“Le memorie di Domenico Leoni”. Un bel libro.

NB Testo non definitivo!

E tu ricerchi là le tue radici se vuoi capire l’anima che hai…”.

(Francesco Guccini)

Le memorie di Domenico Leoni”  è un libro, un bel libro, e qui ne parlerò. Ma questo mio scritto non è una una vera e propria recensione e non è nemmeno quanto dirò tra pochi giorni alla presentazione del libro, presentazione che avviene, dopo un lungo periodo, in presenza. È altro, è uno spazio dove mi prenderò anche licenza di divagare.

Prima di entrare nello specifico – anche so che non è bello parlare di sè quando si intendende celebrare qualcuno! – non posso non notare che alcune coincidenze legano me e Allaman. 

Ci conosciamo non so più da quanti anni, anzi so benissimo da quanti, ma è meglio non quantificare!

Nei primi anni 2000 (precisamente dal novembre 2001 al dicembre 2002 e anche tutto il  2003) ho fatto il tirocinio per la scuola di specializzazione in psicoterapia presso il Centro Alcologico (non alcoologico!) di Villa Basilewsky allora diretto proprio da Allaman; curiosamente fino a pochi anni prima lavoravo negli stessi locali che all’epoca erano facenti parte della USL 10 E assieme a Ospedale Meyer ed Ospedale Oftalmico. E’ ancor più singolare che anche un’altra volta mi sia ritrovato a condividere, pur in tempi diversi, con Allaman medesimi spazi. Alludo al periodo in cui il Centro Alcologico era a Villa Ognissanti, ed era prorio letteralmente nella palazzina che tanti anni più tardi avrebbe ospitato l’Ospedale Meyer (nel frattempo diventato Azienda Meyer), me compreso. Per completezza di informazione ho frequentato volontariamente il Centro Alcologico anche alcuni mesi del 2007 per mettere a punto una pubblicazione scientifica.

Non voglio dire che si tratti di “sincronicità”, ma certo è qualcosa che gli somiglia!

Mi sono lasciato per ultima un’altra curiosa coincidenza. Allaman, assieme ad un team selezionato, dopo aver ritrovato scritti e diari del proprio nonno Domenico Leoni, riporta alla luce una biografia, ma direi una storia di vita, che altrimenti sarebbe rimasta fruibile solo da poche persone. E’ opera meritoria; tutto ciò che ci fa conoscere quanto e quanti ci hanno preceduto è da considerare un dono prezioso. E’ interessante conoscre non solo la storia con la esse maiuscola, ma anche le storie “minori” o meglio  “minori, ma non per questo meno importanti“. Ed ecco l’ulteriore coincidenza: nello stesso periodo anche io ho ritrovato documenti di un mio parente, Gualtiero Sbardelli, poeta e commediografo; ho scritto due articoli su di lui e  mi sono riproposto di scrivere un libro.

Ma torniamo al libro di Allaman (e collaboratori)

Siamo di fronte a un testo che forse può essere definito come un’autobiografia scritta e conservata, poi “ritrovata”. Allaman Allamani ha scritto la presentazione, e, assieme a Giorgio Oneto e Gian Luca Corradi è dell’opera curatore, ma come avrebbe detto Ballerini in altro contesto (ve la racconto però un’altra volta) “Allaman è sí un curatore, ma è anche molto più di un curatore“. 

Il materiale di partenza è una raccolta di manoscritti e dattiloscritti autografi di Domenico Leoni in sono raccontate vicende comprese nel periodo 1902-1918. Sono vicende familiari, lavorative, belliche.

Con rara perizia già nella presentazione in poche pagine Allaman annuncia i contenuti, la genesi e la realizzazione del testo, la dimensione spazio temporale della vicenda. La pubblicazione è il risultato di un lavoro attento e pianificato

Non è difficile capire come la lunga esperienza di Allaman, medico psichiatra con notevoli competenze in psicoterapia, con particolare riguardo al modello sistemico, gli abbia consentito di cogliere dettagli analitici di linguaggio e narrazione che solo un esperto di ottica sistemica, di modelli trigenerazionali e di storie di vita può cogliere. 

L’importanza di tale presentazione è sottolineata anche in Prefazione da Zeffiro Ciuffoletti,  presentazione così ben proposta che consente al lettore di seguire e comprendere appieno la narrazione da Firenze all’Australia e non solo. Per la precisione come recita il sottotitolo “dalla Romagna alla Toscana, dall’Australia a Caporetto, dalla prigione alla libertà”. Suggestivo il fatto che questo testo abbia visto la luce tanti anni dopo, realizzando quanto Domenico Leoni aveva da sempre desiderato fin dagli anni ’60, dopo aver integrato e aggiornato a più riprese le proprie memorie scritte in lunghi anni. Attraverso questo libro, attraverso le vicende di Leoni conosciamo esperienze, riti, valori, oramai scomparsi, uno per tutti la riunione familiare di commiato al parente che parte per l’Australia. 

A costo di dire un’ovvietà, questo libro non può essere raccontato, ma deve essere letto. 

Ho sempre apprezzato le autobiografie (più delle biografie) e gli epistolari; credo che siano strumenti potenti di conoscenza e di riflessione. 

Piace rammentare che nel 2017 qui al Donatello furono presentate due biografie:  “Io, vivace invalida senza frontiere” di Paola Giusti, e “Una vita per altre vite” del ginecologo Giuseppe Camagni.

Piace citare Duccio Demetrio: “Arriva un momento nell’età adulta in cui si avverte il desiderio di raccontare la propria storia di vita. Per fare un po’ d’ordine dentro di sé e capire il presente; per ritrovare emozioni perdute e sapere come si è diventati, chi dobbiamo ringraziare o dimenticare. Quando questo bisogno ci sorprende, l’autobiografia di quel che abbiamo fatto, amato, sofferto, inizia a prendere forma. Diventa scrittura di sé e alimenta l’esaltante passione di voler lasciare traccia di noi a chi verrà dopo o ci sarà accanto. Sperimentiamo così il “pensiero autobiografico”, che richiede lavoro, coraggio, metodo, ma procura, al contempo, non poco benessere“. E ancora Demetrio: (…) Si impara dall’analisi della propria storia,si impara apprendendo da se stessi e si inizia  a coltivare un vizio che ci riporta, se lo desideriamo, ai nostri anni adolescenti (…)” (Duccio Demetrio, Raccontarsi, l’autobiografia come cura di sé. Cortina Editore 1996, p. 15)

L’autobiografia che  Domenico lo ha scritto, anzi manoscritto, ha oggi nuova vita perchè chi venuto dopo di lui ha avuto l’attenzione, la cura di non disperdere quanto poteva (e ahimé chissa quante volte è successo) finire prima in fondo a un cassetto e poi chissà dove!

Trovo quindi straordinario che accanto a una storia inevitabilmente “maggiore” trovino posto anche “storie minori”, virgolettato a significare che minori non sono. 

Il periodo a cui l’Autore si riferisce è un periodo ben preciso: dal 1902 al 1918, tuttavia nella trattazione non mancano riferimenti a prima e dopo tale periodo.

Domenico Leoni nacque i Romagna, nel piccolo paese di Santa Sofia nel 1887. Una sorella di Domenico, che aveva 18 anni più di lui, sposò Carlo Franceschi, medico (n. 1865). Carlo e Maria nel 1900 si trasferirono in Australia, ed è  in virtù di ciò che Domenico ebbe l’occasione di raggiungerli. Peraltro dalla lettura del  libro si evince che non si è mai saputo con certezza perché Domenico e Maria, dopo la nascita delle bambine nel 1895 e 1898, si siano trasferiti nel continente nuovissimo. La famiglia al completo appare in una bella fotografia del 1901 con dedica ai nonni pubblicata nel libro; presente altra immagine simile del 1907. Va detto nell’occasione che non solo questa ma anche altre rare e belle immagini d’epoca arricchiscono l’opera. Nel 1902 Domenico parte per l’Australia; all’epoca lunghissimo viaggio della durata di un mese. Nel 1908 Domenico riceve una lettera dai familiari che lo invitano a prender contaato con il Consolato e rientrare in Italia; si conludeva così il suo settennato trascorso in Australia. Nel 1909 iniziò a llavorare in Firenze a Villa Constantin. Nel 1911 Domenico si sposa con Angela Valeotti e nel 1912 nasce sua figlia Leonella, ovvero la futura madre di Allaman Allamani.  Il 1915 è l’anno in cui Domenico è chiamato alle armi:

Il 9 Novembre del 1915 fu chiamata sotto le armi, per la prima volta, la mia classe e categoria. Avevo 28 anni compiuti. Alle 10 di quel giorno mi presentai al Distretto Militare di Firenze dove mi aggregarono al 1° Reggimento Fanteria”.

Nel triste periodo bellico, come ben è sottolineato nella presentazione, Domenico alterna racconti di guerra e  racconti familiari; in questo senso Domenico offre spaccati del fronte e della prigionia descritti con rigore saggistico. Uno tra i tanti brani particolarmente suggestivi ed emozionanti:

Mi trovavo di guardia ad una feritoia lungo la trincea ad un passo da un bastione composto di sacchetti di terra, dei tanti che si trovavano lungo la linea per proteggere il nostro fianco sinistro, quando furono uditi due colpi di fucile. […] Con me, in quel momento erano due miei compagni […] Passati pochi secondi ecco che un colpo da 37, […]All’udire quel colpo uscimmo tutti e tre in una sonora risata; ma l’eco della nostra ironia non si era ancora spenta, che una seconda granata del solito calibro colpì come un fulmine la cresta del nostro pilastro protettore! […] Per buona ventura il momento fu più brutto che effettivamente pericoloso. Riavutici da quella pioggia di terra e di schegge trovammo temporaneo rifugio nel camminamento che faceva capo al trincerone. Quando il rumore dell’importuno cannone cessò ritornammo al nostro posto. Solo allora ci accorgemmo di averla scampata bella!

