Antica frequentazione tra tema e problema

Tema e problema sono verosimilmente le prime categorie della cultura con cui ci si viene a confrontare, scolasticamente parlando. Altre coppie pur famose non reggono il confronto (disegno ornato / disegno geometrico, riassunto / cronaca, traduzione in / traduzione da etc. etc.)

Già alle elementari si parte con i temi, i cui precursori in forma ridotta sono i cosiddetti “pensierini” (hai visto mai che siano gli antenati dei messaggi i SMS?) e con i problemi, che invece sembrano essere problemi ab initio e non problemi i come era per la categoria precedente.

E’ questo il periodo che in cui avvengono i primissimi incontri con le figure retoriche e con il meraviglioso mondo dei numeri. Ci si incontra-scontra col ritorno delle rondini, col tre composto, con quanto è bello il mio paese, con il tre che nel quattro ci sta uno e rotti. Seguono ulteriori incontri-scontri via via più complicati.

Ci sono talvolta degli apparentamenti simbolici ermeneutici e grammaticali. Ciò ad esempio quando fare un tema diventa un problema. Anche qui non abbiamo specularità; difficilmente risolvere un problema diventa un tema. Può però divenire una tematica, ma presto muta in problematica. Appunto.

Ma – un momento – ha un senso svolgere un tema su questo argomento? Può aiutare a risolvere qualche problema?

Ah saperlo!