Ancora un promemoria, verso la primavera

Raccordo-promemoria e progetti

Terzo promemoria (in assoluto) e primo del 2022. Circa l’inserimento di questi raccordi sul blog avevo qualche perplessità. Mi sono dato una risposta rileggendo il testo di “Aggiungi un posto a tavola”:

“DON SILVESTRO: Nooo. Hai ragione e basta, ma che forse. Posso chiederti una cosa? Perché hai scelto proprio me? E perché proprio il mio paese?

DIO: E perché no?”

E così, senza naturalmente fare impropri paragoni, semplicemente mi sono chiesto perché mai avessi dovuto inserire i raccordi sul blog mi sono dato anche la risposta “E perché no? “

L’ articolo su Montepiesi, la rivista mensile che ha accompagnato la vita di Sarteano per quasi cinquant’anni (1969-2017), è stato via via aggiornato ed ampliato (periodicamente tale aggiornamento viene messo on line), ma siamo ben lungi dal risultato prefissato. Probabilmente in un prossimo futuro l’articolo verrà diviso in due nuovi articoli: uno per la parte generale descrittiva, e uno con l’elenco di una selezione di articoli; naturalmente i due articoli saranno reciprocamente “linkati”. Vale la pena ricordare ancora una volta (chiedo scusa per l’autocitazione “… almeno questo tipo di articoli, di mettere on line non appena raggiunta una sufficiente “presentabilità”, con l’impegno di aggiornarli via via, e, naturalmente di segnalare tali aggiornamenti….”

Ricordo il racconto “Stranieri in terra di Etruria“, recentemente pubblicato e leggermente modificato e corretto. Ringrazio Gianni Oliveti per i preziosi suggerimenti. Dello stesso Gianni Oliveti ricordo il libro “L’antica chiesa fiorentina dei Santi Gervasio e Protasio e il suo territorio” che sto leggendo e di cui presto parlerò.

A proposito delle “Chiacchierate sarteanesi” ribadisco di avere molto materiale da esaminare e riordinare, in modo che la già presente “chiaccherata“, pubblicata la scorsa estate non rimanga a lungo unica e solitaria.

A proposito di Gualtiero Sbardelli, poeta e commediografo di Sarteano, è già presente il breve testo “A partire dal ritrovato sonetto di Gualtiero Sbardelli“, e un secondo articolo è stato pubblicato sulla rivista La Toscana nuova; quest’ultimo dal titolo “Gualtiero Sbardelli. Poeta e Commediografo tra Roma e la Toscana” è stato riproposto su questo blog con lievissime modificazioni. E’ peraltro in preparazione un più ampio pezzo sulla vita e l’opera di Sbardelli con l’ausilio di altri documenti reperiti e di ricerca bibliografica.

L’articolo in cantiere “Laurens Van Der Post e Carl Gustav Jung”, è ancora in preparazione, ma si tratta di tema piuttosto impegnativo. Da segnalare la recente acquisizione di un libro piuttosto importante: “Il cuore del cacciatore” che Van der Post pubblicò nel 1961 e dedicò a Jung, letteralmente: “a C.G. Jung. Per molti motivi, ma soprattutto per il suo grande amore per l’Africa e il rispetto che aveva verso la vita dei suoi piccoli figli aborigeni“. Per quanto riguarda libro “Il cuore del cacciatore” si veda anche più avanti.

A proposito del libro “Radicofani” di Alberto Luchini. Qui c’è davvero aria di novità. Avevo pensato ad una recensione, magari ampia ma pur sempre una recensione. Mi sono reso conto che siamo di fronte ad un testo così ricco di date, di fatti, di personaggi, di eventi storici, di richiami ad opere artistiche e letterarie e quant’altro, che ho deciso di scrivere qualcosa che vada oltre la semplice recensione, qualcosa che potrebbe avere per titolo “Radicofani a partire da un interessante libro” o qualche cosa di simile. Al momento ho già scritto molte pagine; anticipo qualcosa “Va subito detto che questo libro offre molto di più di quello che sembrerebbe essere il mandato delle prime pagine. L’’Autore prende le mosse da come e quanto la costruzione di una variante della Cassia, alla fine degli anni ’60, avrebbe cambiato le dinamiche sociali, turistiche ed economiche di Radicofani. Vedendo la data di pubblicazione, 1970, verrebbe da pensare, con un termine anglofono anzi proprio inglese,  ad un instant book. Per quanto attiene all’attualità non c’è dubbio, ma la ricchezza della descrizione dei fatti storici, geografici, sociali, fa di questo testo uno strumento prezioso per conoscere Radicofani nella sua interezza, ben prima del 1969 e ben oltre i confini delle mura. Parimenti qui non si può parlare di semplice recensione, ma di felice incontro con una narrazione complessa che rimanda a cose conosciute, sì, ma anche e soprattutto alla scoperta di tante interessantissime cose.”

