Dopo Pinti Redi

Dopo Pinti Redi

Ovviamente il titolo è ad effetto, e poi forse neanche tanto ad effetto, è in qualche modo la continuazione o se si preferisce una seconda puntata del precedente articolo dedicato a Borgo Pinti. Pinti stava per Borgo Pinti, Redi sta per Viale Redi (entrambe le vie sono vie di Firenze). Ci sono strade che sono un po’ più strade delle altre e quello che è curioso non lo sono (ovviamente in taluni casi!) per la presenza di edifici o monumenti importanti e non lo sono neppure perchè legate a eventi memorabili. Lo sono e basta. Immagino lo’obiezione, ovvero che probabilmente lo sono per motivi inconsci e/o rimossi; può darsi. Ma allora è un’altra storia.

Anche stavolta lo scritto non è propriamente uno scritto, ma una dettatura al tablet cammin facendo. Stavolta l’idea di dettare qualcosa all’Ipad mi è venuta per associazione di idee. Sono partito dall’AC Hotel (Firenze, Via Bausi ovvero una strada che fino a poco più di dieci anni non esisteva). dove si era svolto, ed era da poco terminato, un convegno di fisiatria e mi sono incamminato, con l’idea magari di prendere anche la tranvia se mi fossi sttancato, verso casa.

In realtà l’idea di camminare, almeno inizialmente ha prevalso molto su quella di prendere la tramvia (trovasi scritto così o anche nella forma eufonica tranvia, mah!). A tal proposito ho cercato di fare un percorso che seguisse grossomodo il percorso della tramvia/tranvia.

Dicevo associazione di idee perché in effetti questo percorso da Porta a Prato a casa prendendosela larga e lunga mi ha fatto venire in mente un altro percorso fatto a piedi tanti, ma tanti anni fa assieme ad due compagni di classe per andare a studiare a casa di Giancarlo…

Partimmo in tre. Eravamo io Pino e Ignazio. Pino era Pino e non Giuseppe così come un altro Giuseppe anche lui compagno di classe era Beppe e non Giuseppe. Di Ignazio e di Roberto non c’erano doppioni pertanto non occorse creare neologismi diversificativi.

Ricordo che per arrivare a casa Giancarlo a piedi facemmo tutta una serie di strade a me, che tutto sommato anche agli altri, sconosciute; non ci aiutò (anzi ci confuse!) la pseudoomonimia di Santa Caterina (peraltro mia protettrice in quanto ex senese), con altra Caterina Franceschi Ferrucci non santa, ma toponomasticamente autorevole anch’essa e come tale intestataria di una strada. Però fu proprio questo scorrere per strade ancora sconosciute che mi fece cominciare a ad acquisire punti di riferimento itinerari, in altre parole a conoscere la città. Infatti di li a poco imaparai la strada per Coverciano, esattamente per piazza Fardella ove dopo le lezioni (così si chiamava lo studio pomeridiano) mi trovavo con vari amici di classe e non, tra cui Paolo (destinato a diventare e rimanere mio amico da cinquanta e più anni fa a tuttora) e Giuseppe (che stavolta non era Pino ma era Beppe).

Torniamo all’itinerario verso la casa di Giancarlo. Non ricordo esattamente da dove partimmo ma dato che io, Pino e Ignazio abitavamo in quartieri diversi presuppongo che ci fossimo dati appuntamento da qualche parte; forse in via dei Marignolli davanti al nostro Liceo Scientifico?

Ricordo che durante il tragitto mi furono illustrate le biografie professionali ed umane dei vari professori, loro modalità di relazionarsi con gli allievi, loro modalità di inerrogare e quant’altro. Ricordo bene anche l’ultimo tratto attraversammo viale dei Mille, e lì mi furono fornite in maniera esauriente e dettagliata informazioni sullo stadio, sulla Fiorentina e sulle partite in generale (non ebbi il coraggio di confessare la mia pressochè totale ignoranza in materia calcistica).

Mi fu spiegato anche che nei paraggi abitavano altri compagni di scuola e in particolare uno, immagino Maurizio, che titolare di patente e possessore di Fiat 500, rappresentava una valida alternativa alla linea 17 del tram per tre compagni di scuola nella tratta casa-liceo.

A questo punto mi rendo conto che il titolo “Redi” è abbastanza inappropriato; per dovere di cronaca ricordo che guidati da Pino ripetemmo a turno stralci di storia o forse di filosofia con intervallo-merenda gentilmente offerto, e che la serata si concluse in maniera soddisfacente. Ricordo volentieri questo episodio, sì è vero non particolarmente significativo, ma importante come tanti altri moment in quanto parte di un periodo della vita felice e irripetibile.