Sempre meglio avere un punto di riferimento

Se proprio non abbiamo certezze sul “da dove veniamo” e abbiamo dubbi circa “dove andiamo”, andiamo a ripescare l’intero titolo della straordinaria opera di Gauguin “Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?” e, consci di non avere risposta finale e definitiva neppure su “Chi siamo?” proviamo almeno a mettere qualche punto di riferimento, qualche provvisorio itinerario mentale un po’ realista colto dalla cronaca-biografia-storia e un po’ fantasioso in odor di speranza-progetto-prospettiva.
Sempre meglio avere un punto di riferimento, meglio ancora (talvolta!) di partenza (c.d. starting point)*

La complessità ha trovato diritto di cittadinanza in ogni dove, in tutti gli ambienti e territori; anche quelli un tempo dominati dalla semplicità delle parti un tempo singole, poi coese sempre più strettamente e sempre più numerose a formare un sistema, appunto sempre più complesso. Forse anche per colpa (per merito?) della tecnologia, che consente operazioni di ricerca, di catalogazione di confronto, di elaborazione, di programmazione di progettazione e di quant’altro in tempi sempre più rapidi. Ciò semplifica indubbiamente procedure e itinerari mentali (e non solo), ma al contempo inevitabilmente ci rende sempre più frenetici verso un più e un oltre che tende sempre a spostarsi progressivamente, perpetuando circolarmente i cicli della conoscenza e dell’operatività sì da raggiungere via via livelli sempre più alti.

Ecco allora la necessità, o almeno l’indicazione, l’opportunità di ripercorrere ogni tanto itinerari antichi, semplici e forieri di tranquillità, come quello di rileggere un libro già letto tanti anni fa, cimentarsi ad accomodare un utensile, fare una passeggiata a piedi, nelle strade abitualmente percorse in auto, rivolgendo lo sguardo in alto e scoprendo l’esistenza di un mondo sconosciuto fatto di lapidi, di affacci, di colonne, di terrazzi, di fregi, di scritte, di bifore e di trifore, o anche di file di panni stesi o anziani affacciati a guardar chi passa. Facendo una sintesi potremmo dire che l’abilità di individuare, riconoscere, scoprire delle associazioni dei legami, dei rapporti tra cose, persone ed eventi, è un’abilità che tutti dovrebbero rincorrere per meglio attuare strategie operative della vita quotidiana e non solo.

* starting point e flexpoint sono momenti essenziali di un tragitto esperienziale. Il punto di partenza è implicitamente importante; il flexpoint o punto di flesso rappresenta un qualche tipo di cambiamento. Tenere presente che un cambiamento non sempre corrisponde a un miglioramento.

 

 

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