Giornata Gauguin in Viale Petrarca, Firenze, 16 Giugno 2023

Giornata Gauguin in Viale Petrarca, Firenze, 16 Giugno 2023

Precisazione.

Trattasi di breve articolo che, necessariamente dovrà essere riveduto, corretto, ampliato e integrato con intervista al protagonista.


Ultimo di una serie di incontri, un po’ lezione a fronte, un po’ performance, un po’ happening e forse anche altro, svoltisi con regolarità settimanale dal primo venerdì di primavera all’ultimo venerdì di primavera. Ideatore, Autore e Attore protagonista unico Riccardo Sforzi. Il programma era lo stesso per ogni incontro, ma inevitabilmente (anzi fortunatamente) ogni giornata risultava un po’ diversa dalla precedente dalla successiva, realizzando così una serie di eventi al tempo stesso uguali e diversi. Ciò richiamava le parole di un importante geriatra fiorentino che nel  corso di una sua lezione, parlando di lavori e di professioni, rilevava la ricchezza dell’insegnamento, avendo professori e maestri la fortuna di fare un lavoro sempre uguale e sempre diverso. Lo stesso programma svolto sempre con gli stessi contenuti ma con testi, parole, contesti comunque sempre diversificati. Allievi che son sempre gli stessi, ma che crescendo diventano sempre diversi. Ma questa é un’altra storia. Ritorniamo a Gauguin.

Ogni incontro si apre con il racconto di significativi momenti della vita di Gauguin. Sulla scorta di tali momenti è proposto lo sviluppo di una teoria: la ricerca del paradiso perduto attraverso la traversata dell’oceano. Terra e ritorno appaiono concetti centrali della teoria proposta e che non possono non richiamare la traversata del mare di notte e lo straordinario potere alchemico del ritorno (ma anche questa – pur attinente – è un’altra storia).

La performance (fra i vari termini possibili probabilmente il più appropriato) procede con  la narrazione di eventi ed elementi che suggestivi della vita di Gauguin. Dai complessi e talora problematici rapporti con gli insegnanti, con i familiari, con i colleghi artisti, ai successi, agli insuccessi, alle miserie, alle rinascite e a quant’altro. Dalla vita parigina a quella in Bretagna e oltre. Esposizione arricchita da citazioni, aneddoti, curiosità quasi inedite.

Il secondo momento contempla una serie di riflessioni a partire da tre opere.

Tre quadri di Gauguin. Tre quadri non solo tra i più belli, ma anche ricchi di significato: “Ta matete” o “Il mercato”, “La visione dopo il sermone”, “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?” Le tre opere sono sì tre opere straordinarie, ma sono state individuate dal relatore come altrettanti momenti significativi del proprio vissuto, in qualche modo variamente collegato con il percorso artistico e umano di Paul Gauguin. Uno straordinario percorso ideale fatto di citazioni, di analogie, di metafore, di creativitá.

Ta matete, o Il mercato dipinto   a Tahiti nel 1892, conservata a Basilea, al Kunstmuseum. Il mercato è da sempre un luogo di incontro, di scambio, di confronto. In qualche modo anche palestra delle idee. Il mercato è anche interazione, conflitto, contrattazione, contatto, di cose e di denaro, ma anche di emozioni. Forse anche strumento di controllo sociale. Nel mercato è poi reperibile un concetto che ritroveremo più avanti: l’essere sempre uguale e sempre diverso. Nel dipinto di Gauguin due elementi risaltano: la bidimensionalitá e il  citazionismo egizio reperibile nelle figure femminili. La bidimensionaltà reperibile anche in altre opere dell’Artista assieme alla sottilineatura dei contorni ha, tra l’altro, la funzione di richiamo dell’attenzione dell’osservatore. Del resto anche lo sviluppo di lettura orizzontale determinato da un alto rapporto tra lunghezza e altezza  in una tela come “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?” pare avere simile funzione. Ma  qui va tenuto ben presente il discorso che ha accompagnato l’intero ciclo di conferenze, ovvero che la simbologia intrinseca dell’opera rimanda ad altra simbologia, ad altra narrazione, che è quella del relatore, e che non è facile descrivere.

La visione dopo il sermone, 1888. Olio su tela, conservato a Edimburgo, National Gallery of Scotland. Giacobbe in lotta con l’Angelo; é la scena che vedono alcune donne, ed é la stessa scena della Genesi che precedentemente é stata loro narrata durante la funzione religiosa. Una delle caratteristiche che rendono il quadro ancor più prezioso è la coesistenza di due piani: un piano della realtà e di un piano visionario, in qualche modo, simbolicamente e anche fisicamente, divisi da un tronco  di un albero.

Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? (D’où venons-nous ? Que sommes-nous ? Où allons-nous ?), 1897-1898, olio su tela, Opera di notevoli dimensioni alta quasi un metro e mezzo e larga più di tre metri e mezzo. Conservata a Boston, Museum of Fine Arts. Opera “simbolo” é stata oggetto di innumerevoli studi. E’ una proposta di riflessione sull’umana condizione, in chiave biologica, filosofica, antropologica e quant’altro. In questa sede Riccardo ha ben tratteggiato queste letture proponendo anche una serie di notazioni personali. Dai massimi sistemi alle cose di tutti i giorni, macro e microsistemi, universi infiniti e sterminati, piccoli universi personali ma non per questo meno importanti. Anzi!

L’incontro, e nel caso dell’ultimo incontro precisamente anche ciclo, si chiude con un rito che prevede la condivisione di un rituale: il conduttore si rivolge al pubblico con una formula propiziatoria alla quale i presenti rispondono con una frase che  che è anche un proposito: “Ed anche le cose più incredibili possono accadere”. chiusura dei lavori con aperitivo, anch’esso benaugurante! 

Un ritrattino di Elio Marcucci ritrovato


Nota. Articolo suscettibile di correzioni e ulteriori modifiche.

Correva l’anno 1967. Era estate, probabilmente agosto, in tarda mattinata. Mi trovavo a Sarteano in “villeggiatura”, ma in realtà in uno dei tanti periodi in cui si ritorna al paese natio dove si é per un certo periodo vissuti. Nel mio caso una decina di anni. Tanti ne avevo quando con i miei genitori ci “trasferimmo” a Siena, e dopo qualche anno a Firenze (ma questa  è un’altra storia da raccontare a parte). Dunque, tornando a noi era l’estate compresa scolasticamente tra la prima e la seconda liceo e in una mattinata forse di Agosto, ma ripensandoci bene forse più probabile di Luglio, mi trovavo in Piazza d’Armi, toponomasticamente Piazza Bargagli, ai “giardinetti” con alcuni miei amici, uno di loro era Dino, mio compagno di scuola e di banco alle elementari.  Precisando ulteriormente eravamo ai “giardinetti” altrimenti detti “giardini piccoli” per distinguerli da quelli “grandi”. I giardinetti avevano al loro centro una vasca di pesci rossi, delle aiuole ben curate e ai lati delle panchine. Nell’album fotografico di molti sarteanesi è pressoché presente una o più foto di bambini e genitori accanto a tale vasca. Quel luogo (oggi si direbbe ahimè location) ricordava in qualche modo il testo de “La casetta in Canadà”  celebre canzone di Gino Latilla, che fu un tormentone quando ancora la parola tormentone non esisteva! 

I giardinetti erano prospicienti l’albergo Italia su un lato e la tipografia da un altro lato. Gli altri due lati erano liberi. Oggi non c’è più l’albergo Italia, non c’è più la tipografia e non c’è più neppure  la vasca con i pesci rossi. Sopravvivono alcune panchine in cemento. 

Torniamo ai ragazzetti e ai giardinetti (tanto per metter in rima due vezzeggiativi).

Un distinto signore elegante, con occhiali scuri e fornito di  un blocco da disegno e matita (anzi matite, erano più di una) stava tratteggiando la  Chiesa di San Francesco e altri elementi visibili. Ovviamente io e i miei amici lo osservavamo con curiosità e interesse. 

Non infastidito della nostra presenza, anzi tollerante e gentile, ci disse di aspettare un po’. Quando terminò lo schizzo (chissà, forse era un bozzetto per un quadro) ci disse che ci avrebbe fatto il ritratto e noi felicissimi! Non ricordo quanti di noi ragazzi furono ritratti. Io fui senz’altro uno dei fortunati. Conservo ancora quel bel disegno che qui mostro.

Solo anni più tardi ho saputo di più su quel distinto signore. Si trattava dell’artista Elio Marcucci, romano ma molto legato a Sarteano. Un artista importante con lunga attività espositiva.  Scorrendo le pagine delle varie annate di Montepiesi, prezioso mensile che dal 1969 al 2017 ha mirabilmente raccontato Sarteano, si apprende che Marcucci é annoverato tra i collaboratori della rivista e che per tantissimo tempo ha  frequentato Sarteano. Si apprende ancora che nei lontani 1950 e 1951 Marcucci dipinse il Drappellone del Saracino. Montepiesi parla più volte le attività artistiche di Marcucci e, purtroppo anche la sua scomparsa avvenuta nel 1988.

