Stranieri in terra d’Etruria (racconto)

Stranieri in terra d’Etruria

(Titolo provvisorio e testo provvisorio! Ma ogni tanto come dice qualcuno che di articoli e filmati se ne intende, “bisogna avere anche un po’ di coraggio e pubblicare, poi si vedrà“)

Nota preliminare. Questo breve appunto è il riassunto di un ben più esteso testo destinato a essere pubblicato (possibile titolo “Chissà se era lui davvero” o forse “Stranieri in terra di Etruria” o forse altro)

Viene qui messa in atto la stessa strategia (ma sarà poi la parola più giusta?) usata in altra occasione, ovvero di anticipare la pubblicazione del testo definitivo con un sunto (che poi si vedrà non é esattamente un sunto). Al contrario di quanto si potrebbe pensare non è affatto cosa semplice, comunque ci provo. Ne vale la pena.

“… È sufficiente che sia stato detto e creduto. La storia del mondo viene fatta in gran parte sulla base di opinioni i cui motivi sono spesso dubbi in senso concreto; in altre parole: nella storia la psiche gioca un ruolo tanto importante quanto misconosciuto.” (CARL GUSTAV JUNG, lettera a Upton Sinclair del 24.11.1952, in Jung Lettere, Vol 2 p 273)

Fin troppe volte, pur nella sua giovane età, egli aveva notato che il caso, andando nella medesima direzione dell’intenzione, era stato capace di mostrare il tragitto migliore per raggiungere una meta prefissata”. Da “Raimondo di Sangro. Il Principe dei veli di pietra”, di Lino Lista [pag.57].

Antefatto. Anni ’50, inizio anni ’50. Inverno. Un’automobile di grossa cilindrata e di grosse dimensioni, una elegante berlina a quattro porte, solca una strada sterrata della Valdorcia, una strada che porta in paese. Marcia a bassa velocità, talora si arresta proprio e gli occupanti guardano la campagna. Pur essendo inverno, la campagna di quel pezzo di Toscana è uno spettacolo. Quando i finestrini si abbassano una musica d’orchestra si libera nell’aria della Valdorcia, sono le note di “Un americano a Parigi” di George Gershwin. Sono poche le auto che passano per quella strada, pochissime quelle belle e per di più con tarfa straniera, pochissime poi anche quelle con l’autoradio.

Quattro giorni più tardi nella piazza di un borgo. Ecco chi era all’interno dell’auto.

Due anziani, stranieri, alti, eleganti, forse di lingua tedesca, forse di nazionalita austriaca, forse svizzera. Chissà? Sono coniugi, lei molto distinta e austera. Anche lui. Parlano un italiano non fluente, ma più che sufficiente per farsi capire.

Lui è incuriosito da un insolita piazza, insolita perché in salita. E’ la piazza principale del paese, ed è la piazza antistante alla casa dove alloggiano da qualche giorno, la osserva attentamente e commenta. Lei ascolta e annuisce. Lui e la moglie son giunti da qualche giorno nel borgo toscano medievale. Li ha colpiti non tanto e non solo la bellezza austera di un antico maniero e di vecchi palazzi nobiliari, ma anche, forse soprattutto, l’elevato numero di stemmi, insegne, lapidi, poste non soltanto nelle facciate dei succitati palazzi nobiliari, ma un po’ in tutto il paese. In qualche modo ciò è loro familiare.

Il distinto straniero ha saputo da un paesano che nel bel mezzo della piazza “in salita”, dove campeggia ora una bella fontana, precedentemente c’era qualcosa altro, che però il paesano non ha saputo meglio precisare. Sa bene invece il paesano che tra poco avverrà ancora un mutamento la fontana verrà spostata e cederà il posto ad un monumento ai caduti.

Il Nostro ripensa al paesano e a quanto gli ha detto. Ma suoi pensieri vanno beno oltre, molto oltre, difficile stabilire e definire di più e meglio anche per il pensante, se non un concetto altre volte sentito o forse letto: “Andare dove, arrivare quando“. Il paesano vede il distinto “forestiero” assorto e immagina che pensi a quanto gli ha detto; si è visto che non è esattamente così. Gli viene in mente la città di Efeso e i suoi mutamenti. Ma al contrario di quanto avvenuto nella piazza ove cambiano io monumenti, a Efeso mutavano i popoli, e mentre i popoli mutavano, il celebre monumento, la statua di Diana, restava sempre, immobile e immutabile.

