Appunto per “Finestre che si affacciano sui muri”

…quelle intuizioni ed emozioni oscure e inspiegabili, che conferiscono una determinata qualità impalpabile e magica a certi luoghi, a certi aspetti della natura, a certe opere d’arte e anche a certe idee e persone

(Da C.G. Jung, “L’inconscio” (1918). In Jung. La psicologia dell’inconscio, Newton Compton Editori, Roma, 2006)

Qualche parola sul tema “Finestre che si affacciano sui muri“. Frase che potrebbe giustamente rimandare ad immagini catastali ed edilizie. In realtà un progetto vecchissimo e mai attuato (se non parzialmente e solo in rete) di allestimento di una mostra fotografica personale o  collettiva di immagini fotografiche, appunto, di finestre aperte in parte o del tutto su un affaccio “non tradizionale”, il muro. Gli affacci più comunemente proposti mostrano piazze, panorami, prati, strade di borghi antichi, ma assai meno frequentemente muri. Mi decido dopo tanto tempo a prendere in considerazione questa iniziativa espositiva. Sono andato a cercare tra i miei appunti se trovavo (o meglio ritrovavo perché sapevo di averlo) qualcosa sulle finestre in questione. E non solo ho trovato qualcosa, ma ho ritrovato testi forse degni di pubblicazione!

Ho trovato un appunto del 1988:

In ospedale è presente una finestra che si apre su un muro, molto simile alla finestra che si apriva sul muro nella casa di Sarteano (coincidenza fortemente evocativa) dove ho vissuto i primi anni (grossomodo dal ’52 al ’62). Va precisato che  il muro è un muro di pietra non intonacato. 

E in effetti è proprio così. Il muro che si vedeva da una finestra del nosocomio fiorentino riproponeva, rievocava proprio quello della mia prima casa, quella dove ho vissuto fino all’età di dieci anni e che ancora possiedo, ma che a seguito di lavori di restauro eseguiti negli anni ’60 ha assai modificato l’immagine di allora. All’epoca non esistevano i cellulari, e le fotocamenre (al tempo chiamate rigorosamente macchine fotografiche) venivano usate in occasioni di matrimoni, cresime, comunioni ed altre ricorrenze, ma non certo per fotografare muri visibili dalle finestre!

La curiosità è rimasta tale per tanti anni, di tanto in tanto risvegliata da occasionali vedute di finestre e muri in relazione reciproca come finora descritto. Nel tempo ho avuto occasione di scattare qualche foto, chiedendomi se al di là dell’aspetto compositivo, le immagini avessero una sorta di potere evocativo, oltre quello della memoria. Non mi sono dato una risposta definitiva. Certo è che le finestre che si affacciano sui muri un loro fascino lo hanno. Troppo facilmente si potrebbe dire che il muro rappresenti un diaframma tra l’osservatore e la fantasia (Cosa c’è oltre il muro? A suo tempo Maurizio Costanzo proponeva regolarmente alla fine dell’intervista la domanda ” Chi c’è dietro l’angolo?”).

Ho fotografato muri dove la finestra fa semplicemente da cornice (e ciò potrebbe proporre uleriori riflessioni) e altre dove personaggi “minori”, come sipiti, ringhiere, tende, si affiancano ai protagonisti finestra e muro, a realizzare più elaborate composizioni.

Ma sono solo all’inizio…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[Continua!

Nel frattempo chiederò pareri ad amici che sono ottimi fotografi, gradendo naturalmente pareri da chiunque abbia l’occasione di leggere il presente breve, preliminare e non definitivo scritto]

Appendice (Risposte ricevute a partire dall’8 Agosto 2019)