Conservo gelosamente quel bel ritratto che corsi ad incorniciare e conservo il lontano ricordo estivo di un artista  elegante e cordiale e un gruppetto di ragazzi ai giardinetti!

Riferimenti bibliografici

LA PITTURA DI ELIO MARCUCCI, MONTEPIESI n 12 1987 p 15

ELIO MARCUCCI: UN AMICO CI HA LASCIATI, MONTEPIESI n 9 1988 p 22

Ugo ricorda Gualtiero Sbardelli

Ugo ricorda Gualtiero Sbardelli

Sto raccogliendo documenti e testimonianze sul poeta e commediografo Gualtiero Sbardelli (1884-1949). tale raccolta è finalizzata alla stesura di un libro che sto scrivendo sulla sua vita, con particolare riguardo alle sue opere. L’interesse verso Sbardelli nasce in me dopo aver reperito interessanti documenti in possesso di mia nonna, che di Gualtiero era cugina “buona”. A Sarteano sono detti “cugini buoni” quelli di primo grado.

Di tanto in tanto emerge qualcosa di nuovo e, sulla convinzione che anche piccoli episodi del quotidiano possano farne emergere degli altri, mi decido a trascriverli. Oggi, qui, lo faccio riportando una chiacchierata con un Sarteanese DOC: Ugo Mancini.

Per chi fosse interessato, segnalo alcuni articoli su questo blog:

Bibliografia su Gualtiero Sbardelli. http://robertodellalena.altervista.org/bibliografia-su-gualtiero-sbardelli/

Gualtiero Sbardelli poeta e commediografo tra Roma e la Toscana http://robertodellalena.altervista.org/gualtiero-sbardelli-poeta-e-commediografo-tra-roma-e-la-toscana-anteprima-di-stampa-su-la-toscana-nuova/

http://robertodellalena.altervista.org/un-sonetto-ritrovato-di-gualtiero-sbardelli/

http://robertodellalena.altervista.org/il-poeta-di-sarteano-che-scrisse-recite-per-i-soldati-della-iii-armata-pubblicato-su-storia-storie-di-toscana/ 

Ma torniamo al tema.

Ugo Mancini, sarteanese classe 1936, ricorda di essere entrato la prima volta nella locane tipografia l’11 febbraio 1947, quindi da bambino. Probabilmente fu un segno del destino; infatti la tipografia di Sarteano diverrà il suo posto di lavoro prima come dipendente e successivamente come titolare. La tipografia fino al 1971 è stata situata nella centrale piazza Bargagli, successivamente si è trasferita in nuovi locali.

Ugo giovanissimo ricorda che Gualtiero Sbardelli, già vicino alla sessantina e probabilmente, con i parametri dell’epoca,  già pensionato, spesso presente in tipografia. Nonostante la sua lunga permanenza a Roma e nonostante le origini sarteanesi, Gualtiero non aveva inflessioni dialettali o le aveva appena accennate. La cosa non stupisce, avendo Gualtiero calcato le scene del teatro e  quindi verosimilmente avendo prestato attenzione alla dizione. Ciò non significa che Gualtiero non fosse legato alle sue terre,al contrario – lo si desume dalle sue poesie – era assai attaccato alle sue origini sarteanesi e a Roma che lo accolse. 

Ugo ricorda Gualtiero come un uomo distinto, elegante, con i calzoni alla zuava e i calzettoni color “cardinale”. Ciò é confermato anche dalle foto d’epoca di cui fortunosamente sono venuto in possesso.

Le visite di Sbardelli in tipografia – che Ugo ricorda piuttosto frequenti – probabilmente erano legate sia a motivi professionali che affettivi. Gualtiero Sbardelli che  aveva all’epoca già pubblicato almeno due libri di poesie e una commedia, si recava probabilmente in tipografia per pubblicare estratti e/o altro materiale fino allora inedito (e purtroppo almeno in parte disperso). Non è escluso che Sbardelli, anche direttore della scuola di teatro di Sarteano, curasse personalmente le locandine delle rappresentazioni teatrali di cui era autore e spesso anche attore protagonista. 