Pensa ancora. Una girandola di immagini apparentemente insensate si affacciamo alla mente del distinto straniero. Persone attorno al monumento, gruppetti di persone sedure sulle panchine della piazza, probabilmente la stessa piazza. Ancora un colorificio di Genova, un vecchio a sedere su una sedia appoggiata al muro di una strada di paese, veglioni di carnevale, altro ancora, bambini con la erre moscia e con sorprendente memoria.

La padrona di casa, oggi si meglio sarebbe descritta come titolare B&B, nel frattempo scesa in strada gli si avvicina, non senza prima aver salutato e ossequiato al signora, e gli rivolge la parola usando verbi all’infinito, sulla pia illusione che se agli stranieri parli usando gli infiniti, loro ti capiscono. Ma così non é. Con lo stesso linguaggio improbabile ovvero una sorta di ‘”esperanto de noantri” gli chiede se ha apprezzato il paese e la cucina del luogo, poi gli presenta un bambino, e allora ecco che l’anziano straniero; col pensiero va ancora molto lontano; lontano nel tempo, forse. Ma quale tempo?

Immagina, chissà perché, quel bambino proiettato nel futuro e immagina che come lui avrebbe avuto più confronto e successo con maestri autorevoli e severi, e che sarebbe stato molto apprezzato. Si chiede ancora, pensando tra sè, se la girandola di pensieri precedenti siano in qualche modo connessi al luogo e a chi gli sta davanti. Ma non lo palesa naturalmente; peraltro neanche si spiega da dove tal pensiero giungesse.

Allora tira fuori dalla tasca del cappotto una scatola metallica rotonda, la mostra al bimbo , e gliela regala. Il bimbo l’accetta e con un grande sorriso ringrazia.

Tutto pareva girare intorno a quella piazza scoscesa, più precisamente intorno al monumento in mezzo ad essa, fra l’altro monumento pensato pur non ancora non presente! Quindi immaginato (o forse immaginato?).

Il bambino in seguito sviluppò la erre moscia e anche una non comune memoria, crebbe, divenne adulto ed effettivamente ebbe buoni maestri e ottimi amici, per fortuna molti di più dei cattivi maestri e delle sconvenienti conoscenze che pure ebbe.

Poi il bimbo ben prima di raggiungere l’età adulta, lasciò il paese per trasferirsi in città con i genitori. Molte famiglie ebbero simile destino.

Poi divenne adulto, adulto maturo e tornando di tanto in tanto al paese natio incontrava vecchi amici e con loro si fermava a parlare attorno al monumento che nel frattempo aveva rimpiazzato la fontana. E in quei gruppetti attorno al monumento chiacchieravano e, soprattutto rimembravano, si interrogavano anche. Si chiedevano ad esempio chissà come mai molti di loro, e in particolare quelli emigrati e poi tornati al borgo, avessero la erre moscia. Chissà poi perché qualcuno l’avesse persa e qualcuno l’avesse ancora. Si chiedevano ancora come mai sempre alcuni di loro e in particolare ancora una volta coloro che erano emigrati e poi ritornati, avessero una memoria formidabile. Risposte e spiegazioni non c’erano, e anche se accampavano teorie basate sull’aria e sull’acqua potabile del posto, pochi ci credevano.

Durante una di queste discussioni attorno al monumento “l’ex bambino cresciuto nel borgo ed ora ritornato in visita al paese natio”, incuriosito da qualcosa, si staccò dagli altri.

Dalle finestre di una casa di una piazza di un vecchio borgo usciva una musica: erano le note di “Un americano a Parigi” di George Gershwin.

E ad una delle finestre di una casa di una piazza di un vecchio borgo gli parve di vedere affacciarsi un distinto signore anziano con la pipa in bocca e una scatoletta rotonda in mano dalla quale prese un pizzico di tabacco.

