Tramvia e scollinamenti

A Firenze, a nord di Firenze, c’era una volta via di Novoli senza  la tramvia e ovviamente senza la sopraelevata su cui la tramvia passa. Lì, in quello stesso punto c’era anche una ciminiera, molto bella e suggestiva. La ciminiera non c’è più, o meglio ne è restata una piccola parte, che suggerisce la precedente esistenza (parafrasando verrebbe da dire dov’era la ciminiera or sè….)

La tramvia (qui si parla della linea 2 inaugurata l’11 febbraio 2019) ha influito sulle dinamiche della vita del quartiere, cambiato indubbiamente itinerari e tempi di percorrenza; a mio avviso migliorando sia le prime che i secondi, anche se ci son pareri discordi. Ma questo punto magari sarà esaminato in altro articolo.

Ma la tramvia ha cambiato la visuale, creando nuovi punti di osservazione, permettendo al viaggiatore nuove vedute. Una a mio avviso molto  interessante  è quella, appunto, quando la tramvia nel tratto Università-Liceo Da Vinci, sale sul nuovo cavalcavia, costeggiando il centro commerciale, poi lasciandosi sotto l’ultimo tratto di via di Novoli, e permettendo di vedere il San Donato fino Via Baracca. Questo “scollinamento” (altrove definito lo scollinamento del Maragliano)***, con le dovute differenze per carità, rievoca Metropolis, il mitico film. Lì c’erano treni sospesi e anche piccoli aerei che attraversavano la città snodandosi tra alti palazzi; persino singole persone si libravano nell’aria muniti di una sorta di bombole legate alla schiena come zaini, che permettevano il volo.

La tramvia di Firenze, mentre “scollina” non è accompagnata da altri elementi volanti, men che mai i singoli individui ancora rimasti pedoni! Peccato che non c’è più neanche la ciminiera!

Appendice (15 maggio 2019). Una notizia da verificare: la ciminiera sarà forse ricostruita in materiale idoneo (forse addirittura a strisce bianche e rosse alternate?), restituendo alla visione di coloro che transitano la caratteristica sagoma che ha segnato per anni e anni un simbolo del lavoro in fabbrica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

***[…] Chissà perché quando ritorno a casa e “scollino” via Maragliano, quasi sempre dopo sosta al semaforo rosso, per immettermi in via di Novoli, al momento che saluto la ciminiera Fiat, una sorta di marker del quartiere (e se la ciminiera diventasse monumento?) […] (Da “Trentamila centimetri quadrati di colore”, Catalogo della Mostra, Gruppo Donatello, 1992)

 

 

 

 

 

 

 

 

Sopra un’immagine fotografica e un dipinto (piuttosto fedele) di come appariva la struttura prima dell’abbattimento della ciminiera.

[Testo non definitivo]