Progetto di libro o di racconti di tre ex ragazzi di Sarteano

“… dopo venti o trent’anni si scopre che ciò che veramente conta è rimasto nel paesello natio.” (C.G.Jung, lettera a Herbert Read 17.10.1948. In C. G. Jung, Lettere, Vol. 2 p.117).

Felice, anche nella prigionia della città, chi riesce a conservare per tutta la vita la chiave di questa casa di campagna, per rifugiarvisi ogni tanto, e ritrovarci in fedele attesa le care immagini del suo segreto, non intorbidato dal tempo!” (Sono parole di Piero Calamandrei, citate da Franco Antonicelli nell’Introduzione al Libro di Calamandrei” La Casa di Campagna”, La Nuova Italia, 1965, p. XI)

Nello spirito dell’uomo quello della partenza e del ritorno, e del viaggio che li unisce, è un tema centrale” (van der Post LaurensJung e la storia del nostro tempo, prima edizione originale, Jung And The Story Of Our Time, 1976, pag. 221)

Quanto di solito viene aggiunto in fondo all’articolo, qui deve perentoriamente esser chiarito all’inizio. SI TRATTA DI UN LAVORO A PIU’ VOCI, DI UN TESTO A PIU’ MANI, DA CONSIDERARE ASSOLUTAMENTE PROVVISORIO E IN CONTINUA EVOLUZIONE. 

Una presentazione? Un riassunto? Un brano? Forse tutto questo, forse nulla di tutto questo. Vedremo.

Dopo un lunghissimo periodo interlocutorio prende vita, almeno nelle sue linee essenziali di progetto,  la stesura di un libro a sei mani, mani che potrebbero anche aumentare di numero con l’inserimento di qualche consulente (in realtà qualcuno in una ristretta cerchia è già stato individuato ).

Le sei mani sono quelle, in ordine rigorosamente alfabetico, di Maria Pia, Patrizia, Roberto. Legati da comune origine geografica e da una storia per certi versi simile. Tutti e tre nati nello stesso anno e nello stesso posto: nel 1952 a Sarteano, e Sarteano e in qualche modo al centro del libro; ancora una cosa in comune: tutti e tre “emigrati“ prima del compimento del decimo anno di età. Per la precisione durante gli anni della scuola elementare. Infatti  i tre (allora) bambini erano anche compagni di classe nella locale scuola elementare.  Già da ora possiamo individuare, ipotizzare tre periodi corrispondenti ad altrettante parti della storia da raccontare (anche se vedremo per la stesura del libro era stata ipotizzata una diversa “scaletta”). 

È ancora si discute se quanto state leggendo sarà un riassunto, un testo autonomo, e se riassunto, quale il suo intero? Un libro, tre parti di un libro o addirittura tre libri? Un po’ di confusione in effetti, ma proviamo comunque ad andare avanti. A correggere c’è comunque sempre tempo. 

La  prima parte (o forse il primo libro), in onore a una nostra insegnante potrebbe avere per titolo “Dalla maestra Bellini all’emigrazione“, la seconda “I rientri estivi e per le feste comandate“, la terza parte infine semplicemente “Il ritorno” o più ampollosamente “Lo straordinario potere alchemico del ritorno”. 

Ci sono peraltro problemi di come quello della privacy tutt’altro che semplici da risolvere. Stendiamo poi un velo pietoso sulla data di ultimazione dei lavori, essendo già in ritardo di una quindicina di anni! Ma come diceva un famoso pedagogo “Non è mai troppo tardi

“Precazizioni d’uso” Quando si parla di qualcosa e di qualcuno, dobbiamo essere certi del consenso di quel qualcuno in questione senza se e senza ma. Contrariamente a quanto potrebbe pensarsi anche episodi non necessariamente connotati negativamente possono avere per protagonisti persone che non vogliono comunque essere citate, e di esempi di questo tipo, come diceva qualcuno di mia conoscenza, ne ho una collezione.

Non sarà un’impresa e siamo consci delle non poche difficoltà di progettazione e stesura, per non parlare poi della pubblicazione. 

