Hai mai visto una Giulietta Berlina fiammante del 1958, in via Masaccio a Firenze, in una mattina di Febbraio del 1989?

A distanza di oltre 20 anni piace riproporre un breve racconto pubblicato allora su Etruria Medica, rivista allora da me diretta e che, purtroppo, nel 2000 ha sospeso le pubblicazioni.
via masaccio Set649_01Ecco dunque l’articolo.

Allen’s J., Orodio H.: Hai mai visto una Giulietta Berlina fiammante del 1958, in via Masaccio a Firenze, in una mattina di Febbraio del 1989?
(Rubrica “Racconti brevissimi”) Etruria Medica Vol VI (1991), n. 1, pag. 260

Un verso di Isole lontane, una recente canzone di Pietrangeli, proprio quello della mitica Contessa, ricorda che “la nostalgia ha un colore infame”, ed è proprio vero.
Hai voglia a dire, scomodando letterati e filosofi, che la malinconia ha una forza titanica, hai voglia a consolarti col fatto che chi sente molto i dolori è fortunato perché apprezza molto di più i piaceri, hai voglia a dire e a pensare quant’altro, ma quando la nostalgia si tinge di malinconia, è proprio un gran brutto segno.
Quella Giulietta campeggiava solitaria (caso strano tra l’altro, forse c’era stato il lavaggio delle strade la sera prima) e anche un po’ spavaldamente discosta dal marciapiede, quasi a lasciare un corridoio per il proprio padrone, e la scena tutt’intorno aveva un qualcosa di irreale e c’era anche un insolito silenzio.
Come un imbecille, neanche non avessi mai visto una Giulietta in vita mia (però pensandoci bene, effettivamente non avevo mai visto una Giulietta Berlina fiammante del 1958 in via Masaccio, a Firenze, in una mattina di febbraio del 1989; ne avevo viste magari più d’una in piazza Tasso di mattina durante una sfilata di auto d’epoca, ma è tutta un’altra cosa), mi soffermai, anzi rallentai e basta, ad osservarla.
Non ero giunto a cinque metri dall’auto che uscì da un portone un distinto signore, elegante e un po’ retrò (per la verità più retrò che elegante) che si diresse alla Giulietta. Era uno di quei tipi che, come mi fece osservare mia moglie nell’Estate del 1990 in Versilia, Kundera avrebbe descritto probabilmente, prendendosela alla larga con il comodo e l’eleganza di sempre con una frase del tipo “incorniciata dai profumi e dai colori dell’inverno l’auto parlava del suo padrone“…. Kundera o non Kundera l’uomo era veramente il padrone e l’auto parlava davvero del suo padrone.
giuliettaTutti e due erano belli e distinti, tutti e due conservavano il loro fascino, ma tutti e due presentavano i segni di una nostalgia infame; molte colleghe della Giulietta erano sicuramente finite dallo sfasciacarrozze, è vero, e quel distinto settantenne si conservava bene, ma certo quando via Masaccio cominciò quella mattina a riempirsi di macchine moderne e non luccicanti saltava all’occhio che il tempo non aveva avuto alcun rispetto.
Né della Giulietta, né di quel settantenne professionista; anche questa è nostalgia.