Estive, quasi augustiane, libere associazioni.

Estive, quasi augustiane, libere associazioni.

26 Luglio 2022

Detto così, il titolo potrebbe trarre in inganno (e magari l’ho fatto apposta!). Le di cui sopra associazioni non sono gruppi creati per giochi all’aperto o similia. Sono invece serie di pensieri che giocano (i giochi in definitiva ci sono!) ad accavallarsi e rincorrersi alla maniera dei fili interrotti di rosselliana memoria (da raccontare a parte un’altra volta). A partire da quel muro sul quale si affaccia una finestra (ma forse meglio dire quella finestra che si affaccia sul muro), ad un altro muro simile con simile finestra avvistato tanti tanti anni dopo, fino a dare denominazione siffatte diadi muro/finestra. Ne sono scaturite alcune iniziative, non ultina (in realtà la prima, ma forse per adesso anche l’unica) ovvero la mostra collettiva “Finestre che si affacciano sui muri” della quale sono stato ideatore e realizzatore assieme a Gianni Oliveti, Giovanni Giusti e Ugo Barlozzetti e a cui ho contribuito con due foto.

E mentre (ri)penso ai muri ecco che guardo la posta e trovo con piacere la mail con allegato il pdf del mio articolo or ora pubblicato su “Storia & Storie di Toscana”; è un secondo mio articolo su Gualtiero Sbardelli. Sono molto grato al prof. Ugo Barlozzetti che di “Storia e Storie”di Toscana è consulente storico e che ha proposto il mio pezzo per pubblicazione, sono grato al Direttore della rivista dottor Pierandrea Vanni, che ho tante volte letto e che spero di conoscere personalmente, per avermi ospitato in una testata così importante, sono grato, ultima ma non ultima, alla Segretaria di Redazione dottoressa Aurora Castellani per la sua competenza e per la sua disponibilità.

In Sarteano che a Gualtiero Sbardelli e a chi scrive ha dato i natali, è oggi previsto un incontro tra gli allievi della Bellini (Clara Bellini, insegnante elementare della prima classe nel 1958). Anche questa è una piccola storia. E a proposito della Maestra una citazione da Montepiesi n. 12 1972 pag. 6: “Riconoscimento. In occasione della cerimonia per l’intitolazione della scuola elementare, la maestra BELLINI CLARA riceverà dai colleghi una medaglia, a ricordo dei suoi 40 anni di insegnamento, 32 dei quali impegnati nella nostra scuola”

Il tutto in Toscana, a Sarteano il 26 Luglio. Il 26 Luglio è anche il giorno in cui è nato Mick Jagger nel 1943, ed anche il giorno in cui è nato Carl Gustav Jung nel 1875.

[Continua]

Letture e progetti di lettura (Allamani, Ceretelli, Contini, Oliveti)

Letture e progetti di lettura

Ho letto o sto leggendo (o, avendo in taluni casi già effettuato un prima lettura, rileggendo) alcuni libri, quattro per la precisione, che mi stanno a cuore e che da un po’ di tempo mi stanno accompagnando dappertutto, a Firenze, in Mugello, al mare, a Sarteano, sul treno, e altrove in viaggio. Opere varie e ben diversificate, non solo per l’argomento o il genere letterario, ma anche per il diverso stato di avanzamento di pubblicazione. Libri pubblicati da qualche anno, o appena usciti, o in corso di stampa imminente. Libri cartacei, espressione che neanche tanti anni fa sarebbe stata priva di significato, in mancanza di contrapposizione al “non cartaceo” che poi è il “digitale”. Anche le mie annunciate letture non sfuggono a quanto or ora detto essendo talune in forma tradizionale o cartaceo che dir si voglia ed altre in forma digitale. In ordine rigidamente alfabetico gli Autori: Allaman Allamani, Paolo Ceretelli, Donatella Contini, Gianni Oliveti. Manco a farlo apposta i quattro libri sono tutti riportabili generi diversi, biografico, narrativo, poetico, saggistico. Anche questi generi presentati in ordine alfabetico, ma non corrispondente all’alfabetico con cui ho presentato gli autori (strategia espositiva per stimolare il lettore? Forse).

Lungi da aver pretesa di recensione, qui vengono semplicemente riferite alcune personali e inevitabilmente parziali e preliminari sensazioni.