Esiste già molto materiale documentario e anche altrettanto conservato a memoria dagli interessati (fortunatamente in parte trascritto in quaderni di appunti), e tuttavia costruire un’impalcatura alla narrazione non sarà semplice e dovrà essere molto attentamente studiato. 

Una buona parte del lavoro preparatorio iniziale sarà una sorta di pre brain-storming.  Esempi:

a proposito del libro che sarebbe interessante fare una specie di viaggio nella memoria…”

una passeggiata nel paese vecchio, io talvolta mi ricordo di quello che pensavo in determinati luoghi!!, potremmo anche vedere se ‘noi 3’ (non oso dire magnifici) serbiamo gli stessi ricordi, quali differiscono e ‘perché’ (sapeLLo!!!), in quali luoghi….io da ragazzina i primi tempi in Francia prima di addormentarmi immaginavo Sarteano in una scatola, modello in scala!!) e mi divertivo a immaginarmi camminare per il paese ed incontrare gente

sarebbe anche interessante vedere come reagiamo di fronte a vecchie cartoline/foto…?”

quell’ingenuità che hanno i paesani quando vanno in città, ma  anche quella furbizia che torna comodo quando i paesani vanno in città. La città è più bella più libera più tutto, e non c’è quel controllo sociale forte del paese da cui ci si deve difendere, e forse è proprio per questo che i paesani in città sembrano o forse sono davvero più furbi

Ricapitolando. A prescindere dall’originale piano di progetto (indicativo e non definitivo)  dell’opera, che è riportato in fondo,  appare ragionevole, almeno in questa fase, focalizzarsi su quanto è descritto nella parte iniziale, che tratta i primi anni di vita dei partecipanti anzi degli scriventi che sono ad un tempo scrittori e protagonisti.

Un’opera  “Magna” su Sarteano a trecentosessanta gradi  appare al momento estremamente problematica anche soltanto nella fase di progettazione; al momento appare invece più realistica e tutto sommato  più piacevole una sorta di narrazione – concetto già espresso – provvisoriamente definibile come “i primi anni o anni della scuola”, cui potranno seguire, ma in un tempo successivo – “l’emigrazione” e “il ritorno”, ma sempre tenendo presente che il l’origine il ruolo centrale è e rimane quello dei primi anni di vita.

Ed ecco come era il primitivo schema di progetto…

Ipotesi schema generale in 4 capitoli. Ogni capitolo diviso in 4 paragrafi, a sua volta divisi in 4 sottoparagrafi, e infine questi ultimi divisi in 4 “Minima”. Naturalmente il 4 ricorrente è da considerare come numero di riferimento, ma non rigidamente. Nel senso che ogni sezione può generare una serie di sottosezioni, di regola 4, ma non necessariamente, potendo essere anche tre o addirittura due; in ogni caso non dovrebbero mai essere più di quattro. Importante. Per evitare spiacevoli errori ed omissioni, non compaiono nomi propri di personaggi importanti e/o significativi.