L’adulto, ovvero “l’ex bambino cresciuto nel borgo ed ora ritornato in visita al paese natio”, sorrise all’anziano signore. Come per salutarlo, come per ringraziarlo.

Forse.

(Continua)

Riferimenti, note, citazioni e altro

Luchini Alberto: Radicofani, L’Impronta, Scandicci-Firenze, 1970, pag. 18. A proposito di “Piazze in salita”. Nel libro di Alberto Luchini c’è una bellissima disquisizione sulla toponomastica “spontanea” popolare. Il Luchini descrive come i dislivelli in salita presenti a Radicofani siano ribattezzati dagli abitanti. La centrale via del paese diviene così “Il mezzo” e tutta una terminologia da ciò deriva.

Montepiesi. 1999 n. 2. Si fa riferimento a “64 anni, Sarteano ha festeggiato … a mangia’ i pici suppelcorso e ho...”

Montepiesi 2016 n. 1-2-3. Si fa riferimento a “… suppelcorso = lungo Corso Garibaldi…”

In questo sito dedicato ai viaggi si fa riferimento a “suppelacosta”

Gianfranco Barbanera: Aiutare il sole a sorgere ancora. Interprofessionalità. Anno XIII – n. 85 Giugno 2003, pag. 7. Documento on line (visto e letto 17 Settembre 2021)

Ecco di seguito il piano dell’opera così come è stato inizialmente concepito (qui in realtà molto, ma molto semplificato). Il racconto sopra pubblicato ha valore puramente indicativo, e in definitiva non è neppure un riassunto,. Contiene infatti alcune modificazioni della trama rese necessarie per adeguare la narrazione. Piano narativo (estremamente semplificato. 1. Origini e primi segni – 2. Altri segni e primi sogni. La parola all’inconscio (o l’inconscio e la parola) – 3. La rivelazione nel caos della mente e delle città – 4. Continua. Tante pietre in paese, tanti laghi nei dintorni.

Manuale di Tricologia. Intervista ad Andrea Marliani, Presidente Si.Tri

Manuale di Tricologia. Intervista ad Andrea Marliani, Presidente Si.Tri

Marliani Andrea, Bini Fiorella (Direzione scientifica):  Manuale di Tricologia  – Anatomia, Fisiologia, Patologia, Diagnosi, Terapia Medica e Chirurgica del Follicolo Pilifero. 

Si tratta di un opera colossale; un trattato dedicato interamente alle problematiche legate al capello. Secondo i classici schemi espostivi in medicina, dall’anatomia alla fisiologia, alla patologia, alla terapia. Ma accanto a ciò che pure è molto, moltissimo, anche dell’altro: aspetti storici, aspetti psicologici, aspetti antropologici, aspetti estetici. Un volume corale, oltre venti professionisti, medici, biologi, altri operatori sanitari, sono gli autori dei tredici ampi e dettagliatissimi capitoli. E verosimilmente è proprio il dettaglio, l’approfondimento, l’attenzione alla completezza espositiva  il carattere peculiare di queste oltre quattrocento pagine. Ogni capitolo del libro è corredata di numerose illustrazioni e di nutrita bibliografia.

Fin dalle primissime pagine, dalla prefazione Andrea Marliani (Direttore Scientifico del Gruppo Studio e Ricerca e Presidente Emerito SITRI) sottolinea la definizione di “Tricologia”, che tudia i i fenomeni fisiologici e patologici del capello, e di “Trichiatria”, che si occupa della diagnosi e terapia delle malattie del capello. Sono chiariti concetti. terminologia, aree di intervento della materia.

Segue il primo capitolo dove un paragrafo, il primo, non a caso è a cura del direttivo intero della SiTri, Società Italiana di Tricologia (la storia della società meriterebbe un discorso a parte, e nemmeno breve!); è proprio qui che vengono descritte le singole professionalità legate alla tricologia, rappresentate da medici, biologi, tecnici, altre figure anitarie.

