Intensa(mente) e

C’è un momento, nel corso della vita, in cui si sente il bisogno di raccontarsi in modo diverso dal solito” (D. Demetrio, Raccontarsi, Ed. Cortina 1996, p.9)

Un giorno come tanti altri, non “uno di quei giorni in cui” di vanoniani memorie, nemmeno “un sabato italiano” di memorie caputiane. Un giorno come tanti, al mattino pensi, e non sai quanto ti sbagli (Ma tranquilli, nessuna avvisaglia di giornate con pomeriggi da cani!).
A seguire concentrazione di avvenimenti persone fatti esperienze. Vediamo in ordine cronologico.
E ti cerchi una postazione provvisoria che abbia certe caratteristiche spaziali, temporali, logistiche (e forse te la danno, ma al mattino lunedì, giovedì e venerdì).
E nel frattempo vai al tuo solito posto a scriver mail e guardare l’agenda.
Ed è allora che ti ricordi di fissare appuntamenti e luoghi per iniziative prossime venture (il tempo sta stringendo), e contatti di persona e per telefono e sei fortunato ad avere una lista di date.
E ti va bene perché casualmente fai un altro incontro fortunato e fortunoso con coordinatori e dirigenti, e butti giù una bozza di programma.
E ti telefonan colleghi perché è arrivata gente da Padova.
E vai a salutare e la cosa fa piacere.
E aspetti la telefonata di un amico con cui devi parlare perché già lo avevi chiamato e ti ha detto che ti avrebbe ricercato lui, ma non c’è bisogno perché lo incontri, e gli parli e ti presenta un amico e ti dice che il 12 prossimo venturo (troppo burocratico abbreviarlo p.v.!) avrà un incontro che potrebbe essere utile. E forse per ora, con le scuse per la fretta e gli inevitabili errori, basta così!!!!

(Scritto al volo. Da correggere. Da integrare. Da rivedere).

Di seguito un vecchio appunto (2011, 12 aprile) sul tema “Agende” “L’agenda è uno strumento per certi versi insostituibile. Accanto al cartaceo tradizionale sono nate sviluppate e assai diffuse le agendine elettroniche, ma non sono la stessa cosa. E’ significativo che chi preferisce l’agenda cartacea difficilmente ne ha una elettronica, ma chi usa quella elettronica di solito ne ha anche una cartacea!
Prendiamo un’agenda a caso, per comodità la mia.
L’agenda del mese di Aprile, che oramai, essendo al 12 è quasi passato per metà, comincia con un monito: “Primo Aprile, occhio al pesce!”. Ancora in data primo aprile (e questo non è un pesce), vien segnalata la possibilità di visitare il corridoio Vasariano: bellissima opportunità, ma bisognava aver prenotato per tempo, e io non l’ho fatto.
Queste annotazioni si intrecciano con altre, forse più banali ma altrettanto importanti: “Passare dalla banca”, “telefonare a”, “compleanno di” e altro ancora.
Appuntamenti di lavoro, Convegni, Assemblee di condominio creano insoliti connubi con ritrovi festaioli, gite domenicali, periodi di vacanza vari.
In un’agenda che si rispetti non mancano mai, di tanto in tanto, qualche citazione dotta, qualche disegnino e/o scarabocchio, qualche commento colorito accompagnato da una fila di punti esclamativi.
Insolito manoscritto l’agenda. Cronaca minima personale di chi la compila e del suo microcosmo, cronaca minima che alla rilettura diventa storia recente minima.
Per chi la scrive neanche tanto minima!”

E ancora un vecchio appunto:

Ho visto in tv una vecchia conoscenza
E che ci sarà mai di strano!
Io ti vedo, tu no,
sei sullo schermo
e io sul divano
sei (quasi) uguale eppure quanto tempo
sei quasi uguale (oppur mi sembra)
sei sullo schermo
Curioso e unidirezionale modo di ritrovar persone....

La casa è sempre lì….

In area Porta al Prato ho una “visione” ricorrente. In realtà non è una visione, ma una veduta. Una veduta sempre uguale (almeno in parte) e sempre diversa (almeno in parte).
L’ho vista camminando a piedi, passando di lì in bicicletta, in motorino, in auto, in bus.
Si tratta di una costruzione, una bella costruzione, nata probabilmente più di due secoli fa. A seconda del punto di osservazione offerto dal diverso mezzo di locomozione ne ho potuto cogliere prospettive e particolari diversi: un bel cancello, un solido muro di cinta, solido ma con alcune falle più o meno accentuate, finestre ampie con persiane di legno (che si vedono sempre meno), fiori, piante vasi, erba.
Negli anni. – tanti – ho visto abbandono, restauro, erbacce nate spontaneamente, facciata scrostata, facciata imbiancata, stato cadente, stato maestoso. È ancora, ma di ciò non ho prove, destinazioni di uso diverse, uffici, abitazione, ditte, forse frammentazione forse riunioni di ambienti e di stanze.
In certi periodi la casa mi ricordava un fumetto di Crepax, dove appunto ne compariva una simile, in altre occasioni ho fantasticato circa se è chi la abitasse. È stata ed è una compagna di viaggio, di brevi viaggi urbani. In qualche modo mi ha sempre raccontato, trasmesso qualcosa.
L’ho vista anche stamani.