E’ nel 1917 che inizia la terribile esperienza della prigionia.  Nel 1930 acquisisce una pensione che diverrà l’odierno Albergo Montebello. Domenico rimase vedovo nel 1937 e scomparve nel 1976 all’età di 89 anni. Naturalmente sulla prigionia, sull’Albergo Montebello,come del resto sututti gli altri argomenti esposti da Domenico ci sarebbe da citare non uno, ma molti, moltissimi e episodi vuoi interessanti, vuoi curiosi, vuoi commoventi. Fin qui qualche breve nota e un paio di citazioni particolarmente significative che, inutile ripeterlo, non possono lsostituire la lettura, ma magari la possono suggerire.

Le memorie di Leoni sono state stilate e revisionate in tempi diversi, dal 1924 e successivamente nel 1934 e poi nel 1939; infine un’ulteriore revisione e completamento nel 1972. Attorno al 1969 era stato ipotizzata una pubblicazione che però non avvenne.

Quelle che ho definito poco sopra “Storie minori, ma non per questo meno importanti” sono un patrimonio. Sono storie che meglio ci fanno conoscere quanto appreso nelle aule scolastiche e sui libri di storia perché raccontate dai protagonisti, che oltre a descrivere avvenimenti ci trasmettono anche le emozioni provate per averle vissute.

Bibliografia e ricordi (non necessariamente legati al libro, ma in qualche modo correlati)

Allamani Allaman: Quarantacinque lugli fa: una storia della nascita di Alcolisti Anonimi. Toscana Medica, Luglio 2029

Demetrio Duccio: Raccontarsi. L’autobiografia come cura di sé. Raffaello Cortina Editore, 1996, Milano

Quartini A., Adami Rook P., Allamani A., Berni L., D’Onghia G., Innocenti A., Innocenti F., Latte G., Bardazzi G., Bartolini S., Ceccherini E., Della Lena R., Fusi G., Marcias ML, Stecchini D.: Valutazione dell’efficacia di un percorso di psicoterapia breve in alcoldipendenti sobri affetti da depressione minore. Abstract book VIII Congresso Nazionale SIEP “La salute mentale nella popolazione. Analisi dei bisogni e governo clinico”. 25-27 ottobre 2007, Convitto della Calza, Firenze. 

La via Cassia e Pellegrino. Una curiosità

Quando percorriamo da Firenze a Sarteano o viceversa la strada cosiddetta “normale” così chiamata in alternativa e in qualche modo ad antitesi all’autostrada, ci sono alcuni luoghi, alcuni esercizi, per lo più botteghe alimentari o bar, che poi corrispondono delle soste abituali e che di fattto diventano “obbligate“.

A ognuno di questi posti è legato qualche ricordo.

Ad esempio all’interno dei locali di un bar nelle vicinanze di Siena è appeso ad una parete una grossa stampa dove è raffigurato un pellegrino, un viandante con tanto di fagotto, cappello e bastone. Non so e non ho mai chiesto come mai il bar si chiami così, non so se il pellegrino sia una figura allegorica, o sia un personaggio realmente esistito.

Quello che è più curioso è che l’immagine, o meglio il disegno di tale pellegrino assomiglia un po’ al mio nonno, che altrettanto curiosamente si chiamava Pellegrino. Va detto che a dispetto del nome mio nonno era tutto fuor che viaggiatore!

Ove Pellegrino vi abbia incurosito vedere anche in questo blog un altro articolo su di lui

Lapidi ed epigrafi di Sarteano

Quella che segue NON è la storia di Sarteano. È la cronologia di avvenimenti legati alla storia del paese desunti dai testi delle lapidi, delle epigrafi, dei segnali turistici, di altre eventuali scritte documentarie presenti. È possibile, anzi probabile che – anche se ho cercato di raccoglierle tutte – qualcuna mi sia sfuggita. Sarà comunque mia cura aggiungere ulteriori notizie ogni qualvolta se ne presenterà l’occasione. Torno a dire, la presente cronologia non è la storia di Sarteano, ma la raccolta delle notizie reperite e presentate in ordine cronologico. Questa raccolta potrà stimolare la curiosità e rappresentare un punto di partenza per approfondimento su pubblicazioni specifiche, alcune delle quali presenti in bibliografia.

1038 È del 1038 il primo documento (Pergamena Amiatina nell’arch. di Stato di Siena) che parla del castello di Sarteano
1117 (Atti del 1117 e 1126) Castiglioncello del Trinoro all’epoca castello fortificato viene ceduto dai Conti Manenti all’Abbazia Camaldolese.
1250 Castiglioncello del Trinoro all’epoca castello fortificato viene acquistato dalla Repubblica Senese.
1280 Fino al 1280 durò la dominazione di Sarteano da parte della stirpe magnatizia dei Manenti.
1282 Nel campanile a vela della Chiesa di San Martino è presente una campana datata 1282.
1313 Anno di insediamento dei Monaldeschi e/o edificazione della Porta Monalda
1341 A tale anno risale il chiostro della Chiesa di San Francesco
1341 In un capitello di una colonna all’interno della Chiesa di San Francesco è scolpita la data MCCCXLI (1341)
1342 Data attribuita ad una tavola di Jacopo di Mino del Pellicciaio, la Madonna col Bambino detta “Madonna del cardellino” presente nella Chiesa di San Martino
1379 Sarteano si lega a Siena, con patti di accomandigia (protettorato), patti che divennero poi perpetui nel 1467.
1409 Il castello di Sarteano subisce assedio da parte di Ladislao di Napoli,.
1418 Castiglioncello del Trinoro all’epoca castello fortificato, dopo esser stato ceduto dalla Repubblica Senese alla Famiglia Salimbeni, torna di proprietò della Repubblica Senese stessa.
1439, 9 Maggio. Nasce a Sarteano Francesco Tedeschini (talora indicato Todeschini) che diverrà Papa Pio III. La casa natale è nell’odierna via dei Goti. Presenta tre stemmi
1455 Il castello di Sarteano subisce assedio da parte del capitano di ventura Giacomo Piccinino
1467 I patti di accomandigia (protettorato), tra Sarteano e Siena iniziati nel 1379 divengono perpetui.
1469 La Repubblica Senese trasforma l’ormai diruta rocca medioevale in una poderosa fortificazione.Scolpito il significativo portale apposto sulla casa natale di Pio III con raffigurati tre stemmi a significare l’unione, avvenuta nel 1459, della famiglia Tedeschini con la famiglia Piccolomini
1503 il castello di Sarteano subisce assedio da parte del duca Ascanio della Cornia:
1514 circa attribuzione della data a due tavole dell’Angelo annunciante e della Vergine Annunciata di Girolamo del Pacchia. Presenti nella Chiesa di San Martino provenienti dalla Chiesa di San Lorenzo.
1545-46 “Annunciazione” Domenico Beccafumi (1486 – 1551) presente nella Chiesa di San Martino
1552 il castello di Sarteano subisce assedio da parte di Cesare Borgia (duca valentino)
1555 Castiglioncello del Trinoro all’epoca castello fortificato entra a far parte del Granducato di Toscana
1556, 9 giugno. il castello di Sarteano subisce assedio e cede agli assalti del conte Sforza di Santa Fiora
1581, 26 Marzo, i confratelli della Società della Morte erigono la Chiesa del Suffragio fin dal 26 marzo 1581
1584 Un portale in travertino datato 1584 è presente nella Chiesa del Suffragio.
1584, Lapide datata 1584 sopra la porta di ingresso della Chiesa del Suffragio “ORATIONIS SOCIETAS PRO MORTUIS TUMULANDIS MDLXXXIIII”
1590 Il granduca Ferdinando I dei Medici concede il castello in uso alla famiglia Fanelli, concessione rinnovata nel 1617 da Cosimo II.
1607 Nella navata sinistra nella della Chiesa del Suffragio, è presente una “Resurrezione di Lazzaro” (1607) del senese Flavio Amatori.
1617 Cosimo II rinnova la concessione del castello (inizialmente concessa nel 1590) alla famiglia Fanelli
1638 La Chiesa di San Lorenzo è elevata a Collegiata, fu ristrutturata all’interno nel 1787. Nel 1955 fu dichiarata santuario mariano.
1680 A partire dal 1680 è descritta a Sarteano l’esistenza di una sala adattata a teatro. All’interno del palazzo pubblico
1680, 9 Settembre La Chiesa del suffragio attiva dal 1581 viene destinata ad oratorio della congregazione della B.M.V.
1731 Nasce per volere di un gruppo di nobili locali, l’Accademia degli Arrischianti
1733 27 Maggio. Il Vescovo di Chiusi Giov. Batt. Tarugi consacra con rito solenne la Chiesa di San Lorenzo già restaurata da Papa Pio III
1740 Intorno al 1740, la sala seicentesca viene trasformata in un vero e proprio teatro all’italiana
1787 La Collegiata di San Lorenzo viene ristrutturata al suo interno.
1789 L’architetto Leonardo de’ Vegni ristruttura l’interno ad unica navata della Chiesa di Sant’Andrea di Castiglioncello del Trinoro.
1818 Inizia il mandato di Don Giustino Penci presso la Chiesa di San Martino; si protrarrà fino al 1841
1833 Anno di istituzione della Farmacia Bologni in Sarteano
1833 Realizzati i mobili per l’antica Farmacia Bologni tuttora conservati e visibili.
1840 Apposta lapide su parete di palazzo in via dei Lecci a Sarteano (1840). Testo: SACELLUM HOC DEO AC B. FRANCO DICATUM BRANDIMARTES FANELLI EQUES S. STEPH. ORNAVIT RESTAURAVIT ANNNO DOMINI MDCCCXL
1841 Inizia il mandato di Don Riccardo Fracassini presso la Chiesa di San Martino; si protrarrà fino al 1872
1841 Distrutta la chiesa di S. Martino in foro
1844 Edificata la Chiesa di San Martino dopo la distruzione della vecchia chiesa (probabilmente i lavori iniziarono nel 1842)
1849, 18 Luglio. Giuseppe Garibaldi con Anita e un manipolo di soldati, si accampano a Sarteano
1860, Collocazione nell’attuale piazza XXIV Giugno della lapide in ricordo delle votazioni del 15 Marzo.1860
1862, 20 Luglio Collocata lapide in onore di Giuseppe Garibaldi nell’attuale Piazza XXIV Giugno
1867, 28 e 29 Agosto. Giuseppe Garibaldi ospitato in una casa sarteanese nella strada che oggi a Garibaldi è intitolata
1872 Inizia il mandato di Don Paolo Caratelli presso la Chiesa di San Martino; si protrarrà fino al 1885
1879, 16 Gennaio. Collocazione della lapide in memoria di Vittorio Emanuele II nel primo anniversario della scomparsa.
1882, 30 Luglio. A cura della famiglia Frontini viene collocata una lapide nella casa che ospitò Giuseppe Garibaldi il 28 e 29 Agosto 1867. La strada in cui si trova tale casa è oggi Corso Giuseppe Garibaldi.
1885 Apposizione di lapide e inaugurazione di monumento, c.d. “Pietra di Garibaldi” in onore di Giuseppe Garibaldi
1885 Inizia il mandato di Don Ottavio Gorini presso la Chiesa di San Martino; si protrarrà fino al 1892
1888, 25 Gennaio. Collocazione della lapide in onore di Tommaso de Cristoforis e Niccola Gasparri caduti in Africa, nel primo anniversario.
1892 Inizia il mandato di Don Sestilio Barni presso la Chiesa di San Martino; si protrarrà fino al 1917;
1893, 8 Ottobre. Inaugurato monumento in onore di Giuseppe Civelli a dieci anni la sua scomparsa.