Sempre all’interno del primo capitolo un paragrafo esamina arte, storia e costumi legati all’acconciatura nei vari popoli e in epoche diverse.  Si scoprono così citazioni della calvizie persino nella Divina Commedia. Un accenno alla remota invenzione del pettine risalente addirittura al paleolitico. Ancora la lettura consente di conoscere la realtà dei capelli in epoca egizia e romana.

In un paragrafo successivo è ripercorsa la storia della tricologia moderna attraverso pubblicazioni scientifiche e figure notevoli. Citato il (forse) primo lavoro scientifico “A treatise on the human hair, and its diseases” di Bela C. Perry. del lontano 1859.

E’ con il capitolo numero due si entra nel vivo della problematica: ben si spiega cosa sono capelli e peli, da cosa son fatti (diciamo meglio da quali elementi sono costituiti), come avviene la crescita e quali ne sono i meccanismi regolatori. In questo capitolo sono richiamati aspetti biochimici ed endocrinologici di interesse tricologico; particolare rilievo ormoni ipofisari, ovarici, surrenalici.. Segue una meticolosissima descrizione anatomica di capello e follicolo. Puntualizzazione di concetti fondamentali come fattore di crescita, calone, ormoni e molti altri. Il capitolo si chiude con un altrettanto dettagliatissimo paragrafo sul ciclo del capello, che nel trattato verrà più volte ripreso.

Fondamentale (non che gli altri non lo siano!) il terzo capitolo destinato alla diagnostica; una corretta diagnosi  è essenziale per la messa a punto di una altrettanto corretta strategia terapeutica e qui viene fatta chiarezza circa le tecniche varie che vengono minuziosamente descritte. Prima di entrare nel merito, è offerta al lettore una disanima sulla gestione del paziente e sullo studio medico tricologico. aspetti peculiari della visita tricologica. Screening, esami di laboratorio, protocolli sono puntualizzati. in questo capitolo è presente un utilissima panpramica dei protocolli diagnostici in endocrinologia di base di più frequente riscontro.

I capitoli 4 e 5 trattano rispettivamente le alterazioni del fusto e le alterazioni infiammatorie e parassitarie; entrambi i capitoli sono corredati di ampia documentazione fotografica delle lesioni a grandezza naturale, e anche ingrandite al microscopio; per quanto attiene a parassitosi e flogosi, anche queste trattate con ricca iconografia di accompagnamento al testo, va segnalata la presenza di note terapeutiche (pur essendoci altri capitoli interamente dedicati alla terapia). Rimandando inevitabilmente alla lettura del testo, fin d’ora si elencano le anomalie descritte: Alterazioni del fusto, Anomalie del fusto del capello, Anomalie del follicolo del pelo, lpotricosl e alopecie genetiche, Sindromi metaboliche, Alterazioni del colore. Tra le affezioni del cuoio capelluto di frequente riscontro sono descritte la Forfora (pitiriasis simplex capitis), la Seborrea, la Dermatite seborroica, Psoriasi, le tigne, la Pseudotinea amiantacea, la pediculosi del capo.

I tre capitoli 6, 7, 8 sono centrali non certo per la posizione occupata all’interno del volume, ma per la centralità, l’importanza, l’attualità dell’argomento, ovvero le alopecie;  questi tre capitoli potrebbero essere anche un esauriente autonomo trattato sulle alopecie. Sono esaminate e descritte in sequenza le alopecie non cicatriziali, l’alopecia androgenetica (AGA), le alopecie cicatriziali. Inevitabilmente come altre volte sottolineato, la vastità degli argomenti trattato consente solo di citare i grossi temi svolti: gli effluvi e i defluvi e la loro classificazione, le alopecie elle loro molteplici espressioni.

Gli aspetti che legano nutrizione e cuoio capelluto sono esposti e discussi nel capitolo 9. Particolare attenzione agli stati carenziali e alla lattoferrina (LF) implicata nella regolazione del metabolismo del ferro.

I rapporti tra psiche e capelli sono discussi nel capitolo 10; accanto alla più nota tricotillomania sono presi in esame altri disturbi psicologici e comportamentali, alcuni inusuali e di non facile immediato riconoscimento.