Oltre a tutto ciò Sbardelli era legato al mondo della tipografia in quanto egli stesso, dopo aver effettuato studi specifici aveva ha esercitato per lungo tempo la  professione di compositore tipografo o come precisa il nostro Ugo come “proto”. 

Al prossimo ricordo e speriamo alla pubblicazione del libro!

Piccolo appunto per una grande Artista: Anna Mercati

Piccolo appunto per una grande Artista: Anna MERCATI

Pre-puntualizzazione. Questo testo è da considerare un “Beta”, ma, rimanendo nella metafora, diventerà un “2.0” e forse anche di più. In prima battuta viene segnalato ai soli Soci del Gruppo Donatello e  a pochi altri amici. Lo trasmetto così, inevitabilmente con qualche errore, e con la speranza, ma vorrei dire la certezza, di renderlo migliore, anche grazie a qualche vostro suggerimento.

Puntualizzazione indispensabile. Questo appunto non ha la presunzione di essere una biografia, ma un contributo per conoscere meglio alcuni aspetti dell’Artista, tratteggiando solo alcune  tra le ben più numerose esperienze effettuate. Va peraltro precisato che qui si riferisce essenzialmente (anche se non esclusivamente) dell’attività artistica di Anna Mercati legata al Gruppo Donatello, storico sodalizio artistico-culturale fiorentino a cui è legata da oltre quarant’anni, e ha ricoperto più volte  anche cariche direttive in qualità di  membro del Consiglio. 

Anna nasce in una terra italiana straordinaria, l’Umbria, in una data straordinaria il 4 Aprile 1944, ovvero il 4.4.44. Conosco Anna da più di trent’anni anni, ovvero da quando sono socio del Gruppo Donatello. Al mio arrivo Anna era già presente. In questo lungo periodo abbiamo avuto modo di scambiarci opinioni sull’arte, ma anche di parlare spesso delle nostre terre di origine, pur in regioni diverse, ma assai vicine, essendo lei di Città di Castello ed io di Sarteano. Questo per lo spazio. Per il tempo, inteso nell’accezione più ampia, abbiamo più volte parlato della “curiosa” sua data di nascita, che è la stessa data reperibile in Ricordi Sogni e Riflessioni di Carl Gustav Jung dove ha un grande valore simbolico. Ma questa è un’altra storia e si rimanda alla lettura per chi lo vorrà.

Anna Mercati nasce in Umbria, nella bella Città di Castello dove trascorre gli anni dell’adolescenza; sono anche gli anni in cui la passione per l’arte Le si manifesta. Tale passione, già emersa, si conferma e si  rafforza durante un  viaggio a Parigi (1961).

Dopo gli studi classici si è laureata in matematica presso il Dipartimento “Ulisse Dini” dell’Università di Firenze. Ha frequentato la Scuola Libera del Nudo a Firenze e l’atelier dello scultore e incisore citernese Bruno Bartoccini (1910-2001). Anna ha successivamente seguito poi insegnamenti di scultura sotto la guida di Antonio Di Tommaso.

Risulta chiaro come non sia un caso che Anna abbia progressivamente indirizzato il suo percorso verso l’approfondimento  dell’incisione e della scultura.

Le opere grafiche di Anna Mercati sono presenti presso la  Biblioteca Nazionale Centrale e presso il Museo Nazionale di Cracovia. 

Anna ha anche  illustrato anche dei libri quali “L’ombra dello schermo” di Piergiovanni Permoni.  Ha inoltre partecipato alla realizzazione del Murales al Centro Anziani, di Via Luna, Quartiere 2 di Firenze, insieme ad altri artisti del Gruppo Donatello.

