La Chiesa di San Lorenzo a Sarteano. Breve appunto

La Chiesa di San Lorenzo a Sarteano. Breve appunto

Trattasi di un breve appunto accompagnato da una bibliografia, da non considerare una trattazione esaustiva, ma soltanto un punto di partenza per approfondimenti. Gran parte delle notizie provengono dal giornale locale di Sarteano “Montepiesi” (talora abbreviato MP) che dopo quasi cinquant’anni ha purtroppo sospeso le pubblicazioni nel 2017.

Per la storia della Chiesa di San Lorenzo – sottolineo ancora che il presente è solo un appunto – si veda ad esempio l’interessantissima serie di articoli di Don Giacomo Bersotti del 1973-1974 citati in bibliografia, ed anche alcune precisazioni di Bandini pubblicate su MP n.7 1974.

Notizie della chiesa di San Lorenzo sono presenti già in un documento papa Adriano IV, risalente al  12 maggio 1159. 

L’”Opera di San Lorenzo” provvede alla conservazione e cura della chiesa.  È una istituzione fondata nel lontano 1514 da Per Francesco di Nanni. (MP 5 1976 p.4). 

Una pieve dedicata a San Lorenzo era assai prima, IV-V secolo) presente in via Cupa (MP n.7 1985 p. 7)

Nel 1576 fu effettuata una ricostruzione importante; da un testo di Don Giacomo Bersotti: “Nel 1976 si compiranno 400 anni da quando la insigne Collegiata dei SS. Lorenzo e Apollinare – allora Pieve di S. Lorenzo fu ricostruita dai Sarteanesi…” (Bersotti Don Giacomo: NOTE STORICHE SULLA  CHIESA di SAN LORENZO in SARTEANO, Montepiesi n. 8 1973, pag 4).

Nel 1723 la chiesa è ricostruita. (MP 7 1985 p.8)

La Chiesa ha due ingressi. L’ingresso principale è in piazza San Lorenzo, un secondo ingresso è su Corso Garibaldi; sulla porta di quest’ultimo vi è un iscrizione;  (MP n 8 1996 p. 16 e MP n 11-12 2007: “L’iscrizione latina sovrapposta, tradotta dice: “chi entrerà passando di qui, sarà salvo. 1607”. Ha quindi 390 anni.

1733 Una accurata descrizione e traduzione di una lapide murata all’interno della sagrestia recita

Iscrizione: 

“D. O.M 

ECLAM HANC E CLUSI SVBVR

BI RUDERIS, PLVRIB, AB HINC

SAECVLIS I  LOCV HVC. RESTI  

TVTA A F: R: PIO III P: M: REPA 

SOLENI RITV CONSECRAVIT 

ID: BA. TAVR: EPVS CLVSIN

VI CAL: IVNI MDLCCXXXIII 

ET III DOM: OCTOB: PRO ANVA  

CELEBRITATE DECREVIT 

Traduzione

“A Dio Ottimo Massimo – Questa chiesa ri­costruita moltissimi secoli fa con i ruderi del suburbio di Chiusi, restaurata da Pio III  Pontefice massimo di felice memoria, consacrò con rito solenne, il Vescovo di Chiusi Giov. Batt.Tarugi, il 27 maggio 1733; il quale  decretò che se ne celebrasse l’annuale giorno della dedicazione nella terza domenica di ottobre”.  

(Queste notizie sulla lapide e la relativa traduzione sono tratte da Fabrizi Franco, Bologni Carlo (a cura di):   Sarteano dalla preistoria ad oggi. Storia dell’antica Pieve. Montepiesi n. 12 1985 p. 4-5)

Il 25 Maggio 1756 Papa Benedetto XIV, a seguito di  ristrutturazione dichiara  “Insigne Collegiata” la Chiesa di San Lorenzo. (MP 7 1994 p. 6)

4 Settembre 1943 “Il Vescovo Diocesano Mons.Carlo Baldini il 4 Settembre 1943 consacrò il nuovo altare maggiore della Chiesa di S.Lorenzo dopo 9 mesi di restauro (durante i quali la Chiesa di S.Francesco era stata officiata come Collegiata) nel loculo della “mensa” furono paste le reliquie di 5 martiri, fra i quali quelle di S.Ulpia” (MP 1994 11 p. 17; MP).

Carlo Baldini (19 Marzo1901-2 Gennaio 1970) fu Vescovo di Chiusi e Pienza dal 1941 al 1970. All’inizio del mandato fu il più giovane Vescovo d’Italia. Gli è stato dedicato un libro postumo: “Un pastore dei nostri tempi: Mons. Carlo Baldini” cura di P. Lucio Migliaccio. Una lapide commemorativa del Vescovo Baldini è presente sulla vetta del Monte Cetona. Con delibera comunale, il 18 Maggio 2003 la città di Chiusi ha intestato la Piazza del Duomo a Carlo Baldini (MP 7-8 2003 p.14 )

Nel 1944 al passaggio del fronte la Chiesa subì danni all’organo, al chiostro, alle vetrate (MP 6 1984 p.4 e MP 6 1992 p. 14). Un manoscritto di Don Roberto Bersotti  ripreso da Montepiesi (MP 6 1992 p. 14) ben descrive i danni subiti: “Insigne Collegiata dei SS. Lorenzo e Apollinare: devastato l’organo da due granate, una esplosa l’altra rimasta senza esplodere sopra l’organo conficcata per intero in un grosso sasso di travertino posto sopra l’arco della orchestra. Devastato il chiostrino piccolo della Sacrestia prospiciente l’orto della Canonica. Infrante tutte le vetrate eccettuate quelle della Cappella della Madonna del Buon Consiglio e la vetrata del coro con l’Effige di S.Lorenzo inaugurato lo scorso 5 Settembre 1943, che subiva però tre lievi perforazioni facilmente riparabili. Danni lievi al tetto

Nel 1948 ulteriore  ristrutturazione del  pavimento e dell’altare maggiore.

All’interno  della Collegiata di San Lorenzo è presente la cappella della Madonna del Buon Consiglio, patrona del paese; tale cappella è stata costruita nel 1859. La Cappella fu inaugurata nel 1864, anche se allestita precedentemente dai paesani come voto affinché venisse superata un’epidemia di colera (1855). L’epidemia di colera si protrasse in Italia dal 1840 al 1857.

Il culto dei Sarteanesi  verso la Madonna del Buon Consiglio è molto antico. Da MP n. 7 1994 p. 28: “A Sarteano si venera da 263 anni (25 aprile 1761) l’immagine dolcissima di Maria madre del Buon Consiglio. La Madonna del Buon Consiglio è rappresentata in una una bella tavola del pittore  Francesco Bonichi di Lucignano Val di Chiana; la tavola, commissionata dall’Arciprete Alessandro Bacherini fu consegnata il 18 Marzo 1761 (MP n 5-6 2002 p.3). Probabilmente da quando fu costruita la cappella e il tempietto che la conserva (nel 1861), questa immagine di solito è coperta”. Nel 1903 papa Leone XIII aggiunse l’invocazione “Mater Boni Consilii“ alle Litanie Lauretane. Nel 1931 Padre Mauro Santolini, genovese, scrive un inno dedicato alla Patrona, nel 1932 viene dichiarata patrona di Sarteano e dei sarteanesi da papa Pio XI (Papa Ratti, 1856-1939, eletto Pontefice nel 1922).

Nella chiesa di San Lorenzo sono presenti poi due tavole di Gerolamo Del Pacchia che si fronteggiano (alcuni studi suggerirebbero che le due tavole oggi separate fossero precedentemente unite da un terzo frammento ligneo v. MP 1 2003 p.1), un tabernacolo marmoreo di Lorenzo di Mariano detto  Marrina del 1513; un coro ligneo finemente intarsiato; una statua di Gesù Cristo; una statua di San Rocco (1794); ancora una tela del Dandini (Vincenzo Dandini vissuto 1607-1679 noto anche per esecuzione di affreschi affreschi, v MP 5-6 2008 p.4).

In tempi recenti l’Annunciazione di Girolamo di Giovanni detto il Pacchia è stata trasferita nella sala d’arte “Domenico Beccafumi” nell’attuale chiesa di San Martino, dove è stato allestito un ambiente museale e dove si trova anche la porta del tabernacolo del Marrina.

Anche una statua del “Cristo legato alla colonna”, risalente al 1500 è conservata a San Lorenzo. 

Il Tabernacolo del Marrina fu dono di un sarteanese Francesco di Nanni Pilli.

A proposito della porticina del tabernacolo, v’è da dire che è custodita presso il Museo Diocesano di Chiusi, ed è stata sostituita da una copia approntata da Rinaldo Fratangioli. Sia nell’originale che nella copia  è presente la seguente iscrizione: “Eucharistiae Virgini Fran­ciscus Pilleus, Sartianensis, Metropolitanae Senensis Ecclesiae Canonicus, dicavit Anno Domini MDXIII” (MP 7-8-9 2013 p-2)

A proposito  dell’l’Annunciazione della chiesa di S. Lorenzo a Sarteano del Del Pacchia reperito “…che i colori sgargianti, pastosi e saturi, il ductus pittorico morbidissimo e il raffaellismo non scontato delle figure pongono ai livelli più alti mai raggiunti dall’artista…” (https://www.treccani.it/enciclopedia/girolamo-del-pacchia_(Dizionario-Biografico)/) 

A proposito del coro piace ricordare l’iscrizione che porta scolpita, datata 1513. Da MP n.3 1993 p. 10: “Dal sepolcreto di Pio III sommo pontefice, nel restaurato tempio di San Lorenzo, raccolti in un sarcofago i resti degli avi, gli illustri e devotissimi nipoti dedicarono ai propri familiari nell’anno del Signore 1513”. E sullo stesso tema da MP n 3 2005 p.2: “1513. Costruzione del coro e collocazione dietro l’altare mag­giore di San Lorenzo in Sarteano della tomba dei ge­nitori di Francesco (Tedeschini-Piccolomini NDR), dieci anni dopo la morte di Pio III e 39 anni dopo la morte del padre Nanni; ”

A proposito di San Rocco. La statua di San Rocco risale almeno al 1794; dal 6 Agosto 1989 è collocata in una nicchia sul retro della facciata della Chiesa. Una scritta in latino è presente alla sua base: 

Questa statua quasi distrutta dal passare del tempo, fu restaurata dall’artigiano Lucarelli Savino per interessamento e a spese di Rosini  Giovanni l’anno del Signore 1922” (MP n. 9-10 2009 p.5)

A proposito del Marrina ovvero Lorenzo di Mariano (Siena 11 agosto del 1476 – Siena 1534).  Nella Chiesa di San Lorenzo presente un suo  ciborio marmoreo (1513). La porticina del ciborio, in oro, è conservata nel Museo della Cattedrale di Chiusi, e sostituita da una  copia eseguita dall’artista Rinaldo Fratangioli. Nel ciborio è scolpito anche lo stemma dei Piccolomini. (MP n. 9-10 2009 p.6)

Presente una lapide nella sagrestia di San Lorenzo “ D. O. M / ECLAM HANC E CLVSI SVBVR / BI RUDERIB, PLURIB, AB HINC / SAECVLIS I LOCV HUC RESTI / TUTA A F: R. PIO III P.M: REPA / SOLENI RITV CONSECRAVIT / IO BA. TAVR: EPVS CLVSIN: / VI CAL: IVNI MDCCXXXIII / ET IlI DOM: OCTOB: PRO AÑVA / CELEBRITATE DECREVIT”  /  “A Dio Ottimo Massimo – Questa chiesa ricostruita moltissimi secoli fa con i ruderi del suburbio di Chiusi, restaurata da Pio III Pontefice massimo di felice memoria, consacrò con rito solenne, il Vescovo di Chiusi Giov. Batt. Tarugi, il 27 maggio 1733; il quale decretò che se ne celebrasse l’annuale giorno della dedicazione nella terza domenica di ottobre” (v. Montepiesi n 12 1985 pag 5).

Da Documenti di Archivio del 1859 (citati in MP n.2 2000 p.10):  “…al f. 35 del 22 Set­tembre 1859 c’è la richiesta dei Deputati Giovanni Fanelli, Luigi Lunghini, Antonio Pieri, di costruire una cappella dedicata alla Madonna del Buon Consiglio annessa alla Collegiata di san Lorenzo e quindi la cessione gratuita del suolo comunale dell’attigua piazzetta detta della Penna. ( Questa piazzetta era di fronte al Vicolo Baciadonne e al vecchio ingresso dell’Ospedale (N.d.R.)”. 

Altre opere inserite più recentemente in San Lorenzo: un’edicola in marmo bianco, opera di Aldo Fatini di Radicofani; un busto del Cardinale Francesco Cennini (1566-1645) opera fatta nel 1952 da Antonio Carestiati;  un busto in gesso di Papa Pio lII, fatto nel 1912-1913 dallo scultore sarteanese Giuseppe Zacchei morto nel 1918 nella I guerra mon­diale (MP n.1-2 2006 p.2)

La Chiesa di San Lorenzo è sita in Sarteano nell’omonima piazza, che nasce da uno slargo del Corso Garibaldi; e proprio in quel punto di Corso Garibaldi è presente una biblioteca annessa alla Chiesa. Peraltro è presente una lapide posta nel 1882 in onore di Giuseppe Garibaldi che recita: “FATTORE PRECIPUO INSTANCABILE DELL’UNITÀ ITALIANA IL GENERALE GARIBALDI MENTRE LA CAMPAGNA DI ROMA PREPARAVA OSPITÒ IN QUESTA CASA 28 E 29 AGOSTO 1867 A PERENNE RICORDANZA LA FAMIGLIA FRONTINI POSE 30 LUGLIO 1882”

Toponomasticamente è da ricordare che il 26 Aprile 1997 (MP 5 1997 p.9) è stato aperto un passaggio di una pertinenza della chiesa che collega la piazza con la via di Fuori. Tale passaggio è così diventato una vera e propria via che è stata intitolata a Don Giacomo Bersotti (1913-1980), che era a lungo stato il sacerdote della Chiesa di San Lorenzo. Tra i religiosi da ricordare Don Priamo Trabalzini che è stato Arciprete di San Lorenzo dal 1961 al 1997.

Con Decreto del Vescovo di Chiusi Mons. Carlo Baldini del 26 Aprile 1955 la Collegiata dei S.S. Lorenzo Apollinare di Sarteano divenne  Santua­rio Mariano diocesano. 

Dalla piazza antistante la Chiesa partono processioni religiose come ad esempio l’Ecce Homo”. In una locandina del 1913 si legge che domenica 10 agosto del 1913 in occasione delle feste di Agosto furono illuminati il campanile e la facciata della chiesa di San Lorenzo, l’evento fu accompagnato  da “accensione di fuochi di Bengala e innalzamento di globi aerostatici. Per l’epoca l’evento fu veramente straordinario (MP 4 1977 p. 3). 

