Descrittori brava gente

 

Non è facile descrivere fatti in modo chiaro e sintetico. Non è difficile imbattersi in oratori che, magari esperti parlatori e profondi conoscitori di una certa disciplina, proprio non hanno il dono della sintesi e della chiarezza. Il descrittore di solito è anche un estimatore, ma non necessariamente. Il descrittore è comunque un osservatore oggettivo (se non è tale e altera in senso negativo quanto osservato diviene piuttosto un detrattore! E qui ci sarebbe da dire, ma questo è un altro discorso). Ho avuto la fortuna di incontrare abbastanza frequentemente dei buoni descrittori e ne lascio qui traccia.

  • A., colui che ben descrive le  altrui capacità/qualità, in particolare riguardo a coloro che ne hanno due o più, definendone correttamente autonomia e coesistenza, chiarendo talora situazioni di connubio non immediatamente comprensibili e perciò fonte di possibili equivoci.
  • B., colui che ben definisce i tempi estranei. Interessante l’uso dell’espressione  “tempo estraneo” più corretta rispetto all’espressione “tempo libero“,  (usata talora impropriamente suggerendo una supremazia e/o una subalternità tra due elementi che invece non c’è),
  • P., colui che ben descrive le altrui creazioni, con sintesi e chiarezza. Qualità di questo tipo di descrittore è quella di non temere di dire cose ovvie, partendo da descrizioni semplici di quanto rileva nell’osservare altrui creazioni siano esse letterarie, figurative, o altro ancora.
  • M., colui che ben sa usare le metafora del mediano. Cosa che appare banale ma banale non è.
  • U., colui che ben spiega gli altrui interventi, anche raccontandoli a chi non li ha personalmente sentiti,  delimitandone garbatamente i limiti ed esaltandone i pregi. Non raramente questo tipo di descrittore ha nel suo bagaglio esperienziale  attività di insegnamento.
  • R., colui che con garbo descrive le altrui attività come analoghe alle proprie (quando ciò naturalmente corrisponde al vero) e lo fa senza senso di invidia o supremazia, ma con senso di solidarietà e  comunanza (fa lo stesso ics per ipsilon come io faccio alfa per beta…)

Mentre scrivo mi ritornano in mente i detrattori…. ma ne parleremo successivamente, soffermandosi su alcune tipologie particolarmente difficili da riconoscere e per tale motivo assai insidiose. Tra i detrattori possiamo individuare i “Progressivi ascensionali” e i “Normalizzatori-minimizzatori“, a cui forse possiamo aggiungere i “Negativisti a oltranza“. Ma questo è un altro discorso. o forse no.

Esempio di normalizzazione-minimizzazione. Un tizio/a fa con te una figura di merda poi per scusarsi esce con una frase del tipo “Eh si, a volte, si dicono cose che non si vorrebbe…” Eh no testa di cazzo! Non è “a volte” è “quella volta lì” e non è che “si dice”, è quello che hai detto tu! Pertanto quando capitano soggetti che invece che scusarsi semplicemente fanno la pappardella di cui sopra, tenetevi alla larga. La prossima volta riusciranno a far di peggio!

Prossimamente altre categorie!

P.S. Anche fuori dal setting psicoterapeutico utile porsi la domanda di sempre: “Cosa sta cercando di dirmi questa persona?

(testo non definitivo)

A margine una vecchia riflessione di un amico "descrittore" 
(J., 2005)
Sempre più irraggiungibile.
Non trovo definizione migliore (ma ce ne saranno...)
Sempre più difficile da descrivere (eppure è possibile)
Sempre più irraggiungibile
dicevo
il concetto che sai esserci e che ti sfugge
complesso e difficile
esplicitare l'emozione che provi davanti a un bel quadro
che ti piace molto
No, forse non è così, tutto chiaro e semplice e facile da dirsi:
Quel quadro mi piace tanto, tanto, tanto, tanto