Vastissima la sua produzione. Si può solo fare cenno – fuor da ogni tentazione di classificazione e tantomeno di prevalenza di un’opera rispetto ad altra – ad alcuni suoi lavori meglio conosciuti e particolarmente apprezzati  all’interno del sodalizio. Notevoli i ritratti scultorei in terracotta come “Antonella” (2009), “Mater” (2008), “Samuel” (2014). Tra le davvero tante incisioni piace ricordare “Meditazione crepuscolare” dove il reale di un muro cittadino diventa palcoscenico di una Dea (1993), “Florentia” dove la Chiesa del Cestello in secondo piano completa una ricercata composizione floreale, e ancora “Lilium” (1985), la serie “Florentia” ancora con proposte di accostamenti equilibrati tra luoghi significativi della città, come San Miniato, Santa Croce, il Carmine ed elementi della  natura. Un’altra acquaforte significativa: “Notturno”, di cui è stato scritto ed è condivisibile: “Complesso e interessante appare proprio per questo motivo il foglio della collezione Il Renatico intitolato “Notturno” che inserisce un morbido nudo femminile di schiena, piegato su di un fianco, in un paesaggio lunare illuminato da una luce fredda che amplifica il silenzio e la solitudine della figura e crea un felice equilibrio tra forma e contenuto. Anna inserisce sempre nei suoi fogli piccoli racconti di vita e, nel descrivere immagini a lei care, riesce in maniera molto eloquente a trasmettere il proprio pensiero e la poetica che definisce la sua opera (…)” (P. Cassinelli). E’ del 1988 “La poiana”, ancora una volta un dualismo efficace: il volo maestoso dell’uccello in primo piano, un castello sul mare nello sfondo; ben sottolineato da queste parole “ Apparentemente è un semplice repertorio, ma ci si trova dinanzi a una sapienza dello strumento dell’acquaforte, il quale ben si sposa con la poeticità dei soggetti arcani, melanconici” (P. Levi). Alla fine degli anni ‘80 Anna ha approntato una ricca serie di acqueforti su zinco a tema floreale, tra le quali ricordiamo “Fiori di Campo”. Sarebbero tante ancora le opere da ricordare: “Omaggio a Puccini” presentato nel 2008 nella mostra in piazza eccezionalmente tematica, “Dedicato a Peter Russel”, “All’ombra della magnolia” tema riproposto anche in “Vanitas”, “Il grande ulivo” (1986), in realtà grandissimo al punto da far fuoriuscire il Duomo dal suo tronco! Quest’ultima opera nota anche come “Le due architetture di Firenze”.  

Nel 1972 la prima esperienza espositiva all’estero, precisamente a Monaco; da sottolineare che in in Italia Anna ha già, nonostante la giovane età, varie mostre al suo attivo Altre esperienze internazionali seguiranno. Eccone alcune: “MSC Gallery, Texas University”;  “Visual Art B.C. State University, U.S.A”;  “Salon d’Automne, Grand Palais, Parigi”; Artiste Fiorentine a Filadelfia (1994); 3° Int.le Mini Print Lahti, Finlandia, (1998).

1991. Assieme ad altri Donatelliani, tra cui gli indimenticabili Roberto Cremoncini e Giuliana Signorini partecipa al Il Polittico di San Giovanni. E’ il  24 giugno 1991. Da una grande idea del grande indimenticabile Mario Mariotti, Il “Polittico di San Giovanni” ovvero 800 tele di 200 artisti su apposito idoneo supporto galleggiano sull’Arno. 

1994 Artiste fiorentine a Philadelphia. Molto puntualmente Gianni Oliveti che cura da anni i cataloghi del Gruppo Donatello, tratteggia l’esperienza americana del Giugno 1994:

“ LE ARTISTE FIORENTINE A FILADELFIA Dopo queste due uscite “internazionali”, il Gruppo – o meglio una sua rappresentanza a cui si aggiunsero alcune pittrici militanti nella Antica Compagnia del Paiolo – fece una nuova sortita all’estero, questa volta portando negli USA una compagine femminile, capeggiata da Giuliana Signorini che aveva preso i contatti con colleghe statunitensi ed organizzato la spedizione. Era il 1994 e le nostre consocie furono – oltre s’intende alla Signorini – Igina Biriaco, Amalia Ciardi Dupré, Clara Fonnesu, Gabbriella Giusiani, Silvana Lonardi, Anna Mercati, Silvia Serafini, Selma Stultus, Edda Tanara, Grazia Tomberli, insieme a quattro “Paiolanti”: Elena Renzini Campeggi, Luana Salvoni, Anna Vestri e Luciana Zimarino. L’esposizione si tenne a Filadelfia, dove presso la Galleria Jasuta fu allestita in giugno una mostra in cui le Italiane trovarono modo di confrontarsi con un gruppo di qualificate pittrici americane, riunite nel sodalizio, da loro fondato, che operava sotto l’acronimo I.A.W.A. (Italian American Women Artist). Queste ultime, valenti artiste, erano Lisa A. Bartolozzi, Nancy Citrino, Rachel Citrino, Mary Scarpone Costanza, Carla Lombardi, Stefania Luciani, Barbara L. Minnaugh, Carol Leotta Moore, Susan Foley Urban e Valetta. Nel settembre dello stesso anno, le americane vennero a Firenze, e fu allestita una mostra confronto fra le due diverse civiltà dell’immagine, vicine per certi versi e lontanissime per altri, presso la Galleria Nuova Stazione Statuto, all’epoca sede dell’Antica Compagnia del Paiolo. Dell’incontro resta un bel catalogo, edito a cura dell’Assessorato al Turismo”. (V. Gianni Oliveti, Gruppo Donatello 60 anni di storia”, Press Service, Sesto Fiorentino, 2012, p. 94)

