Preliminarietà e provvisorietà

002Questa frase: “Ovviamente trattasi di appunto assolutamente preliminare, da riprendere e approfondire” è un ottimo starting point (o magari anche una nota conclusiva finale) per decidersi a pubblicare cose che altrimenti rischierebbero di rimanere bozze per tutta la vita. Per analogia viene a mente il consiglio di un giornalista esperto che una volta giunto al “si stampi” non cede a rivedere ulteriormente quanto scritto. Lo stesso giornalista che poi è anche autore di diversi libri,  non guarda filmati televisivi che lo riguardano; se lo fa, raramente, lo fa dopo un lungo periodo di tempo dalla pubblicazione.

Diceva un mio vecchio insegnante (la citazione è davvero molto datata!) che il miglior quaderno d’appunti è peggiore del peggiore dei libri. O, rigirando la frittata, il peggior libro stampato è sempre da preferire al miglior quaderno di appunti. La testimonianza va comunque inquadrata e storicizzata; risale ad un periodo in cui l’informatica era per le ordinarie attività praticamente inesistente.

Pare un ammonimento – forse giusto – alla provvisorietà. Ecco che quella frase ad arte “Ovviamente trattasi di appunto assolutamente preliminare, da riprendere e approfondire” ristabilisce un accettabile rapporto (compromesso?) tra bozza e documento definitivo.