1897, 8 Settembre. Collocata lapide in memoria di Alessandro Pannocchia e Azeglio Costanzi
1909, 15 Settembre. Collocata una lapide in onore di Tancredi Canonico ad un anno dalla sua scomparsa.
1917 Inizia il mandato di Don Alfeo Romani presso la Chiesa di San Martino; si protrarrà fino al 1950.
1921, 8 Settembre. Collocazione di una lapide a Castiglioncello in memoria dei caduti della prima guerra mondiale
1923, 23 Settembre. Collocato il Monumento ai Caduti dello scultore Arnaldo Zocchi.
1932, 15 Agosto. Collocata lapide sulla facciata della casa ove visse Pio III. Curiosità; nella lapide compare la parola “avita” che significa tramandata dagli avi.
1942 Le suore del Sacro Volto iniziano la propria missione a Sarteano.
1943, 8 Settembre. nella lapide a Fontevetriana memoria e ricordo dei partigiani caduti durante la resistenza tra l’8 SETTEMBRE 1943 e il 24 GIUGNO 1944
1944 Amerigo Bai e Quirino Salvadori trucidati il 16 Giugno del 1944 a Castiglioncello del Trinoro.
1944, 17 Giugno, Dal 17 al 28 Giugno 1944 infuria la guerra a Sarteano
1944, 24 Giugno. Data della Liberazione del paese di Sarteano.
1944, 24 Giugno. nella lapide a Fontevetriana memoria e ricordo dei partigiani caduti durante la resistenza tra l’8 SETTEMBRE 1943 e il 24 GIUGNO 1944
1944, 28 Giugno, Dal 17 al 28 Giugno 1944 infuria la guerra a Sarteano
1945, Su lapide posta all’interno della Chiesa del Suffragio: “A CURA DELLA VEN, ARCICONFRATERNITA DI MISERICORDIA COL CONCORSO DI PUBBLICHE OBLAZIONI RESTITUITA AL PRISTINO DECORO L’ANNO DEL SIGNORE 1945”
1950 Inizia il mandato di Don Quintilio Labardi presso la Chiesa di San Martino; si protrarrà fino al 1962;
1955 La Collegiata di San Lorenzo dichiarata santuario mariano.
1958 Lapide sull’edicola dedicata alla Madonna del Buon Consiglio “Madonna del Buon Consiglio prega per noi 1958”.
1962 Inizia il mandato di Don Gino Cervini presso la Chiesa di San Martino; si protrarrà fino al 1997.
1965 Diventa inagibile e cade in abbandono e degrado il Teatro degli Arrischianti
1972, 28 Maggio. Consacrata la Chiesa di Sant’Alberto
1980, 24 Giugno. Collocata una lapide a Fontevetriana a cura dell’A.N.P.I. in memoria e ricordo dei partigiani caduti durante la resistenza tra l’8 SETTEMBRE 1943 e il 24 GIUGNO 1944
1982 Apposizione di lapide sulla c.d. “Pietra di Garibaldi” in onore di Giuseppe Garibaldi nel centenario della morte.
1985, 26 Ottobre Collocata lapide all’interno della Chiesa di San Francesco in onore del Beato Alberto da Sarteano nel sesto centenario della nascita.
1986, 5 Luglio. Collocata una lapide in ricordo di Palmiro Togliatti a 22 anni dalla scomparsa.
1992 Collocata una lapide all’interno della Chiesa di San Martino in ricordo del 150′ anno di Consacrazione Chiesa e del XXX anno del Parroco-Primicerio.
1992 Collocata una lapide per i 50 anni di missione delle suore del Sacro Volto a Sarteano.
1997 Il comune di Sarteano acquisisce il castello
1999 Terminano i lavori di restauro del teatro degli Arrischianti
2000, 27 Maggio. Riapre al pubblico il Teatro degli Arrischianti
2003 La farmacia Bologni attiva in Sarteano dal 1833 si trasferisce in nuovi locali. La sede originale, in Piazza XXIV Giugno per volontà dei proprietari rimane visibile con l’arredamento originale.
2008, 26 Aprile Apposta lapide nel Parco Mazzini al termine di opera di recupero.
2008, 29 Giugno. Apposta lapide sulla montagna di Cetona dalle comunità di Cetona e Sarteano per celebrare i quaranta anni dell’illuminazione della Croce posta sulla vetta.
2008, 4 Ottobre. Apposta lapide in occasione della riapertura al culto della Chiesa di San Francesco al termine del restauro.

CAPITELLO DI COLONNA In un capitello di una colonna all’interno della Chiesa di San Francesco è scolpita la data MCCCXLI (1341)

LAPIDE A CASTIGLIONCELLO IN MEMORIA DEI CADUTI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE. AGLI EROI DELLA PATRIA UMILI E GRANDI CASTIGLIONCELLESI / Checchi Costantino, Fastelli Giovanni, Lopoli Adolfo, Romagnoli Armando, Vannucci Giovanni, Della Lena Giocondo, Gigliotti Giustino, Morgantini Pasquino, Sterlini Tonino, Valenti Rifeo / Che Morirono E / Caciotti Giulio, Crociani Federico, F.Lli Alberto E Pierino Gori, Falzetti Giulio, Cioli Giuseppe, Fabrizzi Giovanni, Pascicci Leonello / CHE RIMPIANTI SCOMPAEVERO ALL’AFFETTO DEI LORO CARI NELLA GUERRA 1914 1918 / QUESTO RICORDO ALLE FUTURE GENTI CHE IMPARINO E PREGHINO I PARENTI E GLI AMICI P.P. 8 SETTEMBRE 1921

Lapide A. N. P. I. a Fontevetriana. A. N. P. I. / GRUPPO BANDE S.I. M.A.R / FORMAZIONE MONTE “SORATTE E CETONA” / 8 SETTEMBRE 1943 – 24 GIUGNO 1944 / AD ALCUNI DEI NOSTRI CADUTI I NAZIFASCISTI / DISSERO PRIMA DI UCCIDERLI: “A TENERVI / IN: VITA NON C’È NIENTE DI GUADAGNATO / AD AMMAZZARVI NIENTE DI PERSO.” / PERCHE’ TANTA INUMANA CRIMINALE ARROGANZA / MAI PIÙ’: POSSA AFFIORARE, A FONTE VETRIANA / CULLA E CUORE DELLA FORMAZIONE, / NOI, PARTIGIANI SARTEANESI, PONIAMO QUESTO CIPPO” / ” ORA E SEMPRE RESISTENZA” / 24 GIUGNO 1980

