Chiacchierate sarteanesi

Chiacchierate sarteanesi

Incipit. Esterno sarteanese. Inizio Agosto 2021. Da Sarteano a Sarteano passando per Firenze, per Parma, per Celle sul rigo, un po’ per la strada è un po’ parlando e rievocando.

Ho sempre condiviso una frase pronunciata da un famoso regista “Non fate troppi film con l’immaginazione, perché poi quando si cerca di attuarli vengono peggio; in ogni caso riescono diversi“. So bene chi è il regista in questione, ma dato che questa frase l’ho sempre sentita, ma non sono mai potuto risalire alla certezza che l’abbia effettivamente detta lui, per non fare errori, preferisco non citarlo.

Ma cito la frase del regista solo per ricordare che io un film forse me lo sono fatto quando ho pensato di scrivere un libro su Sarteano, sulla mia vita in passato da residente e da “Sarteanese di ritorno” (concetto che più avanti sarà meglio definito).

Avevo ipotizzato di scriverlo a sei mani con due mie compagne delle scuole elementari anch’esse native sarteanesi, poi emigrate, poi sarteanesi di ritorno; una delle due in realtà ritornata a vivere in paese in modo stanziale e definitivo.

Io avevo già buttato giù una scaletta, e in realtà avevo anche scritto più di duecento pagine, ma poi il progetto a sei mani in qualche modo si è arenato. Speriamo che possa riprendere!

Al progetto-libro o libro-progetto che dir si voglia avevo anche un, pur provvisorio, nome: “Progetto di libro o di racconti di tre ex ragazzi di Sarteano” e, oltre un centinaio di pagine da me scritte, era pronta anche una scaletta, un cronopprogramma, un indice.

Eccoci dunque alla frase del regista. Se ci si attiene alla frase “Il film del libro “venuto peggio“. Speriamo che almeno come il regista concludeva che “Venga diverso” (semprre meglio diverso che peggio!).

E allora, in attesa della ripresa progettuale con le mie compagne di scuola, metto in atto un cambio di strategia.

Si prova a partire dal basso, da singoli eventi, da momenti signigficativi, da figure notevoli e da quant’altro, parlandone con addetti ai lavori che in questo caso sono Argo Triani e Mario Mosci, due Sarteanesi doc, e poi si vedrà.

Del resto quando di un autore non si riesce a leggere le opere complete sí supplisce in qualche modo leggendo gli epistolari (concetto valido per il secolo scorso e prima ancora, quando scrittori, scienziati e intellettuali vari tenevano frequente e costante corrispondenza; oggi è assai diverso).

Consultando gli epistolari, come dai contenuti ricorrenti nelle lettere si può evincere l’importanza di certi temi rispetto ad altri, parimenti da selezionate chiacchierate con qualificati interlocutori, si possono approfondire temi gia affrontati e talora addirittura riuscire scrivere interamente paragrafi e capitoli del libro di cui all’inizio si parlava.

Si parte da una foto e da ricordi personali: i miei, quelli di Argo e quelli di Mario. Una sorta di trumvitrato si riunisce all’uopo in piazza XXIV Giugno per una sorta di brain storming.

La foto in questione è una foto del 1965. Tutti gli studenti delle medie sono in gita a Collodi, e, probabilmente a fine giornata, sono riuniti sotto il monumento a Pinocchio per una foto ricordo di gruppo. E questa foto innesca una serie di altri ricordi e riflessioni. Viene in mente che fino alla classe anagrafica 1946 compresa, se non ci si voleva fermare alla quinta elementare, ma si voleva continuare con le medie, occorreva andare a Chiusi. Infatti le scule medie sono state attivate in Sarteano agli inizi degli anni 50. Oggi si dà tutto per scontato, ma così non è stato per chi già in età ha dovuto fare l’alunno pendolare!

Per quanto mi riguarda ho fatto i primi quattro anni delle elementari nell’edificio che oggi ospita l’Albergo Santa Chiara; in tempi recenti mi ha fatto un certo effetto quando in occasione di una cena con amici cercai di localizzare la mia classe tra la reception e la sala da pranzo!

Sia Argo che Mario hanno ben chiaro, nonostante la distanza temporale l’instaurazione delle varie scuole e delle varie sedi che hanno occupato: Santa Chiara, Via Sant’Angelo con affaccio e giardino su via dei Goti, perfino una sede provvisoria in Via Adige.

Si continua a chiacchierare e a stabilire collegamenti; ad esempio la nevicata del 1963, anno in cui le scule restarono a lungo chiuse sia prima che dopo “le vacanze di Natale”.

Da Montepiesi (rivista mensile locale) del 1973 alcuni dati ufficiali. Nel 1973 la popolazione scolastica sarteanese era la seguente: 70 bambini alla scuola materna, 201 alunni alle elementari e 120 alunni alla scuola media.

A proposito di scuole mi piace ricordare che almeno quattro mie compagne di scuola delle elementari sono “da grandi” divenute insegnanti: Ivana, Maria Pia, Patrizia, Rita (mi scuso e mi correggerò se dimentico qualcuna/o)

Mi rendo conto che andando a ruota libera si omette di precisare alcuni concetti come quello di “Sarteanesi di ritorno” che non sta semplicemente a significare un rientro al paese dopo un certo periodo, ma piuttosto un ritorno alle origini, al recupero, alla riappropriazione di cose perdute, alla riscoperta di luoghi e atmosfere lontane.

Mi fermo qui (per ora) non avendo esaurito neppure quanto annunciato nel titolo. Ma è un primo passo. D’altronde in qualche modo andava iniziato, altrimenti non si parte! Per ora grazie Argo e grazie Mario!

Riferimenti bibliografici

Nel mondo della scuola, Montepiesi n.10 1973, pag. 4

P.S. Articolo non definitivo, mi scuso per gli errori di grammatica e di battitura.

P.P.S. Mi rendo conto che Parma e Celle sul Rigo annunciate nel titolo sembrano entrarci poco – e così è – con quanto scritto. Vi prego di attendere il prossimo aggiornamento.

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