Appunti Donatelliani a margine di un anno difficile. Dalla perdita della Giuse alla perdita della sede. E che non si perda anche la speranza. Che fare?

Appunti Donatelliani a margine di un anno difficile. Dalla perdita della Giuse alla perdita della sede. E che non si perda anche la speranza. Che fare?

Contents. Appunti Donatelliani a margine di un anno difficile – Dalla perdita della Giuse alla perdita della sede –  E che non si perda anche la speranza –  Che fare? 

Addio a Giuse Benignetti

Alla fine di Agosto di questo 2023, che é stato un anno davvero poco felice per il Gruppo rimasto senza sede, si é andata ad aggiungere una gravissima perdita. Si è spenta Giuse Benignetti, una colonna fondante del Gruppo Donatello. Qui solo un cenno: il Gruppo ricorderà e commemorerà  adeguatamente Giuse. Ricordo sinteticamente alcuni dati. Giuse ha vissuto l’arte “a tempo pieno”. Inizió giovanissima l’attività di giornalista, è stata critica d’arte, organizzatrice di eventi, collezionista ed esperta di collezionismo (non solo di quadri), scopritrice di talenti (qualità questa che forse non le è stata apprezzata come meritava) e molto altro ancora. Giuse ha militato a lungo nel Gruppo Donatello, storico sodalizio artistico-culturale fiorentino, e agli inizi degli anni ’70 ha contribuito in modo determinante  a farlo rinascere dopo un periodo di rallentamento delle attività. Nel Gruppo Giuse ha  ha ricoperto tutte le cariche fino a quella recentissima di Presidentessa Onoraria. Pressoché sempre presente nel Consiglio Direttivo è stata consigliera, membro della commissione probiviri, sindaco revisore, coordinatrice della segreteria, talent scout. Giuse è sempre stata presente rappresentando un autentico punto di riferimento e collegamento tra i Soci, tra il Gruppo e le istituzioni, e naturalmente tra il Gruppo e la stampa.

Nel 2019 a Giuse è stata consegnata da parte dei Soci del Gruppo Donatello  un importante riconoscimento: la Pisanelliana in onore alla sua lunga militanza e insostituibile attività.

Molteplici le già ricordate attività di Giuse nel mondo dell’arte; accanto alla attività di giornalista autrice di articoli, recensioni, presentazioni, curatrice di cataloghi, si affiancano altre attività come la presenza in giurie di concorsi, le presentazioni di mostre e di libri.

Già nel 1951, troviamo articoli di Giuse sulla stampa cittadina, articoli che annunciano e/o fanno resoconto di iniziative culturali fiorentine (e non solo), in particolare conferenze e mostre di pittura. Difficile pensare al Gruppo Donatello senza di Lei. 

Cambiamo argomento, ma fino a un certo punto!

Delusi, amareggiati, ma determinati

Emozioni Donatelliane attraverso le frasi e le immagini del catalogo 2023. Il primo catalogo del “Donatello fuori sede”, dopo aver dovuto abbandonare i locali di Via degli Artisti dove il Gruppo Donatello svolgeva la propria attività da oltre settanta anni.

Cosa troviamo in questo catalogo? C’é davvero, come recita una frase fatta, “di tutto e di più”.  Delusione, speranza, pessimismo, ottimismo, interrogativi, certezze, citazioni, metafore, attesa, solidarietà, slogan… c’è – e non è cosa da poco – il ricordo di un precedente sfratto che si concluse poi positivamente… c’è la ricchezza, l’essenza, la forza, il senso di appartenenza di tanti Artisti che non mollano e non molleranno mai! 

In questo catalogo dunque il vissuto dei Donatelliani durante la fase di passaggio (ma si può davvero parlare di passaggio da avere una sede ad essere “On The road”? 

Il tutto attraverso 48 vignette, che forse, anzi di sicuro (volutamente “di sicuro” e non “sicuramente”) sono anche molto di più di vignette. Prendo a riferimento, o forse a pretesto, le cinque fasi del lutto di Kübler-Ross: rifiuto, rabbia, negoziazione, depressione, accettazione.

In rassegna.

La negazione non si mostrò strada praticabile, ovviamente! Esisteva una proprietà che rivoleva legittimamente l’immobile. La rabbia, di cui i Donatelliani tutti hanno rivendicato il diritto di esercitarla e lo hanno fatto a pieni polmoni non ha salvato la sede, però ha  generato una gara di solidarietà, forse di proporzioni superiori alle aspettative,  che pur non risolvendo il problema, lo ha fatto conoscere, e ha fatto conoscere meglio anche la storia e la realtà del Gruppo Donatello. Sono giunte persino richieste di adesione!

In quei giorni di Gennaio 2023 enivano a mente le cose più strane, i ricordi più reconditi. Come una frase di Conand Doyle, tratta non come verrebbe spontaneo pensare da un racconto di Sherlock Holmes, ma dall’altrettanto interessante testo anche se forse meno famoso “Il mondo perduto”: “Ci è successa una cosa spaventosa. Chi poteva prevederlo? Non vedo come i nostri guai possano finire. Forse siamo condannati a passare il resto della vita in questo strano luogo inaccessibile. Sono ancora talmente confuso, che non riesco a riflettere lucidamente sulla situazione attuale o sulle possibilità future. Alla mia mente sconvolta la prima sembra terribile, mentre il futuro mi appare nero come la notte”. 

In quel Gennaio 2023, che rimarrà nella memoria come il mese dello sgombero o meglio del “grande sgombero”, mentre tutti o quasi tutti i Donatelliani raccoglievano le cose da portar via, incartavano, impacchettavano, stilavano elenchi, riempivano le bauliere delle proprie auto per dirigersi verso depositi generosamente offerti. In quel gennaio ognuno aveva qualche ricordo da esternare, il più delle volte con le emozioni più varie: rabbia, dispiacere, malinconia. Molti lo hanno tradotto in un’immagine, quella pubblicata sul Catalogo. 

Venivano a mente in quei giorni, tanto per citarne due,  Bruno e la Mippia (i coniugi Bruno Catarzi e Mippia Fucini), venivano a mente quanti, e tanti davvero, avevano calpestato il suolo del Donatello da Mario Moschi in avanti… Il Gruppo nasce proprio nei locali che inizialmente erano proprio lo studio di Moschi… Tanti, troppi, generazioni di maestri, di allievi, di allievi diventati maestri… settantaquattro anni sono tanti. 

Molti i ricordi di oggetti tangibili e speriamo che vengano conservati a lungo. Il murales in piazza Vasari allestito da Enrico Bandelli e Giuseppe Capineri dedicato a Mario Moschi, il murales di via Luna opera di diciotto Donatelliani inaugurato nel 1995 e che oggi avrebbe bisogno di un restauro. E poi andando su oggetti del quotidiano, la trentina di sedie pieghevoli accatastate in parte nello stanzino e in parte in bagno, che alla bisogna trasformavano una delle due stanze in mini auditorium per l’assemblea annuale dei soci, per presentazioni di libri, per conferenze, persino per pieces teatrali. Un divanetto ad angolo donato da un donatelliano appoggiato all’angolo di destra entrando divenuto la sede della infaticabile Giuse. Ancora vengono a mente le varie vite delle due grandi stanze, deputate ovviamente alle mostre, ma anche abbiamo visto, ad altre attività culturali e di tanto in tanto anche ricreativo gastronomico (leggi cene in galleria).

C’è poi  il  “fuori sede” quando l’espressione significava semplicemente “in trasferta”, “ospiti di” e non, come adesso “fuori sede” in quanto la sede non c’è  più. E qui i ricordi sono davvero tanti. In primis le mostre in piazza ogni anno che Dio ha messo in terra; tradizione fermata solo dal Covid e neanche del tutto (pannelli giganti sostituirono i quadri), collettive in varie sedi: dal poligono di tiro alle Cascine, alla mostra con tanto di asta benefica anche questa in area cascine, a Palazzo Medici Riccardi, al Parco Pazzagli, all’ex tempore in Piazza Vasari e chissà quante altre… Ognuna di queste esperienze meriterebbe una trattazione, ma ciò presupporrebbe la stesura di un ben più ampio testo.

Dando un’occhiata all’elenco dei Soci é facile notare che molti sono affiliati da oltre venti anni! Ciò da una parte testimonia la non bassissima età media, dall’altra il tenace e duraturo attaccamento all’Associazione, ovvero il forte senso di appartenenza. Nei ricordi di alcuni Donatelliani descritte anche esperienze sensoriali legati a lunga militanza da far considerare la sede una specie di seconda casa di cui si conosce tutto: persino gli odori, i suoni, i colori! (Viene a mente “Dans une ténébreuse et profonde unité, Vaste comme la nuit et comme la clarté, Les parfums, les couleurs et les sons se répondent” da Charles Baudelaire, Les Fleurs du mal).

Esaminando attentamente il catalogo, possono essere fatte alcune osservazioni. Intanto hanno partecipato alla mostra sociale e quindi anche alla formazione del catalogo ben quarantotto Donatelliani, ognuno con un’opera del proprio repertorio e inoltre con l’opera dedicata al catalogo (in taluni casi le due opere coincidevano). Per il catalogo era stata infatti data una indicazione: quella di collocare entro uno spazio preventivamente assegnato un’opera libera dedicata alla recente crisi provocata dalla mancanza di sede. Le immagini raccolte sono state dunque 48 eseguite anzi create da da altrettanti Donatelliani. Il compito assegnato (che per certi versi ricorda “Il tema proposto” del concorso di fantasia grafica “Questo l’ho fatto io” della settimana enigmistica) è stato variamente interpretato. Ben trentasette hanno inserito nello spazio riservato loro un testo corredato di immagine o se si preterisce un’immagine corredata da testo. Si intende qui per immagine sia un’opera originale, sia una fotografia, sia  un disegno, sia un selfie schizzo. Un numero limitato, per la precisione sette partecipanti hanno riempito lo spazio con il solo testo. Sono stati quattro coloro che hanno realizzato quanto richiesto proponendo solamente un’immagine.

E qui c’è davvero da sbizzarrirsi. Le figure, che abbiamo visto poter essere disegni o foto originali ovvero di repertorio – abbiamo visto – sono state veramente molte e ben assortite.

Bello il fumetto che Sandra ha inserito in una creatura di Liechtenstein, la famosa “Crying Girl” del 1963, a cui fa dire “Che triste futuro ci aspetta senza una nuova sede!!!!” Richiamandosi alla pop art e al suo immediato e semplice linguaggio, mutuato dalla pubblicità e dallo spettacolo, il contributo di Sandra  appare piacevole ed efficace.

Allegoricamente, e forse con una punta di polemica, Giampaolo ha fatto una citazione illustre inserendo accanto al proprio messaggio “il sonno della ragione genera mostri” titolo di un’opera del grande Goya. Un richiamo alla fantasia che se abbandonata dalla ragione genera mostri, mentre se unita alla ragione può generare meraviglie come ad esempio quelle artistiche. E allora che fantasia e ragione ci aiutino!

Interessante e coerente con la propria produzione e con la propria cultura la copertina di LP dei Beatles “HELP” proposta da Adriano. Nella copertina  i quattro Beatles sono in posizione di segnalazione attraverso la disposizione degli arti, a formare la parola  HELP, anche se secondo altra versione la parola sarebbe diversa. Tornando a noi le quattro parole che Adriano mette in bocca a George, John, Paul e Ringo sono decise e inequivocabili: “Non ci lasciate soli!”