Nel 1995 un altro evento del Gruppo Donatello. Assieme ad altri 18 Artisti del Gruppo Donatello Anna partecipa alla realizzazione di un Murale in via Luna presso il Centro Anziani via Luna, a Firenze (inaugurazione avvenuta il  7.7.95). Questa esperienza ebbe grande successo: un muro alto quasi quattro metri e largo più di quindici interamente dipinto dagli artisti del gruppo donatello. Il contributo di Anna fu una poetica composizione dove coesistono volti e farfalle. In quell’occasione naturalmente Anna usò il colore e sempre in quell’occasione apparvero quanto mai significative le parole di Paolo Levi:

Anna Mercati è artista del silenzio. Il mezzo scelto, per esprimere il mondo metafisico, che fa parte integrante della sua personalità, è l’incisione. Le sue nature morte sono semplici bottiglie, melograni, foglie di tiglio, vasi con fiori bianchi. (…)” (Paolo Levi)

E ancora a proposito del rapporto tra l’Artista ed il colore assai interessanti le parole di Renzo Biasion:

“…Guardando il lavoro di Anna Mercati, viene da pensare una volta di più che la tecnica incisoria non è, come spesso si crede, una disciplina alternativa o complementare alla pittura, o peggio ancora, un suo sottoprodotto… Quando poi, com’è il caso della Mercati, si eseguono di persona tutte le fasi del lavoro – che sono innumerevoli e snervanti – si può allora parlare di vera vocazione. L’artista umbra «sente» istintivamente in bianco e nero il suo mondo poetico e ha fatto di tale predilezione non un limite ma, al contrario, un pretesto e una sfida. In altre parole, per lei il colore non è un’entità cromatica che la retina registra e classifica ma una varietà tonale che si può ricavare dal tratteggio più o meno intenso, dalla gamma degli inchiostri e dal controllo delle morsure”.(Renzo Biasion)

21 Settembre 1996 “Fra mito e classicità” Opere di Anna Mercati. Senza nulla togliere alle altre numerose esposizioni, una delle più belle. Come ricorda la stessa Anna, la mostra fu preceduta da una lunghissima e attenta preparazione, alla scelta delle opere, all’armonia complessiva. Tale studio fu coronato da un grande successo.

Anno 2000 e contemporaneamente XXX Mostra all’aperto. Anna presenta una pregevole acquaforte su zinco, illustrando ai soci intervenuti la tecnica usata, le sue difficoltà, i “trucchi” del mestiere; non si scordi che Anna oltre ad essere un’esperta di tecniche incisorie, ha per molti anni insegnato alle scuole superiori e ciò sicuramente ha reso ancor più interessanti le lezioni. Questa esperienza “didattico-formativa” verrà ripetuta in futuro, sia presso il Gruppo Donatello, sia fuori Firenze. 

Come accennato Anna aderisce a varie associazioni tra le quali l’Antica Compagnia del Paiolo. Tra le mostre effettuate presso il Paiolo ricordo quella dell’Aprile 2007 “cinque artiste del Paiolo” presentate da Riccardo Saldarelli. Particolarmente interessante durante il periodo espositivo si tennero “incontri in mostra” promossi dalla sezione arti visive per una chiacchierata con le espositrici sull’arte nella nostra città

26 Novembre 2008  “Le ali del sogno per figura (ipotesi di un viatico per il secolo nuovo)” Opere di Anna Cecchetti, Anna Mercati, Lelia Secci.  Presentazione del prof. Ugo Barlozzetti, che più avanti – abbiamo già detto – diverrà presidente del Gruppo Donatello.