Lapide all’interno della Chiesa di San Francesco. OGGI 4 OTTOBRE 2008 FESTA DI SAN FRANCESCO D’ASSISI, PATRONO D’ITALIA QUESTA CHIESA, A LUI DEDICATA PER RICORDARE LA SUA PRESENZA NELLA NOSTRA TERRA VIENE RIAPERTA AL CULTO CON SOLENNE RITO PRESIEDUTO DAL VESCOVO DIOCESANO MONS. RODOLFO CETOLONI, CHE CONSACRA ANCHE IL NUOVO ALTARE, DOPO LUNGHI E COMPLETI RESTAURI RESI POSSIBILI CON IL CONTRIBUTO DELLA FONDAZIONE MONTE DEI PASCHI DI SIENA DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, DEL GENEROSO POPOLO DI SARTEANO E DI DON GINO CERVINI, PER LUNGO TEMPO CUSTODE DI QUESTO TEMPIO. PARROCO DON FABRIZIO ILARI POSE A PERENNE MEMORIA

Lapide all’interno della Chiesa del Suffragio. Testo in italiano e in latino. “QUESTA CHIESA CHE LA PIETÀ DEI CONFRATELLI DELLA SOCIETÀ DELLA MORTE ERESSE FIN DAL 26 MARZO 1581 SUCCESSIVAMENTE DESTINATA AD ORATORIO DELLA CONGREGAZIONE DELLA B.M.V, DEL SUFFRAGIO DAL 9 SETTEMBRE 1680 ESSENDO STATA GRAVEMENTE COLPITA DAL FURORE DELLA GUERRA CHE NEI GIORNI DAL 17 AL 28 GIUGNO 1944 SI ABBATTE’ PAUROSA SUL PAESE DI SARTEANO FU A CURA DELLA VEN, ARCICONFRATERNITA DI MISERICORDIA COL CONCORSO DI PUBBLICHE OBLAZIONI RESTITUITA AL PRISTINO DECORO L’ANNO DEL SIGNORE 1945” “ECCLESIAM HANC QUAM PIETAS CONFRATRUM SOCIETATIS MORTIS A FUNDAMENTIS EREXIT VIJ KAL APRILIS MDLXXXI DEINCEPS ADHIBITAM AD ORATORIUM CONGREGATIONIS B. M.V. SUFFRAGIJ V’ IDUS SEPTEMBRIS MDCLXXX BELLICO GRAVITER PERCUSSAM FURORE QUI IM CASTRUM INCIDIT SARTHEANI DIEBUS INTER XV’ ET IV’ KAL JULIS MCMXLIV AERE PIO PROPRIISOUE ETIAM SUMPTIBUS VEN, ARCHICONFRATERNITAS MISERICORDIAE MAGNO SUO OPERE IN PRISTINAM DIGNITATEM RESTITUIT A. D. MCMXLV”

Lapide all’interno della Chiesa di San Francesco. IN QUESTA CHIESA VESTÍ IL SAIO FRANCESCANO IL BEATO ALBERTO DA SARTEANO DELLA FAMIGLIA BERDINI PREDICATORE-UMANISTA-LEGATO PONTIFICIO DISCEPOLO E AMICO DI S. BERNARDINO DA SIENA NEL VI CENTENARIO DELLA NASCITA IL POPOLO DI SARTEANO QUESTO RICORDO POSE IL 26 OTTOBRE 1985

Lapide all’interno della Chiesa di San Martino. 1842-1992 150° ANNO EDIFICAZIONE DELLA CHIESA DI S.MARTINO – XXX ANNO DEL PRIMICERIO N.H. CERVINI D. GINO –  d. Giustino Penci 1818-1841; d.Riccardo Fracassini 1841-1872; d.Paolo Caratelli 1872-1885; d. Ottavio Gorini 1885-1892; d. Sestilio Barni 1892-1917; d. Alfeo Romani

Lapide in memoria dei Caduti nella guerra 1915-18. SARTEANESI CHE NELLA GUERRA MCMXV-XVIII IMMOLARONO LA GIOVANE VITA PER LA GRANDEZZA D’ITALIA. MORTI PREFERITE Serg. Aggravi Giulio, Sold. Aggravi Lorenzo, Batelli Vittorio, S. Ten Bernardini Filadelfo, Sergente Bernardini Ulderigo, Soldato Bernardini Giuseppe, Bernardini Luigi, Cap. m. Bernetti Adalindo, Sold. Brogi Ugo, Buoni Pasquino, Buoni Savino, Sergente Cappelletti Guido, Soldato Chechi Costantino, Cherubini Gesuino, Chierici Fulvio, Cap. Magg. Chierici Romeo, Soldato Crociani Federigo, Caporale Crociani Giulio, Sold. Del Buono Giustino, Del Buono Savino, Della Lena Angelo, Della Lena Giocondo, Della Lena Marziale, Dinetti Pergentino, Eremiti Celestino, Fastelli Armando, Fastelli Costantino, Fè Ettore, Fe Federico, Fe Nello, Giani Paolo, Guerrini Nello, Superchi Lodovico, Maccari Adelmo, Magi Ermando, Magi Santi, Mancini Amato, Mancini Federigo, Marcantonini Angelo, Massini Antonio, Massini Marsilio, Caporale Meloni Nello, Soldato Meloni Severino, Morelli Vittorio, Morgantini Anzano, Morgantini Armando, Morgantini Firenze, Cap. Magg. Pallottai Umberto, Sold. Pansolli Celestino, Aiut. Parrini Oreste, Sold. Pellegrini Fortunato, Pieroni Alessandro, Caporale Poli Giuseppe, Sold. Romagnoli Santi, Sterlini Antonio, Tiezzi Guido, Tiribocchi Nello, Tistarelli Giovanni, Serg. Zacchei Giuseppe. MORTI PER MALATTIE Sold. Aggravi Giulio di Costantino, Cap. Aggravi Nello, Sold. Baj Rizieri, Battistelli Tommaso, Buoni Emilio, Sold. Buoni Giustino, Buoni Vittorio, Caciotti Alfredo, Caciotti Giovanni, Caciotti Romolo, Cioli Ezio, Cioncoloni Giovanni, Del Buono Giustino fu L, Falsetti Giulio, Fanciulli Antonio,Fanciulli Martino, Fanciulli Paolo, Favi Pasquini, Fè Benvenuto, Fè Emilio, Fè Oreste, Garilli Giulio, Gigliotti Giustino, Governi Oreste, Grifoni Remo, Leopoli Rodolfo, Maccari Vittorio, Magliozzi Pietro, Maglioni Giustino, Mancini Marziale, Mangiavacchi Ugo, Mag. Mariotti Alesssandro, Masci Nello, Morgantini Angelo, Morgantini Archimede, Morgantini Goffredo, Sold. Morgantini Giovanni fu Leo, Morgantini Giuseppe di Bar. meo, Morgantini Giuseppe di Fran. co, Morgantini Natale, Mosci Umberto, Palazzi Niccolo, Pansolli Celestino fu Aless. dro, Serg. Pansolli Giovacchino, Sold.Perugini Ottavio, Romani Pietro, Rosini Ottavio, Cap. M. Sarteanesi Celestino, Sarteanesi Emilio, Simi Gualtiero, Terrosi Giulio, Tiezzi Emilio, Trabalzini Alessandro, Valenti Rifeo. DISPERSI: Sold.Caciotti Giulio, Cioli Giuseppe, Gori Romualdo, Gori Umberto, Linari Emilio, Mangiavacchi Angelo, Mazzetti Sabatino, Morgantini Giovanni fu Amadio, Pascucci Leonello, Politi Umberto, Romagnoli Nazzareno * DECORATI DI MEDAGLIA D’ARGENTO,*DECORATI DI MEDAGLIA DI BRONZO 

Lapide in memoria dei militari caduti guerra 1940-45 SARTEANO AI MILITARI CADUTI NELLA GUERRA MCMXL-XLV. MORTI IN COMBATTIMENTO: SOLD.Cesarini Bruno, Cap.Cioncoloni Isidoro, Cap.M.Caciotti Gabriello, Sold.Gigliotti Nello, Morgantini Dino di Gino, Morellini Marsilio, Mariotti Ferriuccio, Perugini Orlando, Sol. Parricchi Trovato, Tommasi Elio, Tamagnini Ottavio. MORTI IN PRIGIONIA: Labardi Nello, Morgantini Alessandro, Morantini Dino, Pansolli Giovanni, Pogiani Alfredo, Tistarelli Giulio. MORTI PER MALATTIA: Sol. Bersotti Giovanni, Buonomini Goivanni, Cioncoloni Remo, Gori Ferruccio, Cap. M. Morettoni, Sol. Mancini Emilio, Marabissi Giovanni, Rossi Libero, Venturini Roero, Mazzetti Alfredo. DISPERSI Serg. M. Morantini Emilio di Al., Sol. Agravi Alessandro, Bui Federico, Billi Olinto, Cap. Fur. Cupello Aroldo, Sol. Chierchini G. Battista, Montini Nello, Maglioni Fabiano, Marietti (?) Alfredo

Lapide in memoria di Alessandro Pannocchia e Azeglio Costanzi. LONTANE DA QUESTA LOR TERRA NATIA / SENZA UNA PIETRA UN FIOR UNA LACRIMA / SENZA FORSE UNA ZOLLA CHE LE RICOPRA / GIACIONO LE OSSA / DI ALESSANDRO PANNOCCHIA E DI AZEGLIO COSTANZI / SERGENTI NEL R. ESERCITO / MORTI DA VALOROSI PER IL DOVERE AD ABBA CARIMA / IL DI PRIMO DI MARZO 1896 / I CONCITTADINI PER AFFETTO ED AMMIRAZIONE / POSERO L’OTTO SETTEMBRE 1897

Lapide in memoria di Giovanni Fiorini. ALLA MEMORIA / DI / GIOVANNI FIORINI DEL FU LUIGI DA SARTEANO / CADUTO NEL 1867 PER LA PATRIA / IL XXV ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONI DI ROMA / IL POPOLO SARTEANESE / EVOCANDO IL GLORIOSO RICORDO / DEI MARTIRI PER L’INDIPENDENZA ED UNITA’ D’ITALIA / Q.-M.-P. 