Abbiamo poi un  ricordo ancora ben vivo proposto da Enrico: il ricordo della rappresentazione teatrale proposta in piazza, scritta e anche interpretata da Luana, quando nel 2010 ci fu un allarme-sfratto simile a quello attuale, ma in quel caso la situazione fu risolta con un aggiustamento della quota d’affitto accettata dalla proprietà. 

La fantasia non è mancata a vari Donatelliani che hanno prodotto opere originali per lo più schizzi e disegni dai titoli assai significativi: il labirinto di ANTONIETTA, il tendone di Angelo, la barchetta di Ugo, l’attesa di Anna, e quasi un neologismo la “migrarte” di Eliana. 

E ancora “su con la vita” incoraggia Marco, la richiesta di una profezia alla maga di Giancarlo1, la sala di attesa di Giancarlo2, Alaska con tanto di pinguini di Anna Maria, il cavaliere di Filippo, il peregrinare di Luisa, L’interrogativo “cosa dite, ce la faremo?”  di Gianni. 

Per il citazionismo va… citata Barbara che ha ben accostato due frasi di due grandi: William Hodding Carter II e Confucio.

In altri casi la fotografia fa la parte del leone; Renato propone una foto di gruppo del Gruppo (scusate il bisticcio) ove ha inserito il cartiglio in pietra con il motto “ONORATE L’ARTE CHE È VITA DELLA VITA” posto nella vicina Piazza Savonarola sopra al portone del Museo Rinaldo Carnielo.

Quattro Donatelliani sul palcoscenico del teatro Affratellamento durante “Il grande sgombero” proposti da Roberto; e “Il grande sgombero” diventa il titolo di una rappresentazione teatrale immaginaria e i quattro Donatelliani (naturalmente in rappresentanza di tutto il Gruppo) sono gli attori (e forse il Presidente anche regista!) di una commedia speriamo a lieto fine!

Inciso. Un filo ininterrotto lega il teatro al Donatello. infondo un articolo come questo serve anche a ricordare momenti significativi. L’ultima esperienza teatrale ospitata al Donatello risale davvero a pochissimo tempo fa. Si tratta di una rappresentazione liberamente rivisitata della Mandragola di Machiavelli realizzata dalla compagnia di Lucia Bruni e del marito Federico Napoli e talmente recente che durante la rappresentazione noi del consiglio non potremmo seguirla in quanto impegnati nella stanza attigua in una riunione per cercare di evitare l’imminente sfratto. Notoriamente fu inutile come i fatti successivi testimoniano. Il teatro e il Donatello hanno visto negli anni ben altre esperienze. Prima va a tutti va menzionata Luana Lapi autrice di diverse commedie rappresentate sia all’interno della sede del gruppo, sia in piazza Donatello in occasione dell’annuale mostra sociale. 

Altra foto proposta da Giovanni accompagnata da un disegno è intitolata gli irriducibili; é un’immagine fortemente simbolica: si tratta di un fotomontaggio in cui i volti degli storici fondatori dell’astrattismo classico sono  sostituiti da quelli degli irriducibili ovvero cinque Donatelliani. Anche Luana propone una foto accompagnata da un testo è la foto del gruppo con scritto sopra a caratteri cubitali “Chiuso”; é che il Donatello abbia chiuso, ahimè non ci sono dubbi, speriamo che quel chiuso che appare così perentorio  possa essere accompagnato da un avverbio come “temporaneamente”!

Altro inciso (in realtà una divagazione) sulla fotografia e sul teatro. Correva l’anno 2009 o giù di lì e, in occasione di una collettiva sul futurismo furono scattate alcune foto intitolate “Abbey Donatello Road”. Quattro Donatelliani capitanati da Luana attraversavano le strisce pedonali davanti al Donatello alla maniera di John, Paul, George e Ringo ovvero i Beatles, fotografati da altri Donatelliani. Fu una performance nata spontaneamente. Va ricordato che Luana e altri attori erano stati protagonisti di una piece sul Futurismo in sede. Bei ricordi!

Molto carino il gioco di parole proposto da Paolo1 che giocando con le parole pirandellianamente tramuta i “Sei personaggi in cerca d’autore” in “80 Donatelliani in cerca di sede”; 

Patrizia propone un’immagine del grande sgombero con pacchi e suppellettili ammassati alle pareti prima che la sede venga lasciata. E anche qui corre il pensiero con associazioni apparentemente improbabili, ma a una seconda lettura con qualche elemento non proprio estraneo:

E la gente intorno a me / Come un gufo vuole guardare / Ma di strano cosa c’è / Questa casa ha visto amore / Oggi vede un uomo che muore / Oggi vede un uomo che muore /

Sono parole della canzone “Vendo casa” di Mogol Battisti

Non proprio analogie ma richiami. La gente intorno a noi, al Gruppo, in minima parte ha gufato. Al contrario molta, la maggior parte ha solidarizzato, ci é stata vicina, ci ha aiutato nello sgombero. Più ahimè aderenti le righe successive, il Donatello ha visto tante, ma tante pagine di Arte e quindi di Amore per l’Arte. Parimenti c’è del vero nel vedere qualcosa che muore. La perdita della sede è indubbiamente una perdita di identità e per quanto si possa sperare in un nuova sede, inevitabilmente “Niente sarà come prima

E veniamo ai disegni e altro creati ad hoc: “uniti si vince” dicono alcune figure stilizzate proposte da Guido. È anche il titolo di un film, che per sottotitolo aveva “Il sapore della vittoria” speriamo che sia di buon auspicio.

“2023 Un po’ … Al buio … ne usciremo … più forti? … un po’ abbandonati … e … in cerca di casa …” é il testo che accompagna il disegno di Patrizia1; frasi apparentemente slegate, ma a ben vedere singole unità di un progetto complessivo di rinascita e di continuità.

Con una punta di di speranza ma anche di malinconia Rolando propone  un disegno con la dizione significativa “Alla ricerca dello spazio perduto”; curiosamente questo “spazio perduto” è sequenziale al “tempo perduto” durante la pandemia. Coincidenze!

di nuovo Giovanni che abbiamo visto ha proposto una foto accompagnata dalla frase “Gliela faremo”; la forza della sintesi e dell’imediatezza del linguaggio !

Giocando sulla metafora dello sfratto Giusy propone un paguro fuoriuscito dal suo guscio abituale e in attesa di rientrarci, o almeno di trovarne un altro!

Roberto 2 molto succintamente accompagna il proprio disegno da un “Cerco casa”; alludendo chiaramente ad una situazione venutasi a creare inaccettabile 

Silvia correda una sua opera con un messaggio perentorio è davvero sintetico: una grossa scritta “NO”; un “No” che è verosimilmente rivolto alle cose negative e sottintende un “Si” ad andare avanti.

Ancora giocando sulle parole con una sorta di crittografia, Valerio sottolinea come “Non si batte un chiodo” sia nel senso che siamo per la strada sia nel senso che non si può materialmente appendere un’opera al muro; 

Fiorenzo sottolinea la condizione della mancanza di sede con “Sotto le stelle ci siamo ora noi invece si vorrebbe / un tetto sulla testa” rispondendo ad un Benigni che, citando Dante, le stelle è al fine uscito a rivederle.

Paolo2  propone una scalinata percorsa da un Donatelliano che vede all’orizzonte una parola: “SPES”; la speranza é l’ultima a morire, speriamo in una penultima o comunque più prossima soluzione positiva!

Elisabetta propone un ricordo ed anche una piccola poesia sul tema. Elisabetta parla di ricordo di tempi felici vissuti con entusiasmo e di nostalgia per tali tempi. Ma non credo che voglia dire che è tutto finito per sempre. Penso invece che siano parole “scaramantiche” per un nuovo inizio! E mi piace anche citare la  poesia scritta dal suo consorte: “Siam del gruppo Donatello / ogni artista ci è fratello./ Col pennello e lo scalpello Siamo i maghi di ogni bello!”

Ultimo, ma non ultimo, Domenico propone una figura che ricorda un guerriero e forse anche una divinità. In ogni caso è una figura che suggerisce  fierezza, dinamismo, coraggio, e che proiettata forse verso un futuro di speranza e di vittoria. C’è n’è bisogno!

Riassunto dei testi che trasmettono dei pensieri, delle citazioni, delle riflessioni. Riproposte qui, svincolate dalle immagini. Riproposte in sequenza come si potrebbero ascoltare in una piazza dove tante voci si accavallano. Frasi urlate, sussurrate, sottintese, ironiche, drammatiche, autobiografiche, citate da altri. Speranzose, ottimistiche, preoccupate, sconsolate, progettuali, rinunciatarie… Flash, ricordo, proteste, denunce, brevi racconti… Discorsi diretti, metafore, interiezioni, richieste di ascolto e di aiuto, imprecazioni… Memoria, nostalgia, assenza …

“CHE TRISTE FUTURO CI ASPETTA SENZA ‘UNA NUOVA SEDE!!” – Così si recitava nel 2009… ed oggi come andrà a finire? – Conoscere è un bisogno. Non è vero che la nostra esistenza è priva di valore e che noi passeremo invano. E una ricerca che non accomuna solo scienziati e filosofi. Anche il monaco sperduto nel deserto era in cerca delle stesse risposte, sempre per altre vie: scoprire il disegno che da bellezza a tutto, che per lui si chiamava Dio. Non è una vita umana quella di chi non si chiede che cosa sia nato a fare. Conoscere, per Aristotele e Dante, voleva dire contemplare Dio, ma questo significava anche l’allusione del peccato: il desiderio di conoscere che prende il sopravvento sulle preoccupazioni etiche. Quella dignitas dell’uomo come ‘titolo’ della sua padronanza dell’essere. Ecco la verità del serpente: una conoscenza divina, nessun fondamento possibile per il bene e il male. È la sfida dei nostri giorni. Perché conoscere è co-nascere. – REMANDO CON FORZA INSIEME VERSO UNA SEDE –  L’ARTE È PER L’UMANITÀ Un BISOGNO PRIMORDIALE, ESSEnZIALE. L’ARTE. E’ LA NOSTRA UMANITÀ D’INCONTRO lO STESSO NOSTRO PASSATO INCANCELLABILE – “Gruppo Donatello ” ha perduto la sua abituale sede espositiva ma i Donatelliani continuano a lavorare in attesa di migliore e più importante sede. La speranza è l’ultima a morire e fa bene all’animo. – Dimmi maga, che cosa vedi? Ce la danno o non ce la danno – ..saputo dello sfratto sono rimasto senza parole, al tempo stesso mi è apparsa una colonna portante presa a spallate per abbatterLa… il donatello e la sua arte non ne risentiranno… – QUANTO SARA’ LUNGA L’ATTESA? – Alaska. Decisamente di siamo spinti troppo “fuori sede”I! – NON E IL cammino per Santiago ma il nostro percorso di speranza per trovare una sede e riunire il Gruppo Donatello ormai sfrattato. Non ci arrendiamo! La perseveranza é l’unica cosa che ci porterà alla realizzazione del nostro obiettivo –  Sono qui che attendo. Che lunga attesa. Calma e sangue freddo come il mio. – IL DONATELLO