Abbiamo già sottolineato come gli aspetti terapeutici sono spesso già stati  esaminati nei vari capitoli, ma è nell’undicesimo e nel dodicesimo capitolo che sono approfonditamente  presi in considerazione gli aspetti di terapia medica (farmaci, preparati galenici, tinture) e quelli di   terapia chirurgica (trapianto di capelli, indicazioni, problematiche, metodologie).

Davvero lungo l’elenco dei presidi descritti: Estratti secchi, tinture madri, gemmoderivati, oli Essenziali, a cui vanno ad agggiungersi i trattamenti iniettivi e mesoterapici ed altri ancora.

Per la parte chirurgica rilevante è l’intervento di autotrapianto dei capelli con tecnica FUE (Follicular Unit Extraction), con tanto di di spiegazione di come avviene il prelievo, dei in casi particolari di possibile riscontro.

Capitolo 13 L’ultimo capitolo, dedicato ai trattamento estetici (Cosmetologia dei capelli, Cammuflage cosmetico, Tricopigmentazione, Ricostruzione protesica), ricorda semmai ce ne fosse bisogno, come questo testo che gli Autori hanno voluto chiamare “Manuale” sia invece un “Trattato”; la cosmetologia del capello è trattata in modo approfondito, con ricca iconografia e con puntuale descrizione dei prodotti usati, delle modalità di applicazione, ma anche la natura chimica e problematiche relative al loro impiego.

Andrea Marliani, Presidente Si.Tri (Società Italiana di Tricologia)

Intervista ad Andrea Marliani Presidente Si.Tri (Società Italiana di Tricologia)

Andrea Marliani, medico chirurgo, specialista in Dermatologia ed in Endocrinologia, autore di numerose pubblicazioni scientifiche.

Intervista ad Andrea Marliani Presidente Si.Tri (Società Italiana di Tricologia)

Andrea Marliani, medico chirurgo, specialista in Dermatologia ed in Endocrinologia, autore di numerose pubblicazioni scientifiche.

D. Come definiresti la tua storia professionale in poche parole?

R: una avventura

D. Come è nato il Tuo interesse per la medicina e in particolare per la dermatologia e poi per la tricologia?

R: ho sempre pensato di voler fare il medico e così è stato poi mi sono avvicinato alla dermatologia e sono rimasto affascinato dal mistero dei capelli.

D. Quali sono i temi della Tua disciplina che ritieni particolarmente significativi?

R: il mistero della vita ciclica del capello. Il mistero del privilegio immunitario del capello.

D. Quali sono a Tuo giudizio, se ci sono, le innovazioni, le tecniche, che riguardano il tuo ambito professionale medico-scientifico?

R: le nuove terapie, dalla finasteride alla dutasteride, all’estrone ed estriolo

D. C’è qualche figura professionale significativa del passato o del presente, di cui vuoi dirci qualcosa?

R: I grandi Dermatologi di Firenze, a Firenze, infatti, nel 1805 venne fondata la prima cattedra di dermatologia in Italia affidata al Prof. Vincenzo Chiarugi, poi suoi successori, tra cui Augusto Michelacci, Pietro Pellizzari, Celso Pellizzari, Jader Cappelli, Benvenuto Giannotti, Paolo Fabbri ed Emiliano Panconesi e i grandi collaboratori Sergio Bartoloni, Carlo Vallecchi e tanti altri

D. Venendo alla Tua esperienza di congressi, seminari, conferenze, presentazioni di libri o altre iniziative che ti abbiano vista/o protagonista o spettatore, vuoi dire qualcosa, ricordare qualcosa, proporre qualcosa?

R: occorrono nuove risorse umane, giovani dermatologi che portino avanti il nostro lavoro.

D. C’è una domanda che avresti voluto ricevere ma che non ti ho fatto? Puoi fartela da sola/o e darti una risposta.

  • A che punto è l’Italia nella conoscenza e nella terapia in Tricologia.
    R. Siamo i primi al mondo.

D. Mi puoi mandare una o più foto relative a quanto ci stiamo dicendo?

D. Qualcosa in merito al recente “Incontro di Autunno della Società Italiana di Tricologia” svoltosi Firenze all’Hilton Metropole di Firenze il 3 e 4 Ottobre ?