Capitolo 1 La Sarteanesitudine. Motivazione alla scrittura di un (questo) libro e regole di ingaggio. 1 1 Il passato: storia  1 1 1 Sarteano come comunità, 1 1 1 1 La comunità dei “munelli” nel fondo della Patrizia negli anni ’50, 1 1 1 2 Quell’anno che tutti si fecero fare una camicia alla coreana (“Si feceno cucì la camicia col colletto giro giro“), 1 1 1 3 “Vedemo se l’avemo azzeccata pe ste munelli“, 1 1 1 4 Telesquadra a Sarteano (1959), 1 1 2 L’economia di Sarteano tra artigianato, agricoltura e turismo, 1 1 3 Cultura e tradizioni sarteanesi, 1 1 3 1 Il Saracino, 1 1 3 2 La Fiera di San Lorenzo, 1 1 3 3 La Fiera di San Martino, 1 1 3 4 Venerdì giorno di mercato., 1.1.4 Manifestazioni culturali, 1.1.4.1 Il Jazz a Sarteano, 1 2 Luoghi di Sarteano, 1 2 1 Il Castello, 1 2 1 1 Palazzi storici di Sarteano, 1 2 2 La Piscina o Bagno Santo, 1 2 2 1 Andavamo agli spartitoi a fare il bagno, ma non ricordo che fossimo vestiti alla marinara, 1 2 2 2 Il campeggio più grande d’Europa, 1 2 2 3 Ma Allowen non è parente di Cuccociccio?, 1.2.2.4 Giardini grandi e giardini piccoli, 1 2 3 Il Centro storico, 1 2 3 1 Piazza XXIV Giugno e Piazza d’Armi, 1 2 3 2 “Suppelcorso”, 1 2 3 3 Il Fortino, 1 2 3 4 San Martino, il Fondaccio e il Mattonato, 1 2 4 I dintorni di Sarteano o come altri direbbero “Sarteano e dintorni”, 1 2 4 1 Il Poggione., 1 2 4 2 Il Roccoletto, 1 2 4 3 La quercia della vendetta, le grotte, i rifugi. Luoghi geografici e/o luoghi comuni, 1 2 4 4 Le Pianacce e la Tomba della Quadriga Infernale., 1 3 Interviste, 1 3 1 Demografia e figure sarteanesi, 1 3 1 1 Persone e personaggi, 1 3 1 2 Personaggio, 1 3 1 3 Personaggio raccontato dai familiari, 1 4 Sarteano nella stampa quotidiana e periodica, 1 4 3 Montepiesi, 1 4 3 1 Personaggio, sarteanese, 1 4 3 4 Montepiesi in una tesi di laurea (o se volete una tesi di laurea su Montepiesi), 1 4 4 Giornalisti sarteanesi, 1 4 4 1 Il pubblicista
Capitolo 2 Memorie sarteanesi, 2 1 Ricordi di comunità (“Me l’ha detti ‘l mi’babbo, gliel’aveva detto ‘l su’ nonno“), 2 2 Dove c’era ora c’è., 2 2 4 “Il campo a la fiera”, 2 3 Interviste a sarteanesi che di Sarteano sono la memoria storica, 2 3 1 Persone e personaggi, 2 3 2 Persone e personaggi, 2 3 3 Persone e personaggi, 2 3 4 Persone e personaggi, 2 4 Il passato di Sarteano nei libri Sarteano in biblioteca e biblioteche di Sarteano!  2 4 1 Libri, 2 4 1 1 Il Libro di Fanello Fanelli (1892) e la sua riedizione con note ed appendice a cura di Luca Aggravi (1996), 2 4 1 2 I libri di Mario Brogelli, 2 4 1 3 La biblioteca di San Lorenzo (“Suppelcorso vicino a dov’era l’ospedale“)
Capitolo 3 Ritorno a Sarteano, 3 1 Lo straordinario potere alchemico del ritorno, 3 3 Interviste a personaggi sarteanesi., 3 4 Sarteano “Teatrale, cinematografico e televisivo”, 3 4 1 Il Teatro degli arrischianti, 3 4 2 “Il Cristo proibito”, 3 4 2 1 Qualcuno ricorda che eravamo a Sarteano in una cantina e quando si sortiva s’era a Montepulciano…., 3 4 4 Personaggi dello spettacolo sarteanesi, 3 4 4 1 Gualtiero Sbardelli
Capitolo 4 Sarteano città futura, 4 1 Sarteanesi di domani, sarteanesi sempre, 4 1 1 1 La discesa della Costa di Piazza, capolavoro della scienza motoria e della comunicazione verbale e non., 4 2 Possibili, plausibili, sostenibili sviluppi urbanistici e ambientali di Sarteano, 4 3 Interviste sul futuro di Sarteano, 4 4 Sarteano su Internet, 4 4 2 Sarteano nei motori di ricerca, 4 4 2 1 Web, 4 4 2 2 Immagini e carte stradali e turistiche, 4 4 2 3 Blog, Forum, ML, 4 4 2 4 Alia, 4 4 3 Sarteano su Facebook