Una curiosità; la campana maggiore della chiesa di San Lorenzo ha avuto negli anni ’40 la funzione di chiamare a raccolta i fratelli dell’Arciconfraternita di Misericordia in caso di urgenza e necessità. Sempre a proposito delle campane, nel 1800, le campane scandivano ad orari precisi l’aurora e l’Ave Maria nei vari mese e giorno dell’anno. Un apposito tabellone nominato “Orario dei segnali pubblici” (riprodotto su MP n 1 1988 p. 10) riassume tali precisi orari. Recentemente (relativamente!), nel si legge su MP 2 1993 p.1 che “MERCOLEDI 24 FEBBRAIO saranno infatti LE CENERI e l’inizio del tempo quaresimale. La campana grande di San Lorenzo l’annuncerà alla mezzanotte di martedi 23 febbraio”.

Ancora una curiosità legata al campanone della Chiesa di San Lorenzo agli inizi del 900, raccolta dalle memorie di Guglielmo Peccatori e pubblicata su MP n. 2 1980:  “L’ultima notte di Carnevale, alle undici precise, cominciava a suonare il campanone della Chiesa di San Lorenzo e continuava inin­terrottamente fino a mezzanotte. Agli ultimi rintocchi di quel la campana alcune donne nel Teatro facevano cessare di ballare le loro figlie e le portavano a letto”. 

Anche la vetrata di San Lorenzo ha una storia singolare. Riferisce Franco Forneris (MP 10 1987 p. 8; MP 10-11-12 2014 p.6) che nel 1943 suo padre, che aveva già provveduto a far eseguire alcuni lavori di restauro della chiesa, andò a cercare a Roma una vetrata da inserire in un finestrone. Una fortunata coincidenza volle che Forneris reperisse in una bottega una vetrata che non solo aveva dimensioni idonee ma che addirittura in essa era riprodotta l’immagine di San Lorenzo!

Nell’Agosto 1980, in occasione del restauro dell’organo il Maestro Giordano Giustarini tiene un concerto in Chiesa: “Domenica 7 agosto nella chiesa di San Lorenzo alle ore 18 sarà collaudato l’organo, revisionato a fondo é completo nei suoi registri originali con un grande CONCERTO D’ORGANO del maestro GIOR­DANO GIUSTARINI, reduce da una tournèe concertistica di due mesi, in Australia e Filippine” (MP n. 8 1980 p. 5 e anche MP n9 1980 p. 7). Giustarini ha tenuto concerti in San Lorenzo anche successivamente, come indica Montepiesi n. 9 1981, p. 8. Altro concerto, in San Lorenzo ricordato da Montepiesi è quello guidato dal maestro Luciano Brigidi, tenuto la sera della Vigilia di Natale  del 1981 (MP n.1 1982 p.7-8). Il 22 Agosto dell’anno successivo 1982, si è tenuto il concerto “Aria antica e moderna”, con brani di varie epoche: dal 1500 al 1900 (MP 9 1982 p. 17). L’organista Jan Blok, nel Luglio 1983 tiene un concerto con musiche di autori italiani e stranieri (MP 7 1983 p. 5). Il 1o Luglio 1984 ancora di scena la Filarmonica con la direzione del Maestro Brigidi (MP 8 1984 p.6). Nuovamente Brigidi tiene un concerto per le celebrazioni del centenario del Beato Alberto da Sarteano il sabato 20 aprile 1985 (MP 4 1985 p. 7). Nell’Agosto 1999 concerto d’organo del musicista belga Ludo Geloen (MP 9 1999 p 9)

12 Maggio 1985, nella chiesa di san Lorenzo ben quattro sacerdoti: don Oscar Guasconi, don Marcello Magrini, don Sergio Sini, don Priamo Trabalzini, concelebrano la S.Messa in occasione del 40° della loro ordinazione sacerdotale. (MP 5 1985 p. 18).

1 Gennaio 1986 S.Messa che Don Priamo in occasione dei suoi 25 anni a Sarteano ha concelebra con il Vicario Generale Don Sergio, con Don Gino e con Don Roberto (MP 2 1986  p. 4)

Agosto 1987 Le due tavole dell’Annunciazione, opera di Girolamo del Pacchia (1470 – 1530), sono al restauro delle Belle Arti con il contributo determinante del Monte dei Paschi di Siena (MP 8 1987 p.12)

15 Marzo 1989 Ritornano dopo restauro nella Chiesa di San Lorenzo le due tele di scuola fiorentina del sec. XVII collocate ai lati dell’altare maggiore. Una tela rappresenta San Giuseppe e una San Giovanni. (MP 4 1989 p. 14)

In tempi ancor più recenti la  piazza San Lorenzo ha più volte ospitato manifestazioni teatrali e musicali tra le quali i concerti della Filarmonica, i concerti “Sarteano Jazz” (nell’Agosto 2017 si è esibita Sarah Jane Morris), persino una partita a “Scacchi viventi” in costumi rinascimentali, voluta dalla Contrada di San Lorenzo e organizzata da Claudio e Lorenzo Morgantini nell’estate 2012. 

All’interno della Chiesa vi è l’organo più importante di Sarteano risalente al 1596 o forse prima, costruito dal Maestro Lucullo (Probabilmente il nome completo è Lucullo Romani NDR). Si ha notizia di un restauro nel 1884 eseguito dalla ditta Demetrio Bruschi di Loro Ciuffenna nel 1884, 

e di un altro restauro più recente, nel  1990 da eseguito da Andrea Aleotti di Pioltella. Da ricordare un organista che per circa settanta anni lo ha suonato in occasione delle funzioni religiose: Nello Fè scomparso agli inizi del XXI secolo. In tempi precedenti, nel XX secolo è da ricordare l’organista Pietro Bandini. (MP 5-6 2010 p.6)

San Lorenzo è anche la Chiesa di riferimento dell’omonima Contrada. Le cinque contrappesi sfidano ogni anno, il giorno di Ferragosto, nella Giostra del Saracino. La Contrada di San Lorenzo è chiamata anche di “Porta Monalda”. Del resto tutte e cinque le contrade di Sarteano sono riferite ad altrettante  parrocchie: San Lorenzo o Porta Monalda, San Martino o Porta Umbra, S.S. Trinità o Spi­neta), San Bartolomeo o Romito­rio), S. Andrea o Castiglioncello. 

La Parrocchia di San Lorenzo ha compiuto atti di generosità verso Sarteano, come quello di aver donato agli inizi degli anni ‘80 un terreno per la costruzione dello stadio.

Nel 1970, in occasione del suo venticinquesimo di sacerdozio, Don Priamo Trabalzini offre un Crocifisso per l’altare di San Lorenzo (MP, 1970 n.6 p. 3).

Nel 1974 (precisamente alla data del 31 12 1974) la comunità sarteanese raccolse oltre un milione di lire per la ripulitura della chiesa in occasione del prossimo quarto centenario della ricostruzione (1576-1976). Sul timpano della facciata l’iscrizione OP A MDLXXVI testimonia l’avvenuta ricostruzione.

La Chiesa di San Lorenzo ha subìto più volte furti.  29 giugno 1989 ignoti rubano  un leggio da altare in legno con una bella doratura. Nel Gennaio 1980 furono trafugati gli ex voto presenti nella Cappella della Madonna del Buon Consiglio.

20 Marzo 1991 L’ Annunciazione di Del Pacchia dopo attento restauro viene ricollocata con tanto di inferriata e sistema di allarme (MP 4 1991 p.5) 

12 Novembre 1992, ancora un furto! Da MP n 12 1992 p 13: “Tra il 12 e il 14 Novembre sono stati scassinati due distributori di candele in San Lorenzo e uno al Suffragio; il bottino: 20/30.000 lire. Il danno più grosso sarà la riparazione delle serrature rotte.Che fare? Denunciare il fatto? Doveroso, ma anche perfettamente inutile. Chiudere le chiese del centro storico nei periodi morti dell’anno? Perchè no? I turisti fuori tempo, che pretendono la chiesa aperta ad ogni ora e il parroco disponibile ai loro comodi e capaci di non dire neppure grazie, si adegueranno. Altre soluzioni? Ce ne sarebbero, ma non sono facili e alcune impossibili. Perciò teniamoci i ladri e gli occhi più aperti possibile.”

19 Maggio 1997 Un’opera di Gastone Bai, artista sarteanese, è donata da Settimia Vanni alla Chiesa di San Lorenzo (MP 5 1997 p. 11). In questa occasione piace ricordare che Gastone Bai ha collocato un suo bassorilievo in bronzo e una ceramica entrambi a tema religioso, presso il Centro di Spiritualità di Fiuggi (MP n. 11 1997 p. 14).

Altre notizie

Parroci di San Lorenzo (incompleto)

Don Alessandro Bacherini in carica il 18 Marzo 1761 (MP n 5-6 2002 p.3)

Don Sestilio Barni, in carica nel 1931 (MP 7 1981 p. 3)

Don Luigi Selvani (N. 09/08/1831 – M. 21/06/1891) (MP n. 5-6 2011 p. 4)

Don Lorenzo Taddei. Nel 1885 disse la prima Messa nella Chiesa collegiata di San Lorenzo (MP 1-2-3 2016 p.4)

Don Gabriele Citti. In carica nel 1859 (MP n. 9 2005 p.6)

Don Odoardo Martini in carica nel 1918 (MP n.4 1998 p. 11)

Don Giacomo Bersotti (1913-1980) 1936 – 30 12 1960 (MP 5 1999 p.8) Nipote di Don Roberto Bersotti

Don Roberto Bersotti in carica il 27 Settembre 1942 (MP 10-11 2002 p.16) Zio di Don Giacomo Bersotti

Don Priamo Trabalzini In carica dal 31 12 1960 al 20 09 1997. Con questo messaggio (riprodotto su MP 12 1985 p. 6) Don Priamo si presentò ai sarteanesi: “Iniziando il ministero in San Lorenzo chiedo a tutti  di pregare per me il Signore. Don Priamo Trabalzini Arciprete • Parroco. Sarteano, 1 Gennaio 1961

Don Silvano Nardi. Celebra la sua Prima S. Messa nella chiesa di san Lorenzo il 29 Giugno 1969 (MP 7 1994 p.5)

Don Fabrizio Ilari 21 09 1997. In carica

PRIMA SANTA MESSA DI DON OSMAN A SARTEANO nella chiesa di San Lorenzo il 20 Maggio 2001 (MP 5 2001 p.20)

Don Sestilio Barni. Date non note (MP n.7-8 2009 p.9)

Riferimenti bibliografici e sitografici

Ancora ladri in chiesa. Montepiesi n. 8 1989 p. 12

Arte a Sarteano. Montepiesi n. 5 1991 p. 4

BANDINI D: La caduta di Sarteano in mano medicea, Montepiesi n. 7 1974, pag 3

BANDINI D: MEMORIE PICCOLOMINEE IN SARTEANO, “Bollettino Senese di Storia Patria, Terza Serie – Anno I X – 1950

Bersotti Don Giacomo: NOTE STORICHE SULLA  CHIESA di SAN LORENZO in SARTEANO, Montepiesi n. 8 1973, pag 4

Bersotti Don Giacomo: NOTE STORICHE SULLA  CHIESA di SAN LORENZO in SARTEANO, II parte Montepiesi n. 9 1973, pag 5

Bersotti Don Giacomo: NOTE STORICHE SULLA  CHIESA di SAN LORENZO in SARTEANO, III parte Montepiesi n. 10 1973, pag 5

Bersotti Don Giacomo: NOTE STORICHE SULLA  CHIESA di SAN LORENZO in SARTEANO, IV parte Montepiesi n. 1 1974, pag 6

Bersotti Don Giacomo: NOTE STORICHE SULLA  CHIESA di SAN LORENZO in SARTEANO, V parte Montepiesi n. 3 1974, pag 8

Bersotti Don Giacomo: NOTE STORICHE SULLA  CHIESA di SAN LORENZO in SARTEANO, VI parte Montepiesi n. 4 1974, pag 4

Bersotti Don Roberto: Quel Giugno di 49 anni fa. Montepiesi n. 6 1984 p. 4

Biblioteca della Collegiata di San Lorenzo. Montepiesi n. 11 1975, p. 8

Bologni Carlo: Biblioteca comunale, Montepiesi n 4-5-6 2016, pag 11

Bologni Carlo: Francesco Bonichi e la Madonna del Buon Consiglio. Montepiesi n 5-6 2002 p.3

Bologni Carlo: I SARTEANESI E LA DEVOZIONE ALLA MADONNA, Montepiesi n 3-4 2012 pag 2  

Bologni Carlo: Il 25 Marzo e Sarteano. Montepiesi n. 3 1998 p.9

Bologni Carlo: RICORDO DELL’ ULTIMO ORGANISTA DI SAN LORENZO, Montepiesi n 11-12 2006, pag 17 

Bologni Carlo: Riflessioni sulla nostra festa patronale. Montepiesi n. 6 1998 p. 6

Bologni Carlo: SARTEANO DALLA ‘A’ ALLA ‘ZETA’  DIZIONARIETTO DIALETTALE E PICCOLA ENCICLOPEDIA SARTEANESE (Voce “Organo”), Montepiesi n 5-6 2010, pag 6

Bologni Carlo: SARTEANO DALLA ‘A’ ALLA ‘ZETA’  DIZIONARIETTO DIALETTALE E PICCOLA ENCICLOPEDIA SARTEANESE (Voce “Cappella della Madonna del Buon Consiglio nella chie­sa di San Lorenzo ”), Montepiesi n 9 2005, pag 6

Bologni Carlo: SARTEANO DALLA ‘A’ ALLA ‘ZETA’  DIZIONARIETTO DIALETTALE E PICCOLA ENCICLOPEDIA SARTEANESE (Voce “Chiesa Collegiata di San Lorenzo ”), Montepiesi n.1-2 2006 p.2

Bologni Carlo: SARTEANO DALLA ‘A’ ALLA ‘ZETA’  DIZIONARIETTO DIALETTALE E PICCOLA ENCICLOPEDIA SARTEANESE (Voce “Mannelli Mons. Nello”), Montepiesi n.7-8 2009  p.9

Bologni Carlo: SARTEANO DALLA ‘A’ ALLA ‘ZETA’  DIZIONARIETTO DIALETTALE E PICCOLA ENCICLOPEDIA SARTEANESE (Voce “Marrina”), Montepiesi n.9-10 2009  p.6

Bologni Carlo: SARTEANO DALLA ‘A’ ALLA ‘ZETA’  DIZIONARIETTO DIALETTALE E PICCOLA ENCICLOPEDIA SARTEANESE (Voce “Organo”), Montepiesi n. 5-6 2010 p.6

Bologni Carlo: SARTEANO DALLA ‘A’ ALLA ‘ZETA’  DIZIONARIETTO DIALETTALE E PICCOLA ENCICLOPEDIA SARTEANESE (Voce “Taddei Don Lorenzo”), Montepiesi 1-2-3 2016 p.4)

Bologni Carlo: Storie di organi e di… PII. Montepiesi n.10-11 2005 p.9

Cambio di guardia. Montepiesi n. 9 1997 p.1

Campane di San Lorenzo. Montepiesi n. 9 1993 p.7

CANDELE & POLENTA,  Montepiesi n 12 1979, p. 5 (Presenze sacerdoti nel tempo NDR)

Chiesa di San Lorenzo 1576-1976. Montepiesi n. 2 1975, p. 6.