Credo proprio che la mostra su “”Finestre che si affacciano sui muri” possa concretizzarsi. Molto sinceramente l’interesse suscitato e le risposte ricevute hanno superato le mie aspettative! Dopo aver inviato il messaggio via ai Donatelliani presenti su Whatsapp (e sono solo una parte di Donatelliani!) , le risposte non si sono fatte attendere! Eccole:
Cercherò. .cose che sicuramente ho sul tema..e poi vediamo..può diventare una cosa molto interessante (Giovanni)
– Ottimo Roberto allora ci penso… (Elisabetta dopo aver chiarito che “non solo fotografia”)
– Ho un lavoro incisione con finestra Ciao Roberto (Anna Maria)
– Ciao Roberto.Ho un lavoro già pronto sul tema.Fammi sapere.Buone vacanze a tutti! (Cinzia)
– Per la scultura potrei avere qualcosa (Mimma)
– Caro Roberto trovo la tua proposta molto intrigante sul piano creativo. Anni fa, quando operavo con la fotografia, ho sporadicamente trattato l’argomento unitamente all’altro, che ugualmente mi affascina, quello delle porte simulate e dissimulare. Sono disponibile a collaborare con te per la buona riuscita della futura mostra. Un saluto (Beppe)
– Per quanto riguarda l’iniziativa di Roberto penso di potere partecipare ma sarò più precisa dopo avere letto il link. Auguri di buone vacanze a tutti (Igina)
– Buongiorno e buone vacanze a tutti !!!! la proposta di Roberto mi interessa, di sicuro sono disponibile , non sarà una foto , ma sarà in tema ! (Sandra)
– “oltre la finestra” a dispetto di tutto…..NASCO (Angelo, accompagnato da un’immagine)
Anche se piccola (Guido, riferendosi ad un’immagine)
– Caro Roberto, parteciperò sicuramente alla mostra sulle finestre (Igina)
– Ciao Roberto! Parteciperò alla mostra sulle finestre, ho dei lavori sul tema. Buone vacanze a tutti! (Anna1)
– Parteciperò anch’io al progetto della “Finestra” (Anna2)

CARISSIMI, Come sapete non sono né pittrice né fotografa ma avrei ugualmente da raccontare la storia di una famosa finestra su un muro…SARO’ACCETTATA? Fatemi sapere un buon inizio d’anno a tutti gli amici del GRUPPO DONATELLO. (Barbara)

– In fase avanzata, vicinissimi alla realizzazione della mostra, un simpatico scambio di vedute (non dico idee ma VEDUTE dato il contesto!) tra Moravio Martini che scrive a tutti  e Gianni Oliveti che gli risponde:

Moravio: Sto cercando le finestre che NON si aprono sui muri. Risulta che che se c’è
una finestra c’è un muro e viceversa; Avete trovato una finestra che non si
apre sul muro? Bravi!. Moravio

Gianni: Ciao Moravio, beh, non hai torto, leggendo il “si aprono” in un senso hai pienamente ragione, ma si aprono è usato ajnche in altra accezione: le finestre più ambite, infatti, “si aprono” su un bel paesaggio, ma ci sono anche quelle meno fortunate che hanno davanti un muro, si aprono su una corte angusta, come in tanti “loculi” cittadini… era
questo il senso che intendeva Roberto quando ha lanciato l’idea: si aprono nel senso del “si affacciano”. Ma la doppia lettura ha dato più libertà e forse ha reso la mostra più varia… Un cordiale saluto, a sabato, Gianni

segue ulteriore e approfondito dibattito che inserirò a breve!

Immagini preliminari giunte in allegato whatsapp:

di seguito un contributo di Antonietta Borgioli:

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito un contributo di tredici immagini di Annamaria Maremmi:

 

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito scambio di messaggi tra me e Annamaria Maremmi

[17:03, 9/1/2020] Annamaria Maremmi: Salve Roberto, ti scrivo direttamente e non sul Gruppo, dato che non volevo interrompere la bella catena di messaggi alla Giuse . Riguarda il tuo programma sulle finestre.
Ho seguito da subito questa intrigante proposta, apprezzando la tua presentazione, i riferimenti ed i commenti, seguendo spesso il il tuo blog, via via nel crescendo dei contributi di tanti di noi. E poiché sin dall’ inizio mi ha interessato, mi auguro si possa giungere a vederla realizzata. A questo proposito sono a chiederti un chiarimento: mi è parso sin dalle tue prime parole che il fulcro fosse la rappresentazione di uno sguardo su un qualcosa che impedisse la visione, ma allo stesso tempo invitasse a porsi un interrogativo, una suggestione, immaginando un “oltre” . Successivamente, nel visionare le foto pubblicate (mie comprese) ho visto progetti e foto che rappresentavano muri o pareti con finestre.
Mi domando allora quale può essere la visione corretta, in quanto l’una è l’opposto dell’altra: in una siamo in un interno con una finestra aperta che guarda fuori,un muro o altro; nell’altra siamo all’esterno a guardare una finestra su un muro, una facciata…