Lapide in memoria di partigiani e civili guerra 1940-45.  SARTEANESI PARTIGIANI E CIVILI CADUTI NELLA GUERRA 1940-45. COLPITI DA SCHEGGIE DI GRANATA: Aggravi Angiola, Caciotti Orlando, Ceccuzzi Giovanni, Cioncoloni Averino,Cioncoloni Genesio, Fabrizzi Vittorio, Giani Argentina, Morgantini Ilio, Morgantini Maria, Rossetti Ezio, Vestri Laura. PARTIGIANI CADUTI: Dezzoni Onorato, Marietti Itilio. MORTI PER MALATTIA: Rappuoli Azeglio, Tistarelli Federico. COLPITI DA SCOPPIO DI MINA: Angiolini Aldenso, Chiti Argentina, Cioli Galliano, Lucarelli Domenico, Luciani Alcide, Mazzetti Nazzareno, Masci Santi, Morgantini Nello, Perugini Giuseppe, Pippi Remo, Pellegrini Ilio, Rinaldini Alessandro, Tommasi Decimo. MORTI PER MALATTIA: Masci Marsilio, Trabalzini Elena. UCCISI PER RAPPRESAGLIA: Bai Amerigo, Pallottai Averino, Salvadori Quirino.

Lapide in onore di Giuseppe Garibaldi in Piazza XXIV Giugno. A CIUSEPPE CARIBALDI SOSTENITORE DEI COMUNI DIRITTI DECORO D’ ITALIA ALLA CUI GLORIA SORGE MONUMENTO IMPERITURO LA LIBERTA DEI POPOLI ALL’INTREPIDO CAMPIONE DELL ITALICA INDIPENDENZA CHE NEL 19 LUGLIO 1849 DA TUTTI ABBANDONATO FUORCIIE DALLA SUA GRAND’ ANIMA CAMPATO DAL ROMANO ASSEDIO E DALL’ ODIO STRANIERO IN QUESTO SUOLO POSAVA I SARTEANESI FESTANTI NEL 20 LUGLIO 1862 QUESTA MEMORIA POSERO

Lapide in onore di Giuseppe Garibaldi nell’attuale Corso Garibaldi. FATTORE PRECIPUO INSTANCABILE DELL’UNITÀ ITALIANA IL GENERALE GARIBALDI MENTRE LA CAMPAGNA DI ROMA PREPARAVA OSPITÒ IN QUESTA CASA 28 E 29 AGOSTO 1867 A PERENNE RICORDANZA LA FAMIGLIA FRONTINI POSE 30 LUGLIO 1882

Lapide in onore di Tancredi Canonico. TANCREDI CANONICO. INSEGNANTE MAGISTRATO STATISTA SCRITTORE. AL NATIO PIEMONTE E ALL’ITALIA CON FEDE CHE DIO NE PROTEGGESSE I DESTINI CONSACRÒ INTEMERATA LA VITA SPESA TUTTA PEL RE E PER LA PATRIA. FU INDEFESSO E AUTOREVOLE NEGLI ALTISSIMI UFFICI CHE CORONÒ CON LA PRESIDENZA DEL SENATO. AMÒ LA NOSTRA SARTEANO ALTERA D’ OSPITARLO E D’AVERLO CITTADINO ONORARIO. ED OGGI XV SETTEMBRE MCMIX COMPIENDOSI L’ ANNO DA CH’EGLI MORI’ QUI FRA NOI MANIFESTATRICE IN QUESTO MARMO DELLA VENERAZIONE CITTADINA E NAZIONALE. SEN. I. DEL LUNGO

Lapide in onore di Tommaso de Cristoforis e Niccola Gasparri. PLAUSO ETERNO AI VALOROSI MILITARI ITALIANI CHE NELLE LUTTUOSE GIORNATE DI SAHATI E DI DOGALI – 25 e 26 GENNAIO 1887, CADDERO GLORIOSAMENTE SOTTO IL BARBARO FERRO AFFRICANO.E MASSIMO ONORE E GLORIA AI PRODI TENENTE COLONNELLO TOMMASO DE CRISTOFORIS E CAPITANO MEDICO DOTTOR NICCOLA GASPARRI, CHE IL PAESE DI SARTEANO TRA LA GIOJA ED IL COMPIANTO RIMEMBRA D’AVERE ACCOLTI NEL SUO SENO, QUESTO NELL’ANNO 1879, QUELLO NEL 1883. QUESTA MEMORIA DECRETATA DAL MUNICIPIO E QUI COLLOCATA NEL DI’ DEL 1o ANNIVERSARIO, ACCENDA NEI GIOVANI IL SENTIMENTO DEL DOVERE E DEL PATRIO DECORO AFFINCHÉ NEGLI ITALICI PETTI L’ ITALICO VALOR NON FIA MAI SPENTO

Lapide in onore di Vittorio Emanuele II. NEL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL PADRE DELLA PATRIA VITTORIO EMANUELE II I CITTADINI DI SARTEANO PONEVANO QUESTO RICORDO DEL LUTTO E DELLA GRATITUDINE DEL POPOLO. 9 GENNAIO 1879

Lapide in ricordo delle votazioni del 15 Marzo 1860. XV MARZO MDCCCLX // ORE 11 E MINUTI 55. IN FIRENZE // LA SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE RIUNITA IN PLENARIA SEDUTA NEL PALAZZO DELLA SIGNORIA SENTITO IL PUBBLICO MINISTERO DICHIARA CHE DAGLI SPOGLI ESEGUITI IN QUESTA MEDESIMA UDIENZA DEI RESULTATI PARZIALI DEL SUFFRAGIO UNIVERSALE REGISTRATO NEGLI ATTI VERBALI SI E OTTENUTO PER RESULTATO FINALE // TOSCANI VOTANTI N. 386,445 // VOTI PER L’UNIONE, ALLA MONARCHIA COSTITUZIONALE 366,571 // PEL REGNO SEPARATO.14, 925 // NULLI 4, 949 // COSI COSTATA IL PLEBISCITO DEL POPOLOTOSCANO, VOLERE L’UNIONE ALLA MONARCHIA COSTITUZIONALE DEL RE VITTORIO EMANUELE

Lapide in ricordo di Palmiro Togliatti. I COMUNISTI DI SARTEANO RICORDANO IL COMP. PALMIRO TOGLIATTI A 22 ANNI DALLA SUA MORTE. SARTEANO 5.7.1986

Lapide in via dei Goti sulla facciata della casa ove visse Pio III. “Lapide via dei Goti IN QUEST’AVITA DIMORA VISSE INFANTE ED ADOLESCENTE FRANCESCO DI NANNI TODESCHINI – PICCOLOMINI CARDINALE ED ARCIVESCOVO DI SIENA // ADDI 22 SETTEMBRE 1503 ESALTATO ÀL SOGLIO PONTIFICIO COL NOME DI PIO III// A PERENNE RICORDO POSE OUESTA MEMORIA IL COMUNE // XV VIII – MCMXXXII)

LAPIDE in VIA SANT’ANGELO 91 “I.M.I.??? PRESBITERICOGNOMINE QUADRI?????????????????????? MORTE QUIESCIT” Si tratta probabilmente di una lapide commemorativa di un prelato della famiglia Quadri scomparso nel 1719. Si veda l’interessante testo di Franco Fabrizi. Ecco il riferimento: Fabrizi Franco: Quella pietra in Via Sant’Angelo. Montepiesi N. 7 8 / 2003

Lapide nel Parco Mazzini. PARCO GIUSEPPE MAZZINI. OPERE DI RECUPERO REALIZZATE CON IL CONTRIBUTO DELLA FONDAZIONE MONTE DEL PASCHI DI SIENA 26 APRILE 2008

Lapide nella sagrestia di San Lorenzo “ D. O. M / ECLAM HANC E CLVSI SVBVR / BI RUDERIB, PLURIB, AB HINC / SAECVLIS I LOCV HUC RESTI / TUTA A F: R. PIO III P.M: REPA / SOLENI RITV CONSECRAVIT / IO BA. TAVR: EPVS CLVSIN: / VI CAL: IVNI MDCCXXXIII / ET IlI DOM: OCTOB: PRO AÑVA / CELEBRITATE DECREVIT”  /  “A Dio Ottimo Massimo – Questa chiesa ricostruita moltissimi secoli fa con i ruderi del suburbio di Chiusi, restaurata da Pio III Pontefice massimo di felice memoria, consacrò con rito solenne, il Vescovo di Chiusi Giov. Batt. Tarugi, il 27 maggio 1733; il quale decretò che se ne celebrasse l’annuale giorno della dedicazione nella terza domenica di ottobre” (Montepiesi n 12 1985 pag 5)

Lapide sopra la porta di ingresso della Chiesa del Suffragio (1584) “ORATIONIS SOCIETAS PRO MORTUIS TUMULANDIS MDLXXXIIII”

Lapide sopra l’effige della Madonna del Buon Consiglio posta a Sarteano in via di Fuori. MATER BONI CONSILII ORA PRO NOBIS” 

Lapide su parete di palazzo in via dei Lecci a Sarteano (1840). SACELLUM HOC DEO AC B. FRANCO DICATUM BRANDIMARTES FANELLI EQUES S. STEPH. ORNAVIT RESTAURAVIT ANNNO DOMINI MDCCCXL

Lapide sull’edicola dedicata alla Madonna del Buon Consiglio. Attualmente sull’edicola è presente una lapide che recita “Madonna del Buon Consiglio prega per noi 1958”. Ma la lapide non è quella originale, ma è stata sostituita almeno una volta, dopo essere stata danneggiata durante la seconda guerra mondiale. La lapide originale fu apposta da Corinto Perugini nel 1931, in segno di ringraziamento alla Madonna del Buon Consiglio per essere sopravvissuto ad un incidente automobilistico avvenuto in precedenza (V. Montepiesi 7-8 2009 pag.8). In una foto pubblicata su Montepiesi n 8 1975 pag. 5. si riesce a leggere purtroppo in maniera incompleta il testo della prima lapide: “Perugini Corinto scampato da sicura morte per incidente automobilistico il 16 Gennaio 1929 ???? ?? ??? ????? ?????”. Si veda anche in bibliografia. Un importante documento di 46 anni fa… Corinto racconta – La vicenda ebbe un’eco… – Inaugurazione della cappellina. Montepiesi n 8 1975 pag. 5. (Presente una foto della cappellina. Su una lapide apposta si legge “Perugini Corinto scampato da sicura morte per incidente automobilistico il 16 Gennaio 1929 ???? ?? ??? ????? ?????”) 