fuori sede: “MIGRARTE”. – Filippo alla ricerca della sede perduta – Non ci lasciate soli – Uniti si vince! – Teatro dell’ “Affratellamento”, Gennaio 2023 Un momento della rappresentazione “Il arande sgombero”. – Il mio percorso artistico degli anni 2022-2023 è stato molto molto difficile. Facendo parte della Fondazione Amalia Ciardi Duprè, abbiamo visto sottrarci, per motivi economici, la nostra sede, il bellissimo Museo voluto da Amalia ed affidato a noi. Altrettanto è successo al Gruppo Donatello nella storica sede di via degli Artisti, Sono comunque riuscita, con la Fondazione, a ritrovare una piccolissima sede dove posso continuare la mia scuola di scultura. Altrettanto vedo fra i soci del Gruppo Donatello che continuano il loro percorso. Per noi artisti l’arte è il futuro che alimenta il nostro spirito, che ci fa sopravvivere nei momenti più difficili. Leggiamo la vita in tutta la sua pienezza e realtà e cerchiamo di trasformarla in immagini concrete. Nessuno riuscirà a fermarci in questo meraviglioso cammino. – Il Donatello 2023, un po’ al buio, ma usciremo più forti, un po’ abbandonati, in cerca di casa.- dopo tanto pellegrinare guardate cosa ci propongono!… Ma si potrà esporre anche dentro? – alla ricerca dello spazio perduto. dove?- gliela faremo! – “Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma o la capacita che la nostra mento ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di se e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri (…) Cosicché essere colto, essere filosofo lo può chiunque voglia.” (A. GRAMSCI). – sembra un posto accogliente… … Ecco la mia nuova casa! Ci riuscirà anche il Donatello? – Cerco casa, Gruppo Donatello Firenze (per ora) – Gruppo Donatello: raccontare i miei pensieri di oggi. Sono affascinata dai cavalli. La loro forza, la loro grazia, la loro bellezza, la pura gioia espressa attraverso il loro movimento mi fa capire che come loro, si galoppa con i polmoni, si continua con il cuore e si vince con la perseveranza. E così ecco un gruppo di cavalli in una foresta nebbiosa in viaggio verso una foresta incantata. Uno di loro si sofferma a guardare indietro. forse verso un luogo sicuro e rassicurante. | suoi compagni proseguono, c’è nebbia…” Ma potremmo trovare anche il sole. Andiamo ancora avanti “ Da uno sguardo verso il passato per trovare la forza che aiuta ad affrontare il presente Creare e resistere e resistere e creare – Perché l’arte, come la vita non è fatta solo di bellezza, ma anche di drammi, di ferite profonde e di problemi mai risolti, l’arte parla della vita perché a farla sono gli artisti, come me, come noi, come tutta questa gente che incrocio lungo la vita. (C Vanoni). – Dalle macerie Si riparte …  … speriamo! – “ogni inizio proviene dalla fine di un’altro inizio” Lucius Annaeus Seneca – IL GRUPPO DONATELLO IN MEZZO ALLA STRADA. VERGOGNA! – “Passa un giorno, passa l’altro Mai non torna il prode Anselmo, Perché egli era molto scaltro Andò in guerra e mise l’elmo. Mise l’elmo sulla testa Per non farsi troppo mal E parti la lancia in resta A cavallo d’un caval.. ….già… ma lui  “si mise l’elmo..” e “… le brache avea d’acciar.” E noi? – Qualunque altro posto, fosse anche Palazzo Vecchio, non avrà mai più l’odore del nostro “Donatello?, Via degli ARtisti 2r, Un odore di deceNni vissuTI e ancora presenti, di legno e di polvere, di colori e di carta, di fiori passiti dopo l’inaugurazione. Il vecchio portone di legno, ridipinto PER ANNI  strato su strato, ha chiuso per sempre, dietro il suo malinconico celestino, le store di artisti amici. A chi non lo ha impedito, la lingua sberleffo di Albert Einstein. – Frammenti (di uno sgombero) 2023 – IL DONATELLO FUORI SEDE Che dite, riusciremo a trovare un tetto ?.. – SU CON LA VITA! – …e pensare che avevo già preparato tutto (per la mostra, naturalmente)… – Il Gruppo Donatello. Sei Ottantatre personaggi cerca di autore sede – VI SONO DUE COSE CHE POSSIAMO LASCIARE AI NOSTRI FIGLI: LE NOSTRE RADICI E GRANDI ALI PER VOLARE. PURTROPPO SONO PIU’ GLI UOMINI CHE COSTRUISCONO MURI CHE QUELLI CHE COSTRUISCONO PONTI – Oh Ugo! Allora ‘sta sede? O Gianni, e un si batte un chiodo! Nooooo! E noi allora come si fa a attaccati?! – E quindi uscimmo a riveder le stelle – Sotto le stelle ci siamo ora… noi invece si vorrebbe un tetto sulla testa – Voglio ricordare i bei tempi in cui avevamo un posto nostro per fare le mostre e ritrovarci insieme, scambiarci libri e piccole cose, con questa poesiola buffa ideata da mio marito e che esprime bene il mio entusiasmo e ora la mia nostalgia per il gruppo… Siam del gruppo Donatello, ogni artista ci è fratello. Col pennello e lo scalpello  Siamo i maghi di ogni bello!

Dunque che fare?

Inevitabilmente, almeno in parte, mi ripeterò. Seguendo un’altra chiave di lettura delle immagini del catalogo di cui sopra, passo in rassegna emozioni, propositi, sensazioni, progetti (che alla fine assomigliano ai propositi), semplici riflessioni. Si accavallano e si confondono memoria, nostalgia, assenza e forse, anzi sicuramente, altro.

Le cose da fare non sono poi molte. O si trova un’altra sede, o si sta senza sede, o si chiude bottega! È tuttavia innegabile, tutti lo sappiamo anche se non lo diciamo, che anche ove trovassimo una nuova, difficilmente potremo scordare la sede di via degli Artisti. Troppe mostre, troppe persone, troppi ricordi, troppo di tutto, rimarranno a lungo nella mente di ogni Donatelliano.

Vengono a mente parole come ripresa, rinascita, rifondazione, e simili, ma forse c’è n’é un’altra che in qualche modo è sovraordinata ed è la parola “continuità”.  Speriamo che questo clima di provvisorietà legato alla mancanza di sede non scoraggi i Soci e non favorisca l’abbandono. Sarebbe una sconfitta dell’Associazione e sopratutto della sua storia oramai ultrasettantennale. Un timore non del tutto immotivato, anche se fortunatamente prevale nettamente un senso di appartenenza e di affetto da parte dei Donatelliani.

Privacy da una parte e scaramanzia dall’altra suggeriscono di non fare ipotesi e tanto meno film! 

Grazie di cuore, anche per la pazienza, a chi è arrivato a leggere fin qui!

Riferimenti e bibliografia

Per comodità si ricordano due precedenti note sul tema

http://robertodellalena.altervista.org/un-catalogo-anomalo-ovvero-un-idea-geniale/ 

http://robertodellalena.altervista.org/rogito/ 

Doyle Arthur Conan: Il mondo perduto, Newton Compton, 1993, p. 93

Castello ideale?

Castello ideale?*

“… dopo venti o trent’anni si scopre che ciò che veramente conta è rimasto nel paesello natio.” (C.G.Jung, lettera a Herbert Read 17.10.1948. In C. G. Jung, Lettere, Vol 2 p.117).

A proposito di castelli, di mostre e di mostre sui castelli.

Non sempre i titoli rendono del tutto  giustizia a ciò di cui si parla in un testo. Forse vale anche per il dipinto in questione, dipinto datato, essendo stato realizzato nel 1974, quarantacinque anni fa e a cui è stato dato il titolo “Castello ideale“. Ideale richiama astrazione, fantasia, contrapposizione alla realtà. Nel quadro, anche se non troppo realisticamente  è percepibile la  sagoma di un castello; non è pertanto possibile ascrivere il dipinto a pieno titolo alla figurazione, ma del resto nemmeno all’astrazione pura.

Due furono i motivi che spinsero me, all’epoca ventiduenne, a creare quel quadro: il castello di Sarteano e una frase “Accomandia serener tersete” (e tale espressione poteva e forse doveva essere il titolo!).

In un vecchio appunto  manoscritto casualmente reperito (vergato con inchiostro stilografico su pagina di  vecchio quaderno databile attorno al periodo 1930 -1940) si parla di questa scritta, Accomandia serener tersete” riferendola ad una frase scolpita su un’antica pietra posta, secondo l’estensore, vicino a Sarteano, mio paese natio. Purtroppo questa pietra io non l’ho mai vista, e purtroppo non l’ha mai vista nessun altro tra le mie conoscenze; ma qualcuno ha riferito di averne sentito parlare.

Al di là del fatto se tale epigrafe sia esistita o meno (peraltro la scritta potrebbe essere stata anche copiata male) non è mai stato chiarito il significato della frase.  Da parte di persone ritenute ferrate in materia di storia locale a cui sono stati richiesti lumi, è stata prospettata l’ipotesi che potesse trattarsi della testimonianza di una sorta dichiarazione di protettorato (accomandia potrebbe stare per “accomandigia”, ovvero una sorta di contratto con cui signoria si metteva sotto protezione di un’altra signoria). Non .è stato possibile nemmeno attibuire un qualche significato alle  altre parole  “serener”  e “tersete”.

Nonostante ciò  la frase mi colpì, mi è rimasta impressa e mi è sempre piaciuta!

Anche se a tale iscrizione, a onor del vero,  mai è stata attribuita troppa importanza in mancanza di datazione, di possibile attribuzione e persino di autenticità, per me resta una bella frase, una frase che ha un bel suono, una frase che rimanda a memorie antichissime, e dunque anche ai castelli.

*Nota a margine della Mostra Collettiva CASTELLI IN ARTE Pittura, scultura, fotografia. Opere degli Artisti del Gruppo Donatello e dei Soci dell’ ISTITUTO ITALIANO CASTELLI SEZ. TOSCANA, inaugurata 11 Maggio 2019 al Gruppo Donatello

 

A proposito di un evento denominato “Mostra in piazza”

La Mostra in Piazza (altrimenti detta Mostra all’aperto) e la Mostra di Natale (altrimenti detta Mostra Sociale) sono due imperativi categorici, due manifestazioni “obbligatorie” per i soci del Gruppo Donatello, due scadenze che tuttavia i soci vivono non come obbligo, ma come l’attesa di un gioioso appuntamento in cui si porta qualcosa di nuovo della propria produzione e anche, o forse soprattutto, ci si ritrova.

La Mostra in Piazza o Mostra all’aperto che dir si voglia, per volontà del nuovo Consiglio direttivo del fiorentino gruppo Donatello, di cui al momento detiene la presidenza il professore Ugo Barlozzetti rinnoverà anche quest’anno la tradizione della storica “Mostra all’aperto”, che si svolgerà appunto in piazza Donatello (Piazzale per i perfezionisti cultori della toponomastica!) nei giorni 13-14 e 15 Giugno 2019.

E’ forse una scelta di campo: quasi mai la mostra è iniziata di Sabato o Domenica; stavolta finisce di Sabato invece finisce; quasi sempre come stavolta ha avuto inizio, corso e fine nei giorni infrasettimanali.

Più che mai quest’anno è nell’aria il desiderio di riattivare, riattualizzare, far rivivere l’atmosfera, il significato e lo scopo con cui la Mostra (ma Mostra e basta, per quanto con la emme maiuscola è riduttivo!) era nata nel 1948. Fondamentali artefici all’epoca furono gli artisti Mario Moschi, Delio Granchi, Bruno Catarzi ed Eduardo Gordigiani.