Colera https://www.treccani.it/enciclopedia/colera_(Enciclopedia-Italiana)/ (Documento WEB visto e letto 18 marzo 2024)

Commemorato a Sarteano il Beato Alberto amico di S. Bernardino  e gran pacifista. Montepiesi n. 6 1985, p. 16 (Cit. da Araldo Poliziano NDR)

Concerto. Montepiesi n. 1 1982, p. 7

Concerto in S. Lorenzo. Montepiesi n. 9 1982, p. 17

COPIA AUTENTICA ALL’ORIGINALE PRESSO GLI ARCHIVI DELLA VENERABILE ARCICONFRATERNITA DI MISERICORDIA DI SARTEANO, Montepiesi n 3-4 2012 pag 5

Cronologia Piccolominea Sarteanese. Montepiesi n 3 2005 p.2:

Da quasi 15 anni strade senza targhe. Montepiesi n. 4 1998 p.11

D. Giacomo Bersotti sacerdote e storico. Montepiesi n. 5 199 p 8

D.J.: Quello non è stato uno spettacolo come tanti altri Concerto. Montepiesi n. 1 1982, p. 8

Dalle memorie di Guglielmo Peccatori. Montepiesi n. 2 1980, p. 8

Diocesi di Montepulciano Chiusi Pienza https://www.montepulcianochiusipienza.it/wd-annuario-enti/vicaria-di-chiusi-chianciano-e-montepiesi-1564669365/sarteano-s-lorenzo-274/ (Documento WEB visto e letto 28 Gennaio 2024)

Due opere d’arte tornano a Sarteano Montepiesi n. 4 1991 p.5

Fabrizi F., Bologni C. (A cura di): Sarteano dalla preistoria ad oggi. Montepiesi n. 7 1985 p. 7

Fabrizi F., Bologni C. (A cura di): Sarteano dalla preistoria ad oggi. I personaggi illustri. Montepiesi n. 5 1991 p. 4

Fabrizi F., Bologni C. (a cura di):   Sarteano dalla preistoria ad oggi. Storia dell’antica Pieve. Montepiesi n. 12 1985 p. 4-5)

Fabrizi F., Bologni C. (a cura di):   Sarteano dalla preistoria ad oggi. Sarteano nel Secolo XVIII: Opere d’Arte. Montepiesi n. 5 1994 p. 4

Fabrizi F., Bologni C. (a cura di):   Sarteano dalla preistoria ad oggi. Montepiesi n.7 1994, p.6 

Fabrizi F., Bologni C. (a cura di):   Sarteano dalla preistoria ad oggi. Sarteano nel Secolo XIX (da documenti d’archivio). Montepiesi n. 2 2000 p. 10-11

Festa patronale di Maria madre del Buon Consiglio.  Montepiesi n. 4 1988. P. 1 

Fiuggi: Gastone Bai e Don Giuanella. Montepiesi n. 11 1997 p. 14

Fiaccolata dei giovani ai presepi delle contrade. Montepiesi n. 2 1985 p. 14 (Citaz. Da Araldo Poliziano)

Forneris F.: Ls vetrata di San Lorenzo. Una storia singolare. Montepiesi n. 10 1987 p. 8

Giordano Giustarini. Montepiesi n. 9 1981 p. 8

GIUGNO 1944: 48 ANNI FA. IL PASSAGGIO DEL FRONTE A SARTEANO. Dalle “MEMORIE PARROCCHIALI” dell’Archivio della Collegiata di S. Lorenzo da pag. 33 a pag. 36 – Manoscritto di Don Roberto Bersotti. Montepiesi n. 6 1992 p. 14

http://www.montepiesi.it/7-8-9 13/Vedere.htm (Documento WEB visto e letto 28 Gennaio 2024)

http://www.montepiesi.it/Archivio pdf/pdf/Montepiesi  1997/Mp. 1997 n. 2.pdf (Documento WEB visto e letto 28 Gennaio 2024)

I nomi delle strade. Montepiesi Febbraio 1997 p. 4

Il Coro di San Lorenzo. Montepiesi n.3 1993 p.11

IL PATRIMONIO ARTISTICO DI SARTEANO. ARRICCHITO DA ALTRI TRE RESTAURI. Montepiesi n. 10 1989 p. 7

IN RICORDO DI D. GIACOMO. Montepiesi n.6 1980 p.10

INSIGNE COLLEGIATA DI SAN LORENZO. Montepiesi n. 10 1975, p. 6 (a proposito dei lavori di restauro dei tetti, NDR)

INSIGNE COLLEGIATA DI SAN LORENZO. Montepiesi n. 11 1975, p. 9 (a proposito dei lavori di restauro dei tetti, NDR)

La Chiesa di San Lorenzo. Montepiesi n. 1975, p. 4

La Madonna del Buon Consiglio Patrona di Sarteano http://robertodellalena.altervista.org/la-madonna-del-buon-consiglio-patrona-di-sarteano/ (Documento WEB visto e letto 30 Gennaio 2024

La statua di S. Rocco: una proposta. Montepiesi n. 7 1989 p.6

Ladri in Chiesa. Montepiesi n. 12 1992 p. 13

Marrina (Il) https://www.treccani.it/enciclopedia/il-marrina_(Enciclopedia-Italiana)/ visto e letto 4 Aprile 2024

Migliaccio P. Lucio (a cura di) “Un pastore dei nostri tempi: Mons. Carlo Baldini”. Roma, Tipolitocart, 1972

Nuovo accesso al centro storico. Montepiesi  n. 5 1997 p.9

PACCHIA, Girolamo del. Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 80 (2014)  Documento WEB visto e letto 8 Aprile 2024 https://www.treccani.it/enciclopedia/girolamo-del-pacchia_(Dizionario-Biografico)/

Orari dei segnali pubblici. Montepiesi n. 1 1988 p. 10

Papa Adriano IV https://www.treccani.it/enciclopedia/papa-adriano-iv_(Dizionario-Biografico)/ Documento WEB visto e letto 18 marzo 2024

Per il Beato Alberto celebrazioni e convegno. Montepiesi n. 4 1985 p. 7

Per il turismo: Ieri… ed oggi?. Montepiesi n. 4 1977, pag. 3)

Parrocchia di San Lorenzo http://www.montepiesi.it/sanlorenzo/ (Documento WEB visto e letto 28 Gennaio 2024) 

Per non dimenticare il Dottor Franco Forneris. Montepiesi   n. 10-11-12 2014 p.6

Piazza Carlo Baldini. Montepiesi 7-8 2003 p.14 

Quarantesimo di Sacerdozio. Montepiesi n.5 1985 p. 18)

Quaranta anni  di Sacerdozio. Montepiesi n.6 1985 p. 18)

Riflessioni e interrogativi sul nostro patrimonio artistico-culturale. Montepiesi n. 10 1988 p. 10 

Rox (probabile pseudonimo NDR): UN TOCCO DA MAESTRO. Montepiesi n.9 1980 p. 7

SAN ROCCO, SARTEANO E IL SARACINO. Montepiesi n 9 1989 p 25

Sarteano festeggia Don Priamo. Montepiesi n. 2 1986 p. 4

Sarteano vista da Veronelli. Montepiesi 

Sarteano in musica Montepiesi n.9 1999 p. 9

Scacchi viventi, Montepiesi n 10-11 2013 pag 7

Sempre meglio la Filarmonica. Montepiesi n. 8 1984 p. 6

Società Della Preghiera Per I Morti Da Seppellire – 1584 (Iscrizione sull’architrave della Chiesa del suffrago (Suffragio come “suffraganea” di San Lorenzo NDR)

Speciale Sarteano. Montepiesi n. 12 1992 p. 12

Tornano a S. Lorenzo due tele restaurate. Montepiesi n. 4 1989 p. 14

Trabalzini Don Priamo: Nuovo furto in Chiesa. Montepiesi n 2 1980, pag 6

Ulpia: chi era costei? Montepiesi n. 11 1994 p. 17

Un dono alla Chiesa di S. Lorenzo. Montepiesi n. 5 1997 p. 11

UN PO’DI TUTTO, Montepiesi n 3-4 2012 pag 3

Un quinto Centenario da Ricordare, Montepiesi n 7-8-9 2013 pag 2 

Una domanda- Montepiesi n. 7 1994, p.28

Una porta di San Lorenzo. Montepiesi n 8 1996 p. 16

Una tela tanto bella quanto sconosciuta Montepiesi n 5-6 2008 p.4

Uno dei nostri tesori artistici: il Tabernacolo· del Marrina, Montepiesi  4-5-6 2015, pag 9

Vecchie memorie. Sarteano negli anni ’30 (da Siena e la sua provincia (p.741-743). Montepiesi n. 7  1985 p.8 

Venticinquesimo di sacerdozio. Montepiesi n. 7 1994 p.5

Aprile tra le pagine

Aprile tra le pagine


Cercando e (ri)trovando la parola “Aprile” in libri, letture, riviste. Ricordi o citazioni in qualche modo significativi. Talvolta anche brevi, brevissime frasi decidono di rimanere in mente più di altre…

“…16 Aprile 2022 Mostra collettiva “Io Noi & Gli Altri”. Autoritratti, ritratti, caricature ed altro…”Da GRUPPO DONATELLO LII MOSTRA ALL’APERTO 26 – 30 giugno 2023 Villa Arrivabene (Catalogo)

Figura eclettica e straordinaria ha lasciato tracce profonde del suo impegno e della sua passione per l’arte. Dopo le elezioni dell’Aprile 1948 proseguì il proprio impegno soprattutto in ambito culturale”. Da Ugo BARLOZZETTI: CARLO LUDOVICO RAGGHIANTI, LA CULTURA COME DOVERE SOCIALE. Storia & storie di Toscana Anno X n° 57 · maggio-agosto 2022 p. 23

A Sydney sostammo tre giorni in una Pensione di Philip Street, dopo di che proseguimmo per Walgett che con la diligenza raggiungemmo tre giorni dopo. Spuntava l’alba del 5 di Aprile quando, giunti alla penultima fermata della Corriera, trainata da cinque cavalli, che cambiarono sette volte per coprire 120 miglia di pianura boschiva, quanto separava Walgett dall’ultima stazione ferroviaria, trovammo mio cognato che ci attendeva.”. Da   Allaman Allamani, Giors Oneto, Gian Luca Corradi (a cura di): “Domenico Leoni. Memorie (1902-1918) dalla Romagna alla Toscana dall’Australia a Caporetto dalla prigionia alla libertà”, p. 37

“…Il 4 aprile del 1944 (ricordo ancora la data esatta) mi fu consentito di star seduto sull’orlo del mio letto per la prima volta dal principio della mia malattia..” Da “Ricordi, sogni, riflessioni di Carl Gustav Jung” raccolti ed editi da Aniela Jaffé Biblioteca Universale Rizzoli, p. 349

La bicicletta a vela di Francesco Corsi

It was me, Elvis, The Clear, Clear Valley, 

and another whose identity 

I don’t know, running down the slope like rabid dogs

(anonymous)

Francesco Corsi, La bicicletta a vela. Racconti di gioventù e oltre. Editoriale Le lettere, Firenze, 2023

Un bel libro, non c’è dubbio, scritto bene, un titolo “a sorpresa” e anche di ciò non c’è dubbio. Il testo parla di biciclette, sì, ma non ci si aspetti la parabola dal triciclo alla bici da corsa passando dalla 22 alla 28 e dalle rotelle accessorie al cambio a 5 rocchetti e due moltipliche. Le biciclette, o meglio la serie delle biciclette,  sono piuttosto il punto di partenza per raccontare le varie esperienze della vita: svago, avventura, novità, lavoro, indipendenza e libertà. Le biciclette dunque ci sono, ma c’è molto di più!

Le biciclette possono, a mio personale modesto parere, suggerire metaforicamente il viaggio della vita dell’Autore. Forse c’è un messaggio per il lettore; l’invito a raccontare il il proprio viaggio, non necessariamente scandito dalle biciclette!

Corsi propone un mondo che oggi è molto meno presente o forse non esiste più, ma che è nella memoria di molti quantomeno per aver raccolto i racconti di parenti più attempati. Un mondo di quando le ferie estive duravano tre mesi, ovvero il periodo delle vacanze scolastiche. Vacanze che per i fiorentini si svolgevano di solito in Versilia. Nel caso del Nostro la meta estiva era Marina di Pisa. Un mondo in cui non c’erano supermercati, ma botteghe dove oltre agli acquisti si parlava, ci si chiedeva reciprocamente notizie dei propri cari; un rapporto umano purtroppo quasi totalmente scomparso.

Da segnalare, in fondo al libro, “ultime ma non ultime” alcune poesie di cui due dedicate al Tramonto, altre all’Estate, alla Luna, altre ancora a vari momenti dell’esistenza. È probabile che la produzione poetica del Corsi sia ben più vasta.

Ma torniamo al testo. Tanto, troppo ci sarebbe da scrivere, i limiterò ad accennare ad alcuni dei tanti episodi narrati dall’Autore.

Numerosi gli eventi, le persone, i luoghi descritti e ricordati; uno scrigno pieno di memorie dell’Autore che fanno venire a galla inevitabilmente anche quelle del lettore, che pur in altri luoghi, in altri spazi in altri tempi trova delle analogie, delle similitudini. Peraltro – ma è una mia personale idea – le biografie e le autobiografie possano servire anche a rievocare la propria storia in relazione a quella da altri narrata, operazione che talora rivela insospettabili analogie e relazioni, e promuove la scoperta di ulteriori ricordi, ricordi che altrimenti non sarebbero forse riemersi.  Ma vediamo il Nostro che si racconta nel suo percorso da studente ad affermato professore Universitario.

Il ritorno in città, un evento. L’Autore ne descrive le fasi che paiono veri e propri rituali. Va tenuto presente che, come ricordato, le vacanze duravano praticamente l’intera estate, e il rientro era contraddistinto dai complimenti per l’abbronzatura, a cui verso i  bimbi si aggiungevano quelli per la crescita (come sei diventato alto!). Il ritorno in città prevedeva anche il cambio degli armadi consistente non solo nel cambio degli abiti estivi con quelli invernali, ma anche – con l’aiuto della sarta – a modificarli (come oggi si dice per telefoni e computer a “ricondizionarli”.

