Sui contenuti dei blog – La goccia scava la pietra

Posted on 2 febbraio 2013

(e successive modificazioni)

Un blog è uno spazio di libertà. Un luogo dove trovano diritto di cittadinanza scritti lunghi e sofferti prodotti dopo lunga meditazione, accanto a pensieri istintivi estemporanei. Ancora un luogo dove trovano diritto di cittadinanza serie di articoli coerenti e di medesimo argomento, accanto a serie di articoli di diversa lunghezza e di temi disparati. È ancora uno spazio “pubblico”, virtualmente planetario, ma di fatto con un pubblico (nella maggioranza dei casi) abbastanza ristretto.
Un blog forse è anche un album “fotografico” dei nostri appunti, che poi sono i nostri pensieri, che poi sono le nostre immagine, per poterci dire in qualsiasi momento “come siamo” e “come eravamo”
Non so se esista una linea guida, uno standard di riferimento, un codice (anche non scritto), un’indicazione qualsivoglia, circa ciò che è opportuno scrivere su un blog.
Fatte salve le regole del lecito, del consentito e del buon gusto ritengo che nel blog possa essere scritto tutto ciò che al blogger aggrada (viene a mente una frase che all’incirca recitava che si possono fare congetture su chicchessia, ma per aver idee chiare meglio chiedere direttamente a chicchessia!).
Del resto non esiste argomento così importante ed attraente da piacere a tutti e non esiste argomento settoriale specifico, particolare, da non esser gradito almeno a qualcuno; la propaganda che il blogger fa a se stesso e i motori di ricerca fanno il resto!
Alla domanda “perché scrivere questa cosa su un blog” è possibile rispondere semplicemente con un’altra domanda: “e perché no?”, che rimanda in qualche modo alle congetture di cui sopra.
Pensandoci bene questa breve nota poteva essere quella che inaugurava il blog, l’incipit. Così non è stato, ma va ugualmente bene. Siamo comunque nei limiti sopra indicati. Procediamo!

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Aggiornamento: La goccia scava la pietra

“… te prova a scrive’ dieci righe tutte le volte che passi ‘intorno a ‘n quaderno per du’ anni, poi me lo racconti…” (cit.)

Un punto di riferimento, una centralità, uno starting point deve esserci sempre e comunque; il blog, questo blog, è una possibilità (concreta).

….è importante che abbiate capito il metodo….  diceva un professore, citazione non letterale  di concetto da Lui sovente ripetuto durante le Sue interessanti lezioni. Il metodo è più importante delle nozioni, ma ciò non significa che le nozioni non siano importanti!

Niente è troppo poco importante

Fare poco è meglio che non fare;

Fare poco (non escludendo anche fare tanto!) tutti i giorni (omaggio alla continuità!)

Leggere e scrivere. Leggendo e scrivendo (anche poco, ma abbiamo detto non necessariamente) tutti i giorni, scopriremo inaspettati risultati. Ricordarsi che gli scaffali di casa, anche delle seconde case, nascondono talora autentici tesori.

Scrivere. Scrivere non è solo scrivere articoli, ma anche segnalare articoli agli interessati e/o ai citati. Ottimo modo per far crescere numero e frequenza di visite al blog, che abbiamo visto essere la centralità, il punto di riferimento. In altre parole un concetto che pare oramai persino scontato: FARE RETE. Infatti aumentare il numero di visite al proprio blog non è solo una questione di gratificazione personale, ma anche e soprattutto stabilire nuovi rapporti, nuovi scambi di idee, nuove idee, nuove proposte.

Imponendosi” tempi di lettura e scrittura saremo facilitati nel compito.

Quando si affronta un tema nuovo e non si sa da dove cominciare, si cominci pure con descrizioni, descrizioni anche banali, ma che siano ben scritte e veritiere. Il seguito verrà! Mai aver paura di esser troppo banali. Semplicità e facile comprensione da parte di chi legge sono ingredienti eccellenti. Nel mondo dell’arte e in quello della politica abbiamo assistito a grandi successi da parte di intellettuali che hanno rinunciato al linguaggio gergale criptico a favore di uno comprensibile a vasti strati della popolazione.

E quando passa la voglia e butteresti via ogni cosa… rileggi da capo e ricomincia, anzi riprendi. C’è sempre un nuovo inizio e un tesoro da scoprire: proprio ciò che stavi per buttare, ma non l’hai fatto!

Problematica: Se apri le parentesi
Se si aprono le parentesi nello scritto, e soprattutto nel parlato, rischi di dar l’impressione di saltar di palo in frasca e di confondere e disorientare il lettore/ascoltatore.  Restando nella  metafora è opportuno che dalla frasca si sappia tornare al palo…
Quanto verrà scritto qui sotto potrebbe essere una nota autonoma o forse potrebbe essere inserita qui dove si parla delle modalità relative alla compilazione di un blog. In questo caso potrebbe avere significato di una delle domande frequenti o FAQ che dir si voglia.

Se parlando o scrivendo apri spesso le parentesi, è forse opportuno fare qualche riflessione. Aprire molte parentesi, e soprattutto parentesi all’ interno di altre parentesi può rendere complessa, difficile e di conseguenza poco piacevole la lettura di un testo come pure o forse di più, l’ascolto di un discorso.
Se si aprono spesso le parentesi è probabile che si abbia molte cose da dire, ma siccome chi legge chi ascolta potrebbe facilmente perdere il filo, quando le parentesi sono troppo e/o troppo frequenti probabilmente è meglio ricorrere frasi del tipo “di questo ne parleremo un’altra volta“, “il discorso verrà approfondito in altro articolo“, o anche la famosa espressione “ma questo è un altro discorso“. Una esemplificazione; ho avuto modo di esaminare un discorso registrato di un oratore che spesso apre parentesi; si trattava di un oratore piuttosto capace in quanto le parentesi venivano regolarmente chiuse e l’oratore ritornava in maniera puntuale e pertinente al punto che aveva lasciato. Peraltro nell’occasione ho voluto anche controllare veridicità e correttezza di alcuni dati riferiti ed ho potuto constatare che erano sostanzialmente giusti. Ciò mi ha pure portato a pensare, o forse a confermare, che chi è solito aprire molte parentesi specie nel linguaggio parlato, è dotato anche di ottima memoria. Va  detto che  aprire molte parentesi ha un limite e il limite è che i discorsi non sono espressioni algebriche. Allora, concludendo meglio testi brevi con rimandi a futuri altri testi, e tanti articoli che hanno per tema quei rimandi.

Continua