Tale spirito, tale clima si evince dalla lettura delle pagine del volume “IL QUARTIERE DEGLI ARTISTI” curato dalla storica dell’arte Vittoria Corti :

“Mettere le opere in piazza fu appunto, un espediente per invogliare i passanti a guardarle, incuriosirli, educarli e trarne diletto. Si combinò, per l’occasione, anche una gara ciclistica, con premi offerti dai commercianti della zona. Insomma si volle (e si riuscì ) dare alla manifestazione il movimento, l’affollamento, il chiasso festoso di una sagra paesana.”

Le parole della Corti testimoniano il rapporto tra arte e sport che in per un certo tempo si è affievolito, ma che in tempi più recenti si è rivitalizzato grazie soprattutto ad Enrico Bandelli. con il mondo della maratona (molti artisti hanno realizzato magliette), con il mondo della bicicletta (murales del 2013)

E di tempo ne è passato, e ogni anno ecco anche il prezioso CATALOGO MOSTRA per il quale non ringrazieremo mai abbastanza Gianni Oliveti. Siamo prossimi ai 70 anni! E’ ANCORA DISPONIBILE IL VOLUME “GRUPPO DONATELLO SESSANT’ANNI DI STORIA” tratto dalle tante testimonianze giornalistiche sulle “mostre in piazza” con rare foto di artisti, personaggi e autorità politiche dell’epoca. Parimenti non finiremo di ringraziare Francesco Bandini per un altro volume indispensabile per conoscere la storia del Gruppo Donatello (Francesco Bandini (a cura di): Artisti in Piazza. Cronache e storia del Gruppo Donatello, Alinea ed., 1983, Firenze).

Notevole per quantità e qualità l’attività culturale dell’anno 2018 del Gruppo Donatello. Si sono svolti ben 38 eventi (sei più dell’anno precedente). Tenendo conto della pausa estiva (luglio, agosto e una parte di settembre), si sono svolte mediamente 4 iniziative per ogni mese. L’attività espositiva ha visto protagoniste svariate discipline: pittura, scultura, grafica, fotografia, collage.

Sono state allestite 17 mostre; 6 personali e 11 collettive. Va precisato che molte collettive vedevano protagonisti un massimo quattro espositori, da essere pertanto considerabili piccole personali. Sono stati inoltre presentati 7 libri.

Tornando a noi, ai nostri giorni al futuro imminente della manifestazione, ecco ciò che si svolgerà a Firenze in piazza Donatello nei tre giorni:

Esposizione delle opere (ottanta artisti tra pittori, scultori, grafica, fotografia), tre conferenze serali a cura di Barlozzetti che parlerà in sequenza dei “Bronzi di Riace” (giovedi),  Alcune considerazioni su pellicole proiettate a le“Cene al Cine”: Turner, Lautrec, Fur (Diane Arbus) (Venerdi);  “Donatello e il suo tempo” (Sabato)

Non si può che concludere sottolineando i due punti di forza della mostra:

  • Sempre uguale, quindi regolarità, continuità, ricorrenza tradizione
  • sempre diversa quindi approfondimento, novità, nuove opere, talora nuove tecniche e nuove facce

E con un auspicio che è praticamente una certezza: ritrovarsi ancora qui di giugno, i piazza, per tanti anni ancora

Non è certo poca cosa!
Mostra in Piazza
Sempre uguale la mostra in Piazza
Puntuale, affollata, assolata, colorata
Sempre diversa la mostra in Piazza
Molte immagini, molti dipinti, molte persone
Anche nuove immagini, nuovi dipinti, nuove persone
Affezionati, frequentatori, passanti occasionali, cultori, curiosi, parenti, amici, pittori, giornalisti, critici, collezionisti. Altri, altri ancora. Tanti
Anche quest'anno, come ogni anno, nel mese di giugno
Quest'anno, come oramai da tanti anni, nel giugno duemilaundici
si ripete e si rinnova l'evento, piacevole e aspettato evento
il tredici giugno duemiladiciannove si apre la mostra in Piazza
il quattordici giugno duemilaundici continua la mostra in Piazza
il quindici giugno duemilaundici si chiude la mostra in Piazza
Vediamo tante cose, tanti quadri, tanta gente, anche sculture e anche volti familiari e nuovi
Dura tre giorni, tre lunghi interi giorno da mane a sera
Ci portiamo nel ricordo volti, inquadrature, dettagli, discorsi, tinte forti, mezze tinte, tratti fini, tratti forti, soggetti più svariati a due e a tre  dimensioni
Ci vedremo ancora l'anno prossimo
a Firenze, a Giugno, in Piazza Donatello

“Oh che bel castello! al Donatello al Donatello!”

Saluto ai partecipanti alla Mostra Collettiva CASTELLI IN ARTE Pittura, scultura, fotografia. Opere degli Artisti del Gruppo Donatello e dei Soci dell’ ISTITUTO ITALIANO CASTELLI SEZ. TOSCANA, inaugurata 11 Maggio 2019 al Gruppo Donatello

Questa mostra assomiglia davvero ad un libro: Le mille e una Italia di Giovanni Arpino. Nel libro si narra di un viaggio fantastico; il  protagonista è un ragazzo,  Riccio Tamarrano che dalla Sicilia attraversa l’Italia (non solo spazialmente ma anche temporalmente avanti e indietro nel tempo, incontrando persone vissute in diverse epoche, anche lontane) per raggiungere il lontano padre emigrante minatore.

Qui non c’è Riccio; al suo posto c’è il visitatore, visitatore di castelli e di mostra ad un tempo, che lungo le pareti del Donatello può anch’egli vagare da cartello a castello, da rocca a rocca, da maniero a maniero, incontrando personaggi più o meno celebri, condividendo suggestioni ed emozioni.

Il viaggio è lungo, di tela in tela ci ritroviamo ad Acquabella, ad Arcidosso, a Fosdinovo, a Monteriggioni, due volte a Poppi. Poi ancora a Quarate (il nome non inganni, non è nell’oltrepo pavese, ma nel comune della vicina Bagno a Ripoli), a Romena (Comune di Pratovecchio). Una capatina in città a Santa Maria del Fiore e alla Fortezza da Basso, di nuovo nel Senese a Staggia, ancora nell’aretino, zona che appare preferita dagli artisti, a Subbiano e Valenzano.

Si fanno incontri, nobili figure e semplici persone; gente famosa o sconosciuta. Ecco apparire il Conte Cattani, poi una semplice guardia del castello; eccoci di fronte al casato Malaspina. Ultima, ma come si dice ai congressi, non ultima tra un castello e l’altro anche Pia de’ Tolomei in quel di Gavorrano.

Tutti i castelli sono liberamente riprodotti; dipinti, disegnati, fotografati, financo scolpiti. E sono fedeli all’originale, oppure inventati, o anche sognati, talora idealizzati, accompagnati dal mistero o dal chiaro di luna. E la creazione è recente fatta appositamente per l’evento, ovvero datata, o ancora coeva alla gioventù dell’artista e talora alla sua infanzia (l’arco temporale  1958 al 2019 dice tutto!)

C’era una volta… recita il titolo di un quadro e lo recita anche un incipit universale. C’era una volta… Cosa c’era? Un re? No, c’era un Castello! Un castello, sì! “Oh che bel castello!”  Recita un altro titolo di un altro quadro, Un titolo che ci riporta all’infanzia. Ci viene da continuare “Dirondiro Dirondello“; anzi no “Oh che bel castello! al Donatello al Donatello!

A complemento di informazione ecco il link ove è possibile vedere il  catalogo della mostra:

Catalogo on line della mostra

Un ringraziamento particolare ad Anna Maria Calamandrei Santi e ad Andrea Martini che lo hanno realizzato. Un ringraziamento a tutti i soci dell’Istituto Castelli e del Gruppo Donatello che, formando un team deciso, coeso e motivato, hanno permesso la realizzazione di questo straordinario evento.

RDL

 

Gruppo Donatello – Attività 2018

Notevole per quantità e qualità l’attività culturale dell’anno 2018 del Gruppo Donatello. Si sono svolti ben 38 eventi (sei più dell’anno precedente). Tenendo conto della pausa estiva (luglio, agosto e una parte di settembre), si sono svolte mediamente 4 iniziative per ogni mese. L’attività espositiva ha visto protagoniste svariate discipline: pittura, scultura, grafica, fotografia, collage.

Sono state allestite 17 mostre; 6 personali e 11 collettive. Va precisato che molte collettive vedevano protagonisti un massimo quattro espositori, da essere pertanto considerabili piccole personali. Sono stati inoltre presentati 7 libri.

12 Gennaio 2018 Conferenza su Ottone Rosai Relatore Corrado Marsan. Una fine e un inizio. Primo evento del 2018 di un ciclo di incontri, voluti da Ugo Barlozzetti e dallo stesso Marsan, dedicati a figure significative del mondo della pittura.

13 Gennaio Inaugurazione della Mostra Collettiva “Seiartistisei“. Opere di Giampaolo Beltrame, Daniel Craighead, Luana Lapi, Roberto Mc Clintock, Gianni Oliveti, Elisabetta Weber. Per questa collettiva allestita con premura per motivi contingenti, gli artisti hanno recuperato vecchi lavori, lavori “inconsueti”, lavori tematici occasionalmente preparati, esperienze uniche, ovvero, come Oliveti ben tratteggia nell’invito: “tutto quanto animato dall’essere artisti, sempre pronti a mettersi in gioco con semplicità, anche quando si tratta di supportare le necessità del nostro Gruppo. E il risultato? Sarà ottimo, senza alcun dubbio!” Ed è stato proprio come Gianni ha pronosticato!

27 Gennaio Inaugurazione della Mostra “Il profumo dei miei fiori“. Opere di Wilma Mangani. L’artista ha una lunga militanza alle spalle e numerose esperienze espositive in molte sedi qualificate. Presso il Gruppo Donatello ha festeggiato nel 2013, con una mostra antologica, i sessanta anni di attività, nel 2016 ha proposto una seconda personale, “Viaggio interiore”, e quest’anno appunto, presenta  il tema floreale.

2 Febbraio Conferenza su Vinicio Berti. Relatori: Ugo Barlozzetti e Corrado Marsan. L’opera del grande Vinicio e dell’astrattismo classico, movimento di cui fu cofondatore con Gualtiero Nativi, Bruno Brunetti, Alvaro Monnini e Mario Nuti. L’incontro prosegue il ciclo di conferenze iniziato il 12 gennaio, dedicate a figure significative del mondo della pittura.

10 Febbraio Inaugurazione Mostra Collettiva al femminile “Noi tre“. Opere di Antonietta Borgioli, Patrizia Gabellini, Annamaria Maremmi. Scrive Gianni Oliveti “Ognun per sè, arte per tutti!” Non si può che dagli ragione: abbiamo infatti tre stili diversi di altrettante artiste, non legate da alcuna tematica espositiva, nè dalla tecnica; ma legate soltanto da bravura, amicizia e forte senso di appartenenza al Gruppo: non c’è che dire, un ottimo mixer!

15 Febbraio Conferenza di Corrado Marsan su Gianni Vagnetti (1897-1956), pittore fiorentino di notevole spessore, vissuto nella nostra vicina piazza Donatello e padre di Vieri Vagnetti (1936 – 1994), nostro socio negli anni ‘80 e ‘90.

24 Febbraio Inaugurazione Mostra Collettiva “Per diverse visioni“. Opere di Sandra Ajello, Fiorella Macchioni, Cinzia Pistolesi. Ancora tre artiste, ancora un ottimo risultato. Ovvero le differenze come valore aggiunto; scultura, pittura, figurazione, astrazione. Non per ripetersi, ma siamo ancora di fronte ad un ottimo mixer!