R: l’incontro di Autunno 2021 è stata una scommessa. Dopo un anno e mezzo che non abbiamo potuto fare congressi avevamo veramente paura di un fallimento.

D. Ultima domanda segno dei tempi e della privacy: autorizzi ad usare questa intervista per pubblicazione su blog o sui social?

R: sicuramente si.

PS Probabile aggiornamento di questo articolo con notizie relative al recente Convegno “Incontro di Autunno della Società Italiana di Tricologia” svoltosi Firenze all’Hilton Metropole di Firenze il 3 e 4 Ottobre

Appendice. Alcune tra le oltre 200 pubblicazioni del dott. Marliani

Marliani A.: “La calvizie comune”. Firenze, SIMCRE, 1986
Marliani A. et coll.: “I Capelli”, Firenze, Etruria Medica, 1989.
Marliani A.: “Possibilità attuali di terapia medica della Calvizie Comune”. Firenze, Etruria Medica, 1992.
Marliani A.: “Appunti e Schemi di Tricologia e Trichiatria”. Firenze, Etruria Medica, 1995.
Marliani A.: “TRICOLOGIA” -diagnostica e terapia- Firenze, TricoItalia 1996
Salin M. e Marliani A.: “Compendio di microscopia polarizzata” Firenze, TricoItalia, 1996.
Marliani A: “Y2K ” – Appunti e Schemi di Tricologia – Firenze, TricoItalia, 2000.
Marliani A.: “MANUALE di TRICOLOGIA” -diagnostica e terapia- (10 fascicoli) Firenze, TricoItalia: 2007.
Marliani A. et Al.: “TRICOLOGIA DUEMILA11” Roma, TricoItalia: 2011.

Marliani A.: “Tricologia – diagnostica e terapia” Etruria Med, Firenze, 2007.

Marliani A.: “Tricologia – diagnostica e terapia” Parte Sesta, Etruria Med, Firenze, 2005.

Marliani A., Quercetani R., De Palma A.: “I capelli” Editore Etruria Medica, Firenze, pag 117-132, 1989.

Marliani A., Bartoletti C.A.: “I capelli ed il telogen” Med. Est.1994; 4: 241 – 247.

Marliani A.: “I grandi effluvi” in: Marliani A. et al (Eds) “I Capelli” Etruria Medica, Firenze, 1989: 70-72

Marliani A.: “La calvizie comune” SIMCRE, Firenze, 1986

Marliani A., Jans G.: “Terapia topica del defluvio androgenetico con ciproterone acetato” Med Ger 1981;
13: 147.

Marliani A., Della Lena R., Jans G., Quercetani R.: Le alopecie. Etruria Med 1988; 3: 17-32.

Marliani A.: Dieta e capelli. Med. Ger 1988; 20: 276-291.

Marliani A.: “La -Calvizie Comune-” fra ereditarietà e difetto enzimatico: Prospettive terapeutiche II°”
Med Est. 1992; 4: 271 –

Un sonetto ritrovato di Gualtiero Sbardelli

Ecco un sonetto di Gualtiero Sbardelli per un matrimonio. Si tratta di un documento originale vergato dall’Autore su carta pergamena, datato e firmato.

Ecco la trascrizione del testo:

Radicofani, 21 Ottobre 1946
ai giovani Sposi
Ilio Della Lena e Delia Rossetti
benaugurando
Gualtiero Sbardelli
zio dello sposo dedica

Sonetto

Veggo due rose al par di vaghe stelle
che per la via del ciel volgono insieme
tra tutti i fiori le più pure e belle
ornan la stanza ove il dolor non geme

Guardar le veggo il talamo ed in quelle
due virtudi ravviso: una è la speme
una la fede. Innanzi ad esse imbella
rimane il vizio e mal s’attenta e freme

E’ fior la speme o virtuosa sposa
nel cor la poni e non avrai migliore
per ingemmarti il sen candida rosa

E’ fior la fede e sa il desio brevi ore
regna nel cor ov’è la fe’ ritrosa
dov’essa vive non ha morte Amore

