Una vita per altre vite

Una vita per altre vite

“C’è un momento, nel corso della vita, in cui si sente il bisogno di raccontarsi in modo diverso dal solito” (D. Demetrio, Raccontarsi, Ed. Cortina 1996, p.9)

“Una vita per altre vite” dunque. Il titolo del presente scritto è proprio il titolo del libro di Giuseppe Camagni, ginecologo di lungo corso, ma anche ottimo fotografo e – con quest’opera lo dimostra – valente scrittore.
L’autobiografia è un genere letterario, ma anche strumento di introspezione; la storia di vita è strumento di conoscenza e autoconoscenza in diversi modelli psicoterapeutici. In ambito medico val ricordare che l’anamnesi è anch’essa una biografia.
Ritorniamo al Nostro. Un’autobiografia interessante, ben scritta, agevole, scorrevole piacevole a leggersi.
Non nego che per me è stata una lettura particolarmente gradevole in quanto, seppur in tempi diversi, ha proposto itinerari, accadimenti, persone a me familiari.
Ho rivisto corridoi di Careggi, internisti, chirurghi, docenti universitari, lezioni cattedratiche e quant’altro.
Giuseppe sceglie come iter narrativo, quello cronologico (del resto la biografia lo impone un po’), tuttavia nello scorrere il testo accanto a fatti, nomi e date, si coglie qualcosa in più, qualcosa di molto personale, talora di intimo.
Giuseppe si sofferma sui suoi primi anni di vita, sulla scuola, sulle città dove ha vissuto prima di stabilirsi definitivamente a Firenze.
Presenti naturalmente nella trattazione, richiami alla psua lunga attività professionale (più di sessant’anni! Più precisamente dal 1949 al 2015), fatta di incontri significativi, di resoconti di episodi particolarmente interessanti. Presenti capitoli tematici dedicati a riflessioni su temi di importanza sociale e di educazione sanitaria e di promozione della salute (dalla psicoprofilassi ostetrica ai parti domiciliari, alla menopausa, ad alcune patologie ostetriche).
Vicende alterne della vita; successi e soddisfazioni, accanto a delusioni e fiducie mal riposte. Le une e le altre appaiono valorizzate le prime e attenuate le seconde da una dote affatto scontata: la consapevolezza. Una consapevolezza che viene da lontano, dai primi anni, da una famiglia “basata” (sempre presente una grossa attenzione riconoscenza verso i genitori, alla moglie, alla famiglia), dall’impegno nello studio, dal valore dell’amicizia.
Abbiamo detto che la vita è un alternarsi di vicende più o meno gradite. Nei momenti meno desiderabili si fa ricorso alle proprie risorse. Giuseppe pare avere – accanto ad altri pregi e virtù – un’arma segreta che poi segreta non è: la consapevolezza del proprio valore. Consapevolezza che nasce da una serietà nella vita e nel lavoro che ha costruito e percorso “una vita e una via” – parafrasando il titolo “una vita per altre vite”! Una vita intensa e una retta via .

[Testo non definitivo]

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