10 Marzo Inaugurazione mostra “Contrappunto“. Opere di Giuseppina Cappello e Leonardo Goggioli. Il titolo mantiene fede a quanto Giuseppina e Leonardo presentano due melodie diverse e indipendenti ma ben “contrappuntate”: irruenta e forte di colore la prima, modulata e con toni forti ma suadenti la seconda..

15 Marzo e 22 marzo ancora due importanti conferenze su Primo Conti e su Lucio Venna. Promotori e relatori ancora una volta Marsan Barlozzetti.

24 Marzo Premio Donatello alla carriera al Maestro Franco Zeffirelli in occasione del 70° anniversario del Gruppo Donatello. La manifestazione si è tenuta presso il Museo Zeffirelli, Piazza San Firenze 5, a Firenze, dove è stata consegnata una speciale Pisanelliana, modellata a grandezza naturale da Gianni Oliveti con un ritratto del Maestro in età giovanile. Nella bella serata anche un altro tributo al maestro Franco Zeffirelli: la consegna di un ritratto eseguito da Anna Cecchetti.

25 Marzo Inaugurazione mostra “Epos Elegia e Mito“. Opere di Marco Orsucci e Paolo Pesciullesi. Sculture del primo abilmente coniugate con le pitture del secondo. Orsucci “…restaura le funzioni dei significanti, riuscendo soprattutto a privilegiare con con misura autenticamente classica e nello stesso tempo contemporanea” (Barlozzetti). In Pesciullesi “… si avverte il fascino di un mondo che scaturisce  dalla singolare visione di un surrealismo rielaborato, ridefinito attraverso la sensibilità dell’artista” (Mistrangelo).

7 Aprile Inaugurazione mostra “Forma e colore” Sculture di Mimma Di Stefano e pitture di Giovanna Ferrara. Ottimo accostamento di due modi sensibili di intendere la rappresentazione della realtà nelle sue varie espressioni: figura umana, natura morta, paesaggio.

12 e 19 Aprile Continua ancora il ciclo di conferenze curate da   Ugo Barlozzetti  e  Corrado Marsan con due incontri dedicati rispettivamente a Giovanni Colacicchi e a Ugo Capocchini due maestri importanti, verso la cui memoria la nostra città  non ha mostrato adeguata sensibilità.

21 Aprile Inaugurazione mostra “Ricordiamoli”. Opere di cinque soci recentemente scomparsi, ma che vivono nel nostro affettuoso ricordo: Aldo Andreoli, Sandra Batoni, Enzo Faraoni, Enzo Pazzagli, Edda Tanara. Sono stati grandi artisti e soprattutto nostri amici.

26 Aprile Nella più bell’arte. Incontro con lo scrittore Marco Vichi, noto ben oltre la realtà toscana. Confidenze tra l’arte e la vita. L’autore ha parlato a lungo del suo ultimo libro “Nel più bel sogno” e più in generale della genesi della sua opera e della creazione dei suoi personaggi, primo tra tutti il commissario Bordelli, protagonista di tante avventure.

3 Maggio Conferenza. Barlozzetti Marsan parlano del grande artista Silvio Loffredo (1920 – 2013) scomparso cinque anni or sono ma sempre vivo nel ricordo e nella stima di molti di noi che gli sono stati amici.

5 Maggio Inaugurazione mostra personale di Alessandro Goggioli “storie A punti“. Bella mostra di opere recenti -attentamente condotte “per punti”- del fiesolano Alessandro Goggioli. Ben inquadra Ugo Barlozzetti i lavori di Alessandro:  “…le opere acquisiscono una ironia costruttiva, avviano a una riflessione sul passarsi di testimone dell’esistere tra le generazioni e invitano a saper vedere, nella quotidianità degli eventi che mutano la storia

17 e 24 Maggio Continua il ciclo di conferenze dedicate rispettivamente ad Alberto Moretti e a Fiamma Vigo due indimenticabili personalità nell’ambito dell’astrattismo e delle avanguardie in genere a Firenze.

6 Giugno- 12 Giugno Inaugurazione mostra all’aperto 2018. Inaugurazione della XLVIII MOSTRA di PITTURA – SCULTURA – GRAFICA – FOTOGRAFIA degli Artisti del Gruppo Donatello in Piazza Donatello. Il tradizionale appuntamento è stato arricchito da numerosi altri eventi. Il 6 giugno, con la presenza di varie autorità cittadine, è stata ufficialmente inaugurata la XLVIII Mostra all’aperto, e in galleria, contemporaneamente, si sono potute ammirare le opere presentate al Concorso fotografico Silfi – Donatello “Firenze Smart City: una città che cambia tra sviluppo e sostenibilità”. La giornata di apertura è stata arricchita anche da  un drink offerto dalle case vinicole Guicciardini e Frescobaldi e dal Panificio La Spiga. Altre manifestazioni satelliti alla mostra sono state la presentazione del libro di Lorenzo Borghini “Diario di un viaggiatore sentimentale” (con intervento  del prof. Ugo Barlozzetti accompagnato da letture dell’attore Alessandro Calonaci). – e quella del libro di Nicola Coccia “Carlo Levi, dal confino alla Liberazione di Firenze”. Dal 12 Giugno la Mostra fotografica si è spostata a Villa Arrivabene – sede del Q2 – in Piazza Alberti, dove il Presidente del quartiere Michele Pierguidi ha aperto la mostra fotografica delle opere partecipanti al concorso Silfi-Donatello a cui è seguita la premiazione dei vincitori e un drink offerto dal ristorante Il Pesce Rosso

 15 Settembre. Inaugurazione della mostra fotografica “Graffi d’autunno” Opere di Fabio Canali. Fotografo, quarantenne. Lui stesso pone l’accento su passione fotografica ed età anagrafica nella breve scheda con cui si auto-presenta nella locandina che annuncia la sua personale. Fabio ama, e lo dimostra, la luce,  quella che filtra tra i rami degli alberi colti in controluce, così come quella apprezzabile quasi come trasparenza su petali e pianticelle e altri elementi della natura. Talora l’intervento in “postproduzione” obbliga a percepire una sorta di movimento, di vitalità, di energia. Fabio non eccede mai comunque nell’elaborazione dell’immagine; sa fermarsi al momento giusto.

26 Settembre Assemblea annuale dei soci

 

 

 

 

 

29 Settembre Inaugurazione Mostra “A onor del vero“. Opere di Francesco Beccastrini e Paolo Vannini. L’onor del vero non par qui sinonimo di “Se la vogliamo dire tutta“, ma piuttosto la maniera di onorare con stili e tecniche diversa appunto il vero; volti dal vero, paesaggi dal vero, interni dal vero. Interventi di Ugo Barlozzetti e Giuse Benignetti.

13 Ottobre Inaugurazione mostra  “Ritorno all’ordine” opere di Marcello Paoli. Interventi di Ugo Barlozzetti e Roberto Della Lena.  L’artista stesso dichiara come questa mostra scaturisca da un’esigenza profonda di “ordine” che gli si è “manifestata”, verrebbe da dire con Hillman, “con la forza di un’annunciazione”.

27 Ottobre Inaugurazione mostra “I collage”. Opere di Armando Mannini. Ottimo scenografo e collagista, Armando presenta bei lavori tratti dalla sua lunga esperienza teatrale, come si legge nell’invito: “… proprio la scenografia divenne la sua passione e pian piano dal Piccolo Teatro di Firenze si trovò a girare in tutta Italia con le varie compagnie (…) forse da questo mondo dove tutto è finzione è nato il suo amore per l’elaborazione delle immagini fotografiche, che cominciò a ritagliare, frammentare e ricomporre fino a creare qualcosa di nuovo, di magico, di onirico” (F. Cianfanelli)

7 Novembre Presentazione del libro di Fabrizio Borghini e Luca Giannelli “Il primo cinema non si scorda mai“, una piacevole rassegna di cinematografi e “cinemini” parrocchiali di una volta, piacevolmente ricordati da una folta schiera di personalità fiorentine.

10 Novembre Inaugurazione mostra “Ad occhi chiusi“. Opere di Enrico Bandelli. Non solo una mostra, ma  un’esperienza multisensoriale grazie alle opere realizzate da Enrico in modo da permetterne la fruibilità da dei disabili visivi.  La mostra realizzata con la collaborazione dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti di Firenze L’abilità di Bandelli  è ulteriormente sottolineata dal sapiente utilizzo di materiale  recuperato nelle spiagge toscane con cui Enrico ha creato una serie di Pinocchi.

24 Novembre.  Inaugurazione mostra “Elogio della diversità” Opere di Giampaolo Beltrame, Cinzia Pistolesi, Anna Mercati. Tre differenti modi di rappresentazione artistica. La raffinata tecnica di  Giampaolo Beltrame, qui o più che altre volte declinata in composizioni fitte di personaggi che popolano o hanno popolato eventi significativi della nostra storia; le composizioni informali di Cinzia Pistolesi, giocate essenzialmente sul colore, sui contrasti, talora sulla sottolineatura materica a trasmettere vibranti emozioni;  la grafica e la scultura di Anna Mercati ci mostrano ancora una volta la straordinaria abilità e l’armonia sia sulla carta impressa dalle sue incisioni, sia quando muovendosi nelle tre dimensioni realizza bei soggetti in  terracotta e ceramica.

28 Novembre  Presentazione del libro di Oriano Bertoloni “L’alba del priore” (Edizioni Medicea)

9 Dicembre Presepe d’Artista 2018. Anche quest’anno nel giardino antistante Villa Arrivabene, sede del Quartiere 2, inaugurato un Presepe i cui personaggi (storici e non) sono opera dei Donatelliani. “Un” presepe, perché come ogni anno, sempre a cura degli Artisti del Gruppo, si affiancherà a questo anche un altro presepe che il giorno 22 sarà allestito a Villa Fagan.

13 Dicembre Giornata di Donatello. Al mattino convegno sul tema: “Donatello e il suo tempo” nel Saloncino Paolo Poli del Teatro della Pergola. Interventi di Ugo Barlozzetti (Presidente del Gruppo Donatello), di Antonio Natali (Storico dell’Arte e Premio Donatelo 2018), e di Francesco Bandini (Architetto, Archeologo Biblico e past President del Gruppo Donatello).
Nel pomeriggio la tradizionale Deposizione delle Ghirlande sulla tomba di Donatello; al termine della cerimonia il baritono Rolando Panerai (Premio Donatello dello scorso anno 2017) canta l’Ave Maria  Franz Schubert. A seguire, presso il Caffè Storico Gilli viene attribuito il Premio Donatello 2018 al prof. Antonio Natali con consegna della Pisanelliana modellata a grandezza reale dallo scultore Marco Orsucci

15 Dicembre Inaugurazione mostra “Deja vu“. Mostra di Pittura, scultura e Fotografia. Opere di Giuliana e Nicola Signorini.  I quadri di Giuliana Signorini e le fotografie di Nicola, ancora una volta insieme, la terza,  vengono proposti in questa “Déjà vu”, dopo “Ieri e oggi” del 2017 e “4 + 1” del 2016. La trilogia, iniziata con una celebrazione dei quattro elementi acqua, aria, terra e fuoco insieme all’elemento umano, il quinto, e continuata con “ieri e oggi”, autentico percorso e ricerca delle radici, fino a “Deja vu” in cui la collaborazione-sintesi diviene sempre più approfondita e alta. Purtroppo il destino, privandoci di Giuliana solo due mesi dopo la mostra, non ci consentirà apprezzare l’ulteriore evolversi di questa diade artistica, ma quanto ella ha seminato verrà raccolto da Nicola e il ricordo di lei e dei suoi “vortici” resterà in noi che l’abbiamo per tanti anni apprezzata, come artista e come insostituibile amica.

