Raccordo-promemoria verso l’Autunno

E così è giunto Settembre, un Settembre ancora una seconda volta, la seconda (e si spera che sia l’ultimo) di un anno assai particolare; inutile sottolinearlo. E’ tempo di bilanci. Anche per le attività di questo blog.

Come spesso succede in altre circostanze, anche nel blog ci sono dinamiche prevedeibili ed altre impreviste. A fronte di articoli “promessi” ma non ancora pubblicati (magari sono in stato avanzato preparazione) sono state inserite invece cose non previste. Una sorta di “poggio e buca che fa piano”. Una specie.

Varie attività di rimaneggiamento, puntualizzazione, revisione, ottimizzazione.S ono state fatte aggiunte allo scaffale riguardante Sarteano e dintorni, e sempre su Sarteano sono state aggiunte le “Chiacchierate sarteanesi”; in realtà ne è stata pubblicata solo una, ma ve ne sono altre in preparazione e numerosi appunti da parte. Questa iniziativa delle chiacchierate sarteanesi, almeno sulla carta avrebbe dovuto produrre ben di più. già è stato detto, ma è comunque importante il fatto che sia decollata. Esistono ho già detto copiosi appunti, e non è escluso che anche in inverno possano essere integrati, magari telefonicamente o in videochiamata, con coloro che hanno già contribuito alla prima “chiaccherata“, ovvero gli amici Argo e Mario.

E’ in preparazione anche un pezzo che presenta un documento del 1946 fortunosamente ritrovato. Si tratta di un Sonetto di Gualtiero Sbardelli, vergato e firmato dall’Autore su carta pergamena. Potrà essere l’occasione per parlare più di Sbardelli, personaggio che ha avuto un suo spessore di poeta e commediografo.

Recentemente è stato postato un articolo “Navigare in un mare di biografie“, che ha per tema manco a dirlo un certo numero di biografie/autobiografie giunte all’attenzione. Si tratta di un articolo molto, molto libero. Da esso dovrebbero scaturire (verbo che piaceva tanto a Gian Franco, ma questa è un’altra storia) nuovi articoli più approfonditi su singole biografie/autobiografie.

In ripresa poi le attività del Gruppo Donatello; previsti, all’interno dei regolari periodici articoli dedicati (in particolare la serie “Attività del Gruppo Donatello”, o su singoli eventi (Mostre, conferenze, presentazione di libri).

E a proposito di scrivere sono andato a rivedere qualche articolo conservato:

  • Bozzi Ida: Pubblica poesie (almeno 36mila) ma non le scrive. La Lettura 14 Gennaio 2018
  • Bruno Riccardo: Corro per correre, scrivo per scrivere ma se scrivo è (anche) perché corro. Corriere della Sera 30 Giugno 2018
  • Cremonini Cesare: Scrivere. Per (ri)vivere. La Lettura 28 Agosto 2016
  • Failoni Helmut: Scrivere fa vivere (e serve a girare i film) La Lettura 26 Maggio 2019
  • Giordano Paolo: La rete non mi fa scrivere. La Lettura 4 Settembre 2016
  • Minto Pietro: Google riscrive gli ebook. La Lettura 28 Febbraio 2016

(Continua)

Navigare in un mare di biografie

Navigare in un mare di biografie

Ovvero pensando, leggendo, riflettendo, in ordine alfabetico e “semianonimo” su Andrea, Carl, Giusi, Laurens, Mario, Mauro, Paola, Pino, Valerio…

Sto leggendo in questi giorni un libro interessante,  un’autobiografia. Mi sto rendendo conto di aver già incontrato più volte negli ultimi anni diverse biografie/autobiografie.  Incontri di vario tipo. Bio/Autobiografie lette, recensite, presentate, rilette…

Ne ricordo a memoria almeno otto e ne ho buttato giù uno schema riasssuntivo; mentre lo sto terminando altre due ne riaffiorano (sto volutamente andando esclusivamente a memoria).

Di ognuna si potrebbe scrivere tanto, e di alcune infatti  tanti hanno scritto, non escluso io. Di altre, magari poco conosciute, spesso volutamente stampate in numero limitato di copie,  potremmo dire “di nicchia” hanno invece scritto in pochi o forse nessuno, è nell’ordine delle cose. No, mi sbaglio, non è corretto, in quanto io stesso ho scritto di almeno due autobiografie destinate a un piccolo numero di persone per volontà dell’Autore, e, tra l’altro entrambe mi sono molto piaciute.