24 Novembre 2010 Si inaugura al Gruppo Donatello la Personale di Anna “Dal segno alla forma, dalla forma al segno” con intervento introduttivo dell’allora Presidente Domenico Viggiano e con altro intervento di Ugo Barlozzetti che Presidente del Donatello diverrà qualche anno più tardi. Fu una mostra ove l’incisione fu protagonista, ma accompagnata anche da un significativo numero di sculture importanti. Farfalle e fiori i temi dominanti, ma accompagnati anche da figure umane e scorci di una vecchia Firenze. Ben sintetizza la stessa Anna:  “La Terra è un paradiso perduto che cerco di ricomporre, ogni volta, quando lavoro davanti alla realtà o ascolto la memoria. È la mia strada” (A M). 

2 Dicembre 2010. Anna Mercati e Roberto Della Lena presentano il libro di Tatiana Covor “Intervento di routine”. Non si trattò di una semplice ospitalità di una presentazione di un libro durante lo svolgimento di una mostra. Beninteso sia le opere esposte che il libro avevano ottima qualità e potevano brillare autonomamente. Ma fu proprio Anna a suggerire come le le esperienze, le vicende, le emozioni, descritte nel libro trovassero un avvicendevole reciproco riscontro emozionale con le atmosfere, i colori (anche se bianco e nero!), le figure fortemente simboliche, delle opere esposte. Semplicemente fu una gran bella serata.

4 Aprile 2012 “Tratti, Ri-tratti ed Auto-Ritratti.  Anna presenta un suo autoritratto fortemente espressivo

31 maggio – 22 giugno 2014 partecipa a una delle  prestigiose “esterne”: IL GRUPPO DONATELLO A PALAZZO nelle Sale del percorso museale in Palazzo Medici  Riccardi

Settembre 2015 Anna partecipa alla Rassegna Internazionale “Artisti dal mondo a Firenze per Expo 2015”. 

11.04.2016 Nel prestigioso Salone delle Feste di Palazzo Bastogi, gli Artisti del Gruppo Donatello hanno allestito la mostra “Arte in Tavola”, inaugurata 11 aprile 2016. Da un’idea di Silvia Serafini e Fabio Bianconi. Hanno presenziato alla vernice portando il loro saluto  il Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, Il Presidente del Gruppo Donatello Ugo Barlozzetti e il Presidente dell’Associazione Cuochi Fiorentini Angelo Mazzi. Dal Catalogo Arte in Tavola 11 aprile 2016  “(…) Il contatto con la natura è per Anna Mercati fondamentale e ogni sua composizione realistica, fantastica o simbolica trova origine proprio dal mondo concreto (…) ”.(P.Cassinelli)

24 Novembre 2018.  Inaugurazione mostra “Elogio della diversità” Opere di Giampaolo Beltrame, Cinzia Pistolesi, Anna Mercati. Tre differenti modi di rappresentazione artistica. La raffinata tecnica di  Giampaolo Beltrame, qui o più che altre volte declinata in composizioni fitte di personaggi che popolano o hanno popolato eventi significativi della nostra storia; le composizioni informali di Cinzia Pistolesi, giocate essenzialmente sul colore, sui contrasti, talora sulla sottolineatura materica a trasmettere vibranti emozioni;  la grafica e la scultura di Anna Mercati ci mostrano ancora una volta la straordinaria abilità e l’armonia sia sulla carta  impressa dalle sue incisioni, sia quando muovendosi nelle tre dimensioni realizza bei soggetti in  terracotta e ceramica.

16 Marzo 2019. Inaugurazione mostra collettiva di pittura “D come DONATELLO e come DONNA in memoria di Giuliana Signorini”. Programmata come Mostra al femminile per la giornata annuale della donna, è divenuta, purtroppo una mostra in ricordo di una donna. Una donna a noi tutti cara, Giuliana Signorini, purtroppo mancata nel mese di febbraio. Costituivano il gruppo delle  gruppo delle donatelliane tra cui naturalmente la nostra  Anna Mercati.

30 Marzo 2019. Inaugurazione mostra collettiva “Donatello in bianco e nero” Non è propriamente un omaggio, ma fa venire in mente la optical art confidenzialmente op-art, le camere oscura con vasche, acidi e luce rossa.   Da segnalare a margine che anche nell’ormai lontano 14 Novembre 2001 fu inaugurata al Donatello un’analoga mostra con quasi identico titolo: ”Il Donatello e il bianco e nero”. Quasi inutile dire che con il b/n Anna giocava in casa, presentando un opera che risultò  tra le più apprezzate.