19 Dicembre. Presentazione del libro “Firenze e Gerusalemme, speranze di pace nel tempo presente“, di Francesco Bandini. Il libro racchiude articoli e saggi di archeologia biblica, antropologia ed etica pubblicati fra il 2009 e il 2018.

22 Dicembre Presepe d’Autore 4. Presepe alla Banca Cambiano. Per il quarto anno consecutivo gli Artisti del Gruppo Donatello hanno allestito un Presepe anche a Villa Fagan, in viale Gramsci. Questo presepe ha una peculiare caratteristica; accanto ai personaggi tradizionali sono presenti oltre trenta sagome in legno e dipinte, raffiguranti  imprenditori, commercianti della zona, personaggi sportivi e altri personaggi noti in città (ogni anno se ne aggiunge qualcuna nuova). Come consuetudine anche quest’anno è stato pubblicato  a cura di Gianni Oliveti, il catalogo “Presepe d’Autore 4” che va ad aggiungersi ai precedenti. Il Presepe è rimasto aperto al pubblico fino al 6 gennaio.

Seiartistisei (seranmessidaccordopell’acquamaunlosapevano)

SEIARTISTISEI

Faccio mio il testo di Gianni Oliveti, pubblicato sulla locandina che annuncia la mostra collettiva “Seiartistisei”. Faccio mio un sottotitolo e avrò modo di spiegar perché. Ecco il testo di Gianni

SEI ARTISTI SEI è nata in fretta – per riempire un vuoto creatosi nel calendario mostre – mettendo insieme durante l’ultima inaugurazione sei amici che si sono dichiarati disponibili con altrettanti scampoli di mostra: cose vecchie (come le mie) esperienze diverse (come le foto di Craighead), lavori recenti (Weber), foto a tema (Mc Clintock), o a sorpresa (non so ancora di preciso cosa porteranno Beltrame e Lapi), tutto quanto animato dall’essere artisti, sempre pronti a mettersi in gioco con semplicità, anche quando si tratta di supportare le necessità del nostro Gruppo.
E il risultato? Sarà ottimo, senza alcun dubbio!…
Gianni Oliveti

“Sei artisti sei” nella titolistica di tradizione e anche d’annata non può non rimandare a “Settevoltesette”, film di successo del 1969 dove però non si parlava di arte ma di un colpo perfetto ovvero stampare milioni di sterline usando i macchinari della zecca di stato (non ricordo se fu perpetrato o se qualcosa andò storto).
Il sei qui usato è invece il numero di Artisti espositori, espositori forse inaspettatamente, imprevedibilmente, ma compiutamente e brillantemente. Sei, peraltro, è anche leggibile come voce del verbo essere e forse quel sei, se lo leggiamo con un punto esclamativo richiama non tanto un presente indicativo, quanto un imperativo del verbo essere! Appunto con il punto esclamativo! Quanto annunciato e quanto presentato a sorpresa lo abbiamo visto sabato scorso, il 13 gennaio 2018, in via degli Artisti. Aveva ragione il buon Gianni, la profezia si è avveratata. Una bella mostra. Tutto si percepiva fuorché l’improvvisazione o, come più gergalmente si dice, l’arraffazzonamento (secondo taluni raffazzonamento, secondo i più neologismo pressoché sconosciuto).
Una mostra che forse ha svolto un tema “a sua insaputa”: l’acqua.
L’elemento acqua è proposto da Luana Lapi con l’Arno, il fiume di tutti noi fiorentini, che – dato l’enorme flusso turistico e non solo turistico – è anche il fiume degli italiani tutti, e di tanti stranieri che accorrono ogni giorno dell’anno.
Anche Elisabetta Weber, a cui sono cari i temi della natura, porge un tributo all’acqua, a quella del mare a lei tanto caro, un mare toscano. Elisabetta che sa far parlare i colori con grande maestria regala qui – tra le altre opere – un mare con “tutti i colori del blu”.
Il tema proposto da Daniel Craighead è apparentemente “meno acquatico”, ma, appunto, solo apparentemente. Ci offre immagini un po’ totemiche di tronchi d’albero ammassati in terra a formare spontanee sculture o archetipali capanni; manco a dirlo i tronchi stanno sulla spiaggia, appunto accanto allo specchio marino. Suggestive le immagini fotografiche di Roberto McClintock che propongono effetti innovativi sull’intramontabile b/n; McClintock espone bellissime immagini del figlioletto, ma non si esime – quasi una premonizione – di inserire anche lui il dovuto tributo: si riconoscono un acquario e uno specchio lacustre con canna da pesca!
Confesso che non ho trovato, se non in tracce, acqua nei dipinti di Giampaolo Beltrame; tra scenari terribili popolati da gente impaurita dalle catastrofi, e anche tra personaggi che offrono speranza e umana solidarietà, tuttavia l’elemento acqua pur assente nella figurazione è suggerita, quindi presente, dalle immagini: vigili del fuoco, desertificazioni, violenza degli elementi.
Ultimo ma non ultimo Gianni Oliveti, che ha estrapolato dalla sua immensa produzione, pittorica e grafica, una serie di opere, la maggior parte delle quali – riecco l’acqua – popolata da pesci, che rimandano al tema generale della natura e dell’ecologia, ma anche a racconti scritti sempre da Gianni.

Doveroso dire che la mostra ha avuto grande successo, tanto pubblico, tanta partecipazione. La promessa di partenza “Sarà un successo” è stata mantenuta.

PS C’è stata anche un’altra analogia tra acqua e mostra, ma di questa ne parlerò prossimamente dopo averne parlato con gli artisti.

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[Testo non definitivo, da correggere, e da corredare con figure]

Con occhi diversi

Viene alla mente, per analogia, la frase simile “con gli occhi dell’altro”. Si allude qui invece alla mostra di Leggieri, Poneti e Stolfi, inaugurata il 28 ottobre 2017 al Gruppo Donatello. Tre artiste, tre tecniche, una buona coesistenza, quasi un’amalgama agli occhi, questi anche diversi, dei fruitori spettatori.
La figurazione è presente in tutte e tre le artiste. Una figurazione diversificata e diversamente declinata. L’elemento naturalistico, la figura umana, i simboli. Frutta, volti, locomotive, sorrisi, fogliame, muri senza tempo. Grafica, pittura “tradizionale”, pittura materica.
Par di cogliere – è una mia personale considerazione – una sorta di amore per le cose di tutti i giorni, semplici, pur collegate ineluttabilmente (ricordate i famosi fili interrotti di rosselliana memoria?) ai sogni, ai silenzi, all’immersione in un’atmosfera che pare fare da cornice o da ulteriore cornice alle opere.

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[testo non definitivo]

Concerto a quattro voci

Il ventinove ottobre 2016, presso la sede dello storico sodalizio Gruppo Donatello è stata inaugurata la mostra collettiva di pittura e scultura “Concerto a quattro voci” con opere di Rolando Giovannini, Patrizia Pandolfini, Umberto Muti e Sergio Rinaldelli” Così di solito recita, con nomi e date diversi, l’incipit dei filmati televisivi delle inaugurazioni che ogni due settimane si avvicendano in via degli Artisti a Firenze.
Così è stato anche stavolta.
Eppure per quanto convenzionale e atteso è srato l’annuncio, questa mostra è subito apparsa, o meglio percepita, particolare, diversa, accattivante. Un evento collettivo ristretto a un numero contenuto di persone è di per sè un evento che consente ad un tempo il collettivo, senza disperdere le singolarità. E singolare è il titolo della collettiva d’arte in cui compare il “quattro”, numero che rimanda a più complessi concetti come quello della quaternità, che a sua volta rimanda a concetti di opposizione e di complementarieta, o anche, e qui la cosa si complicherebbe oltremodo, a un tre più uno dove “il tre/i tre” “mostra/mostrano” una propria differenziazione e “l’uno” una diversa differenziazione.
Abbiamo dunque tre astrazioni e una figurazione (la figurazione scultore a di Patrizia contrapposta alle tre diverse astrazioni, quella sussurrata è fantastica di Sergio, quella essenziale, decisa e sottolineata di Rolando, quella a tre dimensioni reperibile nelle sculture di Umberto con forme, sbalzi, intarsi che rimandano a valori arcaici e culture lontane), così come tre artisti maschi e un’artista femmina, e, volendo ancora tre artisti del legno-carta-tela e una invece legata alla pietra-terra.
La metafora musicale (forse i titoli alla fine non sono mai scelti a caso, anche quando si pensa che lo possano essere) rimanda la figura dell’artista a quella del solista, e in modo consequenziale la mostra tutta ad ad un’orchestra, ad un concerto, ad un quartetto.
Quello che – complice inevitabilmente ranche l’allestimento – colpisce è l’armonia del tutto nella diversità dei linguaggi dei singoli artisti. Ecco dunque che si assiste ad un gioco di opposti elementi, che è anche un gioco di elementi comlementari.

concertoquattrovoci

[Testo non definitivo, continua]

Gruppo Donatello, attività 2015

Gruppo Donatello, attività 2015.

 

Il Gruppo Donatello, storico sodalizio artistico fiorentino ha superato il sessantesimo anno di età. Oggi la sua compagine è composta da ottanta soci ordinari tra pittori, scultori, fotografi, a cui vanno aggiunti soci aggregati e soci amatori cultori di altre discipline, anche non figurative. Viene di seguito riferita l’attività dell’anno da poco terminato.
Nel 2015 si sono svolte al Gruppo Donatello ben 19 mostre, a cui vanno ad aggiungersi le due collettive “Mostra in Piazza” e “Collettiva di Natale”. Gli Artisti del Gruppo hanno altresì allestito due presepi. In galleria si sono svolte anche conferenze e presentazioni di libri. La Giornata dedicata a Donatello, 13 dicembre 2015, ha visto la realizzazione di molti eventi: tavola rotonda sui temi dell’arte, la deposizione di ghirlande sulla tomba dello scultore; l’attribuzione del premio Donatello 2015 e consegna della ‘pisanelliana’ in bronzo.
Piace ricordare che gli Artisti hanno organizzato almeno tre cene sociali. Il Consiglio del mese di maggio 2015 è stato rinnovato, e nel mese di dicembre è stato eletto il nuovo presidente.

Cronologia
Il 2015 espositivo ha inizio con la mostra personale fotografica di Marco Chiarantini, inaugurata il diciassettesimo giorno del nuovo anno. Chiarantini è fotografo sperimentatore, infatti accanto ad un’attività più propriamente documentaria affianca un’attività creativa di elaborazione delle proprie immagini (a suo dire anche di quelle riuscite peggio!). Ecco così che nascono scene popolate da sagome di ballerini, attori sul palco e dettagliata oggettistica. Le opere sono in bianco-nero e stampate in formato molto grande. Il mixer BN/Large è vincente!