Lapide sulla facciata dell’antica farmacia Bologni. “FARMACIA STORICA 1833-2003”

Lapide sulla facciata della Cappella della Madonna del Mal di Capo. DEO ET IMMACULATAE VIRGINI MARIAE CAPITE LABORANTIBUS DOLOREM MULCIENTI SACRUM

Lapide sulla facciata della Chiesa di Sant’Andrea a Castiglioncello del Trinoro: “Il popolo di Castiglioncello festeggerà ogni anno il 16 Giugno 1944 e grazie renderà a Dio per averlo salvato quando la ferocia tedesca si scatenò sul paese. Scolpiti nell’animo porterà i nomi di Bai Amerigo e Salvadori Quirino vittime innocenti di quel giorno. Riconoscente affetto serberà all’interprete Cecchini Giuseppe che con coraggio e fermezza si adoprò per limitare l’ingiusto e barbaro eccidio. 16 Giugno 1944”

Lapide sulla Montagna di Cetona. PER PROCLAMARE LA FEDE DI QUESTO POPOLO ED IN BENEDIZIONE SU QUESTE VALLI LE COMUNITÀ DI CETONA E SARTEANO NEL 40° ANNIVERSARIO DELL’ILLUMINAZIONE DELLA CROCE. 29 GIUGNO 2008

Lapide sulla parete dell’edificio che ospita le Suore del Sacro Volto. ”A RICORDO DEI 50 ANNI. DELLE SUORE DEL S. VOLTO A SARTEANO 1942 – 1992”

Lapidi (3 lapidi) apposte in tempi diversi sul monumento dedicato a Giuseppe Garibaldi c.d. “Pietra di Garibaldi”- Prima lapide: “I SARTEANESI A GARIBALDI 1885”. Seconda lapide: “IL 18 LUGLIO 1849 GIUSEPPE GARIBALDI SEGUITO DA UN MANIPOLO DI AUDACI CON AL FIANCO LA SUA ANITA QUI EBBE DEI MOMENTI DI TREGUA PUR NEL ASSILLO DELL’INCALZARE NEMICO NEL PRIMO CENTENARIO DELLA SUA MORTE I SARTEANESI RIVERENTI”. Terza lapide: “GIUSEPPE GARIBALDI CON LA SUA DILETTA ANNITA E CON GLI EROI SUPERSTITI ALL’IMPARI E SANGUINOSA PUGNA PER LA DIFESA DELLA ROMANA REPUBBLICA QUI ACCAMPAVA NEI GIORNI 18 E 20 LUGLIO DELL’ANNO 1849”

Lapidi in onore di Giuseppe Civelli. 4 lapidi sulle quattro facciate del basamento del monumento a lui dedicato. // PERCHE PASSI AI FUTURI VENERATO E CARO COME FU Al CONTEMPORANEI IL NOME DEL COMM. GIUSEPPE CIVELLI, GLI OPERAI E GLI IMPIEGATI DEI SUOI STABILIMENTI CHE EBBERO DA LUI NOBILE ESEMPIO, PRUDENTE CONSIGLIO, GENEROSO CONCORSO VOLLERO SCOLPITA NEL MARMO LA SUA EFFIGE DIECI ANNI DOPO LA SUA MORTE. VIII OTTOBRE MDCCCXCIII (1893) // NACQUE A BARASSO IL 2 GIUGNO 1816. QUI COME NELLA SUA PATRIA DI ELEZIONE PER LUNGHI ANNI LOTTANDO CON INDOMATA COSTANZA, CON PERTINACE VOLONTÀ A SÉ ALLA FAMIGLIA AL PAESE PROCACCIO PIU’ LIETE SORTI. MORI’ COMPIANTO IN FIRENZE IL 7 MARZO 1883. // SORGA DA QUESTI MARMI UNA VOCE CHE NARRI LE GLORIE DEL LAVORO, CHE INSPIRI CORAGGIO AI COMBATTENTI LE ASPRE BATTAGLIE DELLA VITA, CHE ADDITI IL SENTIERO DELLA VIRTU’ E LA VIA DEL DOVERE AI TRAVIATI E AGLI IMPAZIENTI CHE RISVEGU NEGLI UMILI COLLA COSCIENZA DELLE PROPRIE FORZE IL FIERO ORGOGLIO E LA FIDUCIA DEGLI ALTI DESTINI CUI E’ DATO ASPIRARE A CHI LAVORA // LA CIVICA MAGISTRATURA DI SARTEANO INTERPRETE FEDELE DEI DESIDERI E DEI VOTI DEL POPOLO DELIBERO’ CHE FOSSE ERETTO SU QUESTA PIAZZA IL MONUMENTO SEGNO DI NON PERITURO AFFETTO DI SINCERA REVERENZA DI GRATITUDINE ETERNA 

SEGNALETICA TURISTICA  A CASTIGLIONCELLO DEL TRINORO. CASTIGLIONCELLO DEL TRINORO. CENTRO VILLANOVIANO-ETRUSCO DI NOTEVOLE IMPORTANZA. COME TESTIMONIANO LE NUMEROSE NECROPOLI CIRCOSTANTI, FU NEL MEDIOEVO UN CASTELLO FORTIFICATO DI PROPRIETA’ DEI CONTI MANENTI DI SARTEANO CHE LO CEDETTERO ALL’ABBAZIA CAMALDOLESE DI SAN PIERO IN CAMPO IN VAL D’ORCIA (ATTI DEL 1117 E 1126). ACQUISTATO DALLA REPUBBLICA SENESE NEL 1250, FU SUCCESSIVAMENTE CEDUTO DA QUESTA ALLA POTENTE FAMIGLIA DEI SALIMBENI CHE PARE VI AVESSERO PIÙ VOLTE OSPITATO SANTA CATERINA DA SIENA. TORNATO ALLA REPUBBLICA NEL 1418, IL PICCOLO COMUNE RUSTICO NE SEGUI LE SORTI ENTRANDO A FAR PARTE DEL GRANDUCATO DI TOSCANA NEL 1555. DELLE ANTICHE FORTIFICAZIONI E DELLE CINQUE CHIESE RESTANO LA PORTA SENESE E LA CHIESA ROMANICA DI SANT’ANDREA

SEGNALETICA TURISTICA  davanti al Monumento ai Caduti. IL MONUMENTO AI CADUTI DI SARTEANO. AL CENTRO DELLA PIAZZA PRINCIPALE DI SARTEAÑO ATTUALMENTE DENOMINATA XXIV GIUGNO 1944, DALLA DATA DELLA LIBERAZIONE DEL PAESE. FU COLLOCATO IL 23 SETTEMERE 1923 UN MONUMENTO AI CADUTI, DONATO AL PAESE DAL CELEBRE SCULTORE ARNALDO ZOCCHI (FIRENZE 1862 – ROMA 1940), IN ONORE DELLA MOGLIE ISOLINA CHE ERA ORIGINARIA DI SARTEANO. IL “BEL FANTE” E’ STATO DEFINITO “IL MIGLIOR MONUMENTO AI CADUTI D’ITALIA”. ARNALDO ZOCCHI REALIZZO’ UNA QUARANTINA DI MONUMENTI, PER LO PIÙ COME VINCITORE DI CONCORSI INTERNAZIONALI: LA STATUA EQUESTRE DI ALESSANDRO II A SOFIA: LA STATUA DI 26 M. IN MARMO DI CARRARA DI CRISTOFORO COLOMBO A BUENOS AIRES, DAVANTI ALLÀ CASA ROSADA ED IN ITALIA TRA GLI ALTRI: UN MONUMENTO A PIERO DELLA FRANGESCA A SAN SEPOLGRO E UNA VITTORIA ALATA DEL VITTORIALE DI ROMA.

