; è frequente in n fatti imbattersi in mostre collettive dedicate a qualcosa o a qualcuno o qualche ricorrenza significativa. [continua]

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