La Redazione che non c’è o forse sì

La Redazione che non c’è o forse sì di una rivista immaginata o forse vera. Ah saperlo! Si ricordi tuttavia che talora la realtà supera la fantasia. E si ricordi la risposta che si sentì dare Upton Sinclair da Carl Gustav Jung:

La  maggior parte della gente non comprende il mio punto di vista empirico; io indago fenomeni psichici e non mi occupo affatto della domanda naive e di solito irrisolvibile se qualcosa sia storicamente, cioè concretamente, vero o meno. È sufficiente che sia stato detto e creduto. La storia del mondo viene fatta in gran parte sulla base di opinioni i cui motivi sono spesso dubbi in senso concreto; in altre parole: nella storia la psiche gioca un ruolo tanto importante quanto misconosciuto.”
(CARL GUSTAV JUNG, lettera a Upton Sinclair del 24.11.1952, in Jung Lettere, Vol 2 p 273)

Ampie scrivanie, enormi finestre vetrate affacciate sulla città, tastiere, penne, blocchi per appunti e così via. Una redazione efficiente, attenta non solo alla produzione editoriale, ma anche (soprattutto?) alla ricerca e allo sviluppo del potenziale umano dei propri collaboratori. E qui si aprirebbe un interminabile discorso sulle risorse umane…

Uno spazio limitato ma sufficiente, come sufficienti gli strumenti: computer, cellulari, connessioni, tablet e similia.
Attenzione alla qualità è la linea guida da sempre. L’idea di un team, di un gruppo di persone che conoscono bene degli argomenti, che conoscono gli altri ed anche e soprattutto se stessi, e alla fine non conoscono limiti, o comunque non se li pongono.
Quattro filoni, non quattro settori, non quattro rubriche, proprio quattro filoni. affidati ad altrettanti redattori, quattro modalità operative, quattro stili diversi, quattro storie diverse.
In estrema sintesi Cine-Storia/cronaca-Articoli/bibliografia-Libri/letture (con inevitabili, e talora cercate, sovrapposizioni e invasioni reciproche). In un po’ maggior dettaglio di seguito.

Cinema. La rubrica del cinema, che poi è anche quella del teatro, e per estensione quella dei concerti e in qualche modo assimilabili, è tenuta dal valente “Iccinefilotravirgolette” divenuto poi “Icciné” (l’accento è un omaggio forse alla pronuncia della parola essai contenuta nell’espressione “Cinema d’essai”). Non proprio una rubrica di cinema. Un cinefilo con la passione delle trame dei film, ma anche dei locali dove avvengono le proiezioni. Singolare il percorso di Icciné iniziato frequentando le sale più per solitudine che altro durante un’adolescenza abbastanza triste e con pochi amici. Occupava con la visione di un film il tempo che lo separava dal rientro in collegio, dal l’attesa di rientro dei genitori, da riempire in qualche modo dei vuoti che avrebbe dovuto riempire in compagnia di coetanei, ma così fu. Grazie a Dio un po’ prima dei diciotto anni terminò l’esperienza collegiale e iniziò una più regolare vita sociale, ma tutti quei film che aveva “ingozzato”, il termine è virgolettato ma tutto sommato reale, facevano di lui presso gli amici un punto di riferimento per trame, biografie di attori, titolistica, cast e quant’altro. aveva una sorta di spirito guida, un volume capitatogli chissà come per le mani, ricco di notizie e fatti di cinema, un volume ben fatto e poco conosciuto con tante storie, storie note e arcinote ed altre meno note, minori, minime: le storie che piacevano a Iccinè.

Storia e storie. Anche o forse soprattutto le storie minori, forse minime, ma non meno importanti. Se ne occupa “Iffissaocoledate” divenuto poi  “Iffissa” Non proprio storia, non proprio cronaca. Uno storico con la passione della cronaca (o viceversa). Storie di paesi, di sodalizi, di manifestazioni vuoi sportive vuoi accademiche

Giornali e riviste e altro, ma l’altro è ben poco. Anche qui un responsabile: “Irraccattagiornali“. Divenuto po “Irracca” Non proprio cosa o forse proprio una cosa originale. Un bibliografo collezionista di vecchie riviste, con la passione di articoli che parlano di argomenti “di cui si sente particolarmente l’esigenza”. Una raccolta di articoli è il tesoretto. Pazientemente raccolti nel tempo, un numero ampio ma al tempo stesso limitato considerando che sono una selezione di un ben più alto numero.

Libri. Di tutti i tipi, ma libri, solo libri, per non configgere con giornali e riviste già citati. Se ne occupa “Illeggeuncasino“. Divenuto poi “Illegge“. Non proprio una rubrica di libri. Un lettore di libri col vizio della sottolineatura e della rilettura. Quando un libro vale ogni volta che lo rileggi ci trovi qualcosa. È una frase sentita più volte, ma è vera. Uno scaffale, un mini scaffale, forse una mensola, ove perennemente stanno quattro libri. Non Sempre gli stessi, ma sempre quattro. Quando uno esce un altro entra.

Qui termina (momentaneamente) la descrizione della “Redazione che non c’è o forse sì”

(Continua)