Gualtiero Sbardelli

Per la completezza dell’informazione gli sposi erano i miei genitori: Ilio Della Lena (Sarteano 8 Settembre 1920 – Firenze 21 Settembre 2007) e Delia Rossetti (Radicofani 19 Luglio 1922 – Firenze 1 Ottobre 2013)

Pubblicato 1 Ottobre 2021, per dare luce a questo documento che sapevo esistere ma che solo ora ho ritrovato. Colgo l’occasione per ricordare i paesi che hanno dato i natali ai miei genitori: Radicofani e Sarteano. Di Radicofani ho ritrovato il bel libro di Alberto Luchini che sto rileggendo e di cui volentieri parlerò; di Sarteano ricordo la scoperta della “Tomba della quadriga” avvenuta il primo ottobre, nel 2003. Scrivo naturalmente nel ricordo dei miei genitori e nell’ottavo anniversario della morte di mia madre avvenuta nel 2013 proprio il primo ottobre.

Note, letture, minima ricerca bibliografica su Gualtiero Sbardelli

  • Bologni Carlo: Il Teatro degli Arrischianti a Sarteano dal 1680 al 2000. Edizioni Lui, 2000, Chiusi, pagg. 58 e segg.
  • Canini Augusto, Micheli Giuseppe, Sbardelli Gualtiero, Voci di Roma: versi – Roma, Tip. Gherghi, 1911 – 31 pp.
  • Colecchi Giuseppe: Gualtiero Sbardelli poeta dei “Callarelli”. Strenna Dei Romanisti – Natale Di Roma 1949 ab U. c. MMDCCII, Staderini Editore, Roma, 1949, pagg. 298-305
  • Montepiesi 1991 n. 5, p.10. Periodici di Sarteano. [Testualmente: Periodici di Sarteano. Nel 1914 esce il periodico “Il lavoratore”, socialista, diffuso in tutto il circondario. Non sappiamo quanto durò. Nell’immediato dopoguerra esce “Strillo”, periodico paesano curato da Gualtiero Sbardelli e Mario Rubegni. Ne escono alcuni numeri, e si preoccupa anche della riorganizzazione della banda musicale. Ne conserviamo alcuni esemplari. Nel 1969 nasce Montepiesi, che da allora è uscito tutti i mesi. Nel 1976 nasce il mensile “Proposta”. Il primo numero esce ad agosto; il quinto ed ultimo numero e quello di dicembre dello stesso anno. Nel 1988 esce “Sarteano notizie” a cura dell’amministrazione comunale; si annuncia trimestrale, finora ne sono usciti tre numeri.]
  • Montepiesi n. 8 1987, pag. 5 Locandina del Teatro Arrischianti del 1945. Dalla locandina si evince che Sbardelli era direttore di una scuola di recitazione. La locandina si riferisce ad una recita di beneficienza, che vede Sbardelli anche tra gli attori.
  • Sbardelli Gualtiero, Er callarello “operaio” – S. l., s. e., 1934-XII – Foglio volante 32,3 x 40,1 cm
  • Sbardelli Gualtiero, Core de “callarelli”: versi romaneschi – Roma, Associaz. fra gli ex alunni di Tata Giovanni, 1930 – 79 pp., ill.
  • Sbardelli Gualtiero, La Sora Lalla ha fatto bucia: brillantissima Commedia romanesca in due atti – Chiusi, Tip. Gentilini, 1932 – 50 pp.
  • Sbardelli Gualtiero una citazione on line (Documento web visto e letto 30 Settembre 2021)
  • Sbardelli Gualtiero, varie citazioni (Documento web visto e letto 30 Settembre 2021)
  • Sbardelli Gualtiero, una poesia (Documento web visto e letto 30 Settembre 2021)
  • Sbardelli Gualtiero (Ero Gualti), Sorrisi e lacrime: poesie romanesche ed italiane – Roma, Stab. poligrafico per l’amministrazione della guerra, 1923 – vii, 212 pp., ill.
  • Vaccaro Giulio: Un libbro va, uno viè. Bibliografia della letteratura romanesca dal 1870 al Duemila. (Documento web visto e letto 25 Agosto 2021