Fra memoria e chissà cosa

Fra memoria e chissà cosa
Posted on 28 ottobre 2015

A volte capitano cose curiose e ci si trova di fronte a insolite situazioni.
Nella fattispecie mi è stata posta domanda da persona addetta ai lavori (addetta ben più di me, ma si sa ognuno è il peggior giudice di se stesso), sul perché gli venissero in mente con una certa frequenza due frasi in una stessa situazione, senza un apparente collegamento.
La prima frase era “Credevo che persone così neppure esistessero”; la seconda frase “Ti rincorrerò fino in cima al mondo“. Il Nostro notava come, con una certa insistenza, le due immagini (perché di frasi sì, ma in definitiva anche di immagini si tratta) si ripresentassero molto spesso alla memoria, al punto di farlo persino preoccupare (Non può non venire a mente, per chi ha avuto modo di sentirla spesso ripetere in sede accademica, o anche semplicemente in studio la famosa frase “…e la cosa mi preoccupa non poco”).

Tornando a noi, la prima frase era autobiografica, ovvero l’aveva pronunciata proprio il Nostro per designare persona che gli aveva provocato disagio. Il costrutto la dice lunga; se andiamo a vedere la simile, praticamente uguale espressione “Non credevo che esistessero persone così ….”, i puntini abitualmente sono sostituiti da un attributo forte, sovente di segno negativo.

La seconda frase “Ti rincorrerò fino in cima al mondo” era trasposta; apparteneva a persona che gliel’aveva profferita, naturalmente in senso metaforico-iperbolico, una persona che non voleva essere abbandonata in un progetto (di studio o di lavoro non ricordo) e che il Nostro dopo averla acquisita la “applicava” (invero in senso meno assai teso a stabilire un positivo rapporto collaborativo) a due squallidi personaggi, che immaginava appunto ritrovare chissà mai dove chissà mai quando, per render loro pan per focaccia.

Ma ciò che è curioso è che la prima frase “Credevo che persone così neppure esistessero” gli veniva in mente prevalentemente (ma quasi esclusivamente) al mattino mentre si gustava l’orzo, la seconda in maniera, almeno apparentemente, più formalmente logica, quando vedeva qualcuno che assomigliava alla squallida diade di cui sopra.

Ovviamente non so dar risposta, se non osservare che la domanda di partenza è posta in modo poco chiaro, perché la modalità di presentazione delle due situazioni non è affatto identica (come il nostro amico par sottendere). Anzi.
Intanto (questo incipit “intanto” rimanderebbe ad altro, che i miei, pochi – ma fidati ed attenti- lettori ben conoscono) una frase è creata e l’altra “subìta”, inoltre la prima par essere collegata, e quindi richiamata alla mente, a tempi e spazi precisi (mattina? cucina? bar? pausa?), la seconda invece pare proprio apparire dietro uno stimolo visivo, un’immagine.
Idee?

[continua, anzi abbiamo appena cominciato]

credevo

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