Le medie – Il ginnasio. In ogni biografia scritta, ma anche raccontata a voce, la scuola ha sempre un posto importante e in particolare vengono ricordati come pietre miliare i passaggi: dalle elementare alle medie e dalle medie alle superiori. In questo caso un passaggio in più: quello dal Ginnasio al Liceo. Ma il pensiero scolastico forse più condiviso è quello dal passaggio dalle medie alle superiori, passaggio che dopo esser stati i più grandi, fa nuovamente ritornare ad essere i più piccoli. 

Ben tratteggiate alcune persone del mondo scolastico, come quella del professore con un intercalare singolare: “veroè”. Gli intercalari più diffusi che vengono a mente sono “vero”, “naturalmente” “diciamo” “come dire”, poi ce ne sono di meno frequenti come appunto il succitato “veroè” che sinceramente non conoscevo. Conoscevo invece “menomamente”, avverbio che usava spesso una mia insegnante delle medie; la cosa curiosa è che tale professoressa parlava un italiano perfetto e aveva una cultura umanistica enorme, ma “minimamente” proprio non le veniva, preferendo il pur corretto, ma raro ed arcaico “menomamente”.

La bicicletta a vela, che dà il titolo al libro, è un’esperienza di fine anni ’40 del Nostro, che assieme ad un amico mette in atto. Sulla scorta del fatto che le barche sfruttano il vento per muoversi, perché non tentare anche sull’asfalto ciò che avviene in mare. E’ così che viene allestito un prototipo costituito da due biciclette affiancate e unite da una barra trasversale sulla quale viene applicato un singolare albero maestro con annessa vela. L’esperimento non riuscì completamente, ma non voglio rivelare il finale e lascio al lettore la sorpresa. Forse i due  inventori si erano ispirati a Leonardo da Vinci che di macchine se ne intendeva e forse a Raimondo de Sangro (1710-1771) che aveva messo in atto una speculare invenzione: la carrozza anfibia o “Carrozza marittima” ovvero una struttura lignea che in mare dava l’illusione di essere trainata da cavalli (che altro non erano che sagome di sughero), manovrata da pedali nascosti, che, se osservata dalla riva dava l’effetto di solcare le onde. 

Assai originale, fin dal titolo anche in questo caso, il capitolo finale “Scampoli di gioventù e oltre”. Sono piccoli flash: un’avventura reale ed in parte  immaginaria ad un tempo della durata di qualche minuto e di qualche centinaio di metri, vissuta all’interno dell’abitacolo dell’auto,  mediata dallo specchietto retrovisore e dal lunotto posteriore, iniziata in una coda di auto e terminata ad un semaforo dove le strade si sono divise. Non meno interessanti gli altri due flash; la dinamica anzi il viaggio di un foglio di carta antropomorfizzato che dalla scrivania, librandosi in aria mosso dal vento va a planare sul pavimento. L’ultimo flash “colleziona” in due pagine frasi ricorrenti, luoghi comuni, ricordi di volti e di loro particolari espressioni, spezzoni dattiloscritti, tasti di macchine da scrivere e tanto materiale  ancora pescato nello studio di avvocato nel periodo del praticantato.

E si potrebbe continuare…

Rileggendo “Il calcolo del desiderio”. Per una teoria sulla comprensione del sogno (Nota preliminare)

 Rileggendo “Il calcolo del desiderio”. Per una teoria sulla comprensione del sogno (Nota preliminare)

Adami Rook Patrizia: Il calcolo del desiderio. Per una teoria della comprensione del sogno. Bulzoni 1984.

Leggere un saggio non è soltanto conoscere e approfondire un certo argomento. Se si conosce personalmente l’Autore (Autrice nella fattispecie), come in questo caso, la lettura è anche un Suo ricordo. 

Ricordi e spunti in un  libro ricercato e ritrovato. Ritrovare vuol dire anche rileggere, riscoprire, raccontare, recensire, ma vuol dire anche allargare liberamente il discorso a partire da stimoli raccolti durante la lettura. 

Undici capitoli di cui solo l’ultimo ha un titolo che poi è anche il titolo del libro: “Il calcolo del desiderio”. Un libro di Patrizia Adami Rook pubblicato a metà degli anni ’80: un’attenta ed ampia rassegna delle conoscenze e prospettive sul tema del sogno. Non mancano spunti e proposte di approfondimento sul tema. Il libro pur essendo diffuso  nei tradizionali canali editoriali, ha avuto un particolare riscontro nel mondo della psicologia e della medicina e in naturalmente all’interno della Scuola di Psicoterapia Comparata (SPC) diretta dall’Autrice fino alla sua prematura scomparsa.

Si tratta di un saggio sul sogno esaminato nei vari aspetti: antropologia, storia, psicofisiologia, psicoterapia.

Undici capitoli senza titolo. I titoli non ci sono, ma – usando un ossimoro o forse un semplice gioco di parole – ci sono! Sono suggeriti dalla lettura stessa. Alcuni concetti (spesso dualismi) accompagnano la trattazione: “Il sogno come ricordo di ciò che non è avvenuto”, il dualismo “Fare sogno come sognare un fatto”, “l’esistenza diurna e quella notturna” ovvero “L’uomo diurno e l’uomo notturno” e poi i “fatti interni e quelli esterni”, “fuggire o attaccare”e ancora “sogni sbagliati” (per questi ultimi v. p. 89 e p. 91). Presenti molti rimandi alla classica letteratura psicologica, alle scienze neurologiche, ad altro ancora. Un libro che è un punto di partenza per ulteriori approfondimenti; è vero che questa caratteristica è comune a moltissimi libri, ma è particolarmente sviluppata in alcuni testi, e il presente di cui si parla ne è un esempio.   Un libro, va detto, non facile, ma la cui lettura è aiutata dalle numerose note esplicative a piè di pagina. 

Molti i temi rilevanti; Interessante la citazione di una serie di sogni di personaggi famosi; riflessioni sulla genesi della forma e rappresentazione gestaltica nel sogno (v. P. 84).

In questo libro c’è dunque un’attenzione rispettosa ai vari punti di vista delle varie discipline sull’universo sogno, alle diverse origini, alle trasformazioni, alla possibilità di costruire un sistema di conoscenza complessivo. 

Fin dalle prime pagine viene ricordato il lavoro di Aserinsky, E., & Kleitman, N. (1953), un autentica pietra miliare che, con la descrizione della fase REM,  ha segnato un prima e un dopo nella storia del sonno.  

E ancora, fin dalle prime pagine è descritto il sogno di Hermann, il nipotino di Freud: “In una notte del secolo scorso accadde che il piccolo Hermann si mangiasse in sogno tutte le ciliegie che il giorno prima aveva invece dovuto regalare allo zio per il suo compleanno” (p. 11)

Il sogno di Hermann, nipotino di Freud compare più volte in diversi capitoli, proposto talora come termine di confronto, talora come modello di approfondimento in relazione a studiosi o a correnti di pensiero, e in particolare alla Gestalt comportamentale (che potrebbe essere titolo adatto per il secondo capitolo). Accanto al sogno di Hermann l’Autrice propone comparativamente un altro sogno “inventato”, quello di una donna alle prese con una vicenda sentimentale.

E dunque il sogno è memoria di ciò che non è stato, diversamente sarebbe un ricordo. Questo tema sarà ampiamente discusso e approfondito praticamente fino alla fine del libro.e cominciano gli interrogativi; su quali fatti si delinea il fatto onirico? La vita di ognuno di noi del, dell’essere umano è sostanzialmente divisa in due parti: la veglia e il sonno. Riferire un fatto avvenuto è la testimonianza di una memoria, di un ricordo. Raccontare invece un sogno, ci porta a dire ho fatto un sogno, che poi vuol dire aver sognato un fatto fatto. È evidente che maggiormente il sogno sia strano inverosimile, tanto più si mette enfasi nel raccontarlo e nel cercarne un significato una comprensione una spiegazione. Si tenta sovente di stabilire un nesso tra quanto sognato e la vita reale, ciò non è sempre possibile.

In un successivo capitolo, il secondo, viene sviluppato il tema di come a prescindere dalla comprensibilità o meno del sogno, il sogno possa essere definito come una Gestalt comportamentale. Osservare un sogno in questi termini significa riconsiderare alcune peculiarità del precedentemente descritto homo oniricus.

La vita è una continua serie di scelte, dalle scelta delle vite di tutti i giorni su cosa fare o cosa acquistare, alle scelte dell’uomo primitivo che di fronte al nemico, talora un animale, in tempi brevissimi si trovava a dover scegliere tra attaccare o fuggire. Del resto, anche se le cose sono assai più complesse, obiettivi e scelte appaiono anche nel sogno del piccolo Herrmann, che notte tempo nel sogno mangia tutte le ciliegie, cosa che non ha potuto fare durante il giorno, dovendo donare le ciliegie allo zio.

A pagina 79, ricapitolando una serie di riflessioni sul desiderio, piace segnalare la frase: “L’uomo diurno fa, quello notturno desidera” 

Il desiderabile onirico non coincide necessariamente col fattibile dell’uomo diurno” (p. 85).

“… il desiderio è condizione necessaria, ma non sufficiente perché sogno e realtà s’incontrino, dal momento che l’uomo onirico e quello diurno, se incompatibili e separati contravvengono tutti e due al principio della sopravvivenza…” (p. 96)

“… ma al di là della ragione, si è detto, c’è il desiderio …” (p. 111)

Una possibile lettura è quella ottenuta unendo il “Desiderio e il  Calcolo”. Si parte dall’operazione matematica o calcolo e dalla celebre equazione  “contenuto del sogno = appagamento di un desiderio“ Da quel “primigenio desiderio” naturalmente molto è cambiato ma resta attivo  il progresso delle conoscenze con relativa possibilità di ampliamento, revisione, aggiornamento.  L’elaborazione che il cervello compie, nel ricevere, elaborare, filtrare le informazioni, agire;  è in questo contesto che nascono le riflessioni intorno a questo il calcolo, ovvero  comportamento come risultante dopo selezione dei dati (stimoli esterni ed interni). In questo teatro della mente compaiono attori l’immagine Gestalt, la coscienza dell’uomo diurno e di quello notturno. E piace concludere citando le parole di Patrizia Adami Rook: “Quindi il concetto di comportamento, (se per comportamento non s’intende soltanto quello dell’organismo, e neanche quello dell’ambiente, ma s’intende invece la Gestalt totale in cui i due termini indissolubili si selezionano l’un l’altro continuamente) implica che non possa verificarsi un caso che non si costituisca sempre come assolutamente necessario, e che la necessità risulti, in ultima analisi, sempre generata dal caso” (p. 126).

Pur considerando il presente scritto soltanto un preliminare punto di partenza, si può fin d’ora registrare l’importanza  dell’argomento e  il piacevole lo stile narrativo. Accanto alla formazione e la competenza nel campo psicologico Patrizia Adami Rook possiede una notevole cultura umanistica.

Non si può che ribadire come  a lettura di questo libro permetta di entrare in contatto con importanti concetti sul sogno, ed  anche e forse soprattutto di acquisire strumenti di approfondimento.

Letture

Adami Rook P. (1983), Le due femminilità, Bulzoni, Roma

Adami Rook P. (1984), Il calcolo del desiderio, Bulzoni, Roma.

Adami Rook, P. (1995) Quasi prete quasi medico, in Simposio, Rivista di Psicologi e Psicoterapeuti, n. 3, Primavera 1995, Firenze, ABC. Anche on line http://rolandociofi.blogspot.com/2012/10/quasi-prete-quasi-medico-di-patrizia.html visto e letto 20 12 2023

Adami Rook Patrizia: Comportamenti consapevoli, stili di vita, e ambiente. il parere dello psicologo. Abstracts del Convegno “Inquinamento Ambientale e Problematiche Pediatriche”, Firenze, 20 giugno 2002). 

Adami Rook P. et al. (1996), Note per una storia della psicoterapia italiana in D. K. Freedheim, Storia della psicoterapia, da pag. 1023, Ed. Scientifiche Magi, Roma. 

Adami Rook, P. (2007) Comparare… perché?, in Simposio, Rivista di Psicologi e Psicoterapeuti, anno 3, n. 2, Settembre 2007, Firenze, Vertici Editore, pag. 14. Anche on line http://www.mopi.it/docs/simposio/simposio05.pdf  visto e letto 20 12 2023

Adami Rook P.: ”La Scuola di Psicoterapia Comparata, una alternativa alle tradizionali esperienze di formazione verticale”, in Simposio n. 1, pag. 85, ABC Firenze.

Adami Rook P., “Scienze, Psicoterapia e… chiacchiere”, (1) in Simposio n. 9, pag. 11, Ed. ABC Firenze.

Adami Rook P., “Scienze, Psicoterapia e… chiacchiere”, (2) in Simposio n. 10, pag.11, Ed. ABC Firenze.

Aserinsky, E., & Kleitman, N. (1953). Regularly occurring periods of eye motility, and concomitant phenomena, during sleep. Science, 118, 273–274. 

Carere Comes T., Adami Rook P. & Panseri L., a cura di, Che cosa unisce gli psicoterapeuti (e che cosa li separa). La pratica dell’integrazione in psicoterapia. Atti del II Congresso SEPI Italia (Firenze, 24-26 Marzo 2006). Firenze: Vertici, 2007, pp. 173-179. 

Ciofi R., Adami Rook P.: Pensare la professione, Franco Angeli Editore.