Inizio con “Le memorie di Domenico Leoni” un’autobiografia conservata, forse “ritrovata”. Allaman Allamani ha scritto la presentazione, e, assieme a Giors Oneto e Gian Luca Corradi è dell’opera curatore, ma come avrebbe detto Ballerini in altro contesto (ve la racconto però un’altra volta) Allaman è sí un curatore, ma è anche molto più di un curatore. A partire da una raccolta di manoscritti e dattiloscritti autografi di Domenico Leoni sono raccontate vicende comprese nel periodo 1902-1918. Con rara perizia già nella presentazione in poche pagine Allaman annuncia i contenuti, la genesi e la realizzazione del testo, la dimensione spazio temporale della vicenda. Non è difficile capire come la lunga esperienza di Allaman, medico psichiatra con notevoli competenze in psicoterapia, con particolare riguardo al modello sistemico, gli abbia consentito di cogliere dettagli analitici di linguaggio e narrazione che solo un esperto di ottica sistemica, di modelli trigenerazionali e di storie di vita può cogliere. L’importanza di tale presentazione è sottolineata anche in Prefazione da Zeffiro Ciuffoletti. Proprio questa presentazione così ben costruita che consente al lettore di seguire e comprendere appieno la narrazione da Firenze all’Australia e non solo. Per la precisione come recita il sottotitolo “dalla Romagna alla Toscana, dall’Australia a Caporetto, dalla prigione alla libertà”. Suggestivo il fatto che questo testo abbia visto la luce tanti anni dopo, realizzando quanto Domenico Leoni aveva da sempre desiderato fin dagli anni ’60, dopo aver integrato e aggiornato le proprie memorie scritte in lunghi anni. Attraverso questo libro, attraverso le vicende di Leoni conosciamo esperienze, riti, valori, oramai scomparsi, uno per tutti la riunione familiare di commiato al parente che parte per l’Australia. Viene a mente Francesco Guccini “E tu ricerchi là le tue radici se vuoi capire l’anima che hai…”.

L’impronta” è una raccolta di racconti di Donatella Contini Bonacossi, importante scrittrice, e, come si apprende dalla introduzione di Parri, anche scrittrice precocissima. A questo proposito nelle ultime pagine del libro sono presentati alcuni racconti che Donatella Contini ha scritto da giovanissima, dai suoi tredici ai diciotto anni! Purtroppo l’Autrice è da poco scomparsa; io ho avuto la fortuna di conoscerla personalmente in quanto madre della collega ed amica Elisabetta Weber, che mi ha fatto dono, davvero gradito, della raccolta di racconti di cui si parla. Sarebbe interessante e molto accattivante descrivere la rete che vanno a formare i personaggi di Donatella, ma mi limiterò a citare qualche racconto. Mi ha molto colpito quello che apre la raccolta: “Di padre in figlio“. Vengono descritte in pochissime pagine ben quattro generazioni toccando una serie di problematiche legate alla famiglia: allla separazione, ai problemi dell’adolescenza e alle manifestazioni oppositive tipiche di quel periodo della vita, al lavoro e altri ancora. Il racconto inizia conl Luca, avvocato di successo da poco separato dalla moglie Lucrezia e padre di Carlo. Carlo diviene padre di Raul e questi padre di Pino, che assai ricorda la figura iniziale di Luca nel frattempo divenuto bisnonno. Un altro racconto narra la vicenda di un bimbo “abbandonato” (si vedrà che la cosa è più complessa) sul ciglio della strada, soccorso e in qualche modo “adottato” da una coppia che lo nota transitando in automobile; il racconto termina, non con poche vicissitudini e sororese (che lascio al lettore), sul ciglio della strada ove aveva avuto inizio. Anche un altro racconto, altrettanto piacevole è quello di un portiere di un vecchio palazzo che vive con una figlia e che dipinge con un certo talento; anche questo racconto termina ove era iniziato, cioè nell’antico palazzo. Sia il racconto del bimbo che quello del portiere sono molto avvincenti e sembrano coinvolgere il lettore nell rispondere a certi interrogativi posti nella narrazione con il ricorso alla propria immaginazione. Di questi gradevole racconti colpisce quanto già annunciato nella presentazione, ovvero di saper raccontare tanto con poche parole. Troppe sono le parole che sarebbero necessarie per parlare ancora degli altri racconti altrettanto piacevoli. Momentaneamente rimando alla lettura, riservandomi di riprendere in seguito l’argomento.