13 dicembre 2019. Caffé Gilli, Piazza della Repubblica. Consegna ad Amalia Ciardi Duprè della «Pisanelliana» in bronzo modellata al naturale dallo scultrice Elisabetta Collini. Nella stessa sera ha avuto luogo una seconda premiazione, quella di Giuse Benignetti per i suoi novant’anni. Giuse, autentica “colonna” del Gruppo Donatello, figura storica, militante da sempre e attualmente consigliera, ha ricevuto a nome dei soci una medaglia modellata proprio da Anna Mercati, come ben sappiamo importante socia del sodalizio. 

E tanto ancora ci sarebbe – e ci sará – da dire…

Riferimenti bibliografici

Artisti a Firenze 2019 Ed. Masso delle Fate, 2019 

Arte in Tavola, 11 aprile 2016 Catalogo  della mostra

Artisti in toscana, Masso delle fate 2013

AA. VV. “Hanno inciso venti autori per un anniversario“, Il Candelaio, Firenze 1998.

Biasion R.: in Mostra in Piazza Donatello, Firenze, Piazza Donatello, 15-27 Giugno 1996, Catalogo della Mostra  pag. 78.

Cassinelli P.: in Mostra in Piazza Donatello, Firenze, Piazza Donatello, 6-10 Giugno 2015, Catalogo della Mostra  pag. 59.

Cinque Artiste del Paiolo https://www.exibart.com/evento-arte/cinque-artiste-del-paiolo/ Documento WEB visto e letto 30 Giugno 2022

Della Lena R.: L’Agenda interventata. La Toscana Nuova

https://www.yumpu.com/it/document/read/15034008/arte-per-la-ricerca-fiorgen

https://www.yumpu.com/it/document/read/62752645/artisti-a-firenze-2019

Insieme per l’Arte Mostra dei soci dell’Accademia Internazionale Medicea

L’Arte è in tavola. Catalogo della Mostra, 11-27 Aprile 2016

Pasquali D.: Anna Mercati : antologia critica. Edizioni Il candelaio, 1984

Pronesti D.: Volti senza tempo. In ARTISTI A FIRENZE 2019, p. 182-3

Mostra in Piazza Donatello, Firenze, Piazza Donatello, 6-10 Giugno 2015, Catalogo della Mostra  pag. 59.

Permoni P: “L’ombra dello schermo”, Pietro Chegai Editore, Firenze 1998. 

Riassunto (parziale) mostre collettive:

1983 – «MSC Gallery Texas University» e Visual Art B.C. State University, U.S.A.:

1986 – «In memoria di Cernobyl», Firenze;

1987 – «Mostra artisti», Cracovia;

1990 – Rassegna piccolo formato, Wuppertal, Germania;

1992 – «L’incisione del XX secolo», San Benedetto del Tronto;

1993 – «Artistes contemporaines» Salon d’Automne, Grand Palais, Parigi;

1994 – «Artiste fiorentine a Philadelphia», Galleria Jasuta, Philadelphia;

1995 – Mostra italo-franco-russa, Pantin, Francia;

1995 – Murales Centro Anziani, Quartiere 2. Firenze;

1996 – Donna in Arte, Villa Arrivabene, Firenze.

Riconoscimenti ottenuti da Anna:

Premio «Arte 1988», Giorgio Mondadori Associati, Milano (segnalata);

«Premio Italia per le arti visive» 1989, commissione per la realizzazione di una tiratura di rappresentanza per il Comune di Prato;

XXVII «Cardo d’argento», Borgo S. Lorenzo, 1989 (primo premio per la grafica);

«Conferme del Premio Italia», Ex Convento del Carmine, Firenze, 1992 (segnalazione speciale);

«XII Premio Firenze» 1994, Salone dei Cinquecento, Palazzo Vecchio, Firenze (Fiorino d’oro)

Riassunto schematico (parziale) delle mostre personali:

1985 – Galleria Teorema, Firenze;

1986 – La Bottega dell’Acquatorte, Firenze;

1987 – Oratorio di Santa Barbara, Città di Castello;

1988 – Centro Culturale Ce.p.a.c., Prato;

1990 – Società delle Belle Arti, «Casa di Dante», Firenze;

1990 «E.I.A.C. – Esposizione Italiana Artisti Contemporanei», Palazzo degli Affari, Firenze;

1992 – Studio d’Arte Due, Venezia;

1993 – Caffè Petrarca, Firenze;

1993 Palazzo Comunale, Sala dei Gruppi Consiliari, Città di Castello;

1994 – Lyceum, Firenze.