Vedi un po’ la memoria dove ti porta. Non avevo ancora diciotto anni, e probabilmente neanche sedici, quando nel cortile del Tolomei, a Siena, tale Giovanni di cui il cognome non ricordo (privacy più che garantita!), passava molto tempo a fare palleggi contro il muro, sostenendo che era il migliore degli allenamenti possibili.
Sosteneva Giovanni che quando avevi il pieno controllo piede-palla-muro nelle varie situazioni possibili (rasoterra, alto, diritto, laterale e a varie distanze dal muro, eventualmente con aiuto di testa e ginocchio), il resto, le prodezze, i dribbling (a quel tempo l’avversario non si dribblava, ma si “scartava”!), venivano da sè.
Pasquale invece, qualche anno più tardi, era solito leggere una prima volta velocemente ed anche distrattamente, i libri di testo degli esami universitari.
Sosteneva Pasquale, che quella lettura, preliminare, interlocutoria, di approccio, di assaggio, pur distratta e superficiale, era fondamentale, e che una lettura approfondita ab initio avrebbe prodotto un apprendimento più lento e più difficoltoso.
Giovanni era considerato una promessa del calcio e segnava molte reti; Pasquale era molto bravo e otteneva ottime votazioni.
Non sappiamo però – e il dubbio rimarrà – cosa sarebbe stato Giovanni senza i palleggi e Pasquale senza le letture propedeutiche.