Ogni biografia ha proprie caratteristiche, una propria genesi, una propria struttura, una propria modalità espositiva,  trattazione limitata ad un periofdo della vita ovvero dalla nascita al momento della pubblicazione (di questo verrà detto altro più avanti), presenza più o meno ricca di immagini a corredo del testo. 

Ripeto, non sono andato a rivedere quanto scritto precedentemente nè a rileggere o consultare le bio/autobiografie di cui sopra! Ho detto che sto andando a memoria, ma mi verrebbe da dire “a ruota libera” (e su ciò varrebbe approfondire; la scrittura fluente rimanda ad altre storie legate ad un tipo particoloare di biografia, la storia di vita, ma questa è proprio un’altra “storia”!). 

Mi chiedo se l’alto numero di libri aventi per argomento bio/autobiografia  fra le mie letture possa essere stato in qualche modo favorito da altre pubblicazioni come l’aver letto ed apprezzato a suo tempo il testo di Duccio Demetrio “Racontarsi”. Mi sono risposto di no. Diverse bio/autobiografie, un numero non trascurabile, sono legate a persone che conosco dalle quale sono legato per svariati motivi: stessa origine geografica, simili esperienze  universitarie e anche formative di altro tipo, comune appartenenza a sodalizi. Di tali testi sarei venuto a contatto comunque.

Nello schema che ho tentato di fare peraltro come già ricordato orbato (al posto di questo termine avrei potuto usarne uno meno arcaico, ma mi è tornato in mente “ORBATUS …. A PATRI…   NUM..E  …. SANCTA MATER ….. …..  …..IMPERAT…..” ovvero una lapide consumata dal tempo e praticamente illeggibile, ma anche questa è un’altra “storia” ) di almeno un paio di autobiografie non ho inserito questa variabile che forse é una delle più Importanti ovvero il messaggio in esse contenuto (viene in mente, pur legata ad altro contesto, ovvero quello del setting psicoterapeutico , l’espressione che poi è una domanda: “Cosa sta cercando di dirmi?“, ma anche questa – lo so mi ripeto – è un’altra “storia”). Un’altra variabile potrebbe essere rappresentata da analogie e antitesi con la propria biografia, ma sarebbe un discorso davvero troppo lungo. Accennerò (forse) solo a un ricordo di tempi lontani intorno a un tavolo ad ascoltare le già ricordate storie di vita…

Spesso, ma non sempre  le biografie e maggiormente le autobiografie datano dalla nascita all’età compiuta al momento della pubblicazione, tuttavia ve ne sono alcune che descrivono soltanto fatti legarti a un periodo.  Nella fattispecie ne ricordo una che  esamina eventi dell’Autore dalla propria adolescenza ai trent’anni;  con l’autore sono protagonisti  i propri amici, oggi si direbbe il “gruppo dei pari”,  ragazzi degli anni 70 nella provincia senese; un libro apparentemente goliardico, ma con significativi momenti di umanità, momenti di riflessioni sulla famiglia e altri valori fondanti, eventi lieti e tristi, ricordi di persone scomparse; in questa pubblicazione poi colpisce una singolare iniziativa ovvero un appendice fotografica di “come eravamo e di come siamo”, ovvero lo stesso personaggio trenta e più anni fa ed oggi ritratti in due foto affiancate.

E così, in modo volutamente generico ho cominiciato a tratteggiare una delle biografie… ma ripeto, in questa sede solo parole in libertà sulla scorta dei ricordi, dei soli ricordi. Per analogia geografica ho in mente un’altra biografia breve ma intensa di un artsista senese ma vissuto in molte città italiane e un po’ anche all’estero. Questa autobiografia ha la caratteristica di riuscire davvero, concentrandosi su fatti molto importanti e dando voce alle emozioni ai quei fatti riferit, a catturare il lettore. E viene in mente Guccini “…amica che narravi tanti anni in poche frasi...”

Ci sono poi le biografie involontarie, ovvero usando una espressione ultimamente molto usata “a sua insaputa”. É la storia ad esempio di un trattato medico specialistico dove in ogni singolo capitolo mentre viene illustrato quanto annunciato nel titolo non si manca mai di citare lavori, esperienze, procedure e quant’altro riferibili al curatore che poi é anche il fondatore della disciplina e presidente della Società  Scientifica di riferimento. Giusto e meritato tributo.

