Il Fondo della Patrizia e la Maestra Bellini


Il Fondo della Patrizia e la Maestra Bellini. Breve nota

Anni fa mi ero riproposto, o forse ci eravamo riproposti in quanto eravamo in tre, di scrivere un libro sui nostri anni 50-60 in Sarteano . In realtà pur con tutte le buone iniziali intenzioni il libro non è nato! Va detto però, autonomamente, ognuno di noi ha contribuito a suo modo a rimembrare quegli anni. Io personalmente l’ho fatto e continuo a farlo su questo blog, dove scrivo di tanto in tanto anche di Sarteano e di ricordi sarteanesi. 

Il fondo della Patrizia 

Il fondo della Patrizia non è una sorta di investimento promosso da una nuova finanziaria dal nome umano. Non è neppure uno strapiombo o simile luogo geografico di qualche italica vallata. Non è neppure il paese Fondo in provincia di Trento. 

Molto semplicemente si tratta di una stanza, uno stanzone a piano terra che forse poteva chiamarsi cantina o forse garage o chissà come. In realtà ho faticato a trovare nei dizionari la parola fondo con l’accezione di cui sopra. Ho reperito soltanto, letteralmente “10 tosc. Locale a pianterreno adibito ad usi diversi da quello abitativo; cantina: vendesi f. a uso commerciale” (in https://dizionari.repubblica.it/Italiano/F/fondo.html visto e letto 9 Maggio 2023). 

Chiarito questo aspetto catastale torniamo al “Fondo della Patrizia” a Sarteano in via Ricasoli proprio sotto casa della Patrizia medesima. 

Quel fondo era una sorta di “Disneyland de noaltri” per un gruppetto ristretto di bambini che puntualmente si ritrovavano ogni pomeriggio a giocare. Manco a dirlo quei bambini eravamo noi: Dionisio, Patrizia, Pinuccia, Roberto, Stefano. In ordine rigorosamente alfabetico e con tante scuse se ho scordato qualcuno. 

C’erano scatoloni che diventavano cattedre all’occorrenza e ad altra occorrenza si trasformavano in banchi di negozio e, rovesciandoli,  perfino in automobili naturalmente spider! La fantasia aiuta non poco a trasformare semplici utensili in strumenti complessi. 

C’era anche una sorta di anticipazione di scuola di recitazione. Ad esempio qualcuno proponeva “Famo Aivano’ io spacco le le legne”, la cui traduzione era “Mimare i boscaioli che al passaggio di Ivanhoe a cavallo, smettono di lavorare per salutarlo” alludendo alla serie televisiva rigorosamente in B/N, il cui protagonista era un giovanissimo Roger Moore. Qualcuno, cantando in un improbabile inglese, proponeva  anche la colonna sonora. 

Disneyland chiuse i battenti forse anzitempo. La chiusura naturale sarebbe avvenuta con la crescita dei protagonisti e il passaggio a diverso impiego del tempo. In realtà tutto finì semplicemente perché molte famiglie per motivi diversi lasciarono il paese per altri lidi, Siena, Firenze, Roma, Nizza, l’Australia e così via… 

A titolo di esempio la prima elementare del 1958 con insegnante la maestra Clara Bellini – e con due allievi assidui frequentatori del fondo – cominciò a ridimensionarsi già in seconda con la partenza di due famiglie e altrettante l’anno seguente e così via. 

Due parole sulla maestra Clara Bellini. 

La “maestra Bellini”, così erano chiamate le insegnanti elementari, con il titolo seguito dal cognome. Quelle coniugate venivano spesso, per non dire sempre, chiamate con il titolo seguito dal cognome del marito. Così usava. 

Dalle pagine dell’insostituibile rivista paesana Montepiesi ho potuto ricostruire qualcosa. 

Nel 1972 a Clara Bellini fu festeggiata per i suoi quarant’anni di insegnamento, ben trentadue dei quali a Sarteano, e e le fu consegnata una medaglia. Da ciò si può collocare il suo arrivo in paese attorno al 1940. 

Viveva “Sotto l’Arco”, che – lo dico per chi non conosce Sarteano – non significa che fosse una senzatetto, bensì che abitava in “Via della Porta di Mezzo”. A Sarteano infatti si usano espressioni toponomastiche gergali come “Suppelcorso” anziché “Corso Giuseppe Garibaldi” e ancora “Suppelacosta” ad indicare quel tratto che riunisce Piazza 24 Giugno con Piazza Bargagli (che non so se appartenga ad una delle due piazze o se abbia un nome!). E ancora “Il Fondaccio”, “Il mattonato” e naturalmente “Sotto l’Arco”

Sono certo che dal 1958 almeno la Maestra vivesse “Sotto l’Arco”; ricordo bene la sua abitazione le cui finestre vedevo bene da casa mia. 

Fuori da ogni retorica era buona, mite, paziente, o forse più che buona, più che mite, più che paziente. Ricordo che era piuttosto minuta, con un perenne fazzoletto in testa. La ricordo anche molto freddolosa tanto che nei mesi invernali teneva uno scaldino, ma va detto che nella fredda Sarteano degli anni ’50 non esistevano impianti di riscaldamento, ma solo stufe. 

Montepiesi ha dato notizia della scomparsa della Maestra sul n. 10 1997, testualmente: “A Siena è deceduta a 89 anni la Maestra Clara Bellini che fu per molti anni insegnante elementare a Sarteano”. Pertanto Clara Bellini, la Maestra Bellini era nata nel 1908 e al momento della prima elementare della classe 1952 aveva circa cinquant’anni. Dal precedente articolo di Montepiesi si deduce che avesse iniziato ad insegnare a Sarteano intorno al 1940, ma che avesse precedentemente insegnato altrove poco più che venticinquenne a partire dal 1934. Molto verosimilmente negli anni non viveva più a Sarteano, forse era tornata a Sovicille, il paese dove era nata e dove aveva vissuto i primi anni. 

Certo è che né la Maestra, né noi avremmo immaginato che dopo oltre 60 anni sarebbe nato un gruppo whatsapp intitolato appunto “Ex allievi della Maestra Bellini”! 

(Continua)

Riferimenti bibliografici

Chiacchierate Sarteanesi” su questo blog, un accenno alle scuole elementari dell’epoca qui descritta

Montepiesi n. 12 , ANNO III DICEMBRE 1972 

Montepiesi n. 10, ANNO XXVIII OTTOBRE 1997 

Di seguito alcuni articoli relativi a Sarteano (compresi un paio fantasiosi) su questo blog