Paolo Ceretelli è alla sua seconda fatica poetica ltteraria, infatti ha già pubblicato anni fa un’altra raccolta intitolata “Magri Gatti” . Titolo della raccolta è “Versi sbilenchi“; la titolistica di Paolo apparentemente “casuale”, rimanda sempre a qualcos’altro, spesso metaforicamente. Tematiche care all’Autore sono quelle legate alla vita di tutti i giorni e di ognuno di noi, le emozioni, i dolori, le gioie, altro ancora. Non mancano tuttavia liriche ispirate a problematiche complesse e massimi sistemi. Evidente in questo libro la continuità con il precedente, caratterizzata non solo dei temi già riportati ma anche dalla sfrenata libertà espositiva, che forse, nelle ultime liriche presenta toni più accentuati. Vale ricordare che Paolo anche ottimi musicista ha trasformato più volte le proprie poesie e anche quelle altrui in piacevoli canzoni. Tra le molte poesie comprese in questa raccolta piace segnalarne alcune: “Strage di stelle” brevissima ma ricca di metafore; “Invidia” che più che invidia pare celare desiderio e ammirazione verso il bello; “Sciolgo” e “Amo chi” ovvero due liriche in cui la prima persona nel titolo rafforza e sottolinea l’azione annunciata: “Sciolgo i miei versi come vele al vento, sapessi cantare….” e “Amo chi non trema ma osa chi fa’ di ogni giorno un giorno di lotta e coraggio di chi senza paura sfida i mulini a vento della vita…

Ultimo ma solo in ordine di presentazione Gianni Oliveti che col suo saggio su San Gervasio permette di conoscere la storia di una Chiesa e di un quartiere, San Gervasio e Protasio. Gianni Oliveti ottimo artista scultore e pittore, è anche un bravo scrittore. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni su tematiche artistiche, ma anche diversi romanzi e raccolte di racconti. Siamo indubbiamente di fronte ad un saggio, molto rigoroso nella ricerca delle fonti bibliografiche., ma anche arricchito di tanti particolari, di storie minori (ma non per questo meno importanti!), di aneddoti, di curiosità e, corredata da una ricchissima documentazione fotografica (interessantissimi varrie coppie di foto affiancate rappresentanti il “prima e dopo”). Notevole la disanima del territorio in esame e la sua evoluzione da tempi remoti ai nostri giorni prendendo in esame lo sviluppo urbanistico, l’orografia, la storia. Dopo la storia del quartiere Gianni descrive in modo che definire approfondito è persino poco, la storia della Chiesa e la descrizione delle opere in essa presenti.Non posso chiudere senza ricordare che Gianni Oliveti non è solo grande conoscitore, ma anche protagonista della storia della Chiesa di San Gervasio e Protasio (chiamiamola con il nome completo). Sono infatti di Gianni le preziose porte e anche dipinto all’interno. Nel dettaglio: “Crocefissione” (1983, Trittico in colori acrilici su tela), la “Porta della Trinità” (bronzo su legno, 2001), la “Porta della Madonna dell’Accoglienza” (bronzo su legno, 2004). Per queste opere di Gianni Oliveti si veda anche Salvadori Guidi D. (a cura di): Guida alla scoperta delle opere d’arte del ‘900 a Firenze, Ed Leo S, Olschki, 1996, Firenze, p.149

Concludendo, ognuno dei quattro testi meriterebbe un più vasto spazio e approfondimento. Non mancherà sulle pagine di questo blog. Per alcuni libri poi é in programma una pubblica presentazione nell’ambito delle iniziative del Gruppo Donatello.

Riferimenti bibliografici

Allamani Allaman, Oneto Giors , Corradi Gian Luca (a cura di): “Domenico Leoni

Memorie (1902-1918) dalla Romagna alla Toscana dall’Australia a Caporetto dalla prigionia alla libertà

Allamani Allaman: Dipendere. La parola per strada edizioni, Firenze 2019 (Terza edizione).