Tra una biografia e l’altra mi soffermo a cercare elementi comuni (viene in mente la ricerca dei fattori comuni alla SPC, ma questa è davvero un’altra storia) ed elementi appannaggio di singoli scritti. Spesso presente la tematica dei primi anni di vita e della giovane età con l’immancabile riferimento al gruppo dei pari declinato in vari modi: amicizie, studi, sport, vacanze, canzoni e tormenti e tormentoni, e quant’altro.

Momenti di felicità, di commozione, talora di dolori e sofferenze, domande ricorrenti legate a rimpianti, rimorsi, a scelte prevedibili programmate, a eventi fortuiti e imprevedibili, famiglie tradizionali e allargate, dimensioni…

Dimensione  spazio temporale “a corrente alternata” ora centrata su in luogo, uno spazio, ora limitata, concentrata a un periodo più o meno lungo. Ancora appartenenze e separazioni, parafrasando il ricordo di un bel congresso di terapia familiare. Sto deviando,lo so, ma sono a ruota libera; in ogni caso metto un riferimento bibliografico.

Vengono a mente anche autobiografie non pubblicate ma espote a voce con tanto di accompagnamento power point, mi riferisco ad un’esperienza del 2018 “I Donatelliani si raccontano”, ovvero pittori, fotografi, scrittori, poeti che esponevano la propria umana vicenda, ovviamente con particolare riferimento al proprio curriculum artistico culturale. Furono svolti vari incontri, poi, per i noti fatti, dal Febbraio 2020 tutto si è fermato.

Son partito dalla lettura di una autobiografia al ricordo  di altre otto, all’aggiunta di altre momentaneamente dimenticate e riaffacciatesi alla mente  e via via guarda quante cose vengono in mente e quante probabilmente, anzi sicuramente, ne verranno!

Cosa si impara da una biografia? Si impara sicuramente sempre qualcosa. Leggere la storia di qualcuno in fondo è come ascoltarlo, e ascoltare è sempre una ricchezza; sicuramente non ascoltare o peggio non voler ascoltare è sempre e comunque un limite. 

Ho già accennato a biografie particolari; voglio citare l’esempio di Chuck Berry la cui canzone del 1957, quando lui aveva trent’anni (ma può darsi che l’abbia ideata anche prima) in poche frasi fa una reale sintesi della propria vita. Sicuramente non é l’unico caso. “Johnny B. Goode” di Chuck Berry. scritta nel 1957, parla della vita di un ragazzo di campagna che non ha studiato (o forse non ha potuto studiare) ma che suona benissimo la chitarra ed ha grande predisposizione per la musica; la costanza e la volontà porteranno il ragazzo al successo. Così effettivamente è stato.

Altro caso “particolare” é quello delle biografie aggiustate, talora se non sempre, non aggiustate per autoincensarsi, ma semplicemente per raccordare vari momenti del racconto. Inevitabilmente quando si inserisce l’inventato con il reale qualche errore  si finisce col farlo! Ma di solito son peccati veniali, come quello di raccontare eventi legati a fatti o a oggetti come gli elettrodomestici rispettivamente avvenuti o introdotti in uso in tempi successivi a quanto descritto. D’altronde se si ammette che molti romanzi sono qua e là disseminati da fatti autobiografici dell’autore, parimenti si può comprendere che il biografo ceda, con misura, alla tentazione del romanziere!

Quante cose vengono in mente! Forse sarà il caso di fermarsi! Anche perché di ognuna delle biografie qui solo accennate dovrò scrivere in modo più esteso e più esplicito. 

Confesso di averlo in parte già fatto!

Ovviamente…. CONTINUA

Riferimenti e letture (non proprio una bibliografia sensu strictiori; comprende anche articoli o libri di interesse non citati nel testo)

Atti del V Incontro degli Operatori dei Servizi Pubblici sulla Applicazione delle Tecniche Relazionali, Etruria Medica N.1, 1991

Demetrio Duccio: Raccontarsi. L’autobiografia come cura di sé. Cortina, 1996.

Galaverini Roberto:  Maledetta  autobiografia liberaci dall’io (se puoi). La Lettura 4 Febbraio 2018