L’ultimo giorno di Gennaio inaugura la sua personale Adriano Danti. è Medico e anche figlio di Artista. Sono stati infatti post macchiaioli ben tre Danti! Gino Danti(1881-1968) nonno di Adriano, Amleto Danti (1904-1997) padre di Adriano, e oltre ai predetti nonno e padre è stato pittore post-macchiaiolo anche uno zio: Piero Danti (1910-2009). Adriano Danti in questa sua mostra personale “tradisce” la pittura classica a favore di un figurativo più libero costellato di segni, simboli, citazioni, che rimandano a mondi dell’adolescenza, della musica, dei mutamenti della società. Nell’opera di Adriano si incrociano vari tipi di memorie e si sa, semplificando assai, “La memoria fa ricordare un po’ quel che gli pare”. E’ un’arte quella di Adriano che tende al mutamento, al cambiamento. Ed è un cambiamento che, con il suggerimento, ma forse un vero e proprio invito, al ricordo della maestria pittorica di chi ci ha preceduto e a quello della memoria collettiva sociale e musicale (con aree di sovramissione), si avverte piacevolmente. Vedi anche altro articolo su questo blog

Il giorno di San Valentino è la volta di Fiorenzo Toniutti e Filippo Cianfanelli. Titolo della mostra è “Realtà e fantasia”. Curioso che come l’espositore della mostra precedente (Danti), anche Cianfanelli è medico e figlio d’artista; infatti è il padre Folco, pittore e disegnatore, il suo primo Maestro. Reperibili in Cianfanelli riferimenti alla pittura macchiaiola. Approfondimenti sul sito personale di Filippo
Fiorenzo Toniutti, formatosi all’Istituto d’Arte, offre allo spettatore una grafica davvero comunicativa ed emozionante; ha presentato interessanti ed espressivi ritratti (una bestemmia chiamarli caricature!) di numerosi personaggi, quasi tutti famosi. Per approfondire vedere il sito personale di Fiorenzo.

Amalia Ciardi Duprè e Paolo Pesciullesi sono i protagonisti della mostra “Il mito e la memoria” inaugurata il 28 febbraio 2015. I percorsi artistici dei due prestigiosi espositori parlano da soli. La mostra oltre alla prevista affluenza di pubblico, è stata arricchita dall’intervento del prof. Ugo Barlozzetti. Noi donatelliani abbiamo apprezzato tale intervento (come del resto tutti gli interventi di Ugo); non sapevamo però che di lì a poco avremmo avuto la fortuna di averlo per presidente!

14 Marzo. Si inaugura la collettiva di scultura “La Bottega di Amalia”. Opere di Martina Buzio, Elisabetta Collini, Mimma Di Stefano, Carla Piccioli, Patrizia Rensi, Paraskevi Zerva Mentre si svolge la mostra, nei vicini locali dello studio di Amalia, sono in corso lavori che porteranno all’apertura in un futuro assai vicino, del Museo Ciardi Duprè. Negli stessi locali vi è la scuola di scultura dove le sei espositrici odierne continuano il loro percorso sotto la guida di Amalia. Meglio di ogni altro discorso è fare proprie le parole di Amalia così come sono presenti nel catalogo della mostra: “Via degli Artisti è abitata da spiriti indipendenti ed appassionati che con entusiasmo si esprimono in forme modellate nella nostra bella e preziosa argilla toscana. Lo studio dove lavorano gli allievi è un vecchio deposito trasformato in laboratorio rischiarato da una parete a vetri. Lì nascono le forme dei sogni, delle passioni, degli amori che percorrono le nostre vite e colorano la nostra storia.”

28 Marzo 2015 Mostra personale di Maria Rita VitaI fili del tempo”. Un’Artista di cui si potrebbe dire davvero molto, ma qui, anche per motivi di spazio e per cogliere un momento significativo, piace citare Ludovico Gierut “Si tratta soprattutto di oli, come di tecniche miste e di acrilici, scelti tra quelli che ha realizzato abbastanza recentemente, che ne svelano e rivelano la pulsante energia ben concretata con un segno/colore mai dettato dal caso: le cromie di ognuno – danze di rossi e di verdi e di grigi perlacei, come d’azzurri e di rosa pallidi, blu oltremare e marroni bruciati… ”

11 Aprile. Mostra personale di Lucia FiorindiTrasparenze”. Anche in questo caso titolo inquivocabile. Le trasparenze sono quelle legate alla tecnica dell’acquerello che Lucia ha perfezionato alla scuola di un’altra pittrice, Fiorella Macchioni, anch’essa socia del Gruppo.

25 Aprile 2015. Un trio di artisti formato da Alberto Grazzini, Roberto McClintock, Daria Orlandini propone la mostra “Per diversi sentieri”. I sentieri sono quelli della pittura e quelli della fotografia. Con tante differenze, sì, ma, e soprattutto in questo caso, con numerose analogie e accostamenti, a formare un mixer spettacolare. Un mixer dove la pittura duetta con la fotografia in un gioco di allusioni, di invio di colore, di reciproci scambi con il bianco e nero delle foto; questi a sua volta il par restituire colori che “non ci sono”/”ci sono”, così come “non ci sono”/”ci sono” pennelli in altre stampe che ci si scorda essere fatte da un obiettivo.

9 Maggio 2015. Mostra personale di Anna Ricceri GuicciardiniFelini e fiori”. Mostra “che rispecchia non solo la capacità dell’artista, ma anche la sua attenzione ai temi naturalistici. Mostra arricchita da un bellissimo intervento del prof. Carlo Sisi, che ha ripercorso l’itinerario artistico di Anna sottolineandone momenti salienti.

22 Maggio 2015. Elezioni del Consiglio Direttivo. Le elezioni del nuovo Consiglio del Gruppo Donatello si sono svolte presso la sede in data 22 Maggio 2015. I Consiglieri eletti rimarranno in carica per il triennio 2015-2018. Sono stati eletti a norma di regolamento 13 consiglieri e 2 sindaci revisori. I soci eletti, presentati qui in ordine alfabetico, sono i seguenti: Enrico Bandelli, Giuse Benignetti, Antonietta Borgioli, Guido Del Fungo, Roberto Della Lena, Luisa Garassino, Giovanni Giusti, Luana Lapi, Umberto Muti, Gianni Oliveti, Marco Orsucci, Paolo Pesciullesi, Renato Piazzini, Silvia Serafini, Giuliana Signorini.

28 maggio 2015. Cena in galleria. Da sempre i Soci del Gruppo amano ritrovarsi in Galleria per una cena tutti insieme. Ottima occasione culturale-conviviale!

6 giugno 2015. Inaugurazione Mostra e presentazione del catalogo della “XLV Mostra in Piazza” È ancora piazza!

Programma molto articolato:
Sabato 6, nella sede del Gruppo, apertura della mostra fotografica “Luci della città”, (in collaborazione con la Soc. S.I.L.F.I), e premiazione dei vincitori.
Ancora sabato, in Piazza Donatello, alla presenza delle autorità, inaugurazione e presentazione del catalogo della “XLV Mostra in Piazza”, seguita un drink offerto dal “Caffè Storico Letterario Le Giubbe Rosse”.
La sera di Domenica 7, Concerto della Filarmonica Giuseppe Verdi del Comune di Fiesole e Premiazione di Luciano Artusi per la sua opera di divulgazione della storia e dell’arte fiorentine.
Lunedì 8 “Gioca con l’arte” laboratorio del legno e del colore, aperto a ragazzi di tutte le fasce di età, condotto in collaborazione con l’Associazione Fantulin – Bottega di Geppetto..
Mercoledì 10 – Ore 20 Chiusura della mostra, alle 20,30 cena degli artisti .
Riprese televisive come di consueto a cura di Fabrizio Borghini per Toscana TV
Piace ricordare tutti i nomi degli Artisti che hanno esposto pere di pittura, scultura, grafica, fotografia: Aiosa, Ajello, Andreoli, Balbo, Bandelli, Bandini, Bellandi, Beltrame, Berti, Biliotti, Biriaco, Bonamassa, Bonaretti, Borgioli, Buzio, Calamandrei, Campeggi, Cappello, Carlisi, Cecchetti, Chiarantini, Chiarini, Cianfanelli, Ciardi Dupré, Collini, Craighead, Del Fungo, Della Lena, Di Stefano, Donati, Faorzi, Florindi, Garassino, Giarre, Giovannini, Giusiani, Giusti, Goggioli A, Goggioli L, Grazzini, Guiccìardini, Imposimato, Lapi, Macleod, Mangani, Marasco Busoni, Martini, McClintock, Mercati, Monetti, Morandi, Muti, Nakadate, Naletto, Nardoni, Oliveti, Orlandini, Orsucci, Pandolfini, Paoli, Pazzagli, Perini, Pesciullesi, Piazzini, Poneti, Porcinai, Rosselli, Secci, Serafini, Signorini, Sparapani, Stolfi, Tacconi, Tamanini, Tanara, Tomberli, Toniutti, Vannini, Vita, Weber, Zingoni.

10 Giugno Cena sociale. La tradizionale sede delle cene (e a volte anche dei pranzi) dei Donatelliani è stata temporaneamente abbandonata a favore di cene in galleria e cene in piazza. Quest’anno la cena si è svolta ai “5 sensi” e il nome è di per sé un programma!

Sabato 19 settembre, alle ore 17, si riapre la Galleria dopo la pausa estiva con una bella mostra: “Forma e immagine”, sculture di Simone Biliotti e fotografie di Daria Orlandini. Protagonisti entrambi da altre mostre al Donatello, e con opere in presenza alla grande Collettiva “Quando l’arte unisce i popoli – Artisti dal mondo a Firenze per Expo 2015”. I due Artisti – Simone con la scultura, la pietra, la forma e Daria con l’immagine il bianco e nero (prevalente sul colore), il contrasto, la prospettiva – con diversi linguaggi comunicano emozioni non comuni. Vedi anche il video con intervento di Daniela Pronestì

3 Ottobre, Sincroniche, è la mostra personale di Giampaolo Beltrame. Grande pittore dalla tecnica straordinaria. Pur a pieno titolo inseribile in un filone surrealistico-iperrealistico,  Giampaolo offre di più;  sa raccontare una storia che è  tutta sua, dove personaggi e scenari sono accostati in maniera apparentemente caotica, ma se si va a cercare un ordine probabilmente c’è, ed è quello che rispetta ricordi e significati propri dell’artista e della sua storia.

17 ottobre. Martina Buzio e le sue “Piccole storie”. Martina, fotografa, è anche una delle scultrici allieve di Amalia Ciardi Duprè. In questa mostra presenti entrambe le discipline e anche molto altro, come l’intervento dell’attrice Anna Maria Castelli. Le piccole storie annunciate non sono percepite poi così ridotte. Spazi aperti e collage, strade e spiagge, riempiono il campo fotografico proponendo delle istantanei che impongono una lettura attenta e non solo un fugace sguardo.

1 Novembre, Domenica, e non sabato come di solito, Inaugurazione della Mostra di Maila Stolfi, pittrice e Alessio Salvestrini, fotografo. Presenti tanti soci del Gruppo unitamente frequentatori abituali, e non pochi rappresentanti del mondo dell’arte che ruota intorno al Caffe Storico Giubbe Rosse, tra i quali Riccardo Ghiribelli (alle Giubbe Rosse Direttore Artistico, al Donatello Socio Ordinario), Jacopo Chiostri (Giornalista e scrittore, anch’egli molto attivo nei momenti artistici alle Giubbe Rosse). Riccardo Ghiribelli e Jacopo Chiostri insieme a Roberto Della Lena hanno parlato del lavoro di Maila e Alessio. Si veda anche altro articolo in questo blog

4 Novembre, presentazione del libro “Il profumo dell’ombra” di Fiorella Macchioni, a cura di Roberto Della Lena e Giuliana Signorini. Romanzo garbato e avvincente, con personaggi ben tratteggiati; presenze e assenze significative compongono un mosaico di ricordi e di esperienze. Interessante l’inserimento di un epistolario chiarificatore ad arricchire ulteriormente la piacevolezza della lettura.

