Un ritrattino di Elio Marcucci ritrovato


Nota. Articolo suscettibile di correzioni e ulteriori modifiche.

Correva l’anno 1967. Era estate, probabilmente agosto, in tarda mattinata. Mi trovavo a Sarteano in “villeggiatura”, ma in realtà in uno dei tanti periodi in cui si ritorna al paese natio dove si é per un certo periodo vissuti. Nel mio caso una decina di anni. Tanti ne avevo quando con i miei genitori ci “trasferimmo” a Siena, e dopo qualche anno a Firenze (ma questa  è un’altra storia da raccontare a parte). Dunque, tornando a noi era l’estate compresa scolasticamente tra la prima e la seconda liceo e in una mattinata forse di Agosto, ma ripensandoci bene forse più probabile di Luglio, mi trovavo in Piazza d’Armi, toponomasticamente Piazza Bargagli, ai “giardinetti” con alcuni miei amici, uno di loro era Dino, mio compagno di scuola e di banco alle elementari.  Precisando ulteriormente eravamo ai “giardinetti” altrimenti detti “giardini piccoli” per distinguerli da quelli “grandi”. I giardinetti avevano al loro centro una vasca di pesci rossi, delle aiuole ben curate e ai lati delle panchine. Nell’album fotografico di molti sarteanesi è pressoché presente una o più foto di bambini e genitori accanto a tale vasca. Quel luogo (oggi si direbbe ahimè location) ricordava in qualche modo il testo de “La casetta in Canadà”  celebre canzone di Gino Latilla, che fu un tormentone quando ancora la parola tormentone non esisteva! 

I giardinetti erano prospicienti l’albergo Italia su un lato e la tipografia da un altro lato. Gli altri due lati erano liberi. Oggi non c’è più l’albergo Italia, non c’è più la tipografia e non c’è più neppure  la vasca con i pesci rossi. Sopravvivono alcune panchine in cemento. 

Torniamo ai ragazzetti e ai giardinetti (tanto per metter in rima due vezzeggiativi).

Un distinto signore elegante, con occhiali scuri e fornito di  un blocco da disegno e matita (anzi matite, erano più di una) stava tratteggiando la  Chiesa di San Francesco e altri elementi visibili. Ovviamente io e i miei amici lo osservavamo con curiosità e interesse. 

Non infastidito della nostra presenza, anzi tollerante e gentile, ci disse di aspettare un po’. Quando terminò lo schizzo (chissà, forse era un bozzetto per un quadro) ci disse che ci avrebbe fatto il ritratto e noi felicissimi! Non ricordo quanti di noi ragazzi furono ritratti. Io fui senz’altro uno dei fortunati. Conservo ancora quel bel disegno che qui mostro.

Solo anni più tardi ho saputo di più su quel distinto signore. Si trattava dell’artista Elio Marcucci, romano ma molto legato a Sarteano. Un artista importante con lunga attività espositiva.  Scorrendo le pagine delle varie annate di Montepiesi, prezioso mensile che dal 1969 al 2017 ha mirabilmente raccontato Sarteano, si apprende che Marcucci é annoverato tra i collaboratori della rivista e che per tantissimo tempo ha  frequentato Sarteano. Si apprende ancora che nei lontani 1950 e 1951 Marcucci dipinse il Drappellone del Saracino. Montepiesi parla più volte le attività artistiche di Marcucci e, purtroppo anche la sua scomparsa avvenuta nel 1988.

Conservo gelosamente quel bel ritratto che corsi ad incorniciare e conservo il lontano ricordo estivo di un artista  elegante e cordiale e un gruppetto di ragazzi ai giardinetti!

Riferimenti bibliografici

LA PITTURA DI ELIO MARCUCCI, MONTEPIESI n 12 1987 p 15

ELIO MARCUCCI: UN AMICO CI HA LASCIATI, MONTEPIESI n 9 1988 p 22