Un bel libro per conoscere il Mugnone

Un bel libro per conoscere il Mugnone 

Si parla del libro “Il Mugnone e i torrenti scoperti o tombati di Firenze” di Pier Paolo Benucci. Parto da alcuni appunti presi dopo la lettura, in vista della presentazione che avrebbe dovuto svolgersi alcuni giorni fa, ma che, per motivi facilmente intuibili nel momento che stiamo vivendo, è stata temporaneamentr rimandata.

Un libro piacevole e interessante da molti punti di vista. Una storia articolata e ben raccontata, la storia di un fiume e di quanto ad esso collegato. Tecnicamente si tratta dunque di un saggio a tema orografico, il cui argomento é ben delimitato, il Mugnone (e in realtà anche i suoi affluenti) dall’origine all’Arno, ma anche il Mugnone e le sue modificazioni nel tempo, un periodo di tempo molto lungo, praticamente da epoche remote, quando Firenze era ancora Florentia,  ai nostri giorni, attraverso una ricerca che si è giovata di  testi antichi, di volumi di storia, della più recente cronaca sulla stampa specializzata, ed anche – pur raramente – di quella quotidiana. 

Tra le opere a cui l’autore si é riferito, il celebre “Dizionario della Toscana” di Emanuele Repetti, e l’altrettanto blasonato “I dintorni di Firenze” di Guido Carocci. Per la stesura del testo Benucci si è poi giovato anche della qualificatissima consulenza dell’Accademia della Crusca.

La prima disanima affrontata è quella dell’origine del nome; prese in esame le teorie susseguitesi nel tempo, pare che la più attendibile sia quella secondo cui l’origine del nome Mugnone sia etrusca.

Durante lettura si scoprono molti eventi significativi legati al Mugnone; le deviazioni avvenute in varie epoche, le cerchie murarie fiorentine con cui i corsi d’acqua, naturalmente in particolare il Mugnone, hanno spesso avuto rapporti. Il tutto arricchito – e a mio avviso fa di questo saggio qualcosa di più di un saggio – da aneddoti, citazioni letterarie, notazioni storiche, artistiche.

Scorrendo le pagine si scopre che passeggiando lungo molte strade della nostra città, di Firenze, è possibile che si stia calpestando quello che un tempo era un corso d’acqua.

Senza entrare in troppi particolari per i quali si rimanda giustamente alla lettura, si può rivivere la storia delle modificazioni urbane attraverso la ricostruzione dei perimetri definiti delle varie cinte murarie che si sono susseguite nel tempo e così si può notare come i fiumi abbiano avuto la loro importanza e con questi le deviazioni relative. 

La descrizione delle varie cinte murarie e delle deviazioni del Mugnone, unitamente ai disegni chiarificatori di Antonietta Borgioli, offrono al lettore un quadro complessivo esauriente e chiaro.

In estrema, ma davvero estrema, sintesi la prima cerchia risalente a qualche decennio A.C. delimitava Firenze entro una superficie di 20 ettari compresa grossomodo tra le attuali vie Tornabuuoni-Cerretani-Proconsolo- Porta Rossa; quattro porte consentivano ingresso ed uscita. La seconda cerchia, bizantina, risale al 540 d.C circa con diminuzione dell’area intramuraria. Altre modificazioni nei secoli fino all’ultima cerchia, la sesta, datata 1280.

Ben tratteggiate anche le deviazioni del Mugnone; una prima deviazione, all’altezza dell’attuale via Ricasoli è davvero lontana nel tempo. meno recente, diciamo così è la seconda, risalente al tempo della prima cerchia muraria. Sono seguite altre tre deviazioni. La quarta e la quinta in particolare furono messe in atto per allontanare il Mugnone dalla cinta urbana.

Naturalmente lettori fiorentini o comunque lettori che conoscono Firenze per averci vissuto, o temporaneamente soggiornato per lavoro, per studio o per altri motivi, troveranno nella lettura anche qualcosa di familiare avendo avuto certamente a che fare col Mugnone magari alle Caldine, o al Ponte Rosso o altrove ancora, anche soltanto per esserci passati accanto o per averlo usato come punto di riferimento.

Probabilmente questo ultimo aspetto non è uno dei risultati che l’Autore si era riproposto ottenere, o forse si. Ma si sa la lettura e sicuramente apprendimento acculturazione, ma anche starting point per ulteriori riflessioni. La lettura stimola la fantasia, e talora apre i cassetti dei ricordi, mettendo in relazione il proprio vissuto con quanto si sta leggendo.