[19:20, 9/1/2020] Roberto Della Lena: Giuste osservazioni! La mia idea originale era quella di limitare il soggetto a finestre che, appunto, si affacciano sui muri. Confesso che non pensavo di suscitare tanto interesse, ma visto che le risposte e i contributi non sono mancati, non ho voluto scoraggiare (e quindi indebolire l’iniziativa) coloro che non si erano rigidamente attenuti al tema. Quindi la mia idea rimane tale e le finestre con affaccio sui muri avranno un ruolo protagonista, ma non voglio escludere nessuno, magari proponendo le opere in più sezioni e magari lavorando sul titolo, o meglio su un sottotitolo, perché “finestre che,si affacciano sui muri” mi piace troppo! Pensa anche oggi Beppe Piano mi ha mandato un messaggio (che ho inserito) e  Cinzia Pistolesi ha inviato altre immagini! Andrà fatto un lavoro di pianificazione e organizzazione. Ho preparato un testo che leggerò durante la presentazione che in qualche modo potrà rispondere anche alle domande che hai posto. E’ chiaro che il tema del “più e dell’oltre” nascosti dal muro ha un rilievo notevole. Mi fa piacere che l’iniziativa ti interessi. E come dicono gli americani “we can do that.” E ce la faremo!

[19:28, 9/1/2020] Annamaria Maremmi: Sei sempre straordinario! Hai idee che sprizzano come fulmine e coinvolgono emotivamente. Hai contagiato tutti. Mi farebbe piacere che pubblicassi anche qualche parola su quello che ho pensato io, anche se convegno che sia giusto apprezzare qualsiasi forma di interessamento individuale
Ok, i hope we can do that👍

Di seguito un contributo di Nicola Signorini:

 

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito un contributo di Giovanni Giusti, due immagini:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Contributo di sei immagini e testo di Beppe Piano:

Ciao Roberto. In ferimento al tuo progetto “Finestre che guardano i muri” ti invio un mio contributo visivo che consta non di una ma di ben 5 foto. Con ciò non ho voluto ingolfare la chat del Gruppo Donatello ma mi è stato necessario per meglio precisare la sequenza che mi ha condotto al risultato finale. La foto originale è stata ripresa alle 15,30 di oggi da una delle finestre del mio appartamento. Sono stato incuriosito dal gioco grafico che il sole determinava, a quell’ora e con quella condizione di luce, sul muro di fronte alla mia finestra. Le foto successive sono solo il risultato del successivo trattamento di boosterizzazione e di Hue Saturation. Solo l’ultima ha ricevuto un trattamento creativo con A.I. ma senza alcuna alterazione dell’originale.

Ancora un gradito messaggio (9-1-2020) di Beppe:

Caro Roberto ho letto con molta attenzione i post sul tuo blog. Ottima l’ introduzione critica e la documentazione sulla probabile e auspicabile mostra “Finestre che guardano i muri” nelle sue varie declinazioni. Il materiale al momento disponibile è di ottima qualità e testimonia la pluralità e modalità di operare propria degli artisti donatelliani. Ti rinnovo i miei complimenti per la lodevole iniziativa, cogliendo l’occasione per augurarti un “ventiventi” generoso sotto tutti gli aspetti.

 

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito un contributo di Daria Orlandini:

 

 

 

 

 

 

 

 

di seguito un contributo di Anna Cecchetti:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito un contributo di Guido Del Fungo “La finestra sul cortile”:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito: elaborazione  digitale dal titolo: ICONICUS IN CERCA DI LIBERTA’ di A-M-Nostro:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito un contributo di Cinzia Pistolesi

Di seguito un contributo di Renato Piazzini:

 

 

 

 

 

 

 

Di seguto un contributo di Guido Del Fungo

 

 

E a mostra già realizzata e allestita i contributi continuano. Eccone uno di Beppe Piano:
[21:44, 9/2/2020] Beppe Piano: Ciao Roberto. Ho letto con molto piacere il tuo blog e alcune osservazioni dei donatelliani le trovo argute oltre che stimolanti. Moravio per esempio ci ricorda, da bravo architetto, che dove ci sono finestre ci sono anche i muri. A dirla così può sembrare un assioma, le finestre si aprono sempre nei muri, la finestra senza muro è un ottimo soggetto per i tanti epigoni di Dalì, ma ci sono finestre murate e ci sono muri senza finestre. Le “finestre che guardano i muri” ,questo era il titolo originale, sono un’altra cosa. Il titolo rimanda allo sguardo occluso o limitato, al superamento del limite, al desiderio di modificare la realtà. Non tutti hanno rispettato questa  indicazione, io per primo. Il titolo del mio lavoro “W &W” sta per “Windows and Walls” dove i due elementi, dal punto di vista del linguaggio visivo, sono posti sullo stesso piano, senza contrapposizioni dialettiche. Ho apprezzato molto il messaggio di Carlo Maltese, anche se in esso intravedo il pericolo dell’intimismo, della romanticheria, dietro l’angolo. Allo stesso Carlo auguro che completi al più presto la sua installazione, densa di significato e dalla grande capacità evocativa. Chiedo venia per la lunghezza del messaggio. (BP)