SEGNALETICA TURISTICA  davanti all’ingresso del Castello di Sarteano. IL CASTELLO DI SARTEANO. IL PRIMO DOCUMENTO CHE PARLA DEL CASTELLO DI SARTEANO RISALE AL 1038 (PERGAMENA AMIATINA NELL’ARCH. DI STATO DI SIENA). IN EPOCA MEDIOEVALE APPATENNE ALLA STIRPE MAGNATIZIA DEI MANENTI DETTI ANCHE FAROOLFI -PEPONI – RIMBOTTI. DI ORIGINE LONGOBARDA CHE DOMINARONO SARTEANO FINO AL 1280. QUANDO CEDETTERO IL CASTELLO AL LIBERO COMUNE CHE SI ERA ANDATO PROGRESSIVAMENTE COSTITUENDO. IN VIRTU’ DELLA SUA POSIZIONE STRATECICA FU CONTESO TRA LE CITTA DI ORVIETO, PERUGIA E SIENA, CUI SARTEANO SI LEGÒ FIN DAL 1379 CON PATTI DI ACCOMANDIGIA (PROTETTORATO) CHE DIVENNERO POI PERPETUI NEL 1467. LA REPUBBLICA SENESE (1469) TRASFORMO’ L’ORMAI DIRUTA ROCCA MEDIOEVALE IN UNA PODEROSA FORTIFICAZIONE DOMINATA DAL SEVERO CASSERO A PIANTA QUADRATA E CIRCONDATA DA UNA POTENTE CINTA MURARIA DIFESA SU DUE ANGOLI DA TORRIONI ROTONDI. DA DOCUMENTI DELL’ARCRIVIO DELLE RIFORMAGIONI DI SIENA RISULTA CHE AI LAVORI PLESERO PARTE L’ARTISTA SENESE LORENZO DI PIETRO DETTO IL VECCHIETTA E LO SCULTORE GUIDOCCIO D’ANDREA. ALTRE FONTI ATTESTANO LA PARTECIPAZIONE DELL’ARCHITETTO E SCULTORE FEDERIGHI. ULTERIORI INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DELLA STRUTTURA ALLE NUOVE TECNICHE DIFENSIVE FURONO ESEGUITI, NELLA SECONDA META DEL SEC. XVI, SU DISEGNI DI BALDASSARRE PERUZZI CHE NEL 1528 AVEVA COMPIUTO UN VIAGGIO DI ISPEZIONE ALLA FORTEZZA. SU INCARICO DELLA REPUBBLICA. IL CASTELLO DI SARTEANO SUBI’ NUMEROSI ASSEDI: NEL 1409 DA PARTE DI LADISLAO DI NAPOLI, NEL 1455 DA PARTE DEL CAPITANO DI VENTURA GIACOMO PICCININO, NEL 1552 DA PARTE DI CESARE BORGIA (DUCA VALENTINO): NEL 1503 DA PARTE DEL DUCA ASCANIO DELLA CORNIA: INFINE NEL 1556 (9 GIUGNO) CEDETTE AGLI ASSALTI DEL CONTE SFORZA DI SANTA FIORA CONDOTTIERO AL SOLDO DELLE TRUPPE SPAGNOLE CHE GIA’ AVEVANO OCCUPATO SIENA (17 APRILE 1555). SEGUENDO LE SORTI DELLA REPUBBLICA SENESE. SARTEANO ENTRO’ A FAR PARTE DEL GRANDUCATO DI TOSCANA. NEL 1590 IL GRANDUCA FERDINANDO I DEI MEDICI CONCESSE IL CASTELLO IN USO ALLA FAMIGLIA FANELLI, CONCESSIONE RINNOVATA NEL 1617 DA COSIMO II. È STATO ACQUISITO DAL COMUNE DI SARTEANO NEL 1997. 

SEGNALETICA TURISTICA  davanti alla Cappella della Madonna del Mal di Capo. La cappella lega il suo nome all’antica usanza di poggiare la testa su una grossa pietra concava posta all’esterno della cappella e alle preghiere rivolte alla Madonna affinché liberasse i fedeli dal dolore. All’interno si trova un affresco raffigurante la “Madonna in gloria” di scuola senese della fine del secolo XVI

SEGNALETICA TURISTICA  davanti alla Cappella della Madonna dell’Uccellino. La cappella conserva sulla parete dell’unico altare un dipinto murale di scuola senese della meta del sec. XIV raffigurante la “Madonna col Bambino”, forse di Jacopo di Mino del Pellicciaio, circondato da una cornice in stucco commissionata nel 1699. Il complesso è stato recentemente restaurato.

SEGNALETICA TURISTICA  davanti alla casa natale Pio III . LA CASA NATALE DI PIO III. IN QUESTA CASA NACQUE IL 9 MAGGIO 1439 FRANCESCO TEDESCHINI CHE FU IL 215° PAPA DAL 22 SETTEMBRE ALL’8 OTTOBRE 1503. NIPOTE DI ENEA SILVIO PICCOLOMINI CIOÈ PAPA PIO II CHE GLI PASSO’ IL SUO COGNOME E LO ACCOMPAGNO’ NELLA CARRIERA ECCLESIASTICA. IL SIGNIFICATIVO PORTALE SCOLPITO NEL 1474 DOPO L’UNIONE NEL 1459 DELLA FAMIGLIA TEDESCHINI ALLA PIÙ IMPORIANTE PICCOLOMINI PRESENTA TRE STEMMI: AL CENTRO CON LE ARMI PICCOLOMINI SORMONTATE DAL CAPPELLO: VESCOVILE A SINISTRA INQUARTATO (DIVISO IN QUATTRO PARTI) DAGLI STEMMI PICCOLOMINI E QUELLI DI FRANCIA, DI ARAGONA E DI GERUSALEMME; A DESTRA INQUARTATO DAGLI STEMMI PICCOLOMINI, D’ARAGONA E DI CASTIGLIA.

SEGNALETICA TURISTICA  davanti alla Chiesa del Suffragio. Chiesa del Suffragio. Il portale in travertino datato 1584 è sormontato da una lunetta in terracotta raffigurante l”Annunciazione’ di bottega toscana del sec. XVI. L’interno è ad unica navata con due altari laterali e l’altare maggiore in stucco dipinto di gusto barocco. L’altare di sinistra conserva il gruppo scultoreo in stucco dipinto con la “Crocifissione” (prima metà del sec. XVIII). L’altare maggiore settecentesco conserva il “Giudizio Universale” di scuola senese della prima metà del sec. XVIII. Nella navata sinistra è la “Resurrezione di Lazzaro” (1607) del senese Flavio Amatori. Nel presbiterio sono collocati alcuni frammenti di dipinti murali provenienti dalla chiesa di Sant’Andrea a Castiglioncello del Trinoro e risalenti alla prima metà del sec. XV.

SEGNALETICA TURISTICA  davanti alla Chiesa di San Martino. “Sala d’arte Domenico Beccafumi”. Chiesa di San Martino. Edificata nel 1844, presenta la facciata in travertino e cotto con pilastri e capitelli dorici. Nel campanile a vela è collocata una campana datata 1282. A unica navata, l’interno ospita insieme al corredo di dipinti proveniente dall’antica chiesa di S. Martino in foro, distrutta nel 1841, alcune opere d’arte e arredi Sacri dal XIV al XVIII secolo delle chiese di Sarteano e del territorio, che costituiscono la sala d’arte Domenico Beccafumi. Sono visibili due dipinti su tavola di Jacopo di Mino del Pellicciaio, la Madonna col Bambino detta “Madonna del cardellino” (datato 1342?) e il polittico raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Giovanni Battista e Giovanni evangelista da S. Francesco; la tavola centinata di Andrea di Niccolò con la Madonna col Bambino tra i Santi Rocco e Sebastiano, il capolavoro dell’attività estrema di Domenico Beccafumi l’Annunciazione (1545-46), e le due tavole dell’Angelo annunciante e della Vergine Annunciata di Girolamo del Pacchia (da S. Lorenzo) del 1514 circa; infine una Madonna col Bambino in terracotta, di artista senese degli inizi del sec. XV (Giovanni Turino?) e un piccolo Crocifisso ligneo per la devozione privata riferito ad Antonio da Sangallo. Tra le opere più tarde sono esposte una bella tela di cultura manierista del fiorentino Niccolò Betti con l’Effusio Sanguinìs (da Castiglioncello del Trinoro), quindi le grandi pale d’altare con la Visitazione di Matteo Rosselli (prima metà del sec. XVII) e con la Madonna in gloria col Bambino e Santi di Vincenzo Rustici (inizi del sec. XVII).

SEGNALETICA TURISTICA  davanti alla Chiesa di Sant’Alberto. La moderna chiesa consacrata il 28 maggio 1972 conserva al suo interno un altare in legno intagliato di bottega senese del secolo XVIII proveniente dall’altare maggiore del convento di San Bartolomeo in Solara con una tela della prima metà del secolo XVII raffigurante la “Deposizione di Gesù”, oltre ad altri arredi provenienti sempre dallo stesso convento.

SEGNALETICA TURISTICA  davanti alla Chiesa di Sant’Andrea di Castiglioncello del Trinoro. Chiesa di Sant’Andrea di Castiglioncello del Trinoro. La chiesa è di stile romanico con semplice facciata in travertino, tetto a capanna e campanile a monofore. Ha subito nel corso degli anni vari rifacimenti. L’interno ad unica navata è stato ristrutturato dall’architetto Leonardo de’ Vegni nel 1789. Si distingue la cappella dedicata al beato Bonaventura de Venere da Chieti (1557-1627), un frate francescano che visse da eremita nel romitorio di Poggio Rotondo, con affreschi e stucchi nella volta, purtroppo molto degradati. Da segnalare anche il fonte battesimale in travertino del secolo XIV.

