Storia di banconi e di balconi

Da un appunto ritrovato

È sufficiente che sia stato detto e creduto.
La storia del mondo viene fatta in gran parte sulla base di opinioni i cui motivi sono spesso dubbi in senso concreto; in altre parole: nella storia la psiche gioca un ruolo tanto importante quanto misconosciuto.” CARL GUSTAV JUNG, lettera a Upton Sinclair del 24.11.1952, in Jung Lettere, Vol 2 p 273)

La seguente poesia (con tante scuse ai poeti) e il testo che la segue sono frutto di un lavoro di gruppo tra una seduta di studio e l’altra, di tanti, ma tanti, anni fa…

Storia di una collega
che ci invitava a studiare da lei 
E che aveva anche un difetto di pronuncia. 

Lei ce lo diceva e ce lo ripeteva
Ma noi per non imbarazzarla
Non dicevamo mai di non aver capito

E cosí a causa di tal difficoltà
Non abbiamo mai capito se in casa sua, 
Ci fosse un balcone o un bancone. 

Peró siccome non siamo mai andati 
a studiare in quell’appartamento
Resteremo nel dubbio perennemente!


Questa poesia, racconta la storia di una studentessa universitaria che invitava i a studiare da lei, molto brava ma che aveva un difetto di pronuncia. I colleghi non volevano imbarazzarla, quindi non dicevano mai di non aver capito. A causa di questo, non é mai stato chiarito se in casa della collega ci fosse un balcone o un bancone! La poesia ci invita a non avere paura di fare domande e di chiedere chiarimenti quando non si capisce qualcosa, perché solo così si può evitare equivoci, compreso quello di sapere se una seduta di studio si debba svolgere in una stanza attorno a un tavolo/bancone oppure all’aria aperta in un ampio balcone!

One thought on “Storia di banconi e di balconi

  1. Curioso e interessante.
    Per quanto mi riguarda non ho mai avuto problemi nel comunicare per chiarire. Secondo me l’apertura verso gli altri è sempre positiva in qualsiasi situazione e a qualunque costo.

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