Costantino F. Unendo il “Desiderio e il  Calcolo, Inedito

Freud. Opere (1886-1905). I Mammut ed. Newton Compton Editori, pag. 804

Freud Sogno ipnosi e suggestione, Newton Compton1969, pag 156

Quartini Andrea, Adami Rook Patrizia, Allamani Allaman, Berni Laura, D’Onghia Giovanna, Innocenti Andrea, Innocenti Federigo, Latte Giuseppe, Bardazzi Gabriele, Bartolini Simona, Ceccherini Emanuela, Della Lena Roberto, Fusi Ginetta, Marcias Maria Luisa, Stecchini Donatella.: Valutazione dell’efficacia di un percorso di psicoterapia breve in alcoldipendenti sobri affetti da depressione minore. Abstract book VIII Congresso Nazionale SIEP “La salute mentale nella popolazione. Analisi dei bisogni e governo clinico”. 25-27 ottobre 2007, Convitto della Calza, Firenze. (V. anche programma  https://siep.it/wp-content/uploads/2016/08/abstract-congresso-firenze-2007.pdf

Weeks GR – L’Abate L., Psicoterapia Paradossale, Astrolabio, Roma, 1984 

“Il calcolo del desiderio” Alcuni concetti:

Caso e necessità 124 – Ciò che non è stato 12 – Comprendere l’ambiente 73 – Desiderabile  73 – Fattibile 73  – Gestalt onirica 16, 70 – Homo oniricus 37 – Meri fatti 31 – Non ho scelto di fare 66 – Principio di realtà 52 – Singoli elementi del sogno 16, 115 – Sogni archetipici 76 – Uomo diurno 23 – Vecchio saggio 116

Elenco nomi citati:  Adami Rook Patrizia 49n, 107n;  Ancona  18n,  119n;  Ardigò 08, 08;  Arianna (filo di) 77; Armitage 56n;  Artemidoro  12;  Aserinsky Eugene 24n; Balenci Marco 05, 09 Beavin J. H. 19n, 95n Benedetti Gaetano 11n, 19n, 32n, 36n, 60n, 62n, 63n, 127n Bertini M. 38n, 55n, 56n, 76n; Bion  114n;  Bordi  119n Branca Vittore 36n, 38n, 76n, 110n Bresson 18n,  Bruto 99, 99 Burgalassi Silvano 05, 05 Campbell R.J. 46n,  119n Cesare 99;  Cro-Magnon (uomo di) 23, 23, De Grada 23n, 42n, Dement William 24n; Democrito  124;  Dostoevskij 68n; Eliade Mircea  112 Eraclito 06, 06, 93n Ercole  121, Esterson 90n  Euclide 07, 07 Eysenck H. G. 30, 30, 103, 103n, 104 Fornari   100 102n; Freud Sigmund 11, 12, 15, 16, 26, 27, 30, 32, 34, 38, 44, 45, 52n, 53, 60, 66n, 69, 73n, 74, 86, 92, 93, 103, 104, 111, 115; Fromm Erich 21n, 32n Galambos R. 05n Gehlen A. 08, 08,  Gesù 11, 11,  Giuda 83, 83 Habermas 08, 08,  Hartmann 48n, 49n Haynal  100 101n; Hermann (nipote di Freud) 11, 27, 30, 32, 34, 37, 44, 45, 69, 70, 71, 73, 74, 75, 80, 85, 86, 87, 91, 99, 108, 109, 120; Hillman James  114, 114n;  Hinsie E. 46n,  119n Jackson D. D. 19n, 95n Jeans James  125 Jordan Pasqual 36n Jouvet 24n Jung C.G. 21n, 46n, 59n, 76n, 89n, 107, 112n, 115n, 121n, 124n, 125n, 126n Kekulé 11, 11,  Klein 56n Kleitman Nathaniel, 24n Kohler 24, 25, 31, 31n, 101n Kris 48n Kuhn  100 102, 103 Laing 59n, 111n;  Leclaire S. 73n;  Levi-Bruhl  110n Lewontin  125n Lobaceski 08, 08,  Lorenz 18n,  Maffei G. 95n Magellano  121,  Malmo 55n Mancia Mauro 41n, 51n Marcuse 08, 08, 60n Matte Blanco 66n Matte Blanco  110n,  119n Matteo (Evangelista) 83n Mc Kay 62n Monod  121, 121n, 122, 123, 126n Moruzzi G. 19n, 32 Neumann 49n, 57, 57n Nietzsche 96, 96 Ossola Carlo 36n, 38n, 76n, 110n Padoa  126 Pasini  100 101n Pauli  125 Phillips 62n Piaget 23, 23n, 42n, 127n Ponzio Pilato 11, 11,  Rapaport 53n Resnik Salomon 36n, 38n, 68n, 76n, 110n Riemann 08, 08,  Rycroft  119n Schutz 08, 08,  Scipione 11, 11,  Socrate  07;  Sperry 62n;  Swets 18n;  Turner (La foresta dei simboli) 08, 08,  Ulisse  121, Von Ehrenfels 30, 30;  Watzlawick P. 19n, 95n; Wolman 52n. 

Pareidolia. Un appunto piccolo piccolo

Pareidolia

Pareidolia e il mondo diventa immenso!! (Cit.)

(“Patrizia, fammi sape’ se è roba tua 

o se l’hai chiappa da qualchedunaltro!”)

La pareidolia è un fenomeno psichico tramite cui si percepiscono e si fanno proprie delle immagini, si dà loro una forma.   Ognuno di noi ha avuto un’esperienza durante cui ha visto emergere un volto o un oggetto dalle nuvole, da un pavimento (space dalla palladiana), da macchie o screpolature del muro. In pratica si estrapola (forse più correttamente si percepisce) qualcosa che è nella realtà estraneo al contesto. 

Da quando abbiamo praticamente sempre a disposizione la fotocamera del smartphone si sono moltiplicate le occasioni di fotografare e non solo vedere tali immagini.

In questa sede non è certo opportuno di approfondire la questione da un punto di vista scientifico, per la quale naturalmente si rimanda a testi specialistici, che oltre alle pareidolie esaminano altri fenomeni percettivi complessi come le illusioni ottiche, le doppie immagini, le figure impossibili, completamento di figure  ed altro ancora.

Una citazione da Munari (1970):

Fenomeni percettivi di doppie immagini possono apparire non solamente negli esperimenti scientifici sulla percezione visiva o in elaborazioni grafiche, ma anche involontariamente nei casi più disparati sia di prodotti dell’attività umana che in prodotti della natura. Per molti anni un noto settimanale ha pubblicato prodotti della natura con doppie immagini, ma quello che si vede in questa foto, che mostra un gruppo di ruote per un treno circolante su speciali rotaie, è molto evidente: due musi di scimmie appaiono tra i ruotismi, creando un disturbo semantico fortemente persistente”.

L’immagine che Munari descrive è molto suggestiva; non la inserisco perché non vorrei infrangere regole di copyright. 

In questa sede propongo semplicemente alcune immagini, non escludendo ulteriori sviluppi futuri e ampliamento dell’articolo.

Una pareidolia di cui posso parlare e pubblicare immagine mi si è presentata osservando una macchia di olio sull’asfalto. Dalla macchia sembravano apparire  due persone, una delle quali teneva in mano un’asta. 

Un’altra pareidolia è quella dell’”omone”, così come in altro articolo l’ho descritta:

Ma ecco che in autostrada all’altezza del km 318 compare l’”Omone” a portata di teleobiettivo. Scoperto tanti anni fa e tante volte fotografato, oggi voglio raccontare cos’è. Non è un umano, non è un gigante e non appartiene al regno animale, ma a quello vegetale. È un grosso cespuglio che campeggia in cima a un poggio e che pare proprio un uomo, anzi un “omone” di cui appare il busto!” 

Ancora asfalto ed ancora due figure, che in realtà più che umane sembrano umanoidi richiamando personaggi alieni così come sono presentati in taluni film di fantascienza.

Un’altra osservazione curiosa. Una screpolatura sullo sportello dell’alloggiamento di contatori, ricorda uno sciatore.  

Per concludere. Nessuna pretesa “letteraria” né tantomeno “artistica”. Ho soltanto presentato alcune immagini curiose, ma il tema è molto interessante. Sicuramente da approfondire.

Riferimenti

Gli anni senza Sarteano

Gli anni senza Sarteano

“… dopo venti o trent’anni si scopre che ciò che veramente conta è rimasto nel paesello natio.” (C.G.Jung, lettera a Herbert Read 17.10.1948. In C. G. Jung, Lettere, Vol 2 p.117).

“Se uno scritto rimane troppo tempo in fondo a un cassetto due son le cose: o lo cancelli o lo rendi visibile” (Cit.)

Circa l’inserimento di questo articolo sul blog avevo qualche perplessità. Mi sono dato una risposta rileggendo il testo di “Aggiungi un posto a tavola”.  Chiede DON SILVESTRO rivolgendosi a Dio: – “Nooo. Hai ragione e basta. Posso chiederti una cosa? Perché hai scelto proprio me? E perché proprio il mio paese?”, e dall’alto risponde DIO: – “E perché no?”

E così, senza naturalmente fare impropri e irriverenti paragoni, semplicemente mi sono chiesto perché mai avessi dovuto inserire il presente articolo sul blog mi sono dato anche la risposta “E perché no? “

Titolo curioso. Mi è ritornata in mente una vecchissima lezione, che illustrava come  dall’analisi  di un racconto relativo  ad una situazione di disagio e/o di conflitto si possano estrapolare alcune parole chiave o ricorrenti, e lavorando su queste si possa tentare fare un’analisi del racconto o anche si possa usare tale materiale per creare nuovi costrutti. La parola ricorrente, in questo caso,  appariva essere  “senza“, Ho scartato l’idea  di fare un’analisi ed ho optato per la seconda idea ovvero di promuovere altre riflessioni a partire dalla parola “senza” (ho molto semplificato, la storia è più complessa, ma la racconterò un’altra volta).

Dunque mi sono soffermato sulla parola “senza”, e dato che sono a Sarteano, che è anche il mio paese natio,  ho pensato di esaminare il tema “Senza Sarteano”, e per dare un limite alla disanima, ho pensato di  circoscrivere il tema a  “Gli anni  senza Sarteano“, ovviamente i miei.  Ecco come nasce il titolo. 

Qui parlerò della mia esperienza, ma “Anni senza Sarteano” riflettono una condizione di un significativo numero di persone. Si pensi ad esempio agli emigranti che dopo permanenza in altra città o addirittura all’estero, ritornano al paese. 

Se penso al momento dal quale mi sono allontanato dal paese al momento in cui ho cominciato a farci ritorno con una certa frequenza, con qualche approssimazione si può parlare di un lungo periodo ovvero dal 1962 al 2003. Già ci sarebbe tanto da raccontare  sui motivi del trasferimento a Siena prima e a Firenze poi. D’altronde ci sarebbe anche da parlare di come è quando ho cominciato a ritornare frequentemente Sarteano dal 2003 in avanti. Ma di ciò vale la pena parlarne a parte (mi rendo conto del limitatissimo pubblico a cui possa interessare, ma così è…).

Riflettendo  sulle parole assenza,  privazione,  mancanza di qualcosa viene a mente che più spesso si parla di qualcosa o di qualcuno, della sua  presenza, della sua importanza, del suo significato. 

In senso assoluto gli anni senza Sarteano… non esistono!

I primi anni senza Sarteano in realtà sono stati piuttosto degli anni in cui Sarteano c’era, ma esclusivamente o quasi, per il fine settimana e per le feste comandate e, naturalmente per le vacanze estive. É chiaro che il trascorrere degli anni, l’inizio di studi via via sempre più impegnativi, il lavoro, la scomparsa dei nonni, occorse rispettivamente nel 1971 e nel 1979,  hanno progressivamente ridotto le trasferte a Sarteano… 

I ritorni in paese durante le vacanze estive si sono protratti per diversi anni con una certa regolarità.

Un po’ di cronologia e di ricordi.

Da un appunto personale. “…il mio pensiero è andato al fatto che una volta, tanto tempo fa, ho visto una partita dell’Italia a Sarteano, all’ENAL. Quella volta vincemmo 6-1  contro la Finlandia. Era il 4 Novembre 1964. Ci eravamo trasferiti a Siena da pochissimo e probabilmente – il 4 Novembre era all’epoca giorno festivo – avevamo passato qualche giorno a Sarteano”. Proprio non so perché ho scritto questo appunto in un agenda nientemeno che del 1986. In ogni caso ha fatto comodo! Ricordo che ero con alcuni amici al bar dell’ACLI in piazza Bargagli, speso chiamata con la vecchia dizione Piazza d’Armi; la partita era trasmessa da un televisore allora in bianco e nero posto all’interno del bar e ogni volta che veniva segnato un goal si alzava un coro di urla dei presenti. Alla fine della partita seguì anche la fine della permanenza in paese e il ritorno a Siena. Situazioni come queste si ripetevano abbastanza spesso, e ogni ritorno al paese e successivo rientro a Siena erano accompagnati da una certa malinconia. Chissà che l’appunto del 1986 non sia stato preso, anche se non compare scritto, per sottolineare quello stato malinconico. Difficile dirlo.

Era Febbraio 1968 ed era Carnevale. Ho il ricordo di essere stato al Teatro Mascagni di Chiusi assieme a quattro amici di Sarteano – Pietro, Giorgio, Claudio, Moreno -con i quali avevo messo insieme un complessino. Con una certa emozione suonammo tre canzoni, di cui ricordo ancora i titoli: “Castelli di sabbia”, “Sha-la-la-la” e “Portami tante rose”. Una foto in bianco e nero testimonia l’evento e suggerisce una mia presenza in paese almeno nei week end dei mesi precedenti per le prove! Per la cronaca le prove si svolgevano in una cantina, o forse meglio definirlo fondo, situato in via dei Fiori, quella che collega piazza XXIV  Giugno con l’ultimo tratto di via Roma, quasi in piazza San Martino (in realtà un eccessivo sfoggio toponomastico superfluo e probabilmente noioso per i sarteanesi e poco utile per i “forestieri”). Curiosamente tanti anni dopo, nel 2019 presso lo stesso Teatro Mascagni é stato rappresentato uno spettacolo che parlava di chi nel 1968 era un adolescente. Fa un certo effetto pensare che proprio in quei locali, proprio nel 1968, proprio da adolescente, assieme ad altri coetanei mi trovavo su quel palco…  https://www.primapaginachiusi.it/2019/04/quando-sognavamo-la-california-sabato-al-mascagni-la-fotografia-di-una-generazione/

Giugno 1971, 26 per l’esattezza. Scompare mio nonno Pellegrino. Un momento triste, uno di quei momenti tristi in cui sono ritornato a Sarteano. Per i funerali. O come si dice in paese per il “Trasporto”.

Il momento di mio massimo distacco, di massima estraneità al paese, è rappresentato probabilmente da quanto avvenne agli inizi degli anni ‘70, ma posso essere ancora più preciso, o il 13 Maggio o il 2 Giugno del 1973. In entrambe le date ero stato testimone ad altrettanti matrimoni. Ebbene in uno di questi due giorni scendevo in auto da Radicofani in direzione di Chiusi, passando per Sarteano. Non ricordo per quale motivo, ma mi trovai a dover chiedere un’informazione rivolgendomi ad un gruppetto di tre persone. Almeno due sapevo bene chi fossero, ma vedendo che non mi avevano riconosciuto, non ebbi il coraggio di palesarmi. La cosa mi rattristò un po’ e pensai come fossi oramai considerato un estraneo, anzi, come si diceva allora, “un forestiero”! La “separazione” stava prevalendo sull’appartenenza”! Confesso che successivamente  ho anche preso in considerazione un diverso svolgimento dei fatti. Ovvero che i tre sarteanesi potrebbero anch’essi avermi riconosciuto e aver pensato “Mira chesto che ora sta a Firenze e mancocia’ ricononosciuti”. Chissà! Solo molti anni dopo ho avuto modo di approfondire il tema “Appartenenza e separazione” nel corso del “V Incontro degli Operatori dei Servizi Pubblici Sulla  Applicazione delle Tecniche Relazionali” che si è tenuto a Firenze, il 2 Febbraio 1991. Ho voluto mettere un richiamo bibliografico relativo agli Atti di tale Congresso di cui consiglio davvero la lettura.