SEGNALETICA TURISTICA  davanti alla Chiesa San Francesco in Largo Papa Pio III. Chiesa di San Francesco. Fondata nella prima metà del XIV sec., è ornata da un’elegante facciata in travertino del 1480. Al di sopra dell’unico portale centinato è posto un grande oculo e, più in alto, lo stemma della famiglia Piccolomini, a ricordare il committente della facciata, Francesco Todeschini Piccolomini, che fu papa col nome di Pio III. Il campanile è stato edificato nel Seicento. Nell’interno, restaurato recentemente e riportato al suo stile originale, si trova una statua lignea di S. Francesco del XVIII secolo e un crocifisso proveniente dalla Chiesa dei Cappuccini. Inoltre vi sono conservati alcuni affreschi staccati del XIV e XV secolo, provenienti dalla diruta chiesa di Santa Vittoria. L’antico convento è stato oggi suddiviso in varie abitazioni; resta però il chiostro, in stile gotico fiorito, e un loggiato del 1341.

SEGNALETICA TURISTICA  davanti alla Collegiata di San Lorenzo. Risalente agli inizi del XIII sec., fu restaurata e ampliata nel XVI sec.. Elevata a Collegiata nel 1638, fu ristrutturata all’interno nel 1787. Nel 1955 fu dichiarata santuario mariano. Presenta una facciata rinascimentale e pianta a croce latina. Sugli altari laterali, il “Battesimo di Gesù” e l'”Ingresso di Gesù a Gerusalemme”, di scuola senese del sec. XVIII. Dietro l’altare maggiore è il coro ligneo di bottega senese (1513). Nella cappella del SS. Sacramento, il bel tabernacolo e ciborio marmoreo di Lorenzo di Mariano detto il Marrina (1514). Nella cappella a lei dedicata la “Madonna del Buon Consiglio” di Francesco Bonichi (1761), e ai lati due tavole centinate con l'”Angelo annunciante e la “Vergine annunciata” di Girolamo del Pacchia (1514 ca.).

SEGNALETICA TURISTICA  su parete del Teatro Arrischianti. TEATRO COMUNALE DEGLI ARRISCHIANTI. DOCUMENTI CONSERVATI NELL’ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE ATTESTANO L’ESISTENZA DI UNA SALA ADATTATA A TEATRO. ALL’INTERNO DEL PALAZZO PUBBLICO, SIN DAL 1680. NEL 1731 NACQUE, PER VOLERE DI UN GRUPPO DI NOBILI LOCALI, L’ACCADEMIA DEGLI ARRISCHIANTI CHE DIEDE NOTEVOLE IMPULSO ALLA VITA CULTURALE DI SARTEANO. BEN PRESTO LA SALA SEICENTESCA DOVETTE APPARIRE INADEGUATA ALLE NUOVE ESIGENZE DELL’ATTIVITÀ TEATRALE COSICCHÉ INTORNO AL 1740, FU TRASFORMATA IN UN VERO E PROPRIO TEATRO ALLTTALIANA A PIANTA OVOIDALE CON TRE ORDINI DI PALCHI INGENTILITI DA BELLE DECORAZIONI A STUCCO. GLI INTERVENTI DI RISANAMENTO OTTOCENTESCHI, CONCLUSI NEL 1884, COME ATTESTA UNA DATA RIPORTATA NELL’INTRADOSSO DELL’ARCO DEL BOCCASCENA NON ALTERARONO LA STRUTTURA, MA CONFERIRONO MAGGIORE ELEGANZA ALLA DECORAZIONE CHE SI ARRICCHÌ DI NINFE E FAUNI ALATI PER MANO DELLO STUCCATORE ANGELO GIANNINI. DOPO ESSERE STATO IL FULCRO DELLA VITA CULTURALE LOCALE PER TRE SECOLI DIVENNE INAGIBILE NEL 1965 CADENDO NELL’ABBANDONO E NEL DEGRADO. UNO SCRUPOLOSO RESTAURO TERMINATO NEL 1999 HA RESTITUITO QUESTO GIOIELLO SETTECENTESCO ALLA SUA ORIGINARIA DELLEZZA. È STATO RIAPERTO AL PUBBLICO IL 27 MAGGIO 2000.

SEGNALETICA TURISTICA  sulla facciata dell’antica farmacia Bologni. L’ANTICA FARMACIA BOLOGNI. LA SEDE STORICA DELLA FARMACIA BOLOGNI, DOPO LO SPOSTAMENTO IN NUOVI LOCALI ESTERNI AL CENTRO STORICO DELL’ATTUALE ATTIVITÀ E’ STATA RIPORTATA DAI PROPRIETARI ALL’ANTICO ASPETTO. I MOBILI POSTI LUNGO LE PARETI FURONO REALIZZATI NEL 1833 IN PIENO STILE RESTAURAZIONE MA CON RETAGGI ANCORA DI GUSTO IMPERO E CON MOTIVI DI SAPORE NEOGOTICO. ALL’INTERNO, OLTRE AD IMPORTANTI LIBRI DI FARMACOPEA E DI ERBARI ANTICHI SONO ESPOSTI NELLE VETRINE I CONTENITORI IN CERAMICA, PORCELLANA E VETRO DELLA DOTAZIONE ORIGINALE. ALCUNE VECCHIE FOTOGRAFIE TESTIMONIANO L’INTERESSANTE RUOLO SOCIALE SVOLTO DALLA FARMACIA IN PASSATO: IL CETO BORGHESE VI SI RIUNIVA PER DISCUTERE DI POLITICA GIOCARE A CARTE, LEGGERE IL GIORNALE E IL LOCALE DA SEMPLICE SPEZIERIA SU TRASFORMAVA IN UN VERO E PROPRIO PUNTO DI INCONTRO PER INTELLETTUALI.STEMMA SOPRA L’ARCATA DI PORTA MONALDA Si tratta dello stemma della famiglia Monaldeschi. Sullo stemma compare la scritta MCCCXIII PRMM (1313 Potestatis Reipublicae Monaldi Monaldensium)

Riferimenti bibliografici
29 Giugno una data storica per la Croce del Monte Cetona. Montepiesi n.7-8 2008 pag. 6-7
Bandini D.: Capitoli di Accomandigia tra il comune di Sarteano e la Repubblica di Siena (1467) (1926 – 1927) – In: Bollettino senese di storia patria Bd. 33-34 (1926-1927) S. 38-65, 119-140
Bologni Carlo, Fabrizi F.: Sarteano: dalla preistoria ad oggi. I principali edifici di Sarteano nel 1600 (dalla relazione Gherardini del 17 Novembre 1676) Montepiesi n. 1 1993 pag. 4.
Bologni Carlo: Sarteano dalla A alla zeta. Montepiesi n 7-8 2009 pag. 8 (voce “Madonnina di Corinto”)
Bologni Carlo: Un presidente del senato a Sarteano. Montepiesi n. 3-4 Marzo Aprile 2008 pag.2
Corinto racconta – La vicenda ebbe un’eco… – Inaugurazione della cappellina. Montepiesi n 8 1975 pag. 5
Fabrizi Franco: Quella pietra in Via Sant’Angelo. Montepiesi N. 7 8 / 2003.
Parrocchia di S. Martino. Montepiesi n 6 1992 pag. 15
Ricordi di un lettore affezionato. Montepiesi n 7-8 2011 pag. 11
Un ricordo per Corinto. Montepiesi n.5 1979 pag. 12

Un appunto in libertà e programma Autunno-Inverno

Un appunto in libertà e programma Autunno-Inverno

5 Agosto 2022, Stazione di Ronta dopo l’intervento di cataratta, pensando al libro di Leopoldo Paciscopi “Una bella carriera” quando cita Bilenchi. Pensieri e ricordi che si accavallano; ci sono libri che restano in mente. Dalle “Riflessioni in attesa di certificato” di Riccardo Sforzi pubblicato su Etruria Medica al titolo di un’opera “Dalle relazioni variabili alle prospettive impossibili” fino ad altro titolo di una raccolta di disegni e immagini fotografiche: “All’isolato sotto casa o ad anni luce da qui”

Lettura

Sforzi R.: Riflessioni in attesa di certificato (Rubrica “Scenografia Urbana”) Etruria Medica n. 1 1989, pag 242

Programma

E’ in preparazione  “Sarteano, piccola storia attraverso lapidi e insegne”, articolo nato guardando e leggendo lapidi ed epigrafi presenti in Sarteano. Articolo impegnativo e sicuramente da perfezionare e ampliare ancora, ma allo stesso tempo anche da pubblicare comunque per evitare – come dice il saggio – di lasciarlo per sempre in fondo a un cassetto (riservandosi naturalmente di ampliarlo e migliorarlo

I tempi sarebbero davvero maturi (e forse anche scaduti!) per dedicare qualche riga a  Etruria Medica, Rivista medica attiva per ben quattordici anni, dal 1986 al 2000. Non voglio tuttavia proporre un semplice indice, una serie di titoli, l’appello alfabetico degli Autori! Va pensato qualcosa di meglio. Ho qualche idea in proposito. Ricordi di riunioni di comitato di redazione, ricordi di fascicoli monografici per lo più dedicati a Atti di Convegni. Sarebbe interessante peraltro raccogliere testimonianze ricordi dei redattori, con molti dei quali sono ancora in ottimi rapporti. E su Etruria Medica ci sarebbe tanto, tanto da dire

Altro tema. Il rapporto tra Laurens Van Der Post e Carl Gustav Jung, una lunga amicizia e frequentazione tra due grandi, è un tema assai interessante del quale mi occupo da tempo, ma ancora sono indietro… come indietro è l’articolo su “Neologismi e neologisti. Ma recupererò!