In preparazione, gentilmente richiesto, un testo unito a 44 diapositive da presentare ad un convegno medico. Era tanto che mancava un’iniziativa del genere! Per scaramanzia altro non dico, ma al momento opportuno dirò, anzi scriverò.

Infine ricordo i titoli di lavori in preparazione, che per una serie di motivi non sono ancora completi: “Ricordi ed oblii”, “Marzo, aprile, maggio 2020. Il mondo visto da casa, la casa è il mondo”, “Neologismi e Neologisti”, “A proposito di una raccolta di tavole in base 30 e 44”. Il ritardo è riconducibile essenzialmente ad un fattore comune, ovvero che trattasi di lavori assai impegnativi.

APPENDICE. LIBRI

Nota di aggiornamento libri

Sono rimasto indietro con la lettura, o se si preferisce con le letture. Alcuni libri campeggiano sulla mia scrivania. Forse saranno anche qualcuno di più di quelli che sto citando, ma per il momento metto un punto fermo almeno su questi quattro.

Il primo libro è molto legato alla terra toscana e ai suoi e suoi personaggi famosi sia reali sia immaginari ben riassunti nel titolo: “Un maledetto toscano, Pinocchio, da Carlo Collodi a Curzio Malaparte“. Autore è Mauro Boninsegni che, come si apprende dalla biografia in quarta di copertina è sempre stato affascinato dal personaggio di Collodi; Mauro crea con il testo, ovviamente unito alle immagini, un costante raffronto, un costante parallelo, tra Curzio Malaparte e Carlo Collodi. Lo fa estrapolando frasi dell’uno e dell’altro prese rispettivamente da Maledetti toscani e da Pinocchio, a proposito di temi diversi, dallo spirito toscano al disprezzo, all’ironia e ad altro ancora. Seguirà più ampia trattazione.

Un secondo libro è un libro importante – del resto tutti i libri sono importanti – di un autore famoso e di un’acquisizione curiosa. Si tratta del libro “Il cuore del cacciatore” di Laurens van der Post. L’Autore ha scritto anche una importante biografia di Carl Gustav Jung, una delle mie preferite (Jung e la storia del nostro tempo”, 1976)), e il suo legame con Jung è stato stretto e significativo. L’argomento che più gli ha legati è stato sicuramente l’ Africa. Dicevo che comunque è stata curiosa l’acquisizione di questo libro. Ero in piazza della Libertà a girare tra le bancherelle quando me lo sono trovato davanti, quasi fosse un segno del destino, infatti più volte mi ero riproposto di leggere qualcosa di Van der Post dopo aver apprezzato appunto la biografia di Jung sopra ricordata. Naturalmente ho comprato il libro.

Altro libro, “L’antica chiesa fiorentina dei Santi Gervasio e Protasio e il suo territorio“. è uno dei libri scritti da Gianni Oliveti del quale abbiamo avuto più modo di parlare in altre occasioni, (Tra i vari testi di Gianni ricordo “Gruppo Donatello 60 anni di storia” del 2012 “G: Bandelli & Oliveti Le Cassandre moleste, ovvero poetiche premonizioni sul mondo che muore nei lavori di due artisti Toscani fra il 1969 e il 1985”  del 2019, L’invisibile colore del silenzio del 2011).

Ma torno al testo di Gianni Oliveti dedicato alla chiesa di San Gervasio e Protasio in Firenze. Gianni che ha scritto il libro, e come artista ha approntato le bellissime porte e inserito sue opere pittoriche all’interno della chiesa. Peraltro non è l’unica esperienza del genere di Gianni che ha sue opere in due chiese di Marina di Bibbona. Anche qui c’è una piccola curiosità. Parlando del Mugnone, fiume che l’argomento centrale di un altro libro recentemente letto (“Il Mugnone e i torrenti scoperti o tombati di Firenze” di Pier Paolo Benucci), Gianni mi ha ricordato che anche lui al fiume ha dedicato alcune pagine nel libro su San Gervasio. Nell’occasione Gianni mi ha gentilmente donato una copia del libro. Lo leggerò presto e volentieri ne parlerò.

Ultimo, non ultimo, ma semplicemente quarto in questa trattazione, il libro di Mauro Mari in arte Maris. Dal titolo “Vita… Vita“ è chiaro che si tratta di un’autobiografia scritta al compimento del del settantasettesimo anno. In questo caso non è stata una lettura, ma una rilettura in vita di un mio articolo su Maris che a breve sarà pubblicato su “La Toscana Nuova”.

(possibili modificazioni e ampliamenti)