Gualtiero Sbardelli. Poeta e Commediografo tra Roma e la Toscana. Pubblicato su “La Toscana nuova”

Con piacere presento un breve contributo su Gualtiero Sbardelli, Si tratta di una nota breve, preliminare, cui seguiranno articoli più ampi. E’ motivo di soddisfazione veder pubblicato questo contributo su una rivista così importante e così diffusa in Toscana e non solo in Toscana. Il presente è da considerare un anticipazione/riassunto di una più ampia trattazione.

Rif.to bibliografico

Della Lena Roberto: Gualtiero Sbardelli. Poeta e commediografo tra Roma e la Toscana. La Toscana Nuova, Gennaio 2022, pag. 48

Il presente scritto non ha la pretesa essere  una biografia di Gualtiero Sbardelli. Si propone invece di ricordare e ricostruire per quanto possibile qualcosa della sua figura e della sua opera esaminando alcuni testi disponibili e rileggendo la corrispondenza che tenne con alcuni miei familiari, in particolare con mia nonna Irma Illuminati Della Lena (1892-1979), che di Gualtiero era cugina; Sbardelli amava molto scrivere a parenti, amici e colleghi. Purtroppo gran parte di tale corrispondenza è andata persa.

Gualtiero Sbardelli nacque a Sarteano da Pietro e Maria Frontini il 24 Giugno 1884. Ebbe due sorelle: Ida e Clorinda. Scrisse fin da giovanissimo numerose  poesie in romanesco, ma anche in italiano formale,  commedie, monologhi, e anche canzoni; fu artista poliedrico nel mondo del teatro: autore, attore e persino truccatore, direttore  scuola di recitazione sarteanese “Ars e Labor” (ex Nuova Italia). Diresse la rivista “Rugantino” e successivamente “Lo strillo”

Rimasto orfano in tenera età fu ospitato presso l’Istituto Tata Giovanni di Roma ove restò fino al diciottesimo anno,  ove apprese la professione di compositore tipografo. Affezionato e riconoscente per tutta la vita presenziò ai  convegni degli ex-alunni dell’Istituto declamando poesie appositamente come “Ricordi de «Tata Giovanni»”, “La nostra Sede”,  “Martelliani”, “Ner V°  Annuale de la nostra Associazione”. Tali poesie saranno poi pubblicate nel 1930 nella raccolta “Core de “Callarelli”: versi romaneschi”. Gualtiero fu definito “Poeta dei callarelli” dal famoso Ceccarius, giornalista e studioso della romanità. Callarello deriva da “callaro”, ovvero il grosso recipiente che stava al centro della tavola dei collegiali.

Già nel 1906, Sbardelli venne nominato redattore de “Il Rugantino”, rivista, che successivamente diresse; molti anni dopo scrisse alla cugina Irmina Illuminati Della Lena scrisse: “Roma, 28 Settembre 1937 // Cara Cugina […] A  Ilio ho spedito il Rugantino, come avevo promesso. Curioso che a Sarteano dei giornali che spedisco ne arrivino solo la metà. […]

Nel 1911 pubblicò il  volume di poesie “Voci di Roma” insieme Augusto Canini e Giuseppe Micheli, Nel 1923 pubblicò la raccolta di poesie romanesche ed italiane “Sorrisi e lacrime”, con prefazione di Giggi Pizzirani. Nel 1924 una sua composizione ottenne la medaglia d’argento al concorso “La notte di San Giovanni”. Nel 1930 pubblicò la raccolta di poesie «Core de Callarelli» con prefazione di Giuseppe Colecchi.  Ancora un premio letterario gli fu attribuito nel 1930, ne è testimonianza una cartolina postale spedita alla cugina Irma Illuminati Della Lena: “Roma, 10 Novembre 1930 // Cara Cugina, // Ho molto notato ed apprezzato il tuo gentile pensiero di inviarmi il telegramma di auguri nel giorno che Roma mi festeggiava. // Il tuo augurio – graditissimo – mi è giunto proprio nell’immenso ed aristocratico Salone delle Tre Venezie al momento che le autorità e giornalisti mi offrivano il «Callarello d’onore». // Leggerai il resoconto sui giornali. // Ieri stesso ti ho spedito come stampa il volume mio dei versi in dialetto che ho scritto per l’associazione. Fammi sapere se lo hai ricevuto. // Grazie di nuovo. Saluti a tuo marito e figli. Da parte anche di Ida e Clorinda. Un abbraccio dal tuo aff.mo cugino Gualtiero

Nel 1932 pubblicò “La Sora Lalla ha fatto bucia”: brillantissima Commedia romanesca in due atti”, probabilmente già rappresentata anche prima della pubblicazione a stampa in varie città; sicuramente a  Roma, e a Sarteano nel 1938.

Gualtiero fu sempre legato al paese natio Sarteano. Si ricorda che dopo la rappresentazione al teatro Arrischianti di Sarteano, Sbardelli declamò una simpaticissima poesia in quindici strofe parafrasando la Divina Commedia inizia con “Nel mezzo del cammin di nostra vita / ci ritrovammo a cena qui a Sarteano / dove una compagnia era riunita / col piatto pieno e la forchetta in mano/ …” e termina “… fummo lieti tra amici  tra pulzelle / e poi tornammo… a riveder le stelle”. Tra l’incipit e la fine una serie di strofe ricche di piacevolissime  ironia.

Ancora un tributo a al paese con un sonetto dedicato a due temi cari ai paesani: una poesia dedicata a “La ripresa della Giostra del Saracino a Sarteano“, e una “Alla campana di Sarteano, perita in guerra”:

“… Vecchia e bella campana di Sarteano/ fusa col bronzo puro e rame e argento,/ … / E ti sentiva ognuno dal Poggione,/ Solaia, Baccaciano e Cappuccini,/ … / Suona l’ora e la replica. Per via/ quando la sento , in me si ripercuote/ e mi riempie il cor di nostalgia!”

Del 1946 un ricordo di famiglia, un sonetto su carta pergamena vergato a mano dall’Autore per le nozze dei miei genitori: “Radicofani, 21 Ottobre 1946 // ai giovani Sposi Ilio Della Lena e Delia Rossetti Benaugurando Gualtiero Sbardelli zio dello sposo dedica // Sonetto // Veggo due rose al par di vaghe stelle che per la via del ciel volgono insieme tra tutti i fiori le più pure e belle ornan la stanza ove il dolor non geme // Guardar le veggo il talamo ed in quelle due virtudi ravviso: una è la speme una la fede. Innanzi ad esse imbella rimane il vizio e mal s’attenta e freme // E’ fior la speme o virtuosa sposa nel cor la poni e non avrai migliore per ingemmarti il sen candida rosa // E’ fior la fede e sa il desio brevi ore regna nel cor ov’è la fe’ ritrosa dov’essa vive non ha morte Amore // Gualtiero Sbardelli”.

Gualtiero Sbardelli scompare dopo breve malattia il 10 Febbraio 1949.

Queste righe sono un modesto tributo al poeta che sicuramente ben altro e ben più merita, e sono quindi da considerare un punto di partenza per ulteriori articoli di approfondimento della sua opera.