Tornando a noi, quell’incontro con i sarteanesi mi fece molto pensare, ma non servì affatto a incrementare i ritorni al paese, che continuarono ad essere rari e legati per lo più a eventi importanti, matrimoni, malattie, scomparse.

Il mio rapporto con Sarteano é però continuato in qualche modo anche “a mezzo stampa” con Montepiesi, una rivista mensile che dal 1969 in avanti ha permesso di rimanere aggiornati sulle vicende paesane. Montepiesi purtroppo ha chiuso i battenti nel 2017. Molti, e io sono tra quelli, hanno un senso di grande riconoscenza verso il dottor Carlo Bologni, che con un  efficientissimo gruppo redazionale ha portato avanti l’iniziativa editoriale per quasi mezzo secolo. E ciò sarà anche occasione per ricordare alcune cose che mi legano a Montepiesi e quindi a Sarteano.

Accadde tra ottobre 74 e giugno 75, parola di Patrizia (mia compagna di scuola alle elementari a Sarteano). Ebbene in un giorno compreso in quel lasso di tempo, probabilmente un giorno invernale, mi trovavo in un cinema d’essai fiorentino. In quello stesso cinema era presente anche Patrizia che mi vide, anzi mi riconobbe, ma non riuscì a farsi notare (e poi dicono che i Sarteanesi sono sguaiati e urlano!). Certo che se fossimo stati in Piazza d’Armi  o “Suppelacosta” sarebbe stato diverso! Curioso pensare a due Sarteanesi in terra straniera che condividono uno stesso spazio, peraltro limitato, senza riuscire a incontrarsi! Un fatto per certi versi analogo, sempre in quegli anni avvenne in una città del nord, forse Cremona, ma non ne sono certo, poteva essere anche Crema dove avevamo conoscenze; sono certo invece che da un muretto che circondava un giardino rialzato rispetto al piano stradale dove mi trovavo con mio babbo, si levò una voce che rivolgendosi a noi urlando disse “Mettelodentrocheédisartiano!!!!”. Si trattava infatti di un amico del babbo, probabilmente un bancario. Seguirono abbracci e rituale caffè in un bar vicino con l’inevitabile chiacchierata sul tema: “Macchecifa’dasteparti?!”. Non ricordo cosa effettivamente ci facessimo a Cremona (o a Crema o in altra città del nord), ma ricordo il piacevole clima creatosi fra sarteanesi “fuori sede”. In tempi precedenti occasionali incontri tra sarteanesi fuor di Sarteano erano avvenuti a Grosseto dove incredibilmente entrando per sbaglio in un negozio sbattei contro un signore e naturalmente mi scusai. E una signora, la moglie dell’”investito” da dietro: “Unlovedi che è Roberto; ora se’ convinto, cieco di Sorrento, che chelli che avemo visto fori ereno Ilio e la Delia di Sartiano?!” (Ben scanditi come Iglio e Deglia!) Anche in questo caso ricordo il fatto, le parole, e anche l’espressione dei presenti, ma non chi fossero. Analoghi incontri a più riprese sono avvenuti a Siena alla Lizza alla fine degli anni sessanta con Argo e suo padre, con Archimede, con Carlo, Paola e il figlio Marco, e probabilmente con molti altri. Ma Siena é più vicina è statisticamente incontrare paesani era più facile. E forse allora “Un vale”. E “Un vale, anzi un conteno” neanche le visite di Enzo e Luciana perché piacevoli, ma non fortuite in quanto Patrizia, loro figlia e mia cugina, ha vissuto per un periodo a Firenze. Quello che vale di questi incontri, talora fugaci, talora più durevoli, è che sono sempre piacevoli momenti di condivisione e di rievocazione.

Accadde nel 1975. Questo che sto per dire, analogamente al precedente punto, è un “aleggiare sarteanese in Firenze”. Non so, anzi non ricordo, come venni a sapere che una sarteanese compariva in “Amici miei”, lo straordinario film di Monicelli. Si trattava di Maria Pia, mia compagna di scuola alle elementari in quel di Sarteano. Confesso che guardai il film con attenzione, ma non riuscii a riconoscerla. Più agevolmente il riconoscimento avvenne qualche anno dopo con l’avvento dei videoregistratori con fermo immagine.

197? Probabilmente 1976 o 1977. Inverno rigido, neve  a volontà. I parenti ci avvertono che la mia nonna materna è in gravissime condizioni. In realtà, le cose andarono meglio, in quanto superò la crisi e visse ancora diversi anni. Non so come arrivammo a Sarteano, forse in corriera da Firenze o forse in treno fino a Chiusi e poi in corriera a Sarteano. Ma altri diciotto chilometri ci dividevano da Radicofani dove vivevano la nonna e diversi zii. So invece come raggiungemmo Radicofani: accompagnati da Alfiero, storico ed esperto tassista (ma a Sarteano li chiamavano “autisti di piazza”). Fu un viaggio (pochi KM ma autentico viaggio) suggestivo; Neve sulla strada, neve ai lati della strada, fitti fiocchi sul parabrezza, tergicristalli sempre in funzione. Per strada, la bella 1400 bicolore – un grigio più chiaro e un grigio più scuro – di Alfiero  incedeva lenta, ma maestosa e sicura. Giungemmo a Radicofani nel cuore della notte senza aver incontrato neppure una macchina. Ricordo ancora che mio babbo e Alfiero strada facendo riassunsero vari decenni di vita sarteanese. Io ascoltavo con attenzione curiosità. Ricordo che Alfiero rievocò il film “Il Cristo proibito” di cui alcune scene vennero girate a Sarteano, tra cui una in casa sua.

1979, 3 Aprile scompare mia nonna Irma. Uno strano (forse non è l’attributo più giusto) destino mi lega alla sua scomparsa. Da una parte l’ho avuta vicina negli ultimi giorni essendo lei ricoverata a Firenze presso l’ospedale di Careggi, in un reparto assai vicino alla Clinica Medica da me frequentata all’epoca. Dall’altra non potei andare ai funerali a Sarteano in quanto fui colpito da un’influenza acuta con febbre alta. E a letto ben  coperto e imbottito di aspirina e vitamina C ebbi modo di riflettere su mia nonna e su Sarteano. E non poté non venirmi in mente che otto anni prima anche mio nonno era mancato e anche allora era ricoverato in un reparto di Careggi, anzi proprio lo stesso. Ma quella volta lo accompagnai. Ricordo che quella costrizione febbrile a letto fu occasione di pensare molto al mio paese e alle molte famiglie che come la mia si erano trasferite altrove. 

1980 Capodanno. Un capodanno “quasi” sarteanese. Inizio dell’anno e del decennio a Radicofani, con una tavolata al ristorante. A Radicofani e non a Sarteano in quanto i numerosi (allora numerosi oggi in larga parte scomparsi) parenti materni erano residenti proprio a Radicofani. In serata finalmente scendemmo a Sarteano e vedemmo con tristezza la casa in piazza oramai vuota e disabitata dopo la recente scomparsa di mia nonna.

1981, 15 Giugno Non posso non ricordare una delle mie prime esperienze congressuali, ed una in particolare, ovvero una comunicazione alla Riunione della Sezione Toscana della Società Italiana di Ematologia, svoltasi a Firenze, 15 giugno 1981. Non ero a Sarteano, ma amo ricordare la data in quanto la giornata fu presieduta da un illustrissimo  Sarteanese con la S maiuscola, il professor Pierluigi Rossi Ferrini. [S. Citi, R. Della Lena, F. Leoni: Analisi retrospettiva di 177 casi di LLC con particolare riguardo allo staging. Pubblicata su Haematologica Vol. 67, n.3, pag. 478 (1982).]

Nel 1989 un curioso e singolare ricordo su Sarteano: una finestra! Un ricordo per associazione di idee. Non una finestra qualsiasi, ma una finestra che si apriva su un muro. Una finestra all’interno dell’Ospedale  villa Basilevsky, uno dei presidi della Usl 10/E insieme all’ospedale Oftalmico e all’Ospedale Meyer. Ebbene quella finestra e il relativo affaccio assomigliavano davvero molto ad altra finestra e ad altro relativo affaccio della mia casa di Sarteano. In tutti e due i casi si trattava di finestre che affacciavano su una corte, ma quello che mi colpì era la straordinaria somiglianza delle venature causate dal tempo sul muro.

199? Data precisa incerta, sicuramente primi anni ‘90, probabilmente 1990 o 1991. Periodo invernale, una cena in casa di amici a Firenze nella zona di Campo di Marte. Come talora capita due persone originarie dello stesso paese, dopo essersi persi di vista,  dopo tanti anni si ritrovano inaspettatamente. Ovviamente il paese é Sarteano, uno due sarteanesi sono io, l’altro è Marco. Marco ha qualche anno più di me e anche lui come me vive a Firenze da molti anni. Fu una bella serata, ottima cucina, bella compagnia. Non sono certo invece che tutti abbiano trovato divertente la conversazione, praticamente monopolizzata da me e Marco. Gli astanti si sono dovuti sorbire la storia recente di Sarteano (e anche quella meno recente), biografie di persone e personaggi del borgo, ricostruzione di alberi genealogici, castello, Saracino, piscina e Bagno Santo e quant’altro. Cose che capitano quando due sarteanesi si ritrovano a parlare, come dice il titolo di questo articolo, degli “anni senza Sarteano”.

Aprile  1994. Montepiesi parla di me, o meglio di un articolo che ho reperito sulla Rivista Viesseux che parla di Tancredi Canonico e che ho inviato al dottor Bologni, che gentilmente ne ha dato notizia. La notizia compare anche nel numero di Gennaio 1995 e nel novembre 1998. Ancora, nel Maggio 1995 sempre su Montepiesi compare la segnalazione di  “Plausibili trilogie”, una mostra collettiva a cui partecipai con alcune fotografie tra le quali alcune vedute di Sarteano.

Nel 1997 sono tornato a Sarteano con alcuni amici fiorentini. Probabilmente é stato un flex point, probabilmente é da quel momento che é iniziato il mio riavvicinamento. Curioso e da citare che quegli stessi amici successivamente hanno trascorso le ferie a Sarteano per qualche anno. Una curiosità, il “Panspagna”.”Abbiamo del buon panspagna”.  Così ci disse chi ci servì al ristorante dove ci fermammo strada facendo.  Quello strano termine con cui era stato ribattezzato il Pan di Spagna ci divertì molto, trasformandosi in  una battuta destinata a diventare un tormentone. Questa storia ovviamente la capiranno solo i pochissimi che l’hanno vissuta e altri pochi a cui è stata raccontata.

Febbraio 1999 Montepiesi pubblica una foto dove sono ritratto in vicolo del Bell’occhio con Mauro Placidi e la Stefanina. La foto fu pubblicata in quanto spedita per email, pratica “pionieristica” allora ancora poco diffusa. Oggi invece è quasi una rarità ricevere una missiva manoscritta!

Di lì a poco si concretizzò un progetto per rimettere a posto la casa di famiglia, che pur essendo in più che buone condizioni, era stata pressoché disabitata per un lungo periodo.

Iniziò un lungo processo che tra progettazione, programmazione, preventivi, esecuzione dei lavori, si concluse nel 2003, anno in cui pur con le impalcature ancora presenti ricominciai a trascorrere a Sarteano periodi estivi significativi. Le impalcature furono tolte e negli anni successivi è sempre stata “confermata” la presenza a Sarteano nei fine settimana e durante una parte delle ferie estive. Il 2003 fu anche la scoperta della Tomba della Quadriga Infernale”, cosa che portò una certa popolarità a Sarteano. Vivevo come del resto adesso a Firenze, e non pochi colleghi e conoscenti, sapendomi sarteanese, mi chiedevano ragguagli e curiosità sull’evento.

Il 2003 è una sorta di spartiacque tra un prima e un poi. Il “prima” è quello che è sempre stato più o meno, come indica il titolo di questo scritto, “Senza Sarteano”. Il “poi” è un periodo che ha visto e vede la presenza a Sarteano più continuativa o comunque più frequente.

Nel 2007, un ritorno a Sarteano triste, il 21 settembre scompare mio padre a Firenze. Come da sua volontà viene fatto riposare a Sarteano. Da un punto di vista di rapporto con il paese siamo ancora nell’era di “Sarteano sì ma solo d’estate”. Sempre nel 2007 ricevo una mail da Patrizia, mia compagna di scuola alle elementari, anche lei allontanatasi da Sarteano e trasferitasi in Francia. Mi porta alla memoria lontani ricordi sarteanesi invitandomi a ritrovare gli amici di un tempo lontano. Peccato che Facebook pur nato nel 2004, non è ancora stato “inventato” in lingua italiana. Capisco che si va incontro a un futuro dove il passato tornerà a farsi vivo. E la storia continua…

E alla fine grazie a quella lezione che  mi ha riportato a quei vecchi insegnamenti secondo cui, attraverso la riformulazione, si può trasformare un disagio in una risorsa ovvero un “senza” in un “con”.

Letture e siti

BANDINI D: MEMORIE PICCOLOMINEE IN SARTEANO, “Bollettino Senese di Storia Patria, Terza Serie – Anno I X – 1950

Minetti A.: La tomba della Quadriga Infernale di Sarteano. STUDI ETRUSCHI VOL. LXX – MMIV – (SERIE III)

“QUANDO SOGNAVAMO LA CALIFORNIA”, SABATO 4 AL MASCAGNI LA FOTOGRAFIA DI UNA GENERAZIONE. DOCUMENTO WEB Visto e letto 16 Agosto 2023

Attività del Gruppo Donatello 2023 (Periodo Giugno-Dicembre)

Attività del Gruppo Donatello e dei Donatelliani 2023 (Giugno Dicembre)

Negli articoli precedenti sulle attività del Gruppo Donatello (vedi link in fondo a questo testo) venivano essenzialmente riferiti gli eventi svolti nella sede “storica” di via degli Artisti. Al momento, il Gruppo Donatello è “Fuori sede” (modo creativo di dire SENZA sede!), e vengono qui citati eventi che hanno visto il Donatello o i singoli Donatelliani protagonisti presso istituzioni che hanno dato ospitalità permettendo di continuare a vivere ad un’associazione che esiste da oltre settanta anni e che si spera possa viverne altrettanti superando questo difficile momento, e sperando soprattutto di trovare una nuova sede. Un anno brutto il 2023, non c’è dubbio; un anno contrassegnato da numerose avversità, dalla ricordata perdita della sede, all’essere venute a mancare persone significative (che dovranno essere celebrate e ricordate in modo adeguato), alla presentazione di dimissioni impreviste e inaspettate. E’ poi cosa recente, tanto per non farsi mancare nulla, è andato parzialmente perso il nostro indirizzario; faticosamente lo stiamo ricostruendo. Una situazione seria, spiacevole, difficile, a cui i Donatelliani hanno cercato e cercano di reagire con coraggio, ma che mette davvero alla prova!