Il Mugnone mi ricorda gli anni del liceo scientifico Da Vinci quando venendo da Firenze nord non esisteva la direttrice per via Mariti e per attraversare esisteva l’unico ponte oggi intitolato a Gandi e allora senza nome

Superfluo ricordare come il 4 novembre 1966 sia uno dei ricordi maggiormente condivisi, ricordo dell’Arno e quindi anche del Mugnone che “nel suo picolo” non fu in quella tragedia da meno dell’Arno. E non lo fu neanche in molte altre circostanze alluvionali come quella del 1936 e quella recentissima del 1992.

Quando ho letto che un rio di quelli descritti era citato nel Decameron nella novella in cui viene fatto uno scherzo a Buffalmacco mi è venuto in mente che lungo l’argine e dell’Affrico a metà degli anni 60 veniva attuato  uno scherzo assai meno commendevole e non consegnato alla letteratura: lo “Scherzo della Franchina”.

E basta coi ricordi sennò non si smette più.

Concludendo  due sono gli aspetti che ho particolarmente apprezzato: la chiarezza espositiva e la straordinaria capacità di sintesi. Tali doti derivano evidentemente da un talento naturale, ma anche  dal fatto che Pierpaolo Benucci ha esercitato  a lungo insegnamento Da sottolineare ancora una volta la profonda attenta ricerca bibliografica. Rilevanti e utili alla fine della migliore comprensione del testo sono anche gli accurati esplicativi e già ricordati disegni di Antonietta Borgioli

Mi fermo qui  facendo sinceri complimenti all’Autore e all’Illustratrice.

Qualche ricordo e alcune notazioni personali (ovvero citazioni e chiacchiere ulteriori che in un blog ci possono stare ma che in realtà poco hanno a che fare hanno con il libro!). Nel senso che sono andato a ripescare il Mugnone tra i miei file!

Mi correggo. Il libro c’entra, eccome! La lettura del testo di Pierpaolo mi ha suscitato la curiosità! Del resto la lettura serve anche a questo!

Cecioni A: Passeggiata sulle mura di Firenze, Un affascinante progetto realizzabile spendendo pochi soldi. La Città.(quotidiano di Firenze) Purtroppo non conosco la data esatta dell’evento, ma dovrebbe risalire alla metà degli anni ’80. In quell’occasione il giornalista intervistò l’Architetto Francesco Bandini; alcune sue parole: “Noi oltre allo studio della passeggiata sulle mura ci siamo dedicati ad altri problemi come il parco fluviale a monte della città, l’oasi faunistica nella zona di Castello o la passeggiata lungo il Mugnone. Noi proponiamo, sta ai politici poi scegliere se realizzare o meno“. Si veda anche Gianni Oliveti: Gruppo Donatello 60 anni di storia, Press Service, Sesto Fiorentino, 2012, pag. 67)

Oliveti G.  “L’antica chiesa di San Gervasio e il suo territorio”, Firenze,  Messaggerie Toscane Ed., 2008, pp.128. In due pagine del libro in l’Autore accenna al fosso di San Servasio.

Malaparte C. Curzio Malaparte, nel suo memorabile “Maledetti toscani” dedica un capitolo all’Arno, l’VIII “L’Arno è un fiume che ride, il solo fiume, in, Italia, che ride in faccia alla gente”. In rtale capitolo, di cui ho per il momento reperito solo il titolo, Malaparte parla anche del Mugnone. Se trovo il testo lo citerò!

Sforzi R.: Cognati d’Italia creative & vertigo. Catalogo della Mostra “Quaternità (Spalanca le tue braccia)”, Firenze 9 Giugno 2008. Dal testo “…Impetuosa performance stilistica al cinema teatro Puccini: davanti il Mugnone e dietro l’Arno, sotto il fosso macinante e sopra la torre a vetri. E quei tipi chi sono? Forse i 4 punti cardinali?“. In Press per altra pubblicazione.

Ho reperito il Mugnone anche in un libro di recenti letture:   

Spinelli  Enrico: “Fra il Terzolle e il Mugnone nasce il villaggio Forlanini”, in Borghini F. (a cura di): C’era una volta un rione a Firenze. Pag. 238. Masso delle Fate Edizioni 2021

Morozzi   Daniela: “Sul Ponte alle Riffe per ammirare il Mugnone”, in Borghini F. (a cura di): C’era una volta un rione a Firenze. Pag. 144. Masso delle Fate Edizioni 2021

(Testo suscettibile di ulteriori modificazioni)