27 novembre. “Il Quartiere degli Artisti”, mostra fotografica “in trasferta”. Non uno, ma ben cinque dei nostri fotografi hanno allestito questa interessante mostra documentaria ove con le immagini raccontano appunto “Il Quartiere degli Artisti” dalle origini storiche ai giorni nostri. La mostra è stata presentata dal Prof. Arch. Amerigo Restucci e curata dai fotografi del “Gruppo Donatello”: Luisa Garassino, Roberto Mc Clintock, Daria Orlandini, Renato Piazzini, Giovanna Sparapani

Il 14 novembre inizia il “Viaggio interiore” di Wilma Mangani. L’artista ha una lunga militanza alle spalle e una presenza espositiva presso il Gruppo. Una sua personale sempre da noi del 2013 celebrava i 60 anni di attività!

Mauro Castellani e Giovanni Giusti con Fotografie e Dipinti inaugurano il 28 novembre, mentre nella vicinissima sede, contemporaneamente nasce il Museo di Amalia Ciardi Duprè (per il museo di Amalia vedi il filmato). Torniamo ai Nostri. Mauro Castellani fotografo e Giovanni Giusti pittore, il primo proveniente dal mondo della biologia e il secondo da quello dell’architettura generano opere – appunto foto e pitture – tutt’altro che scontate. Anzi! Le foto di Mauro sono fortemente indagatrici del mondo reale ma anche fortemente evocatrici e attente all’introspezione. Parimenti Giovanni propone geometrie e progetti che pur coerenti e corretti geometricamente e prospetticamente, lasciano affacciare la fantasia.

Il 5 dicembre conferito il  Premio Stenone al Gruppo Donatello. Al Gruppo Donatello è stata conferita la medaglia di benemerenza artistica “Nicolò Stenone” (in quanto associazione che dal 1947 promuove la figura di Donatello). I rappresentanti del Gruppo Donatello assieme ad altri Artisti premiati hanno ritirato la medaglia Sabato 5 dicembre 2015 nella Basilica di San Lorenzo dopo la Messa prefestiva pomeridiana.

8 Dicembre, a Villa Arrivabene, si inaugura “un” Presepe. Anche quest’anno 50 sagome di altrettanti personaggi hanno riempito il cortile antistante la villa, a comporre un singolare presepe. Inaugurato l’8 dicembre alla presenza di autorità e con l’accompagnamenteo di ben due concerti.

12 Dicembre 2015. Giorno assai importante e significativo Il Gruppo Donatello ha un nuovo presidente così recita il verbale:
“…con riunione straordinaria del Direttivo tenutasi sabato 12 dicembre con decisione unanime dei 13 consiglieri è stato eletto Presidente del Gruppo il Professore Ugo Barlozzetti”.

12 dicembre alla Banca di Cambiano si inaugura un secondo Presepe, precisamente nel giardino di Villa Fagan, in viale Gramsci 34, appunto la sede dell’Istituto bancario. Questo Presepe, esposto per tutto il periodo delle feste natalizie, ha la caratteristica di presentare personaggi esistenti, viventi, a dimensione naturale, che poi altro non sono che i professionisti, gli artigiani, i commercianti della zona. Sono intervenuti Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Regionale, Antonio Natali già Direttore della Galleria degli Uffizi, Pierfrancesco De Robertis Direttore de La Nazione, Michele Pierguidi, Presidente del Quartiere oltre a Enrico Bandelli e Gianni Oliveti, ideatori del Presepe. Vedi anche http://www.bancacambiano.it/comunicazione/area-stampa/comunicati-stampa/comunicato/il-giardino-fiorentino-della-banca-di-cambiano-ospita-a-villa-fagan-il-presepe-dartista-del-gruppo-donatello/

12 Dicembre Inaugurazione della personale di Anna Maria Calamandrei SantiLe mie incisioni”, un titolo che non lascia spazio ad equivoci, per un’artista che si è formata al Bisonte, ovvero nella “casa” dell’incisione. Vedi il filmato con intervento di Daniela Pronestì

13 Dicembre Giornata Donatello. Giornata davvero ricca in tutti i sensi. Inizio alle 15 nella Cappella delle Stimmate con la tavola rotonda (da un’idea e per la cura del prof. Francesco Bandini) sul tema: ‘La bellezza salverà il mondo’. Alle 17, la presidente della Commissione cultura Maria Federica Giuliani, ed altre autorità, hanno sulla tomba dello scultore tre ghirlande – olivo, quercia e alloro – simbolo delle arti; a seguire proclamata l’attribuzione del premio Donatello 2015 a Bona Frescobaldi, rappresentante del FAI e promotrice di ‘Corri la Vita’. Alle 18,30 al Caffè Gilli premiazione della marchesa Bona Frescobaldi, a cui è consegnata la medaglia ‘pisanelliana’ in bronzo che la ritrae, modellata dallo scultore Gianni Oliveti.

26 Dicembre. Si chiude l’anno espositivo con la Mostra Sociale, ma essendo la prima parte, ecco che il 2016 (9 gennaio) si aprirà ancora con una Mostra Sociale, degli artisti che non avevano partecipato alla precedente. Un evidente segno di continuità!

(ARTICOLO NON DEFINITIVO)

A proposito della mostra “Contenitori dell’anima” Opere di Lorenzo Bonamassa e Daria Orlandini. Pensieri e immagini, contenitori, contenuti, involucri.

Pensieri e immagini, contenitori, contenuti, involucri. A proposito della della mostra “Contenitori dell’anima” Opere di LORENZO BONAMASSA e DARIA ORLANDINI

Pensieri e immagini, contenitori, contenuti, involucri. A proposito della della mostra “Contenitori dell’anima” Opere di LORENZO BONAMASSA e DARIA ORLANDINI
“Se possediamo l’immagine di una cosa, possediamo la metà di quella cosa.
L’immagine del mondo costituisce la metà del mondo. Chi possiede il mondo, ma non invece la sua immagine, possiede soltanto la metà del mondo, poiché l’anima sua è povera e indigente. La ricchezza dell’anima è fatta d’immagini.
Chi possiede l’immagine del mondo, possiede la metà del mondo, anche se il suo lato umano è povero e indigente.
Ma la fame trasforma l’anima in una belva che divora cose che non tollera e da cui resta avvelenata. Amici miei, saggio è nutrire l’anima, per non allevarvi draghi e diavoli in cuore.”
(C.G. Jung, Libro Rosso, p. 231)

Se è vero che non c’è esperienza senza immagine, potrebbe essere utile, allorché si immagina o si ricorda qualcosa, e si desidera prendere un appunto, farci accanto anche un disegno di quanto ricordato, immaginato, sognato, è cosa irrinunciabile se tale materiale psichico (non ardimentoso definirlo – in omaggio a due illustri artisti – “contenuto dell’anima“). Questo “appunto” è stato ripreso nella mostra di cui si parla; non con parole, ma con fatti. E’ stato allestito uno specchio in posizione strategica (un corridoio che collega le due sale della galleria); lo specchio offriva al visitatore una frase che appariva loro corretta, ma che in realtà era stata scritta alla rovescia alle loro spalle; lo specchio era corredato di un pennarello affinché il visitatore potesse a sua volta scrivere o disegnare qualcosa sullo specchio.

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Se è vero che laddove c’è analisi deve esserci anche sintesi, laddove ci sono contenuti devono esserci anche contenitori!
Gli Illustri, Daria Orlandini e Lorenzo Bonamassa ben si intendono di anima, di immagini e, soprattutto della loro sintesi/integrazione/dualita/singolarita/doppiezza/complessità.
Tra immagine ed esperienza vi è dunque un legame. Talora un forte collante, talora un esile filo, financo filo interrotto. Sempre è reperibile un accostamento di significato/i.

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Non è definitivo nè assoluto l’assunto secondo cui “la fotocamera riproduce mentre il pennello interpreta“, assunto peraltro facilmente ribaltabile e parzialmente vero (e quindi in parte falso) in tempi e spazi diversi. I tempi possono essere fasi della vita o anche decenni ed oltree, così come gli spazi possono variare dall’isolato sotto casa ad anni luce da qui (dizione presa a prestito, in verità….).
Gli Artisti, che diversamente, ma entrambi sapientemente propongono una personalissima figurazione, approntano una sorta di duetto, che pare però assomigliare più ad un concerto, ove figura umana e materia inanimata (ma esiste qualcosa senz’anima?) si alternano e si fondono ad un tempo tra lente e pennello, tra colore e bianconero, tra immaginazione e ricostruzione, tra riproduzione e interpretazione – diciamolo pure senza paura – tra fotografia e pittura.
Ma ritorniamo al duetto-concerto, che pare riservare ancora una sorpresa: nella complessità e nella diversità inter/intra oper/artisti, ecco ritrovare (da parte dello spettatore, sempre meno spettatore sempre più protagonista), percepire, cogliere la singolarità dei due Artisti, che ancora una volta (e in certo senso a riroso) da orchestra, passando per un coro a due voci, rendono, restituiscoono la propria unicità e singolarità.
Di Lorenzo Bonamassa hanno detto che:
“La fisicità dell’essere umano diventa epicentro di emotività e riflessione. In tutta la sua recente produzione Lorenzo Bonamassa trasfigura il corpo, lo deforma, per amalgamarlo, impastarlo con le emozioni, gli istinti, dando alla casualità del gesto pittorico un ruolo rilevante. Così anche il difetto, l’errore o il brutto, potranno risultare splendidi!”
Dice Daria di sè:
“Ho iniziato a fare foto solo due anni fa e non posso certo definirmi una professionista della tecnica ma alla perfezione della foto in se preferisco la soggettività emotiva– spiega Daria – Mi piace cogliere nei miei soggetti delle emozioni. Per questo ho scelto il bianco e nero per le mie foto perché come dice Ted Grant (1913-2006) “Fare foto a coloro significa fotografare gli abiti, farle in bianco e nero significa fotografare l’anima”.
Il mixer ben riuscito dei lavori dei due artisti offre molti spunti di riflessione. Uno fra tutti a proposito della dimensione spazio-temporale. I quadri di Lorenzo evocano spazi e luoghi che pur sconosciuti sono percepiti come familiari collocabili altrettanto singolarmente in tempi percepibili come prossimi o anche lontanissimi! Le atmosfere delle foto di Daria sono assai coinvolgenti; Colpisce la capacità dell’Artista nel cogliere le persone ritratte in posture ed espressioni a cui è impossibile porsi con indifferenza, ma che al contrario “tirano dentro” alla fotografia. Questo a tal punto che anche le foto in cui non compaiono persone, la presenza umana viene ugualmente percepita.
Ci tolgono, questi due Artisti, dal dubbio del se del forse e del ma, circa la reperibilità di tracce autobiografiche nei loro lavori, non lesinano autoritratti, autoritratti che senza nulla togliere alle altre opere paiono avere un ruolo prioritario lungo il percorso che si snoda lungo le pareti seguendo (o forse proponendo) un programma di lettura.
E forse di più.

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Riferimenti
http://www.obiettivotre.com/eventi/dalle-tracce-alle-persone-storie-ed-emozioni-in-bianco-e-nero-a-firenze/
http://www.lorenzobonamassa.it/
http://moltoesenzafine.iobloggo.com/131/la-mostra/&y=2013&m=05