Sulla volontà di riprendere, o almeno di non soccombere, si veda il Catalogo della Mostra in Piazza 2023, che in realtà si è svolta a Villa Arrivabene. Un catalogo diverso rispetto ai precedenti ricco di disegni sul tema della difficile situazione in corso, disegni emblematici spesso accompagnati da testi altrettanto emblematici. Si veda in questo blog “Un catalogo anomalo, ovvero un’idea geniale

Ma veniamo alle attività svolte. I numeri parlano chiaro. Pochissime e “Fuori sede” le Mostre organizzate dal Gruppo Donatello; si noti che non è stata svolta neppure la tradizionale Mostra di Natale! Ecco dunque che vengono qui ricordate accanto alle poche manifestazioni sotto l’egida del Gruppo, una serie di esperienze artistiche di singoli Donatelliani cimentatisi in personali organizzate da altre istituzioni o in partecipazione a collettive esterne.

2-20 Giugno – “ARTISTI A VILLA CUTURI” Massa Marittima con la partecipazione dei Dionatelliani Giampaolo Beltrame, Anna Cecchetti, Simone Olivia Moritz e Cinzia Pistolesi. A cura di Lucia Raveggi, Presentazione di Lodovico Gierut.

10 Giugno 2023. Collocato al Palagio di parte Guelfa un quadro di Anna Cecchetti che raffigura l’illustre fiorentino Luciano Artusi, per anni direttore del Corteo Storico della Repubblica. (Riferimenti bibliografici. JACOPO CHIOSTRI: Il fiorentino doc Luciano Artusi nel ritratto della nota pittrice Anna Cecchetti collocato al Palagio di Parte Guelfa. LA TOSCANA NUOVA – LUGLIO-AGOSTO 2023)

10 Giugno 2023 Inaugurazione della mostra personale di Fiorenzo Toniutti “RITRATTO DI CITTÀ” con la partecipazione della poetessa Lucia Succi, Sala dell’Affresco del Comune, Signa.

10 Giugno 2023 PREMIO INTERNAZIONALE D’ARTE “MICHELANGELO”, PALAZZO PANCIATICHI XIMENES D’ARAGONA, Firenze. Tra i partecipanti i Donatelliani Anna Maria Calamandrei Santi e Giampaolo Beltrame.

10-25 Giugno – “INFERNO A CAMPALDINO” Mostra Concorso Campaldino 1289-II Edizione, Poppi (Arezzo). Assegnato il 2° PREMIO al Donatelliano Giampaolo Beltrame.

17 Giugno 2023 Inaugurazione della Mostra personale di SERGIO RINALDELLI GIARDINI BAROCCHI“. La mostra ha avuto il significato di omaggio alla scrittrice Cristina Campo (1923-1977) nel Centenario della nascita. La Mostra si è svolta nei locali della Certosa di Firenze con presentazione di Carmelo Mezzasalma. Interventi musicali a cura della Tuscan Chamber Orchestra hanno arricchito la manifestazione.

17 Giugno 2023 Mostra Collettiva “I COLORI D’ESTATE” – SOCIETA’ BELLE ARTI CIRCOLO DEGLI ARTISTI, Firenze. Tra i partecipanti i Donatelliani Anna Maria Calamandrei Santi e Giampaolo Beltrame.

27 Giugno 2023 “LII MOSTRA ALL’APERTO “DELUSI AMAREGGIATI MA DETERMINATI” 27 Giugno 2023 Villa Arrivabene. Una motivazione fondamentale: perché la storia non finisca…nonostante tutto! (Riferimenti bibliografici. Catalogo della Mostra Gruppo DONATELLO LII MOSTRA ALL’APERTO).

26 Luglio 2023 Inaugurata la mostra personale di Anna Cecchetti “Donna: Arte e Vita di Anna Cecchetti 60° artistico – Pittura e Scultura” presso lo Spazio espositivo C.A. Ciampi, Palazzo del Pegaso, via de’ Pucci 16, Firenze. Saluto di Antonio Mazzeo, Presidente del Consiglio regionale della Toscana. Intervento critico di Federico Napoli. (Riferimenti bibliografici. Federico Napoli: Anna Cecchetti Sessant’anni d’arte festeggiati lo scorso luglio al Palazzo del Pegaso con una mostra presentata dal presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo, La Toscana Nuova, n.9, Settembre 2023, pag 21.)

Luglio 2023. Mostra personale di Simone Olivia Moritz, The Florence Academy of Art

6 Agosto 2023 Presso la GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA PALAZZO GIORGI POPPI (Arezzo) inaugurata la mostra “CONVERGENZE TEMPORALI NEL MONDO DELL’ARTE” Copie d’autore e pittura personale di GIAMPAOLO BELTRAME, . (Riferimenti bibliografici “Convergenze temporali nel mondo dell’arte”, in mostra le opere di Giampaolo Beltrame https://www.arezzonotizie.it/eventi/mostre/convergenze-temporali-giampaolo-beltrame.html documento WEB visto e letto 24 12 2023)

Agosto 2023 – Donazione del dipinto “TRINITA‘” di Giampaolo Beltrame al MONASTERO DELLA SS. TRINITA’, suore Camaldolesi – Poppi (Arezzo)

Mercoledi 9 agosto Presentazione del libro di Anna Maria Moschetta «IMPRESSIONI D’ABRUZZO »Interventi di Terzio Di Carlo e Pasqualino Del Cimmuto, PINACOTECA PATINIANA, Castel di Sangro

2 Settembre 2023 Mostra di Arte Contemporanea presso la Basilica dellaSS. Annunziata * Chiostro Grande p.zza della SS. Annunziata . Oltre cinquanta Artisti, tra loro i Donatelliani: GIAMPAOLO BELTRAME, ANNA CECCHETTI, ROBERTO LORETO, SIMONE OLIVIA MORITZ, CINZIA PISTOLESI, ROMANO SESTITO.

20 Settembre 2023 “DOLCI COSTE ASPRE SCOGLIERE” Mostra personale di Elisabetta Weber, 20 – 30 settembre 2023 Biblioteca Comunale via di Belmonte, 38 – Ponte a Niccheri. Inaugurata il 20 settembre 2023. Saluto istituzionale di Eleonora François, Assessora alle Politiche Culturali e alla Biblioteca, intervento critico di Barbara Santoro. (Riferimenti bibliografici. Barbara Santoro: Elisabetta Weber, La Toscana Nuova, n.9, Ottobre 2023, pag 56.)

21 Settembre 2023 Presso la Biblioteca Marucelliana di Firenze Presentazione del libro Antonio Bueno C’EST DONC ÇA, L’ITALIE?: DIARIO D’ARTISTA” Milano, Mondadori, 2018. Prefazione di Philippe Daverio. Interventi: Isabella Bueno, Luca Faldi Direttore della Biblioteca Marucelliana, Ugo Barlozzetti Presidente Gruppo Donatello Firenze, Jacopo Chiostri Giornalista, Pamela Giorgi Ricercatrice INDIRE, Maria Beatrice Sanfilippo, Biblioteca Marucelliana

21 Settembre 2023 VILLA ARRIVABENE – Q2 Piazza Alberti 1a. – 50136 Firenze. Inaugurazione della Mostra “Gioielli … ecosostenibili’ di PATRIZIA PEPE’. Patrizia, che è anche una bravissima disegnatrice e illustratrice, ha presentato una singolare collezione di bigiotteria, per uso di materiali unica nel suo genere. In attesa di riaprire in una nuova sede, il Donatello vuole mantenere viva la propria attività espositiva e culturale chiedendo ospitalità a realtà amiche, come Villa Arrivabene, sede del Quartiere 2.

22 Settembre 2023 SILVIA SERAFINI MOSTRA PERSONALE Inaugurata il 22 Settembre presso l’Educandato Statale SS Annunziata Piazzale del Poggio Imperiale, 1 Firenze

23-24 Settembre 2023 Partecipazione del Gruppo Donatello alle attività della FESTA DELLA CULTURA AL QUARTIERE 2 . Nella sala Libero Beghi sono state esposte opere di artisti del Gruppo Donatello

23 settembre – 21 ottobre “XVI PREMIO NAZIONALE DI PITTURA “CITTA’ DI CIVITELLA” Al dipinto “LA RESA” del Donatelliano Giampaolo Beltrame è stato assegnato il 2° PREMIO ed è stato introdotto permanentemente nel MUSEO DI CIVITELLA VALDICHIANA 

28 Settembre 2023 Mostra Personale di Simone Olivia Moritz nell’ambito del “Bacco Artigiano”, Rufina (FI)

30 Settembre 2023 Collettiva CNA “Artigianato è Arte“, Firenze. Partecipazione di trenta artisti tra i quali i donatelliani Anna Maria Maremmi, Giampaolo Beltrame, Anna Maria Calamandrei Santi. (Riferimenti bibliografici. Amistà Francesco: Signa come Pietrasanta: all’ombra dei cappelli, l’arte invade il Museo della Paglia, Giornale del Bisenzio 13 Ottobre 2023, pag 10).

7 Ottobre 2023 Inaugurazione della mostra personale di Guido Del FungoDialogare. Giornata dell’Arte Contemporanea“. Via dei Bentaccordi 6, Firenze.

10 Ottobre 2023 “LIVING IMPRINT – IMPRONTA VIVENTE” Performance di CARLO MALTESE, Galleria Immaginaria, VIA GUELFA 22 A/R, FIRENZE.

14 Ottobre 2023 “Evoluzione” Mostra personale di pitture e ceramiche di Filippo Cianfanelli, Fiesole piazza Mino 1, presso la Sala Toniolo del Seminario Vescovile. Bellissima mostra di Filippo che accanto alla tradizionale produzione figurativa, ha presentato ceramiche ed anche alcune pitture astratte su tele di grosso formato.

20 Ottobre 2023 Assemblea dei Soci. Pochissime parole. Può essere definita l’Assemblea della tristezza per essere senza sede, che, inutile sottolinearlo, ha creato smarrimento tra i soci. Con l’auspicio che il futuro sia migliore.

Sabato 21 ottobre 2023 Biblioteca delle Oblate Sala storica Dino Campana, Presentazione libro “Io e Marco” (Effigi Edizioni) di Lucia Bruni – Karim Pennazzato Kaddouri. Interventi Elisabetta De Troja, Università di Firenze Rosalia Manno, Archivio per la Memoria e la Scrittura delle Donne, A. Contini Bonacossi. Sono state presenti attivamente con gli autori Sandra Ajello, scultrice Fiorella Nuti, pittrice con le loro opere dedicate al libro in oggetto.

26 Ottobre 2023 La Camerata dei poeti – 2a Tornata del 94° anno accademico. Sala Sibilla Aleramo Biblioteca Oblate, Via dell’Oriuolo, 24 Firenze. Reading poetico dei soci della Camerata dei Poeti. Letture dalle “Confessioni di S. Agostino” a cura di Annamaria De Vito e Filippo Frittelli. Sororità tra le arti a cura di Silvia Ranzi. All’Arpa Annamaria De Vito. Opere dell’artista donatelliano Paolo Vannini.

28 Ottobre 2023 Presso l’ASSOCIAZIONE CULTURALE “F. Paolieri” Via della Croce, 39-IMPRUNETA presentazione del CORSO DI PITTURA AD OLIO a cura del donatelliano prof. GIAMPAOLO BELTRAME

Novembre 2023. Nel fascicolo di Novembre de “La Toscana nuova” compare un articolo a firma Lucia Raveggi, riguardante “Le liriche di Anna Maria Moschetta“. Anna Maria è anche musicista e pittrice, ed è naturalmente una Donatelliana.

3 Novembre 2023 – 7 Novembre 2023, Fortezza da Basso. ART BLEND 2023, International Exhibition of Contemporary Art. Mostra collettiva con opere di 260 artisti giapponesi e 50 artisti fiorentini tra cui i Donatelliani Giovanni Giusti e Carlo Maltese. (Riferimenti bibliografici. Barbara Santoro: Art Blend 2023, La Toscana Nuova, Dicembre 2023, pag 47.)

8 Novembre 2023 Riunione di Consiglio del Gruppo Donatello. Proposte, progetti, riflessioni, ma la priorità è sempre la solita: trovare una nuova sede!

13 Novembre 2023, Firenze – Taverna degli Artisti – Via Artisti 22/r. Nell’ambito della manifestazione “Cena degli Artisti” che si svolge mensilmente e organizzata da Giuseppe Pinzauti da oltre dieci anni, è stata inaugurata la mostra di Annamaria Maremmi e Angela Lucarini – vernissage con cena. Introduzione di Giuseppe Pinzauti, intervento critico e interviste alle artiste del giornalista Jacopo Chiostri. Sia Giuseppe che Jacopo hanno ricordato la preziosa figura di Fabrizio Borghini recentemente e troppo presto scomparso.

26 Novembre 2023 INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA DI ARTE SACRA IN MEMORIA DI Fabrizio Borghini organizzata da TOSCANA CULTURA a cura di Lucia Raveggi. presso Parrocchia di Santa Maria a Novoli, Oratorio della Compagnia dell’Assunta, Via Lippi e Macia Intervento critico di Jacopo Chiostri. Moltissimi espositori tra cui le Donatelliane PATRIZIA GABELLINI e SIMONE OLIVIA MORITZ.

Dicembre 2023 – Donazione del dipinto “L’INIZIO DEL TUTTO” del Donatelliano Giampaolo Beltrame alla CASA FAMIGLIA – Congregazione Suore Passionista di San Paolo della Croce, Signa (Firenze).

Dicembre 2023 . Per la prima volta dopo tanti anni (a parte l’anno della pandemia 2020) la Mostra di Natale NON ha avuto luogo! Tristezza!

6 Dicembre 2023 Villa Arrivabene. Inaugurazione del Presepe con sagome a grandezza naturale di personaggi tradizionali, di personalità, di gente di tutti i giorni. Le sagome sono state eseguite dagli artisti del Gruppo Donatello.