Bandelli & Oliveti Le Cassandre moleste ovvero poetiche premonizioni sul mondo che muore nei lavori di due artisti Toscani fra il 1969 e il 1985 (Catalogo della Mostra)  Firenze 23 marzo – 11 maggio 2019 (Le Murate 23/3 – 7/4; Villa arrivabene 9/4 – 23/4; Villa Bandini 27/4 -11/5)

Ceretelli Paolo: Magri gatti. Collana di Poesia “Le Pleiadi” Edizioni Lucio Pugliese, Firenze, 2009.

Ceretelli Paolo: Versi sbilenchi. Raccolta di poesie. in press, 2022

Contini Donatella: L’impronta. Mauro Pagliai Editore, Firenze, 2014.

Oliveti Gianni: L’antica chiesa fiorentina dei Santi Gervasio e Protasio e il suo territorio. Edizioni Messagerie Toscane, 2008

Salvadori Guidi D. (a cura di): Guida alla scoperta delle opere d’arte del ‘900 a Firenze, Ed Leo S, Olschki,  1996, Firenze, p.149

2 Luglio 2022

…il Palio, un evento che si comprende soltanto se si vive a Siena, e probabilmente del tutto lo si capisce soltanto se a Siena si è nati… (cit. da La Toscana Nuova)

Scrivevo due anni fa: “Due Luglio. Sull’agenda elettronica (ma anche in quella ordinaria, manuale, settimanale), l’appuntamento connotato “Ripeti ogni anno” recita “A Siena, salvo eccezioni, è Palio“. Del resto anche il 16 Agosto mostra la stessa scritta: “A Siena, salvo eccezioni, è Palio“… L’anno dopo, il 2021, per la stessa data non scrissi nulla, (rimozione, scaramanzia?) ma il Palio restò ancora fermo.

Il 14 maggio 2020 A Siena furono ufficialmente annullate entrambe le edizioni del Palio. Fu una decisione epocale. Prima della sospensione negli anni 2020 e 2021 legata alla pandemia, il Palio aveva subito interruzioni nel periodo bellico, quando riprese il 2 Luglio 1945 dopo dieci carriere cancellate.. Ancor prima, nel lontano 1855 la corsa di Agosto fu soppressa a causa di un’epidemia di colera.

Quest’anno 2022 il Palio di Siena si è svolto regolarmente, anche se con vicende inusuali che hanno fatto sì che per una sfortunata serie di infortuni a cavalli e fantini solo sei contrade su dieci hanno corso! Scaramanticamente scrivo queste righe solo dopo che prova generale, provaccia e corsa si sono effettivamente svolte!

Molto opportunamante e in prospettiva benaugurante il Palio è stato definito “Palio della ripresa“. Non posso non sottolineare che a tale ripresa ho dato un particolare valore simbolico, dato che ha vinto la mia contrada, il Drago!

Il Drago ha vinto con il cavallo Zio Frac montato dal fantino Giovanni Atzeni detto Tittia. Fortissima emozione quando quasi appaiati Torre e Drago hanno tagliato il traguardo; per assegnare definitivamente la vittoria è stato necessaria la verifica al fotofinish. E’ stata una carriera sui generis davvero. Civetta e Istrice, e successivamente anche Leocorno, erano state escluse per infortuni ai cavalli; per infortunio da caduta ai canapi ha anche il Bruco ha dovuto abbandonare. Alla mossa sono rimaste – cosa rarissima, forse unica – solo sei contrade!

Ben volentieri offrirò una “bevuta” a mio cognato Riccardo che alle 14.54 del 2 Luglio 2022 in un messaggio Whatsapp, poi rivelatosi anch’esso benaugurante, mi ha scritto tra l’altro “…Se stasera vince il Drago tu paghi da bere, e se invece vince il Valdimontone pago io….”

Per saperne di più

Arianna Falchi: “2 Luglio 1945, quando Siena ritrovò il Palio” Corriere di Siena 2 Luglio 2022 pag 45

Amedeo Feniello: Il Palio di Siena non è una corsa: cinquecento anni di storia e vita. La Lettura 11 Agosto 2019

Maris. Un viaggio a colori da Siena a Schifano e oltre. La Toscana nuova, Marzo 2022

Roberto Fillani: “Agosto 1855, Palio annullato per l’epidemia” Corriere di Siena 2 Luglio 2022 pag 47