9 DICEMBRE 2023 “NATURA OFFESA” Inaugurazione venerdì 9 dicembre alla libreria Gioberti
Mostra di grafica di Enrico BANDELLI e Gianni OLIVETI che hanno disegni, acqueforti e litografie nelle varie tematiche in difesa dell’ambiente che i due artisti hanno portato all’attenzione del pubblico fin dai primi anni ‘70, quando il problema della conservazione dell’ambiente e della necessità di una conversione ecologica non era ancora presente. La mostra fa parte di un continuum espositivo svolto in tanti anni e in tante sedi. Si veda ad esempio “Cassandre moleste” ovvero quando non veniva in mente . Sono intervenuti l’Assessore al Comune di Firenze Maria Federica Giuliani è il Presidente della Regione Eugenio Giani.


13 dicembre 2023 VIII GIORNATA DI DONATELLO. Convegno sul tema: Donatello maestro del Rinascimento. Teatro della Pergola Sala delle Colonne. Programma: Saluti di benvenuto Assessore Maria Federica Giuliani, Organizzazione e personale, patrimonio non abitativo, efficienza amministrativa, rapporti con le confessioni religiose, cultura della memoria e della legalità, toponomasticaCoordinatore: Prof. Arch. Francesco Bandini, Archeologo Biblico Presidente Emerito del Gruppo Donatello “Il mito di Sisifo”Relatori: Prof. Cristina Acidini , Presidente Accademia delle Arti del Disegno “La scultura pubblica a Firenze, antica e nobile tradizione”Prof. Mons. Timothy Verdon, Direttore Museo dell’Opera del Duomo “Donatello e il concetto rinascimentale di statua virile”Dott. Giuliana Castellani Koch, autrice del documentario: “Donatello maestro del rinascimento” con proiezion

Mercoledì 13 dicembre 2023. Cripta della Basilica Laurenziana. Omaggio degli artisti fiorentini alla tomba di Donatello, alla presenza del Gonfalone della città di Firenze, di Mons. Marco Domenico Viola, delle autorità civili e religiose e degli artisti del Gruppo. Lettura ad opera del Prof. Francesco Bandini di brani dalle «Vite» di Giorgio Vasari, nei quali viene descritta la morte di Donatello. Proclamazione del Premio Donatello 2023 assegnato a Cristina Acidini Presidente Accademia delle Arti del Disegno e Presidente Opera di Santa Croce. La cerimonia si è conclusa con la deposizione della corona del Comune di Firenze e delle tradizionali ghirlande simbolo delle tre Arti Maggiori da parte degli artisti del Gruppo Donatello.

Mercoledì 13 dicembre 2023 Caffé Gilli, Piazza della Repubblica, Cerimonia riservata agli artisti del Gruppo Donatello. Consegnata a Cristina Acidini la «Pisanelliana» in bronzo modellata dallo scultore Silvano Porcinai. La “pisanelliana” trae il nome e l’origine dagli esempi forniti appunto dal Pisanello, riconosciuto come uno dei più grandi medaglisti, che fu il primo a reinventare il genere come lo concepiamo ancora oggi: il ritratto di un personaggio sul recto e la sua’impresa simbolica al verso.
Le sue medaglie, eseguite nella prima metà del ’400 per casate quali i Gonzaga, gli Sforza, gli Este, i Malatesta, i Visconti, gli Aragona, misurano fra 8 e 11 centimetri di diametro. Le medaglie dei Premi Donatello sono realizzate in cinque esemplari, uno dei quali viene accolto nella collezione del Museo Nazionale del Bargello

14 Dicembre presentazione della scultura “Due morsi alla mela” di Lea Monetti presso il LOGGIATO DELPALAZZO COMUNALE P.zza Duomo n.1,Grosseto L’opera rimarrà esposta fino a 18 Febbraio 2024 Con la collaborazione della Città di Grosseto.

16 Dicembre 2023 Inaugurazione Presepe Banca di Cambiano Tra le nuove sagome di quest’anno Papa Francesco sorretto da San Francesco eseguita da Gianni Oliveti. Alla cerimonia, con il direttore generale della Banca di Cambiano Francesco Bosio, presenti l’assessora Maria Federica Giuliani e gli artisti del gruppo Donatello. Presente anche Monsignor Marco Viola che ha concluso la manifestazione impartendo la benedizione.

16 Dicembre 2023 SOCIETÀ DELLE BELLE ARTI CIRCOLO DEGLI ARTISTI “CASA DI DANTE” INAUGURAZIONE MOSTRA “CALEIDOSCOPIO” RASSEGNA DI FINE ANNO DEI SOCI.

17 Dicembre 2023 SPAZIO ESPOSITIVO di JOANNA ASTON VIA SAN ZANOBI, 45/R Collettiva di Natale 2023 in memoria di Fabrizio Borghini. Oltre trenta opere esposte, tra le quali quelle di vari Donatelliani: ANNA MARIA CALAMANDREI SANTI, PATRIZIA GABELLINI, ROBERTO LORETO, SIMONE OLIVIA MORITZ, CINZIA PISTOLESI , ROMANO SESTITO, MIMMA DI STEFANO.

20 Dicembre 2023 Mostra Collettiva degli artisti dell’antica Compagnia del Paiolo presso lo spazio  espositivo C.A.Ciampi, Palazzo del Pegaso.Consiglio Regionale della Toscana. Tra gli Artisti partecipanti anche vari Donatelliani:   Igina Biriaco, Mauro Boninsegni, Filippo Cianfanelli, Elisabetta Collini,    Paola Imposimato, Carlo Maltese, Anna Mercati, Lea Monetti.

Si chiude così il 2023, un anno durante il quale, artisticamente parlando, il Gruppo Donatello ha dovuto mirare non alla crescita, come avveniva oramai da tempo, ma alla sopravvivenza. Speriamo in un migliore 2024.

Prossimamente Gruppo Donatello e singoli Donatelliani:

  • 20 GENNAIO 2024, nella stanza della cultura “LA MINERVINA”, presso i locali del “PRIVÉ per tutti” – in VIA DELLA FORNACE 9 a FIRENZE, inaugurazione della mostra “BLOOD RED WARS”, Ventuno opere realizzate dall’artista BEPPE PIANO

LINK PER UNA STORIA (QUASI) COMPLETA DEL GRUPPO DONATELLO

(All’interno del Blog “Accomandia Serener Tersete” http://robertodellalena.altervista.org/

Attività anteriore al 2012 (dal 1949 al 2012):

l’attività 2012  http://robertodellalena.altervista.org/gruppo-donatello-attivita-2012/

l’attività 2013 http://robertodellalena.altervista.org/gruppo-donatello-attivita-2013/

l’attività 2014 
l’attività 2015 
l’attività  2016 
l’attività  2017 

l’attività 2018 

l’attività 2019 http://robertodellalena.altervista.org/attivita-del-gruppo-donatello-2019/

l’attività 2020 http://robertodellalena.altervista.org/attivita-del-gruppo-donatello-2020/

l’attività 2021 http://robertodellalena.altervista.org/attivita-del-gruppo-donatello-2021/

ATTIVITÀ DEL GRUPPO DONATELLO 2022 e inizio 2023 http://robertodellalena.altervista.org/attivita-del-gruppo-donatello-2022-e-inizio-2023/

Attività di fine anno 2022

Appunti donatelliani a margine di un anno difficile

Un catalogo anomalo ovvero un’idea geniale

Anticipazione di libro “a sorpresa”. Una proposta.

“… dopo venti o trent’anni si scopre che ciò che veramente conta è rimasto nel paesello natio.” (C.G.Jung, lettera a Herbert Read 17.10.1948. In C. G. Jung, Lettere, Vol 2 p.117).

Felice, anche nella prigionia della città, chi riesce a conservare per tutta la vita la chiave di questa casa di campagna, per rifugiarvisi ogni tanto, e ritrovarci in fedele attesa le care immagini del suo segreto, non intorbidato dal tempo!” (Sono parole di Piero Calamandrei, citate da Franco Antonicelli nell’Introduzione al Libro di Calamandrei”La Casa di Campagna”, La Nuova Italia, 1965, p. XI)

Anticipazione di libro “a sorpresa”

Ci sono momenti in cui ti passano davanti ricordi più vari e paiono alternarsi a disparate immaginazioni a creare caleidoscopi fantastici. Luoghi familiari e luoghi lontani, persone significative e persone magari conosciute occasionalmente, esperienze, avvenimenti importanti o piccoli eventi del quotidiano, motivi musicali, strade di campagna e vie cittadine, botteghe e supermercati, e così via….

Questi itinerari del pensiero talora prendono il via in situazioni semplici, ordinarie, come quelle in cui si aspetta qualcuno o qualcosa e siamo appunto assorti. Viene in mente ad esempio la situazione di quando al telefono il centralino (oramai proprio il centralino e non più il centralinista) mette attesa di parlare con “l’iinterno desiderato” e la voce di Armstrong propone “What a Wonderful World” accompagna (e forse promuove) l’attività di cui sopra. Peraltro un’attesa siffatta diventa anche più piacevole!

E a volte potrebbe venire l’idea di non disperdere quel materiale di ricordi e fantasie e, con apposita regia e riformulazione, trasformarlo in un libro. In modo creativo.

Come tutti i libri anche quello a cui si fa riferimento avrebbe bisogno un Protagonista, a cui dare nome e attribuire caratteristiche per ora, così come andrebbe trovato un titolo accattivante e non scontato.

Un esempio.

La trama semplificata (ma nota a chi conosce il progetto).
Il protagonista è un protagonista sui generis. Talora parla di sè, talora di altri. Dá frequentemente, diventando voce narrante, spazio a vari “coprotagonisti”, che gli scrivono, gli telefonano, gli raccontano, e trasformare i ricordi di tali battute, di tali telefonate, di tali lettere, in altrettante tessere di un mosaico (in parte) fantastico.

Il Protagonista di questa storia nasce in un piccolo paese chiamato Orodiopoli. Un luogo tranquillo, con case di pietra e alcune strade ancora sterrate. All’età dieci anni, si trasferisce a Tolomeide Pispica, un luogo che lascia un’impronta significativa. Tolomeide Pispica è diversa da Orodiopoli: più grande, più rumorosa, ma con un fascino tutto suo. Il Nostro trascorre lì la sua infanzia, camminando tra le sue strade affollate. A sedici anni, si trasferisce nella ancor più grande Terra Perosa. Inizialmente vive nella zona di Nordesticavia, un quartiere moderno e pieno di vita. Dopo qualche tempo, si trasferisce a Novilnova, una zona più tranquilla e riservata. Durante il suo tempo a Terra Perosa, ha l’opportunità di ritornare a Orodiopoli e rivedere la sua vecchia casa. Ritrova un luogo magnifico, pieno di ricordi, di storia e di bellezza. E per Lui anche molto di più. Nella casa dove aveva vissuto tanti anni fa ritrova pezzi della sua adolescenza, oggetti reali, ricordi. Ogni oggetto, ogni stanza, sembrava raccontare una storia, una storia che Egli sentiva di conoscere. Questi ricordi, queste storie, lo ispirano e inizia a scrivere un libro. Un libro che racconta la sua vita, i suoi luoghi, le sue esperienze. Un libro che, nelle intenzioni sue avrebbe dovuto incitare o almeno suggerire al lettore di fare altrettanto. E così, la storia continua. E una cosa è certa: ovunque vada, il nostro personaggio porterà sempre con sé i ricordi di Orodiopoli. E continuerà a raccontare le sue storie, e a scrivere forse un altro libro.

Ma è solo un esempio. Forse.

Storia di banconi e di balconi

Da un appunto ritrovato

È sufficiente che sia stato detto e creduto.
La storia del mondo viene fatta in gran parte sulla base di opinioni i cui motivi sono spesso dubbi in senso concreto; in altre parole: nella storia la psiche gioca un ruolo tanto importante quanto misconosciuto.” CARL GUSTAV JUNG, lettera a Upton Sinclair del 24.11.1952, in Jung Lettere, Vol 2 p 273)

La seguente poesia (con tante scuse ai poeti) e il testo che la segue sono frutto di un lavoro di gruppo tra una seduta di studio e l’altra, di tanti, ma tanti, anni fa…

Storia di una collega
che ci invitava a studiare da lei 
E che aveva anche un difetto di pronuncia. 

Lei ce lo diceva e ce lo ripeteva
Ma noi per non imbarazzarla
Non dicevamo mai di non aver capito

E cosí a causa di tal difficoltà
Non abbiamo mai capito se in casa sua, 
Ci fosse un balcone o un bancone. 

Peró siccome non siamo mai andati 
a studiare in quell’appartamento
Resteremo nel dubbio perennemente!


Questa poesia, racconta la storia di una studentessa universitaria che invitava i a studiare da lei, molto brava ma che aveva un difetto di pronuncia. I colleghi non volevano imbarazzarla, quindi non dicevano mai di non aver capito. A causa di questo, non é mai stato chiarito se in casa della collega ci fosse un balcone o un bancone! La poesia ci invita a non avere paura di fare domande e di chiedere chiarimenti quando non si capisce qualcosa, perché solo così si può evitare equivoci, compreso quello di sapere se una seduta di studio si debba svolgere in una stanza attorno a un tavolo/bancone oppure all’aria aperta in un ampio balcone!

“Chella co’ le vocali”

“Chella co’ le vocali”

Piccolo ricordo di vita sarteanese

“Chella co’ le vocali”. Potrei scommettere un caffè contro un grattacielo che nessuno – fin quando lo svelerò – sará  in grado di indovinare cosa significa questa frase. Probabilmente nemmeno quelli che a suo tempo l’hanno pronunciata. Il tempo è assai lontano e i pronucianti erano dei bambini che in quel di Sarteano alla fine degli anni ’50 usavano l’espressione “Chella co’ le vocali” niente meno che per indicare il nome di una canzone! Ma ancora la cosa è misteriosa. La canzone era un cavallo di battaglia di Paul Anka, il cui titolo – stavolta corretto – era “You are my destiny”. Ebbene, improvvisandosi improbabili cantanti poliglotti quei bambini cantavano tale canzone il cui titolo e il corrispondente incipit  per loro   suonava “Iuoaeaieii” con qualche libertà lessicale! E dunque ecco che “You are my destiny” diventava  “Iuoaeaii”, che poi alcuni bimbi desiderosi di essere più precisi la definivano “Chellacanzone co’ le vocali” e che confidenzialmente diventava “Chella co’ le vocali”!

Dimenticavo di dire che l’improvvisato Teatro Ariston era il fondo della Patrizia in via Ricasoli e che uno di quei bambini ero io.

Per la cronaca “You are my destiny” fu composta e cantata da Paul Anka nel 1957, ma arrivò in Italia nel 1958. Esistono numerose cover tra le quali anche una di Adriano Celentano tradotta in italiano con il titolo “Sei nel mio destino”. Tuttavia anche l’Adriano nazionale ha conservato la prime parole in lingua inglese: “You are my destiny” ovvero “Tu sei il mio destino” ovvero “Chellacanzone co’ le vocali”!

P.S. Sullo stesso tema si veda anche l’articolo “Il fondo della Patrizia e la Maestra Bellini”.